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08-12-2008, 22.27.37 | #53 | ||
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Riferimento: Difesa filosofica del niente perfetto
Citazione:
Supponendo, come mi sembra ragionevole, che ti riferisci in particolare al livello di complessità, la tua domanda si può riformulare in maniera più precisa (e sensata) come segue: “Qual è la cosa più complessa che riesci ad immaginare?”* In altre parole: “fin dove arriva la tua immaginazione? Date le tue capacità di elaborazione e composizione degli input che ricevi sotto forma di stimoli sensoriali, qual è la descrizione più accurata e particolareggiata (e quindi complessa) che riesci a produrre della ‘realtà’ (o meglio di ciò che percepisci)?” Ovviamente sotto forma di teoria. Più precisamente: “date le tue capacità mentali… qual è la composizione di stimoli (input) più complessa che riesci a produrre?” O ancora, in parole più semplici: “qual è il pensiero più elaborato che puoi produrre?” O, se vogliamo, dal punto di vista fisiologico: “qual è il processo cerebrale più complesso che può avvenire, o essere ospitato, nel tuo encefalo? Quale capolavoro?” Mi pare chiaro che la risposta a tale domanda è in gran parte soggettiva e, limitando la considerazione alle capacità intellettuali di animali della stessa specie (capacità che solitamente differiscono di poco, da individuo a individuo (di poco relativamente al nostro interesse)), dipende soprattutto dalla qualità degli input (“qualità” qui coincide con “complessità funzionale” o semplicemente “complessità”) che si ricevono. Per esempio, nel suo lavoro di elaborazione, uno studioso che considera il pensiero degli studiosi che lo hanno preceduto avrà a disposizione input più complessi rispetto a quelli in cui si imbatterebbe se, ignorando le linee di pensiero già esplorate, partisse da zero considerando solo i più semplici input ambientali (per esempio osservando la natura ad occhio nudo piuttosto che col microscopio e o con il telescopio e o con gli strumenti concettuali che potrebbe ricavare da lavori precedenti al proprio attuale). *Logicamente non possiamo figurarci una forma di complessità di un livello che vada oltre il limite di quella che siamo in grado di gestire o “manipolare” mentalmente; e ovviamente il limite di complessità che siamo in grado di gestire non può essere superiore alla complessità che ci costituisce (in altre parole una cosa complessa non può essere ridotta ad una più semplice). Ne consegue che la complessità del reale raggiunge livelli gioco forza superiori a quelli immaginabili. Citazione:
Nel primo caso probabilmente trascureresti la complessità dei cosiddetti “elementi fisici” (per quanto piccola in confronto a quella degli “elementi biologici”). Io sono convinto che in fin dei conti tutto possa essere ridotto alla “pura” complessità, nell’accezione che ne dà Richard Dawkins nel suo libro “L’orologiaio cieco” che suggerisco vivamente a tutti coloro che sono seriamente interessati a questo argomento oltre che a moltissimi degli argomenti più frequentemente dibattuti su questo forum. |
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08-12-2008, 23.37.15 | #54 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento:
Citazione:
Riformula pure in modo non ambiguo o comunque nel modo per te più soddisfacente. Già nel titolo di riferimento, Difesa filosofica del niente perfetto, hai espresso, credo, una sintesi del tuo pensiero, che apprezzo. Ciao |
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09-12-2008, 10.37.42 | #55 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Epicurus si riferisce a ciò che tutti i fisici moderni conoscono ovvero che secondo il modello standard della meccanica ondulatoria la scelta di un autovalore di un autostato tra quelli ammessi dall' Eq. di Shroedinger al momento del collasso della funzione d'onda è del tutto casuale, ovvero privo di causa efficiente. Il collasso è causato, ma la scelta dell'autovalore tra quelli ammessi non ha una causa perchè non dipende da nessun fattore se non dal puro caso. E non si tratta di una nostra ignoranza di eventuali fattori "fantasma" che determinano un autovolare piuttosto che un altro, questa casualità è infatti intrinseca, ovvero ontologica e non epistemica, la teoria cioè non starebbe nemmeno in piedi se si immaginasse una causa per la scelta dell'autostato nel momento del collasso. Saluti Andrea |
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09-12-2008, 10.46.10 | #56 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Quando si parla di caso, pur non avendo le nozioni per comprendere quello che dici, si usa una parola vuota, appunto caso perchè non si conoscono le cause. Ti ringrazio per la spiegazione anche se non sono in grado di comprenderla....almeno per il momento. Ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 09-12-2008 alle ore 13.14.35. |
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09-12-2008, 11.00.28 | #57 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Questa tua obiezione è proprio ciò che ho cercato di prevenire scrivendo: “ E non si tratta di una nostra ignoranza di eventuali fattori "fantasma" che determinano un autovolare piuttosto che un altro, questa casualità è infatti intrinseca, ovvero ontologica e non epistemica” Cioè non si tratta di una ignoranza della cause o problemi di complessità di calcolo (come per le teorie del caos o della complessità in genere), le cause non possono proprio esistere ! Ecco perchè si parla di caso “puro”, di evento incausato, di indeterminatezza ontologica ecc... Citazione:
Figurati, forse sono stato un po' ermetico usando termini da specialisti. Credo tuttavia che l'approfondimento dell'argomento porterebbe la discussione troppo OT ma se dovesse servire per chiarire il punto cercherò di fare un esempio semplice e comprensibile, ditemi voi. Per ora accontentiamoci di sapere che in natura esistono eventi incausati e questa evidenza smonta alla base la premessa principale del ragionamento sulla causa prima Saluti Andrea |
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09-12-2008, 12.09.33 | #58 | |||||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Trattamenti ed infiniti.
Citazione:
Allora avevo interpretato male la tua ultima domanda in quel post: "O forse alcuno congettura che siamo infiniti ?". Citazione:
Anakreon, l'infinito -- come tutti gli enti e le proprietà astratte -- non è percepito; tutta la matematica, ad esempio, si costruisce su queste astrattezze e, a detto di molti, è il campo in cui si hanno le cognizioni più chiare sulle cose di cui si sta parlando. Anche l'infinito pare molto ben studiato. D'altro canto mi pare difficile convincere qualcuno che noi non possiamo comprendere (chiaramente) il concetto di 'onnipotenza'. Posso esser d'accordo che è impossibile per noi capire come ci si possa sentire ad essere onnipotenti, ma l'onnipotenza è una proprietà che sappiamo essere semplicemente "per ogni descrizione x non contraddittoria di uno stato di cose, poter attuare x", tutto qui. D'altro canto la tua diffidenza semantica verso l'infinito porta dritti dritti a dover accettare l'insignificanza di ogni discorso religioso, ma qui si parlava di difesa di dio, non di un suo attacco, quindi ho pura che andremo off-topic. Citazione:
Intendevo dire che l'ente più grande (in termini di complessità e dimensione) è senza dubbio quello formato da tutto l'esistente. Citazione:
Come ti ho già scritto (qui: https://www.riflessioni.it/forum/226159-post38.html), non sto parlando di eventi senza causa e senza effetto, ma solo di eventi senza causa. Spirito!Libero ha spiegato bene a cosa mi riferivo. (Per quanto riguarda il materiale online, c'è da sbizzarrirsene. Magari prova a farti consigliate da Spirito!Libero.) Citazione:
Capisco e apprezzo molto questa impostazione. Comunque, mi pare che i problemi di questo argomento siano insormontabili. Citazione:
Ciao zenzero, condivo ciò che osservi, cioè che la domanda è ambigua. Io ho interpretato 'maggiore' in 'maggiore in termini di complessità ed estensione'. Vediamo che ci dice Giorgiosan. Comunque io proposi di sostituire la domanda "quale è l'ente del quale non puoi pensare uno maggiore, e che sia anche esistito o che esista tutt'ora?" in "qual è l'ente esistente maggiore?", proprio per evitare di andarci ad infilare in un discorso che, secondo me, è irrilevante per questa questione, cioè qual è l'idea più complessa che possiamo farci. Dico irrilevante, perché a cosa ci servirebbe rispondere a tale domanda, in funzione dell'esistenza di un dio? Io posso dire, brevemente, che "X è onnipotente": questa è un'idea semplice o complessa? L'idea è semplice, anche se, presumibilmente, X sarà complesso. Se io dovessi rispondere, alla domanda di Giorgiosan, con "L'universo", indubbiamente l'universo è la cosa più complessa che esista (se non esistono realtà spirituali, e con 'universo' intendo il pluriverso se dovesse essere il caso), ma con un'idea semplice posso riferirmi ad esso. Comunque, finché Giorgiosan non elabora il suo argomento e la sua riflessione a riguardo, ci conviene aspettare. Citazione:
Mi riferisco alla prima accezione (cioè, in linea di principio), ma non approfondisco qui tale questione perché ci porterebbe paurosamente off-topic. L'ho riportata velocemente perché and1972rea aveva erroneamente attribuito a me credenze non mie. (Comunque grazie per il consiglio del libro.) |
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09-12-2008, 12.26.08 | #59 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Caro San Giorgio,
domandi: "Anakreon ha suggerito una domanda: l'uomo è infinito? Vorrei sapere se la domanda di Anakreon era retorica.". Per me è una domanda retorica, perché mi pare che la nostra esperienza dimostri che abbiamo avuto principio ed avremo fine, ma non dubito che alcuno possa stimare infinito l'uomo, al meno nell'anima, o perché speri ch'essa sia immortale e quindi non abbia mai fine, pur avendo avuto principio; o perché la congetturi non creata, ma particella d'una natura divina e quindi non abbia neppure mai avuto principio. Anakreon. |
09-12-2008, 12.48.04 | #60 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Non si può immaginare che ciò che si conosce anche se non c isi ricorda più di ciò..(quando ciò accade ,Platone parla di Rimembranza) non si può osservare il movimento fenomenologico se non ci fosse un ente costante che lo osservi (dunque l'Essere). L'errore è sempre quello di identificarci con un corpo-mente per aver dimenticato di essere..quell'Essere permanente che siamo.. |
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