Quale pensiero filosofico oggi?
L'uomo di Nietzsche è quanto di più lontano si possa immaginare dall'uomo postmoderno tecnologico dell'era telematica.
“L'uomo del lieve” danza saltando fossati in antitesi alla pesantezza dei dogmi e dei valori opportunistici. Dona solo ricchezze intellettuali e non mediocrità.
L'uomo di oggi è freudiano perchè conflittuale e inconoscibile pure a se stesso, ma anche si difende dal Disagio della civiltà adottando rimedi analgesici: tossicomanie da alcol, droghe, psicofarmaci, ecc. e strategie d'evasione come le varie dipendenze compulsive. Altre vie si dimostrano sempre meno efficaci e si sceglie il Principio del piacere. Con gli strumenti di fuga a sé più congeniali e indotti dall'attuale degrado politico- culturale. La vita si allunga e la sua qualità si abbassa.
Come può soccorrere la filosofia dei problemi risolvibili? Non quella dell”essere” che “è” delle metafisiche declassate ma ora volgarizzate a vari livelli dai neospiritualisti .Ma quella dell'”esistere”, del saper essere, del curare se stessi e gli altri anche con la parola limpida ed essenziale. Ha come metodo non il “credo quia absurdum” ma il “non credo a ciò che vedo”. Si avvale del dubbio,del criticismo e della verosimiglianza ermeneutica per l'uomo in rapporto con le cose reali e fallibili: “se tocchi una cosa in quella cosa ci sei tu” E' quella filosofia che indaga il modo di pensare e analizza la logica delle parole. Se rinnovata, è antiaccademica , teoretica e dialoga con altre discipline. Insegna a praticare la vita, come un tempo nelle scuole greche. Senza indicare scopi e colpe da espiare, se non la pienezza di senso nel proprio dasein personale per un degno percorso quotidiano. L'attuale società è controfilosofica e allineata alle temperie dei tempi: illusi di sapere e di essere felici, non si vuole capire, pensare, chiedersi cosa implicano certi comportamenti. La cultura laica postmoderna e tutti i più grandi pensatori di ieri e di oggi sono stroncati a priori come “cattivi maestri”. Con cui non ci si confronta se non con compromessi svilendo la conoscenza e la scienza.
Dilaga “l'ignoranza della questione “aristotelica. Un interlocutore non sa la tesi in questione e la critica accusandola di contraddizione, invece non ha afferrato il significato dei termini.
Eppure solo gli ultimi sapienti sono in grado di prevedere la meta di tale deriva.
|