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07-12-2008, 16.38.55 | #42 | ||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Non capisco, credi che basti quello per affermare che Dio (con tutti gli attributi che deve avere) debba esistere? Inoltre, se ora avviene un evento subatomico incausato, allora la presunta causa prima non può averlo causato all'inizio dell'universo, quindi non è la Causa Prima... Citazione:
Non ho detto che non volevo rispondere, credevo che avresti gradito la nuova formulazione. Comunque, per quanto riguarda la tua domanda originale, la risposta rimane la stessa: l'universo intero (o comunque tutto l'esistente). |
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07-12-2008, 18.44.15 | #43 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Ciao a tutti,
eccomi qui dopo molto tempo, distacco causato da una vita incessantemente frenetica. Dopo aver sentito l’amico Ivo ho piacere a rileggere i vecchi amici, in particolare il grande Epi che ho lasciato intento a discutere di certi argomenti e ritrovo, impavido e instancabile, a ridiscutere dei medesimi !!!! Ho deciso di scrivere in questa discussione perché fondamentalmente è l'argomento principe immancabile in tutti i luoghi, virtuali e non, in cui si discute di filosofia. Fatti i saluti vengo all’argomento. Il post di Epicurus delle 15,12 è logicamente ineccepibile. Vi sono tutti gli elementi per confutare definitivamente l’argomento della causa prima. a. esistono eventi incausati b. se tutto ha una causa prima anche Dio deve essere causato, se Dio è incausato, significa che può esistere qualcosa di incausato, allora lo può essere l’universo stesso, ergo la causa prima può essere l’universo stesso essendo sempre esistito, ne consegue che Dio diventa un ente aggiunto inutilmente. c. il concetto di Dio fuori da tempo e spazio, a mio avviso, semplicemente non ha alcun senso logico Saluti Andrea |
07-12-2008, 19.03.33 | #44 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Dei ed infiniti.
Caro Epicuro,
osservi: "Il problema è che in entrambi i casi, sia che accettiamo l'esistenza di Dio sia che non la accettiamo, dobbiamo riconoscere legittimità all'infinito. (Anzi, se esiste Dio, di infiniti che subentrano ve ne sono molteplici.)". Mi pare che tutto dipenda dalla nozione che abbiamo del dio: se lo poniamo come causa prima, proprio perciò lo poniamo, perché vogliamo negare una serie infinita di cause; perché dunque riproporre nel dio un infinito, che vogliamo togliere ponendo lui ?. Per altro possiamo pur congetturare che l'infinito sia, ma non possiamo averne cognizione chiara e definita né, tanto meno, esperienza, essendo noi finiti per tempo e per luogo. E qui vengo a quel che asserisci: "Comunque io riconosco che trattare l'infinito sia complicato, ma non sono convinto che esso sia intrattabile.". Nulla impedisce che trattiamo, ampliamente e suadentemente, del liocorno, ancorché nessuno abbia mai avuta esperienza della chimera; nulla impedisce che elucubriamo una dottrina veneratissima e nobilissima circa vergini partorienti e crocifissi resuscitanti, ancorché non mi pare che né l'esperienza né la conoscenza della natura depongano a favore né del parto virginale, al meno nella stirpe umana, né della resurrezione dei morti né della loro assunzione nei cieli. Che noi congetturiamo e, quindi, trattiamo l'infinito è indubitabile: incominciò Zenone Eleate, quasi duemila e cinque cento anni innanzi; che non non ne abbiamo mai avuta né conoscenza né esperienza, essendo mortali e dunque finiti, è indubitato e dubito che ne avremo mai in futuro. O forse alcuno congettura che siamo infiniti ?. Anakreon. |
08-12-2008, 08.28.57 | #45 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Non hai recepito il senso della risposta. Era semplicemente per farti notare come da una affermazione di ordine scientifico ( alla quale peraltro non credo ) si potesse, per una certa analogia, parlare di causa incausata. La scienza ha perlomeno una carenza: non sa decifrare l'ironia. Ciao |
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08-12-2008, 13.02.11 | #46 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
L'antichissima argomenazione cosmologica a sostegno dell'esistenza di dio e' fin troppo fragile ,s'e' gia' frantumata qualche secolo fa sotto le pesanti osservazioni di Hume, il quale dimostro' l'indimostrabilita' di un qualsiasi nesso fra cio' che chiamiamo causa e quello che riscontriamo empircamente come effetto, in natura esistono solo fatti fenomenici distinti , ma e' impossibile dimostrare come ulteriore “fatto” positivo una relazione fra questi ,la quale sussiste solo nelle nostre congetture ,nele nostre abitudini,e nella nostra immaginazione; discutere di causa ed effetto, sia nella scienza che nella filosofia, al giorno d'oggi, mi pare quindi un po' anacronistico; questi termini dovrebbero essere cancellati dal dizionario delle scienze e della filosofia, o usati, tutt'al piu', in modo esplicativo, in un discorso alla buona.... Epicurus “crede” che i fatti incausati risiedano solo a livello suatomico, ma e' logico che proprio per lo stesso motivo questi fatti incausati sono tutti i fatti ( i fenomeni) della natura; non si puo' dire che ogni grande anello di una lunghissima catena e' legato al successivo se poi andando nel dettaglio, questa giunzione non la vediamo e non la possiamo nemmeno dimostrare o prevedere. Saluti |
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08-12-2008, 13.29.58 | #47 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Icaro e dio.
La risposta alla questione se un dio sia e quale sia è, a mio giudizio, che non è risposta alcuna sodisfacente alla questione.
Se poniamo un dio deducendolo, per magnificazione, dalla nostra eperienza mortale, è facile l'impugnazione che lo poniamo ad immagine nostra: sia pure intelletto d'intelletto, uno, creatore od ordinatore dell'universo, bene sommo o male sommo, ripeterà sempre, per eccellenza, virtù o vizii umani. Se, di contro, poniamo un dio tentando, se pur possiamo, trascendere la nostra esperienza e la capacità stessa del nostro intelletto, concedendo sia infinito, assoluto, coincidenza degli opposti, è altrettanto facile l'impugnazione che alluciniamo, assegnandogli, come in un sogno, proprietà che a noi sono ignote. In somma, quale novello Icaro, la nostra nozione di dio non sa e forse non può tenere la via media tra gli ardori del Sole, che liquefanno la cera, e gli umori della Terra, che aggravano le piume: o l'avviciniamo troppo a noi, costringendolo nella nostra umanità; ovvero l'allontaniamo troppo da noi, dissolvendolo in un sogno inane. Anakreon. |
08-12-2008, 14.13.10 | #48 | |||||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
Citazione:
Ciao Andrea, ben tornato tra noi. Mi fa piacere che tu condivida il mio punto di vista sulla questione. Citazione:
Condivido. Per economicità (rasoio d'Occam) non siamo giustificati ad arrivare fino a dio, bensì ci dobbiamo fermare prima. Citazione:
Però si potrebbe dire che Dio è fuori da questo spazio-tempo. Comunque magari in futuro apriremo una discussione sugli argomenti contro l'esistenza di dio. Citazione:
Ma l'accezione di dio che stiamo utilizzando in questo topic, delineata da Giorgiosan all'inizio di questa discussione, è quella classica, che coinvolge: onnipotenza, onniscienza, bontà infinita, amore infinito, giustizia infinita, immaterialità, extra-spaziotemporalità, etc. Citazione:
Io non sono trasparente, ma posso parlare adeguatamente della trasparenza. Come io non ho avuto esperienza di numeri o buchi neri, ma posso parlare anche di questo. Citazione:
Ciao Giorgiosan, mi dispiace non aver capito la tua battuta. Comunque quest'ultimo tuo post mi delude un po', perché non entra nel merito della discussione. 1. Non mi spieghi qual è il senso della risposta che non ho recepito. 2. Non mi spieghi perché non credi all'esistenza di eventi incausati subatomici (ti sei letto qualcosa che spighi di questo prima di formarti un'idea precisa a riguardo?). 3. Oltre al primo problema (quello degli eventi subatomici incausati), ci sono altri 2 problemi che confutano la prova cosmologica, ma non ho sentito tue osservazioni su questi. 4. Mi hai fatto una domanda ("Quale è l'ente del quale non puoi pensare uno maggiore, che abbia anche l'esistenza o l'abbia avuta?") e io ti ho risposto, potrei sapere quale fosse la funzione di tale domanda? Citazione:
Anch'io non credo al modello che usualmente s'è proposto della causalità. Per esempio, in fisica è più importante che una classe di fenomeni 'ricada' sotto una legge, piuttosto che in esso si distinguano le cause e gli effetti. Senza contare che per un sistema complesso, non ha molto senso chiedersi quale sia stata la causa del suo cambiamento di stato, senza considerate tutto il sistema. Inoltre, più volte ho sostenuto su questo forum che il discorso sul mentale (o meglio, sull'agenzialità, cioè sull'essere agenti) non è riducibile/traducibile ad un discorso fisiologico/chimico/particellare. Detto questo, è ovvio che creda che le azioni intenzionali degli agenti non siano 'causate' (questo non vuole sostenere una trascendenza dell'agente, bensì si sostiene semplicemente che il modello della causalità non funziona qui). Finora non avevo detto questo perché discutere di tutte queste questioni porterebbe off-topic, senza contare che, come ho mostrato, non è necessario addentrarsi in tale faccende per confutare l'argomento della causa prima, basta molto meno. Quindi io rimarrei nell'ambito in cui siamo stati finora, altrimenti si perderebbe lo scopo del topic. Comunque, il tuo post mi ha fatto venire in mente un quarto problema dell'argomento della causa prima. In particolare si nota come l'esistenza di una causa prima (cioè, una causa incausata che ha causato ogni cosa esistita, esistente e che esisterà) sia incompatibile con l'esistenza del libero arbitrio. Prendiamo un credente nel dio delineato da Giorgiosan, supponiamo anche che tale credente sostenga che l'uomo ha il libero arbitrio, allora sicuramente tale credente non potrà servirsi dell'argomento della causa prima perché le deliberazioni umane non sarebbero state causate dalla causa prima, e questo genererebbe una contraddizione col concetto di 'causa prima'. |
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08-12-2008, 15.40.26 | #49 |
Ospite abituale
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Messaggi: 297
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Trattamenti ed infiniti.
Caro Epicuro,
m'opponi prima: "Io non sono trasparente, ma posso parlare adeguatamente della trasparenza.". Ma io non ho affermato che, affinché possiamo trattare di qualche cosa, dobbiamo essere quella cosa; M'opponi poi: "Come io non ho avuto esperienza di numeri o buchi neri, ma posso parlare anche di questo.". Di ciò non dubito né ho negato che possiamo trattare di cose, di cui non abbiamo mai avuta e di cui non ci consta alcun uomo abbia avuta mai esperienza, come della Chimera o dell'infinito. Ma altro è poterne trattare, altro trattarne avendone cognizione chiara e definita per molteplice esperienza: mi pare difficile negare che dell'infinito nessuno abbia mai avuta o potrà avere mai esperienza e che, per tanto, quando ne trattiamo, ne trattiamo sempre per negazione del finito, di cui, vice versa, abbiamo quotidiana e costante ed universale esperienza. D'altronde, il vocabolo stesso d'infinito, così nella lingua Greca come in quella Latina, donde viene la nostra, è formato da un prefisso, "a" od "in", con significato di privazione: percepiamo cose finite, ma non percepiamo, né potremmo, cose infinite; al più, le congetturiamo per negazione di quelle finite. Anakreon. |
08-12-2008, 16.19.48 | #50 |
Ospite abituale
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Riferimento: Difesa filosofica di un ente perfetto
La definizione di Dio si può dare partendo dall'alto o partendo dal basso.
Quanto può essere "grande" un uomo o quali potenzialità riteniamo possa avere? Anakreon ha suggerito una domanda: l'uomo è infinito? Vorrei sapere se la domanda di Anakreon era retorica. Da Epicurus che definisca in qualche modo l' universo e che ne enunci gli attributi che ritiene qualificanti. Ciao |