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26-04-2008, 19.12.08 | #3 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull' anarchismo : riflessioni sparse
Il primo passo?
Non lo so . Intanto vorrei riuscire a integrare le mie riflessioni con quelle di altri , al fine di creare uno scritto compiuto , in cui vengano analizzati e sviscerati tutta una serie di problemi , su alcuni dei quali non ho le competenze . In cui venga riletta la società attuale in base a determinati valori e/o ideologie . Poi vorrei riuscire a rispondere a questa domanda : perché non sono libera ? E se lo diventassi a tutti gli effetti , perché verrei etichettata in mille e mille scadenti e opinabili maniere ? E per la TV : istituire una serie di testi a diffusione nazionale obbligatoria con la chiave e gli strumenti di lettura e interpretazione della suddetta macchina . |
26-04-2008, 22.21.11 | #4 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull' anarchismo : riflessioni sparse
cara pipoca io l'ho letto l'Unico di Stirner, l'ho anche studiato con il mio mitico prof all'università..........però a dirti la verità mi è venuto difficile immaginare l'applicazione di tutti i riferimenti qualitativi di questo Soggetto personalistico, identico solo a sè stesso che vive per realizzare le sue proprietà, e che resteranno solo ed esclusivamente sue se non condivise da altri Unici....ma mi sto perdendo nel discorso filosofico e non è il punto che volevo sottolineare. Mi interessava appunto sottolineare questo, ovverosia che per fare in modo che ciascuno dei membri di una nostra qualsiasi comunità riescano a capire che la loro singolarità è il valore assolutoi su cui devono investire significherebbe mettere in atto una vera e propria rivoluzione non solo di costumi e di deistituzionalizzazione della società ma principalmente una radicale svolta culturale... quello che posso dirti allora è che proporrei una maggiore diffusione di idee non solo sovversive, ma proprio come riferimento culturale, per ampiare l'orizzonte in cui viviamo e per fare vedere quali sono gli errori attraverso i fatti della storia che ci sono stati indotti dalla vittoria del mondo degli spiriti rispetto alla vita reale..........perchè seppur nel nostro mondo è scomparso l'Assoluto, esso è stato sostituito da un'altra pseudo-divinità: il Denaro.
Vorrei aggiungere un sacco di cose, mi è piaciuta anche la tua domanda sul perchè non siamo liberi... vorrei risponderti ma rinvio per mancanza di tempo... già ho scritto in fretta e mi auguro di non aver fatto un pasticcio. cari saluti |
01-05-2008, 12.51.06 | #5 | |
like nonsoche in rain...
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Spargo altre riflessioni...
Citazione:
«I sistemi democratici devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la sola forza ed il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato.» (Noam Chomsky) Questa è una risposta, forse una delle principali alla tua domanda: “perché verrei etichettata in mille e mille scadenti e opinabili maniere ?” Semplicemente perché l’opinione è stata addestrata ed indottrinata in questo modo ed essa costituisce la cosiddetta tirannia o dittatura della maggioranza che vorrebbe tutte le anime uniformi al pensiero dominante. Basta leggersi pure filosofi non anarchici, come John Stuart Mill nel suo “Sulla Libertà”, per comprenderlo facilmente: «Se tutti gli uomini tranne uno, fossero di un parere, e quello, solo una persona fosse del parere opposto, tutti gli altri uomini non sarebbero giustificati a ridurre al silenzio quell'unico uomo, quanto lui, se ne avesse il potere, non sarebbe giustificato a ridurre al silenzio tutti gli altri.» Sul tuo terzo spunto di riflessione, dunque: la dittatura del proletariato di marxiana memoria si è effettivamente realizzata, in senso lato, nella suddetta tirannia della maggioranza. Sul tuo quarto spunto di riflessione: «Lo Stato non è qualcosa che possa essere distrutto da una rivoluzione, è una condizione, un rapporto tra gli esseri umani, un modo di comportarsi. Può essere distrutto contraendo altri rapporti, comportandosi in modo diverso.» (Gustav Landauer) Mi interessa molto questo argomento e non avevo dubbi sul fatto che non avrebbe trovato grandi proseliti. Sai già di essere una mosca bianca in un vastissimo sciame di mosche nere o, come viene detto, "normali". Questo penso possa servire a modulare le modalità più efficaci per proporre e discutere intorno a questo argomento, essendo consapevoli della retorica autoreferenziale in cui a volte gli anarchici, come tanti altri, scivolano. Dunque continuiamo, se ti va. Antonio |
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01-05-2008, 15.12.23 | #6 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull' anarchismo : riflessioni sparse
Ciao Nexus6
e grazie per il sostegno e sostengo la tua posizione sulla mosca bianco o la pecora nera (che dir si voglia) ... la magia degli scacchi... Grazie dell'apporto Karenina. L'argomento , a prescindere dal seguito , è per il momento centrale nelle mie ore libere. Come accennato, sento che ci sono moltissimi argomenti che non conosco o che devo ancora affrontare e rileggere. Questa discussione voleva essere un arricchimento, l'ampliarsi di modo di intendere e di riflettere. - Bando ai formalismi. Riflessioni. La società non è pronta a superare il paradosso kantiano. Un uso migliore e soprattutto autonomo della propria capacità di interpretazione (e per interpretazione intendo non solo intellettuale, ma anche 'umana' ) del mondo porterebbe al caos. Se l'uomo avesse la possibilità di staccare la spina che lo lega al mondo,se avesse la possibilità di ascoltare i suoi bisogni interni e ciò che lo conduce al benessere intimo, si renderebbe conto di cosa? Forse che : -un sorriso gratifica di più che un aumento dello stipendio? -far nascere una pianta e mangiare i suoi frutti gratifica di più che lo psichedelico supermercato? -una giornata in un prato a non fare un emerito cazzo gratifica di più che una seduta psichiatrica? -una serata a bere e fumare e chiacchierare con gli amici gratifica di più di una partita in tv? -un sano sesso gratifica di più di una valletta vetrificata e siliconata da un milione di euro ...son solo 4 tra le mille ipotesi che potremmo fare... se solo l'uomo avesse la briga di fermarsi, spegnere tv e cellulare, e ascoltarsi Ma la Duplice Alleanza economica e religiosa non vuole. Il bigotto-integralista-contribuente deve produrre, sviluppare aumentare guadagnare spendere giudicare marciare marcire Ma il malessere sociale travestito camuffato contaminato impegnato impregnato di luoghi comuni ... quanto ancora può durare? Quali possibili strade? O libertà o automatismo. La funzione di 'contenimento sociale' esploderà? O libertà o omicidi collettivi. Una analisi nei suddetti termini, può condurci a risvegliarci dal sonno mediatico? - Il valore di una banconota, non corrispondendo più ad una qualsiasi cosa, è SOLO quello di un pezzettino di carta stampata... Vale di più un maglione, c'è poco da dire. Allora STAMPIAMOCI i soldi (vedi Moneta Locale - argomento da approfondire) Cosa è il capitale? Una serie di numeri digitati sulla tastiera di una Banca privata? Gli strumenti di lavoro NON sono nostri... basta guardarci attorno! Quanti strumenti di lavoro abbiamo in casa, anche sommersi dall'inutile quotidiano? (Sondaggio?) La divisioni sociali NON esistono più. - Quali sono? Chi sono? Io sono diversa da chi? Per quale motivo? - Perchè il non-operaio deve lottare contro l'operaio... se poi alla fine sono entrambi uguali? Perché siamo sviati da una guerra contro l'altro? Anche se l'altro è uguale a noi? Il potere è sempre più ristretto , la massa è sempre più vasta. L'autorità non è più la persona, ma quella subdola invasione mentale che viene ... da dove? Che caos! Siamo sommersi da suoni, immagini, voci che vengono dal nulla e finiscono nel nulla (sommaria citazione da 8 1/2 di Fellini) L'errore è credere che siano Verità Ripeto: Emma Goldman 1917 “ L'anarchismo opera realmente per la liberazione dello spirito dell'uomo dal dominio della religione ; per la liberazione della persona dalla signoria della proprietà ; per la liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo . L'anarchismo opera per un ordine sociale basato sul libero raggruppamento degli individui , aventi lo scopo di produrre una ricchezza veramente sociale : un ordine che mira a garantire a ogni essere umano il libero accesso alla terra ed il pieno godimento delle necessità di vita , secondando i desideri , le predilezioni e le inclinazioni di ciascun individuo”. |
02-05-2008, 11.59.49 | #7 |
like nonsoche in rain...
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Anarchia...? E sia! :-)
Le regole, cara Pipoca, ce le abbiamo in testa, teste ben educate ed indottrinate. Non rendersi conto di ciò, qui sta l’utopia di molti anarchici, non di tutti. “Rivoluzione sociale cancella il popolo, se non è preceduta da un evoluzione di pensiero”, cantava Battiato tanti anni fa.
Banche Mondiali, fondi monetari internazionali, organizzazioni mondiali del commercio, siamo noi, Pipoca, noi e nessun’altro. Noi siamo l’arma che uccide il tibetano, il bambino del Darfur o l’iracheno. Noi siamo quel tibetano, quel bambino, quell’iracheno uccisi. Autonomia? Quale autonomia, se non sappiamo rapportarci e confrontarci senza la rassicurante presenza di regole, che, con un meccanismo di feedback ci impongono continuamente la loro necessità? Se non sappiamo reggerci sulle nostre gambe? Irrigidimento delle regole -> deresponsabilizzazione e non crescita dell’individuo -> maggior bisogno di regole -> irrigidimento delle regole -> deresponsabilizzazione e non crescita dell’individuo -> maggior bisogno di regole -> etc... non è troppo difficile comprenderlo. Perché siamo sviati da una guerra contro l’altro, chiedi. Io direi: perché siamo sviati da una guerra contro noi stessi? Come fa Emma Goldman a far sì che l’ordine sociale sia basato su di un libero raggruppamento di individui? Come fare, se l’individuo, il soggetto, non c’è? Chi raggruppiamo? Anime vuote in una democrazia diretta, come vorrebbe fare Beppe Grillo? Sarebbe tirannia, dittatura, totalitarismo, ben peggiori di quelli già presenti nelle nostre società. Coloro che partecipano alla nostra “democrazia rappresentativa” esclusivamente ogni 2, 3 o 4 anni? Non accorgendosi che non contano nulla, ma sempiternamente lamentandosi con i “politici” e la “casta”? Per Krishna (che l'altro non si può dire), non c’è parola che odio di più in questo momento: “la casta”! Questo sarebbe l’homo novus a cui si rivolge l’anarchia? Il “contenimento sociale” ce l’abbiamo, ripeto ancora una volta, dentro di noi. Nelle nostre teste irreggimentate. Ed all’esterno, persone che cercano di fartene rendere conto, le etichetteremo come dei folli. Vidi un folle in una piazza una volta, che urlava alle persone: “siete tristi! Ma non vi vedete!? Tristi!” Eppure le persone ridacchiavano e proseguivano per la loro triste strada, non rendendosi conto che era la verità. “O libertà o omicidi collettivi” dici. Gli omicidi collettivi li compiono già nelle nostre scuole e non ce ne rendiamo nemmeno conto. Per la maggior parte cosa esce dalle scuole dell’obbligo? Carne da macello. Il macello sono gli ingranaggi del sistema società. Il pensiero l’hanno azzerato per strada, non c’è pericolo. Quale futuro, quale proporre anarchico vi potrebbe essere, se le diversità, le eccentricità, vengono scongiurate e represse sin da principio? E quanto ancora può durare tutto ciò? La mutazione, il risveglio sarà drastico oppure morbido? Non so, ma vorrei esserci. Val la pena già tentare altre strade, ne val la pena, ne sono certo. Proviamole, io dico. Ma no, invece. Poiché normale è bello, normale è buono. Normale è morte. Il mio messaggio a te, Pipoca, dunque vuol essere questo: la “duplice alleanza economica – religiosa” (della migliore retorica complottista) è realizzazione esteriore della nostra piccolezza e non autonomia interiori. Sarò logorroico, ma anche solo un barlume di libertà val bene un’offesa. Antonio |
02-05-2008, 18.07.25 | #8 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Sull' anarchismo : riflessioni sparse
Ola!
Se sei interessato a riflettere con me... continuo. Ho ancora da capire bene la tua posizione. Il che non significa darti un giudizio, bensì capire da quale prospettiva vedi, rifletti, interpreti, provi a spiegare, capire, analizzare... Ciò mi aiuterebbe per capire meglio il tuo pensiero e non trarne conclusioni sbagliate. Il mio punto di vista vorrebbe (arduo scopo lo so) essere quello di rileggere l'anarchismo classico, dalle sue basi ed i suoi sviluppi, in chiave attuale. Ciò necessariamente include un'attenta analisi della società ( scopo ancora più arduo lo so). Ed arrivare a rispondere alla domanda già formulata: perché non sono libera. (Questo per quanto riguarda un fattore meramente personale) Poi eventualmente trovare una ideologia eventualmente condivisibile con gli altri. Inizialmente mi ero buttata a pesce sugli scritti già definiti anarchici, poi ho stoppato e sono dovuta tornare indietro a cercare 'lumi' nell'Illuminismo, di cui ho trovato un libercolo che affronta l'eventuale legame tra illuminismo e globalizzazione. Al momento son qui... prima di dare un giudizio, ho bisogno di sapere...ancora tanto. Quindi ti rispondo dettata ancora dalla fase embrionale di quel qualcosa, non so nemmeno cosa, che ne verrà fuori. Il mio punto di partenza, insomma, l'idea pregressa. Citazione:
Sono d'accordo sia con te che con Battiato. Teste educate e indottrinate – ma non pensanti. Noi essenzialmente NON pensiamo: prendiamo le cose così come stanno, senza farci domande. Quando mai, ad esempio, ci rapportiamo ad un libro, un saggio, un testo, uno scritto di ogni genere, in chiave INTERROGATIVA. Al massimo possiamo dire 'sono d'accordo o no' con quel che c'è scritto, ma quasi mai siamo stati educati a fare domande ad uno scritto. Chiedere il perché si sostiene qualcosa, perché si dice qualcosa, cosa vuol dire quel qualcosa. E l'essere d'accordo o no su un qualcosa, viene già minato alla base dalla autorevolezza riconosciuta (non si sa in base in cosa) a quel qualcuno che lo dice. Le cause del non pensiero (enorme, vastissima, incommensurabile parentesi)... dedicheremo altro spazio? Il massimo del non pensiero l'ho assaporato stamattina in macchina, mentre ascoltavo un radiogiornale delle 7'00. Notizia: ci sono stati manifestazioni in Turchia, altre sommosse in Russia per lo stipendio troppo basso. Fine della notizia. Avrei voluto sapere, minimo minimo, dove più precisamente (almeno apprenderemmo anche un po' di geografia) che tipo di manifestazioni e sommosse? I motivi erano gli stessi sia per la Turchia che per la Russia? Lo stipendio di chi? Chi? Non si può obiettare che non c'era tempo, perché è seguito uno sproloquio ben più lungo e dettagliato di non so quale scoop calcistico. Citazione:
Concordo in pieno, come ho già detto. Anche questo è non pensiero. Basta credere che un fogliettino stampato di carta abbia più valore di un maglione. E qui, però, riconosco l'utopia. Se noi improvvisamente smettessimo di essere assoggettati alle Banche? Se venisse noi insegnato che questa è la più grande prigione che abbiamo? Se noi siamo l'arma, noi la fame, noi la sete e la morte, cosa succederebbe? Siamo abituati a provare pietà, ma stranamente la nostra mente si ferma lì. Vivere senza denaro o con la sola economia, eludendo la finanza, con una moneta alternativa... Sì è utopia per noi... ma più che utopia un'assurdità. Sì, sarebbe assurdo. Saremmo folli solo a pensarlo. Ma proviamo a rigirare il discorso... Immaginiamo di aver la mente sgombra dall'indottrinamento (immaginiamo insomma di venire da un altro pianeta, dove le cose son diverse) Non sarebbe altrettanto assurdo vedere che l'arma-la morte è vietata-punita-condannata e continuare a produrre armi, comprarle, fino anche farne giochi? E' assurdo. Non sarebbe più logico e facile smettere di produrle? Si eliminerebbe il problema alla radice. Il petrolio – i suoi derivati – la benzina, cause di guerre. Perché non impegnare tali e tante energie per trovare alternative, piuttosto che intestardirsi ad avere ciò che sta finendo? Perché veniamo educati alla guerra? Non credo che dio esista necessariamente per il diavolo. Così come la pace non possa esistere se non c'è guerra. E' assurdo. Ma non lo capiamo? Siamo nel paradosso contemporaneo. Quante cose sono assurde? C'è tanta semplicità che solo un bambino potrebbe capire. Citazione:
No. Questo è l'uomo attuale. Necessariamente noi uomini dobbiamo cambiare. Prima di tutto. Essere educati a determinati principi che non sono quelli attuali. C'è un progetto che stanno creando in questo momento per una sorta di autonomia monetaria – se ti interessa ti posso dare informazioni. Ciò che però più mi affascina di questo progetto è il nome 'Arcipelago'. Tante piccole isole, assieme ma distinte. Vorrei che tra individui liberi ci si potesse raggruppare , creare una sorta di 'comunità' (termine da non intendersi con il significato di 'comune') in cui ognuno trovi il suo spazio senza ledere l'altro il cui fine fosse quello di garantire il benessere. Un raggruppamento autonomo atto alla sopravvivenza e aperto allo scambio. Non è assurdo NON rendersi conto che per evitare la morte, è necessario liberarci di tutto quello che ci vogliono imporre? Il risveglio ci sarà per alcuni, ma non per tutti. Anch'io vorrò esserci, ma credo sia più vicino di quel che si pensi... un nuovo MedioEvo mi immagino... Fortunatamente , credo, che l'uomo abbia una grande capacità di adattamento... Sì, a volte temo il complottismo... ma va tanto di moda!!! E' la new entry dell'anno!!! Il dizionario di Open Office (gratuito) ancora lo segna errore... Ma chiediamoci: perché sì? O perché no? Approfondiamo senza scartare. Non credo nella discendenza egiziana di alcuni 'potenti' semi-divini... ma non me la sento di dire no e basta. Voglio sapere... In fin dei conti quale miglior bugia della verità per nascondere un inganno? Barzelletta: un uomo esce da lavoro, rimorchia la segretaria, fa sesso e si addormenta. Al mattino quando torna a casa la moglie lo *****a: Dove sei stato? Cosa hai fatto? E l'uomo risponde: sono uscito da lavoro, ho rimorchiato la segretaria, ho fatto sesso e mi sono addormentato. E la moglie: bugiardo! Sei un bugiardo! Dimmi la verità! Sono stufa delle tue bugie. Chissà dove sei stato...Disgraziato!!! |
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02-05-2008, 20.15.29 | #9 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull' anarchismo : riflessioni sparse
Voleco intervenire, sperando di non offendere nessuno e confessando subito di non aver letto tutto con attenzione, ma solo a sprazzi, per dire che:
Il pensiero anarchico è inaccettabile. Anarchia significa assenza di regole e fregarsene del prossimo e delle "convenienze" del gruppo sociale cui si appartiene. Quello che più o meno raccontate qui, ha molto poco a che fare con l'Anarchia e molto più con tendenze noglobalsocialecologiste, prossime e contigue a idee di boicottaggio verso le multinazionali e al consumo equo e solidale, misto a una vision "complottistica" del mondo. Il "cervello" non è un optional in dotazione SOLO a chi rifiuta sdegnato di guardare "I CESARONI" in TV o che critica i media e l'informazione, giudicandola fasulla e proponendo invece fonti di informazione alternative e chissà perchè, migliori solo in quanto alternative. Il Cervello ce l'abbiamo tutti e quasi tutti lo sappiamo usare. Chi non si pone i vostri stessi dubbi e le vostre stesse domande, o chi se le pone, ma arriva a risposte diverse, non necessariamente è un cerebroleso o lobotomizzato. Forse ha priorità, bisogni e aspettative diverse. Forse, prima di pensare ai monaci inTibet e ai bambini nel Darfour, pensa alla sua prossima cassaintegrazione (se è fortunato ad averla). Oppure ha la schiena talmente rotta e il cervello talmente pieno, che anzichè andare a fare le manifestazioni o a cercare il negozietto equo e solidale a 100 Km da casa, preferisce andare da Carrefour o guardarsi Amici di Maria De Filippi. |
03-05-2008, 12.11.40 | #10 | |
like nonsoche in rain...
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Sull'anarchia...
Citazione:
Anarchia significa senza governo. Anarchia significa contro l’autorità. Non significa assenza di regole, né assenza di vincoli, ma la crescita ed il rafforzamento di una tutta una serie di modalità di organizzazione che già sono ben evidenti in ogni (anche piccolo) raggruppamento umano ed una di queste è proprio la solidarietà. Il “fregarsene del prossimo” mi sembra invece caratteristica fondante proprio delle società attuali e baluardo dei teledipendenti, così come del cassaintegrato a cui viene sottratta la capacità di comprendere il fatto che la sua condizione è strettamente legata al massacro in Tibet, così come alla tragedia del Darfur. Uno dei principi basilari, se non quello fondamentale, di società anarchiche sarebbe proprio la solidarietà come l’azione spontanea di ciascuno verso il bene di tutti e di tutti verso il bene di ciascuno; in questo semplice principio superiore, eppure basilare, viene espresso uno dei significati della libertà per l’anarchico ovvero libertà del singolo non come limitata dalle libertà altrui (questo è invece il concetto che regge a malapena le società contemporanee, come ce l’hanno insegnato – inculcato nelle scuole), ma libertà del singolo come “complemento, come condizione necessaria alle libertà altrui” nelle parole di Errico Malatesta. Lascia stare le tendenze no global social-ecologiste ovvero non confonderle con l’anarchia seppur con essa abbiano evidentemente dei punti in comune; credo, per esempio, non sarai disposto ad ammettere che Tremonti, il genio dell’economia, pur avendo certamente idee “no global” abbia tendenze “no global social ecologiste”, dunque non confondiamo le acque. Traggo ancora da Errico Malatesta, una vita spesa per l’anarchia, la spiegazione del pregiudizio in cui incorri quando perentoriamente affermi, senza peraltro alcuna argomentazione (naturalmente), “il pensiero anarchico è inaccettabile” (ti chiedo, anche se so rispondere, inaccettabile per cosa, per chi?): «L’uomo, come tutti gli esseri viventi, si adatta e si abitua alle condizioni in cui vive, e trasmette per eredità le abitudini acquisite. Così, essendo nato e vissuto nei ceppi, essendo l’erede di una lunga progenie di schiavi, l’uomo, quando ha iniziato a pensare, ha creduto che la schiavitù fosse condizione essenziale della vita, e la libertà gli è sembrata cosa impossibile. Parimenti, il lavoratore, costretto per secoli e quindi abituato ad attendere il lavoro, cioè il pane, dal buon volere del padrone, e a vedere la sua vita alla mercé di chi possiede la terra ed il capitale, ha finito col credere che sia il padrone che dà da mangiare a lui, e si domanda ingenuamente come si potrebbe fare a vivere se non vi fossero i signori. Così uno, il quale sin dalla nascita avesse avuto le gambe legate e pure avesse trovato il modo di camminare alla men peggio, potrebbe attribuire la sua facoltà di muoversi precisamente a quei legami che invece non fanno che diminuire e paralizzare l’energia muscolare delle sua gambe. Se poi agli effetti naturali dell’abitudine, s’aggiunga l’educazione data dal padrone, dal prete, dal professore, ecc., i quali sono interessati a predicare che i signori ed il governo sono necessari; se si aggiunga il giudice ed il birro (ndr. lo sbirro), che si sforzano di ridurre al silenzio chi pensasse diversamente e fosse tentato di propagandare il suo pensiero, si comprenderà come abbia messo radice, nel cervello poco coltivato della massa laboriosa, il pregiudizio dell’utilità, della necessità del padrone e del governo. Figuratevi che all’uomo dalle gambe legate, che abbiamo supposto, il medico esponesse una teoria e mille esempi abilmente inventati per persuaderlo che colle gambe sciolte egli non potrebbe né camminare, né vivere; quell’uomo difenderebbe rabbiosamente i suoi legami e considererebbe nemico chi volesse spezzarglieli. Dunque, poiché si è creduto che il governo fosse necessario e che senza governo non si potesse avere che disordine e confusione, era naturale, era logico che anarchia, che significa “assenza di governo”, suonasse invece come “assenza di ordine”.» |
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