Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
|
Scale frequentate e sogni comuni.
Caro Nesso,
osservi:
”La società è malata, dice l’anarchico, guerre, violenze, sfruttamenti di ogni genere... quale, perciò, la nostra proposta? “
L’osservazione è vera solo se si dia per certo che gli uomini possano congregarsi o consociarsi in modo perfetto o quasi perfetto:
ma è possibile congetturare la perfezione per una specie corruttibile e mortale, gravemente costretta in angusti limiti di tempo e di spazio ?;
i secoli della nostra specie sono un sospiro brevissimo, misurati col tempo quasi infinito, per cui vivono le stelle;
il nostro pianeta, il nostro Sole, da cui dipende ogni vita nostra, sono una mica ridicola ed infima dianzi all’immensità dell’universo;
a noi pare essere signori dell’orbe terracqueo, dell’universo, ma è assai un lieve fremito della nostra Terra e centinaia di migliaia di noi sono gettati immaturamente ed improvvisamente nelle cieche caverne dell’Ade.
Com’è possibile supporre che noi uomini potremo mai essere perfetti e quindi potremo mai congregarsi o consociarsi perfettamente ?.
Al più, possiamo tentare reperire, faticosamente e disordinatamente, modi di congregazione o di consociazione che siano convenienti o al meno tollerabili per la gran parte dei partecipi del consorzio umano o della società civile:
il Tuo errore, errore non nuovo per altro, perché le Tue elucubrazioni, circa la città perfetta, furono già formulate nei secoli trascorsi da uomini d’ingegno eccelso, quale per esempio fu Platone;
il Tuo errore, dico, a mio giudizio sta proprio in ciò, che dai per certo che gli uomini possano mai congregarsi e consociarsi perfettamente, sì che tutti e ciascuno possano essere pienamente sodisfatti e quasi beati:
ma non si dà sodisfazione piena a ciò ch’è, per sua natura, sempre insodisfatto né beatitudine a ciò ch’è, per sua natura, sempre desiderante.
Pur tuttavia, definisci:
“Ogni forma di autorità coercitiva è profondamente immorale, per cui aboliamo governi, Stati, confini, nazioni, leggi, forze dell’ordine e carceri;”.
In primo luogo domando:
quale potrebb’essere l’autorità che non costringe ?:
forse quella che accettiamo spontaneamente ?.
Sia pure; ma non accade forse troppo spesso che le autorità e le potestà spontaneamente sopportate siano proprio quelle più ferocemente opprimenti e, di contro, quelle meno docilmente sopportate siano quelle più mite e lievi ?.
D’altronde, è possibile che un’autorità non costringa in qualche modo, in tanto in quanto sia autorità ?:
ma un’autorità tale, che non costringa affatto, potremmo ancora appellare autorità ?.
E dunque, non vai, a ben considerare, congetturando non tanto una società civile senz’autorità costringente, ma un consorzio umano senz'autorità alcuna ?.
Tuttavia in tale consorzio, per forza di cose, essendo tolta ogni autorità, dovremmo dare per certo che ciascun uomo sapesse fin dalla nascita ciò che fosse equo ed iniquo, nocuo ed innocuo, utile e dannoso, per sé stesso singolarmente e per tutti gli altri universalmente; se non per altro, perché se il fanciullo apprendesse questi concetti da altri, fossero pure i genitori, egli non potrebbe non riconoscere loro un’autorità, pur lieve che fosse, sì che l’autorità, gettata dalla finestra, rientrerebbe trionfante dalla porta:
In secondo luogo domando:
donde argomenti che l’autorità costringente sia immorale ?;
immorale per chi poi ?:
la massima parte degli uomini hanno sempre sopportata ed ancora sopportano un’autorità e, anche quando se ne lamentano, si lamentano piuttosto d’una certa specie d’autorità, che dell’autorità per sé stessa.
M’opporrai:
ma quello, che abbiamo sempre sofferto, non è necessario soffriamo ancora.
Concesso.
Ma ciò non porta seco che l’autorità sia sempre stata immorale; anzi, se è vero che sempre, come Tu stesso affermi, gli uomini hanno sopportata un’autorità costringente, come puoi affermare ch’essa sia sempre stata immorale ?:
non è forse la morale d’un popolo una consuetudine inveterata e stimata degna, che sia conservata ?.
Al più, potresti accusare che l’autorità costringente sia contro la natura vera dell’uomo, pur concedendo che sappiamo quale sia la natura vera nostra.
Per altro, supponendo che Tu intenda immorale nel senso d’immondo e d’innaturale, donde argomenti che l’autorità costringente sia, in sé e per sé, immonda ed innaturale ?.
Reputeresti immondo ed innaturale che un adulto, esperto delle cose, impedisse che un fanciullo, ignaro dei pericoli, si gettasse nel fuoco, allettato dal fulgore della fiamma ?:
ma in virtù di quale principio l’adulto potrebbe impedire il fanciullo, pur invito, se non in virtù d’un’autorità e d’un’autorità costringente ?;
il medesimo possiamo argomentare circa un uomo più vecchio ed uno più giovane, circa un uomo più esperto ed uno meno esperto, circa un uomo più dotto ed uno meno dotto e così circa il prudente e l'imprudente, il sapiente e l'insipiente, se al meno Tu non congetturi che gli uomini possano mai essere tutti, dall'età puerile all'età cadente, parimenti esperti, dotti, prudenti, sapienti.
Come puoi dunque affermare che l’autorità costringente sia, in sé e per sé, immonda ed innaturale ?:
mi pare difficile negare che la questione non sia tanto se l’autorità costringente sia o non sia in sé e per sé immonda ed immorale, quanto piuttosto se mai tale divenga, in certi tempi e luoghi, per difetto o dei mortali che l’esercitano o di quelli sui quali è esercitata.
Confidi:
“gli esseri umani dal basso troveranno il modo più opportuno per organizzarsi secondo i loro veri e più profondi desideri ed aspirazioni, finora oppressi proprio dai suddetti apparati repressivi e vedrete che molti dei più gravi problemi in cui grava il pianeta scompariranno: solo libertà ed uguaglianza porteranno a libertà ed uguaglianza per tutti i popoli e le genti di questa Terra.”.
Codesto Tuo modo d’ordinamento del consorzio umano, che definisci più opportuno, nascerà spontaneamente da ciascuno e da tutti insieme gli uomini ?.
Se rispondi che nascerà spontaneamente, Ti domando perché non sia mai nato:
forse perché gli uomini futuri permuteranno natura ?;
ma, se Tu stesso concedi:
“la società è malata, dice l’anarchico, guerre, violenze, sfruttamenti di ogni genere...”,
donde argomenti possano in futuro accadere tali parti inauditi, tali permutamenti della natura umana ?.
Se, vice versa, rispondi che il Tuo modo d’ordinamento dovrà, al meno in parte, essere da alcun uomo indotto ed inculcato in alcuni altri uomini, se non per altro perché non tutti arderanno per il desiderio di liberarsi delle consuetudini avite; Ti domando in virtù di quale principio potrà mai il Tuo modo d’ordinamento del consorzio umano essere indotto ed inculcato, se non in virtù d’un’autorità costringente ?.
Ma, per evertere l’autorità costringente, userai l’autorità costringente ?;
comanderai, per estirpare il comando, che si disobbedisca ai comandi ?:
mi pare una proposta contraddittoria.
Comunque sia, quando scrivi:
“gli esseri umani dal basso troveranno il modo più opportuno”
che vuoi propriamente significare ?:
che i modi più opportuni, onde ordinarsi, potranno essere reperti solamente da tutti gli uomini insieme universalmente, senza demandare ad alcuni, stimati più esperti o migliori, l’investigazione ?.
Ma se universalmente tutti gli uomini non consentiranno ?:
concedi che alcuni potranno deliberare per altri, circa il modo d’ordinamento del consorzio umano ?;
e, se alcuni potranno, in virtù di quale diritto, di quale principio mai potranno ?:
perché sono più numerosi, perché sono più sapienti, perché sono più vecchi, perché sono più forti, perché sono più sani ?.
Oppure non sarà mai possibile che alcuno mai deliberi per altri ?:
ma dunque non solo congetturi che tutti gli uomini, senza distinzione alcuna, potranno universalmente consentire circa il medesimo modo d’ordinamento;
ma congetturi anche che tale consenso universale permanga costantemente e perpetuamente immutato in ogni secolo ed in ogni luogo !.
Se non sono sogni codesti Tuoi !...
Ammonisci:
[i]“Agli anarchici invece sembra totalmente assurdo discriminare in nome dell’uguaglianza, uccidere in nome della democrazia, fare guerre in nome della pace, reprimere ed opprimere in nome della libertà.”.[i]
Veramente rissiamo, confliggiamo, uccidiamo, trucidiamo anche in nome dei numi, del duce, della nazione, della fazione, della setta, dei beni nostri ed altrui, dell’utilità, del decoro, della gloria e d’altro:
non ci sono mai mancate le cause di liti, più o meno cruente, e dubito mancheranno mai.
Lamenti:
“La stragrande maggioranza della gente “concorda” con Stati, governi e polizia che si schierano a difesa dello status quo.”
Ipse dicis ed io concedo tutto.
Ma dunque, in virtù di quale principio Voi pochi sapienti potrete mai imporre l’anarchia ai molti insipienti, posto che aborrite da ogni autorità costringente ?.
Dichiari:
“Signori, sin dalla nascita ci viene imposto un certo modo di vedere le cose, di percepire gli altri, il tempo, noi stessi. Imposto, senza reale scelta, signori.”
Possibile; ma è pur possibile ch’esso sia il modo più conveniente colla nostra natura, se sia stato e sia tanto diffuso per i secoli tra i popoli.
Per altro, pur concedendo che in principio qualche uomo, potendo scegliere, abbia imposto altrui tale modo, si può argomentare che, se esso s’è conservato nei secoli universalmente, forse aderisce alla nostra natura assai più, che ogni altro.
Concludi:
”Abbiamo una scala di valori differente, Anakreon.”
Non saprei dire:
ma se è vero e se Ti pare che questa mia scala sia molto frequentata, mi devi esplicare come possiamo talmente ascendere o discendere per i medesimi gradini, che le Tue elucubrazioni audaci divengano prima sogno comune e poi verità universale.
Anakreon.
|