Intorno alla "REALTA' FISICA"
Brevi, ulteriori piccoli contributi e qualche tentativo di risposta. (NdS)
1) "QUANTUM LIFE - è una teoria che sta consentendo di comprendere (grazie all'utilizzo dei meccanismi quantistici) dove avviene l'incredibile transizione delle proprietà della materia, che fa sì che questa, raggiunto un certo grado di complessità strutturale, sia in grado di organizzare altra materia circostante in modo da riprodurre sé stessa: divenire cioè materia vivente.
L'informazione che soggiace ai fenomeni fondamentali, compresa l'intelligenza, è di natura quantistica.
Proteine, DNA (e lo stesso universo in cui viviamo secondo alcuni teorici NdS) sono tutte strutture e problematiche che si confrontano con numero di possibilità combinatorie sterminate, che sarebbero incompatibili coi tempi della vita e della natura (del nostro universo NdS) se dovessero essere compiute coi modi (e tempi) classici."
Tratto da un'intervista al prof. Mario Rasetti; professore al politecnico di Torino di meccanica statistica, presidente del gruppo di struttura della materia del CNR e uno dei maggiori esperti internazionali di computazione quantistica.
2) Paradosso EPR: (Einstein; Podolsky; Rosen) esperimento mentale, col quale Eintstein sostenne che: "se, senza disturbare in alcun modo il sistema, possiamo prevedere con certezza il valore di una grandezza fisica, allora esiste un elemento di realtà fisica che corrisponde a questa grandezza." (fautore del determinismo).
3) Intorno alla questione del "l'inesistenza della realtà se non osservata".
Penso che una frase di Bohr sintetizzi la "concezione" che sta alla base della meccanica quantistica:
- "La parola realtà è anche una parola, una parola che dobbiamo imparare ad usare correttamente...
E' sbagliato pensare che lo scopo della fisica sia quello di scoprire com'è fatta (com'è NdS) la natura: la fisica riguarda quello che noi possiamo dire circa la natura".
LA FISICA NON DICE COS'E' IL MONDO, MA COSA POSSIAMO DIRCI RIGUARDO AD ESSO, secondo Bohr.
La mia personale interpretazione è che tale concezione sia estremamente pragmatica.
Che essa sottintenda (mi pare implicito) una possibile o probabile Realtà Oggettiva imperscrutabile (per possibili, probabili limiti strutturali dell'osservatore) mentre dall'altra manifesta la necessità di dover "leggere, interpretare" e costruire una "RAPPRESENTAZIONE, seppur rigorosa, ma umana" di essa attraverso l'uso dei "mezzi tecnologici e mentali disponibili". Insomma il concetto di fondo è mutuato dalla filosofia:
La Realtà percepita da noi umani, anche quella rigorosa e scientifica, è pura rappresentazione!
Lo strumento probabilistico, vista la visione di fondo (o di partenza) sopra accennata, diventa fondamentale e necessario; esso soppianta quello deterministico: gli eventi deterministici a cui assistiamo diventano perciò eventi ad elevatissima probabilità.
La logica umana, non necessariamente è uno strumento capace di descrivere la realtà ("la neve è bianca": è vera quando la neve è bianca; teorema di Tarski) gli eventi reali, insomma, possono essere non descrivibili o in contraddizione con le strutture del pensiero logico, pur tuttavia possono essere (e vengono) accettati come veri (per esempio: abbandono del principio di causalità ed altro; vedi "effetto tunnel" p. es).
Diventa a questo punto (mi pare) anche meno ermetico il motivo per cui ciò che non può essere osservato NON esiste.
Pauli si espresse contro il concetto di realtà, rifiutando il concetto di oggetto materiale
" ... o in generale di oggetto fisico, come un oggetto la cui costituzione e natura è indipendente dal modo in cui viene osservato."
E, personalmente, aggiungerei che non è indipendente dalla "forma" dalla "natura" dell'"intelligenza" che lo osserva...
La fisica moderna ha, insomma, dovuto, voluto o preferito, rinunciare all'astrazione di oggettivivizzare la percezione della realtà fisica osservata", ritenendo inscindibile e imprescindibile includere in tale rappresentazione le leggi e le modalità di rielaborazione e rappresentazione dell'osservatore.
La "rappresentazione della realtà", anche quella più rigorosa e scientifica, è strettamente connessa alla nostra natura di osservatori e alla possibilità e modalità di interazione tra elementi del micro e macro cosmo e le strutture degli strumenti di indagine e di misura usati e disponibili, oltre che dalla struttura e natura dell'osservatore stesso.
Ritengo, infine, non escludibili possibili interazioni (tra oggetto osservato ed asservatore, ma anche tra realtà non percepita ed osservatore) di ordine metafisico, originate cioè da Ordini Superiori di realtà a noi parzialmente o totalmente inaccessibili, non rilevabili, perciò inconsapevoli.
Potrebbe essere quella la sede prevalente od esclusiva in cui risiedono "forme" di ciò che parte dell'umanità continua a definire "divino", attribuendovi connotazioni tanto diversificate, contrastanti irrazionali.
a.f.
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