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26-10-2005, 21.12.25 | #52 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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Non facciamo i puntigliosi. La psicoanalisi è o non è una psicoterapia al di là delle evoluzioni teoriche che può aver avuto? Degli orientamenti psicoterapici sono un po' informato, non credere. Certo non sono un esperto, ma una idea me la sono fatta e penso che questo volersi accreditare come scienza da parte di certe psicoterapie nasconda solo un'interesse puramente economico e cioè quello di vendere meglio le proprie cure ai più dubbiosi e ostinati. Del resto, come ho già scritto, il linguaggio che utilizzano certi psicoterapueti assomiglia più a quello dei venditori che a quello dei "guaritori". >da allora ad oggi tanto è cambiato nella cura psicologica Ma cosa può essere cambiato? Nuove "idee" da somministrare? La sostanza del rapporto è sempre quella: una persona cerca d'influenzare a parole un'altra persona, centanni fa come adesso. |
27-10-2005, 11.56.43 | #53 | |
Ospite abituale
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Citazione:
beh dire che sono uguali è come dire che un pugile è uguale ad un calciatore e che probabilmente fa le stesse più o meno solo perche tutti e due sono degli sportivi ... una generalizzazione che non sta molto in piedi ... beh qualcosa è cambiato eccome ..... |
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27-10-2005, 18.58.10 | #54 |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Bside, io temo che tu sottovaluti l'essere umano. Sinceramente ho trovato che gli uomini, sani o malati, o anche MOLTO malati, si facciano influenzare molto meno di quanto non si creda.
Se posso capire che tu abbia avuto esperienze negative, capisco meno il tuo accanirti in toto contro una professione seria e difficile. Come dappertutto ci sono le persone oneste e rigorose accanto a gentaglia che lavora in modo approssimativo. Ma quest'ultima categoria di persone non costituisce TUTTO il mondo degli psicologi, e la loro ignoranza non equivale alla mancanza di serietà della disciplina. E questa è la REALTA'. Come ho scritto qualche pagina or sono, neanche le scienze mediche son scienze esatte. L'unica scienza esatta è la matematica. |
27-10-2005, 19.22.25 | #55 |
iscrizione annullata
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Rimango sempre un po' stupita della facilità con la quale siamo, in linea di massima, portati a generalizzare.
Entriamo a contatto con una realtà, quale essa sia, ed in base al campione ristretto che abbiamo osservato noi emettiamo un giudizio. Credo che rimanga una scelta personale scegliere se fermarsi sempre a dar la colpa agli altri di quello che ci accade e non ci piace o trovare dentro di noi la forza per andare oltre. In fondo ciascuno di noi ha nel suo bagaglio personale esperienze che gli hanno fatto più o meno bene, ciascuno è stato in qualche modo colpito da esperienze 'negative'. Più vado avanti più mi convinco che c'è però qualcosa dentro di noi che va oltre tutto questo, altrimenti non riesco proprio a spiegarmi perchè alcuni, non ostante le mazzate, si rimboccano le maniche e proseguono ed altri stanno sempre lì a lamentarsi. Scusate...so che non è un parere tecnico, perchè sono cosciente di non essere in grado di darne...so che forse è pure un parere che può apparire superficiale... Però più mi guardo intorno più questa idea si radica nella mia testa... |
27-10-2005, 19.25.53 | #56 | |
Ospite abituale
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e poi neppure la matematica vive di tutte quelle certezze... infatti se chiedi ad un matematico se uno piu due fa tre lo potresti sentire dire .... DIPENDE |
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27-10-2005, 20.07.16 | #57 | |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
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Citazione:
la matematica è una scienza esatta perchè usa un artificio, che è costituito dagli ASSIOMI, i quali però sono indimostrabili e arbitrari. Cambiando assiomi si crea un'altra matematica, anch'essa esatta ma totalmente diversa... Non so mica se mi fiderei di una scienza esatta in campo psicologico |
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27-10-2005, 22.42.38 | #58 | |
Ospite abituale
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29-10-2005, 20.41.08 | #59 |
Ospite abituale
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Non necessariamente uno deve aver fatto la psicoterapia per esprimerne un'opinione. Che dovrei altrimenti dire di tutti quelli che parlano di omosessualità e di omosessuali e non ne sanno assolutamente nulla? Semplicemente m'interessano certi argomenti, mi appassionano le questioni che riguardano le minoranze (discriminate) e le implicazioni "politiche" della psicoterapia.
La questione non è se gli psicologi siano competenti o incompetenti, seri o poco seri. Non ho alcun elemento per poter giudicarne la preparazione professionale, né a dire il vero m'interessa molto saperlo. Parto dal presupposto che siano tutti competenti, seri e professionali. E' proprio la figura in sè dello psicoterapueta e l'idea della psicoterapia come cura che non mi piacciono né mi convincono. Non mi piace la mitizzazione dello psicoterapueta, che viene presentato sempre come figura positiva, neutrale, pieno di empatia, di comprensione, che ascolta e non giudica mai; e non mi piace il concetto di cura come ideale di conformità che bene sintetizza e illustra Hillman in queste parole: "se la terapia immagina che il suo compito sia quello di aiutare la gente a sopportare (e non a protestare), ad adattarsi (e non a ribellarsi), a normalizzare le proprie eccentricità, ad accettarsi e a <<lavorare all'interno della propria situazione per trasformarla a proprio vantaggio>> (invece di rifiutare l'inaccettabile), allora la terapia sta collaborando a realizzare quello che vuole lo stato: una plebe docile. Sopportare e basta è complicità. La salute mentale di una comunità, con tutti i suoi pamphlet prodighi di consigli per ogni <<disfunzione>>, dal succhiarsi il dito a succhiare la coca, in realtà serve a tenere la gente tranquilla e soddisfatta. Sarò un idealista, ma io continuo a credere che s'intraprende una terapia anche per accrescere la propria consapevolezza. Lo so che non è questa l'intenzione dei terapueti del comportamento, i quali cercano semplicemente di aiutare la gente a vivere la propria vita con la minor sofferenza e la maggior libertà possibile. Tuttavia proprio lo stile dei terapueti che modellano chi curano, una persona a posto e libera, dimostra cosa s'intenda per minor sofferenza e maggior libertà: espressioni che finiscono per significare accondiscendenza alle regole del sistema, mantenere un profilo basso e una voce bassa, senza fastidi, meno concreti, meno spontanemente reattivi, più riflessivi, meno emotivi, più concettuali. Il terapueta diventa allora una persona che finalmente ha messo la testa a posto, che si è ripulito della propria merda." 1. Se la psicoanalisi non è una psicoterapia, allora cos'è? 2. Continui a dire che è cambiato molto nella cura psicologica, allora dimmi cosa è cambiato, qualcosa che sia di sostanza e non solo di forma. 3. Se non esistono scienze esatte come dite a maggior ragione non capisco perché vi culliate nelle vostre certezze e nella presunzione di sapere cosa sia bene o male per le persone, cosa sia sano o anormale, giusto o sbagliato. Le stesse presunzioni che portavano anni fa a considerare malattia l'omosessualità e i gay "oggetto" delle cure di quelli che Mario Mieli negli anni 70 chiamava "psiconazisti". |
29-10-2005, 21.33.48 | #60 | |||||
Anima Antica
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lo psicoterapeuta è ben lontano dall'essere mitizzato. Di solito, anzi, è demonizzato (un pò come fai tu qui). Esiste uno strano tipo di reazione di fronte alle persone che si occupano della mente umana, e sono tutte legate alla paura. Una paura che ha dei risvolti a volte grotteschi, attribuendo allo psicoterapeuta dei poteri magici o demoniaci. In entrambi i casi, poteri che NON ESISTONO. Citi un intero passo di Hillman, che non quoto per ragioni di spazio. Hillman è uno psicoanalista junghiano, che ha sviluppato in modo molto approfondito gli aspetti psicologici sia individuali che collettivi legati al mito. Nel suo brano critica il tentativo POLITICO dell'uso della psicoterapia, che resta comunque un tentativo. Ma nella vita sociale tutto si trasforma in un tentativo politico di rendere socialmente docile l'individuo. L'effetto della psicoterapia su questo è irrisorio, sia perchè sono poche le persone che usufruiscono di questo tipo di cure, sia perchè sono pochi gli psicoterapeuti che lavorano nella direzione di un "addomesticamento sociale". Quello che crea davvero questo addomesticamento è un altro genere di sistema. E' la progressiva cancellazione delle varie forme di cultura, è l'appiattimento del linguaggio che avviene soprattutto grazie alla televisione, è lo sviluppo di una mentalità commerciale favorito dalla continua e martellante pubblicità. Sono i ricatti sociali a cui ogni individuo viene sottoposto fin dalle prime tappe di vita... Ammettendo anche che possa essere importante il numero di psicoterapeuti che lavorano per rendere docili i propri utenti (e non è così), che peso può avere questo fatto, di fronte a tutto un sistema che è stato creato, messo a punto nei dettagli, mantenuto, coltivato ormai da più di un secolo? Citazione:
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1. nessuno obbliga una persona ad andare in psicoterapia. Chi ci va lo fa per propria volontà e perchè STA MALE. Quindi la definizione di sano o malato non la dà lo psicoterapeuta ma lo stesso utente, in quanto è il suo malessere che lo porta a cercare aiuto. 2. chi ha troppe certezze è uno pessimo psicoterapeuta. La psicoterapia è una vera e propria arte, dove il terapeuta accompagna l'utente in un cammino suo, che da solo non riesce a fare. Entrambi lavorano: l'utente ci mette la propria conoscenza di se stesso, il proprio malessere, le proprie risorse, il terapeuta mette le sue competenze professionali per "irrobustire" le risorse dell'utente affinchè egli sia in grado di trovare questa strada. Se lo psicoterapeuta è davvero una persona seria, quello che fa, scava scava, è questo. 3. la psicoterapia risente ovviamente del clima culturale del periodo in cui si sviluppa. Un tempo anche la psichiatria considerava l'omosessualità come una "perversione", condizionata da quel tipo di cultura. Ma sappi che se ora l'omosessualità viene considerata invece una variante di minoranza del comportamento affettivo e sessuale dell'essere umano, lo dobbiamo (udite udite) agli studi e alla tenacia di PSICOLOGI, eh si, proprio di quella categoria che tu vedi tanto male. E, non per celebrare la categoria cui anch'io appartengo, degli PSICHIATRI. Oltre che naturalmente di sociologi e etologi. |
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