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10-03-2008, 15.48.53 | #182 |
farabutta
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Riferimento: Sesso in vendita
Franco il corsivo è il tuo
L'uso del linguaggio dell'economia è pienamente giustificato, in quanto il tema del thread è "Sesso in vendita". Il fatto che sia giustificato, non deve però far perdere di vista la necessità che il piano del fenomeno economico e quello del fenomeno sessuale non vengano in una certa maniera con-fusi. - Mi dici di non poter essere d'accordo, mi dici che non stiamo discutendo del sesso come prodotto di scambio, ma se il sesso possa essere considerato oggetto di scambio. Io ritengo che per parlare di tossicodipendenze dal punto di vista psicologico, non è necessario parlare dei vari tipi di droga, semmai del loro effetto in generele: eccitante, narcotizzante etc in relazione alle motivazioni psicologiche del tossico-dipendente. Franco e come se tu ritenessi che possono svolgere una statistica sull'uso delle droghe solo tossicodipendenti e spacciatori, ovvero gli oggetti del fenomeno. Potrebbe rendersi necessario parlare di sesso nel caso noi stessimo discutendo del perchè alcuni uomini si rivolgono alle prostitute. Non è questo il caso. A noi basta sapere che i clienti chiedono sesso, in cambio offrono denaro. Questo scambio ha senso? ovvero una donna mantiene la propria dignità offrendo il proprio corpo? Sesso in vendita così come scarpe in vendita? Pomodori in vendita? Quando meretrice e cliente realizzano la transazione monetaria, realizzano forse lo scambio di un bene mobile o immobile? Forse che il cliente paga per qualcosa che si porta a casa e che la meretrice non vedrà mai più? Forse che tra meretrice e cliente si realizza qualcosa come una compra- vendita da mercatino del rione? Nel momento in cui l'operaio alla catena di montaggio vende forza-lavoro, riceve denaro in cambio di forza lavoro, realizza un pro-dotto, un prodotto che seguirà un destino ben preciso nell'ambito di un mercato più o meno allargato. Ma nei riguardi del sesso? Quale sarebbe qui l'oggetto di scambio? Quale sarebbe qui il pro-dotto? Quale sarebbe questo bene separato e dalla meretrice e dal suo cliente? I consulenti finanziari, avvocati, medici, etc vendono delle capacità acquisite nel quale non c'è prodotto fisico, ma in questo caso non perdono la propria dignità. Questo avverrebbe nel caso, come i consulenti che hanno consigliato l'acquisto di azioni della Parmalat sapendo dei problemi della stessa. In questo caso hanno leso la propria dignità, ma è nel cattivo svolgimento delle proprie funzioni, non intrinseco. -Si tratta dunque di appofondire il tema del thread nel senso della non trascuranza della genitalità delle categorie dei soggetti in gioco. Quando si parla di prostituzione non si parla della sessualità della prostituta, ma eventualmente del cliente. Se fosse scambio di sesso tra una prostituta e un suo amante parleremmo di ciò. Si tratta a mio avviso di comprendere che il richiamo ad una superiore moralità (dignità ) è un atteggiamento sterile nella misura in cui pretenda di eludere quei fenomeni e problemi che sono alla base della stessa essenza umana sulla quale quella dignità dovrebbe fondarsi. Qui il circolo è assai vizioso. Prima di essere degno e/o indegno un essere umano è sessuato, e se ciò è vero - ed è vero, un qualsiasi discorso che volesse affrontare in modo non moralisticamente preconcetto il fenomeno della prostituzione femminile, dovrebbe esser fondato sulla posizione ed analisi di ciò che tanto prostituta quanto cliente sono: esseri sessuati, che prima di ogni altra cosa realizzano un evento sessuale. Ti ripeto nessuna è fiera di essere prostituta, e chi lo dice mente a se stessa. Ti faccio notare che qui parliamo di prostitute in generale, e tu hai preso le distanze da quelle da falò, come mai? La risposta di Franco a questo punto: " Perchè la sessualità delle donnine "in vendita" non è quella delle donnine che non "si vendono"; perchè la loro vita genitale è diversa; perchè è tutto da dimostrare che tirar su 25-30 mila € al mese ( dico al mese) sia un fenomeno decidibile e liberamente sceglibile; perchè evidentemente la vita genitale della femmina umana è non solo passiva, ricettiva. A tal proposito, non posso non ricordare la tesi di Otto Weininger secondo la quale la prostituzione femminile altro non sarebbe che una variazione sul tema della passività della femmina umana in quanto tale. Cfr. Sesso e carattere Otto Weininger mi parli seriamente delle tesi di un ragazzino di 23 anni che si è suicidato parecchio tempo orsono.Guarda che fisicamente tutte potremmo essere prostitute, o vuoi credere a Lui? Cioè la prostituta offre meccanicamente gesti sessuali, che non necessariamente sono la sua sessualità, per questo motivo dico che oltre il bisogno di denaro l'eventuale "marchetta" acquisirebbe un altro senso. Una donna diciamo "Libertina"potrebbe trovare eccitante vendersi per denaro. In questo caso scambia sesso con sesso, il denaro funge da giochino erotico. "Le donnine in vendita" sono essenzialmente frigide, e ciò è proprio ciò che permette loro di realizzare migliaia di amplessi all'anno. Le prostitute potrebbero eventualmente diventare frigide, come eventuale reazione. Non fatico a credere che la sensazione che provano non è piacere. |
10-03-2008, 19.45.01 | #183 | ||
Utente bannato
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Riferimento: Sesso in vendita
Citazione:
Ma il nucleo del problema credo che sia in questa tua affermazione successiva: Citazione:
Ma tu come fai a saperlo? Cosa ti fa credere che tutte le donne "funzionino" allo stesso modo e si orientino nella vita seguendo gli stessi identici valori? Ci sono ormai numerosissimi casi di donne che hanno proclamato pubblicamente di servirsi della loro avvenenza per ottenere favori di ogni tipo; secondo la tua tesi, anche loro dovrebbero "mentire a se stesse". A me non sembra proprio. E questo è solo un banale esempio di come ragionare di "valori" (ossia le priorità di valore) non sia mai scontato come vorrebbero gli approcci ideologici, che ne assolutizzano alcuni e ne rimuovono altri (quelli scomodi da osservare). |
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10-03-2008, 20.00.13 | #184 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sesso in vendita
ornella,
prima di tutto osservo la ripetizione parziale del mio stile di redazione di un post in Riflessioni. Non mi dispiace... Il corsivo sarà tuo: Io ritengo che per parlare di tossicodipendenze dal punto di vista psicologico, non è necessario parlare dei vari tipi di droga, semmai del loro effetto in generele: eccitante, narcotizzante etc in relazione alle motivazioni psicologiche del tossico-dipendente. Franco e come se tu ritenessi che possono svolgere una statistica sull'uso delle droghe solo tossicodipendenti e spacciatori, ovvero gli oggetti del fenomeno. Potrebbe rendersi necessario parlare di sesso nel caso noi stessimo discutendo del perchè alcuni uomini si rivolgono alle prostitute. Non è questo il caso. A noi basta sapere che i clienti chiedono sesso, in cambio offrono denaro. Questo scambio ha senso? ovvero una donna mantiene la propria dignità offrendo il proprio corpo? Prima di affrontare quanto citato, ritengo sia necessario porre nuovamente la parte fondamentale del post d'apertura di bomber: "candidamente dichiarava che il suo stipendio medio annuo era di 30mila €. Rimango ancora più sbalordito quando dice che alla fine lavora poco e che potrebbe fare tranquillamente più ore, continua affermando che lei tende a fare poco meno di 8 ore al giorno e il resto della giornata la dedica ad altro, contando che il weekend si vive tranquillamente la sua vita. Adesso io sono rimasto senza parole, ma viene da chiedersi, se è così facile guadagnare tanti soldi, perchè non lo fanno tutte le donne ??? perchè complicarsi la vita, con stipendi da fame e rogne da sbrogliare ogni giorno ??" Come conciliare i due passi citati? Sono conciliabili? Ritengo essenzialmente di no. Ritieni di poter porre un'analogia che non ha fondamento giacchè bomber non ha dato un taglio psico-logico al suo intervento, così come non ha dato un taglio sociologico o filosofico o bio-fisiologico. Mi faresti pertanto comprendere la ragione o le ragioni per le quali la domanda " perchè non lo fan tutte?", dovrebbe essere affrontata, intesa, spiegata e risolta in senso psico-logico? La domanda è retorica. Non accetto pertanto l'analogia con la tossico-dipendenza. Sulla base di tale non fondatezza vorresti affermare: Franco e come se tu ritenessi che possono svolgere una statistica sull'uso delle droghe solo tossicodipendenti e spacciatori, ovvero gli oggetti del fenomeno Non ci vedo il nesso. E non ci vedo il nesso per due ragioni: - L'infondatezza della necessità dell'analogia di cui sopra. - Non ho mai affermato - t'invito pertanto ad una rilettura più attenta- che per svolgere un'indagine statistica sul fenomeno del- "la" prostituzione femminile, sia necessario che il soggetto indagante sia un cliente. Il discorso che ho appena abbozzato è stato quello del richiamo ad una minore o maggiore misura di auto-referenziallità, il che é qualcosa di essenzialmente differente. L'indagine di tipo statistico può essere in via di principio svolta da qualsiasi soggetto singolo o collettivo in possesso degli strumenti necessari. Evidentemente, nella tua posizione c'è la necessità di attribuirmi tesi che non mi appartengono. Potrebbe rendersi necessario parlare di sesso nel caso noi stessimo discutendo del perchè alcuni uomini si rivolgono alle prostitute. Qui oltre alla solita marcata auto-referenzialità, colgo una certa con-fusione. Cerco di svolgere il tuo concetto. Siccome bomber non ha esplicitamente posto il problema del perchè non tutti gli uomini si rivolgono alle prostitute o del perchè alcuni uomini vi si rivolgono, allora il topic non riguarderebbe la sessualità delle stesse. Ribadisco che non si dà nessuna ragione per la quale il topic escluda il coinvolgimento della sessualità dei soggetti in gioco. Non è questo il caso E invece è proprio questo il caso, per le ragioni già esposte. A noi basta sapere che i clienti chiedono sesso, in cambio offrono denaro. Questo scambio ha senso? ovvero una donna mantiene la propria dignità offrendo il proprio corpo? - A noi chi? A me no! - nel precedente post a te rivolto ho abbozzato un discorso che intendo qui ripetere solo incidentalmente: parlare, scrivere e pensare come fai tu, significa sostenere una posizione per la quale il rapporto tra cliente e prostituta sarebbe un rapporto di compra-vendita. Io al contrario ed usando categorie fondamentali dellle scienze dell'economia e della giurisprudenza, parlerei di affitto ed usu-frutto. Anche questa nozione di usu-frutto è molto più vicina al fenomeno fatto oggetto in questo thread: nel momento in cui il cliente paga e la meretrice incassa, ciò che viene pagato è un certo uso, un uso che può essere paragonato all'uso che un malato d'ernia fa delle membra del fisio-terapeuta. Nell'azione del fisio-terapeuta non viene scambiato qualcosa che il paziente porterà via con sè, e ciò che il paziente paga è un certo uso di determinate capacità del fisio-terapeuta. Nell'uso di certe capacità, come quella di usare le mani e le braccia per realizzare una determinata tecnica di massaggio, le stesse mani e braccia vengono messe a frutto. Quando si parla di prostituzione non si parla della sessualità della prostituta, ma eventualmente del cliente. Se fosse scambio di sesso tra una prostituta e un suo amante parleremmo di ciò. Come faccio a non trovare con-ferma piena del mio giudizio di marcata auto-referenzialità? E del mio giudizio di moralismo pre-concetto? L'asserto è assurdo Ti ripeto nessuna è fiera di essere prostituta, e chi lo dice mente a se stessa. Ti faccio notare che qui parliamo di prostitute in generale, e tu hai preso le distanze da quelle da falò, come mai? Mai parlato di fierezza delle prostitute. T'invito a leggere i miei messaggi con più attenzione. E questo spiega anche il modo nel quale ho parlato delle meretrici da falò. Quando ne ho parlato, il contesto era leggermente differente. Definire un certo approccio al fenomeno della prostituzione femminile come moralisticamente preconcetto, non significa in nessun modo affermare che il sentimento di fierezza appartenga alla meretrice in quanto tale. La qual cosa è una con-ferma ulteriore dello stesso approccio moralistico. Otto Weininger mi parli seriamente delle tesi di un ragazzino di 23 anni che si è suicidato parecchio tempo orsono.Guarda che fisicamente tutte potremmo essere prostitute, o vuoi credere a Lui? -Hai frainteso completamente il senso del mio uso della tesi del pensatore austriaco. T'invito a rileggere con maggior attenzione. -Stai parlando di un "ragazzino" il cui "Sesso e carattere" costituisce una delle maggiori opere di sessuologia con taglio filosofico dello spirito occidentale, circolata tra l'altro, dico tra l'altro, "persino" negli ambienti ecclesiastici del Bel Paese e per diversi decenni. T'invito a documentarti...... Cioè la prostituta offre meccanicamente gesti sessuali, che non necessariamente sono la sua sessualità, per questo motivo dico che oltre il bisogno di denaro l'eventuale "marchetta" acquisirebbe un altro senso. Una donna diciamo "Libertina"potrebbe trovare eccitante vendersi per denaro. In questo caso scambia sesso con sesso, il denaro funge da giochino erotico. La prostituta che offre meccanicamente gesti sessuali, che non necessariamente sono la sua sessualità è un non-senso, sostanzialmente un artificio linguistico-concettuale. M'interesserebbe un approfondimento da parte tua. Le prostitute potrebbero eventualmente diventare frigide, come eventuale reazione. Non fatico a credere che la sensazione che provano non è piacere. Qui non ti rendi conto di mettere il carro davanti ai buoi, in un certo senso. Mi chiedo in base a quali esperienze e studi potresti dimostrare la tesi che la meretrice lo diventi. Franco |
10-03-2008, 22.51.30 | #185 |
Ospite abituale
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Riferimento: Sesso in vendita
Intanto vorrei dire a Franco che quel che ha scritto a proposito delle donne in affitto era esattamente quel che intendevo io.
E sottoscrivo il suo post. E visto che ci sono lo vorrei anche ringraziare per aver risposto alle mie, non semplicissime domande, sulla vita relazionale delle prostitute che aveva conosciuto. Non è cosa da tutti. Soprattutto, in un thread come questo, in cui immediatamente la discussione è stata improntata sulla dignità, ora rivolta alle donne che si prostituiscono ora rivolta agli uomini che si rivolgono alle prostitute. Dignità è una bella parola di cui ci si riempie troppo facilmente la bocca. Più volte nei vari post si è fatta una differenza fondamentale sulla quale credo che tutti siamo d’accordo. Una cosa è il fenomeno della prostituzione da strada, quello in cui degli esseri umani sono costretti alla prostituzione, sono ridotti in schiavitù, sono fatti oggetto di violenza da altri esseri umani. Sgombrato il campo da questo, davanti al quale altri esseri umani si indignano, si è cercato di affrontare il tema da altri punti di vista. Come qualcun altro ha scritto non si può parlare di prostituzione senza parlare di sesso, di sessualità, di sessualità maschile e sessualità femminile. Solo da questa base si può partire. Con Ornella non concordo su questa frase: Quando si parla di prostituzione non si parla della sessualità della prostituta, ma eventualmente del cliente. Se fosse scambio di sesso tra una prostituta e un suo amante parleremmo di ciò. C’è un uomo, c’è una donna, c’è sessualità maschile e c’è sessualità femminile. La prostituta è donna, è essere umano, è un organo genitale, è sessualità. Il cliente è uomo, è un essere umano, è un organo genitale, è sessualità. Si parla di sesso, di qualcosa che non è oggetto di scambio, di qualcosa che ci appartiene, che fa parte di noi, che non può essere disgiunto da noi, che non si può staccare da noi, siamo esseri sessuati, questo è evidenza per tutti. Come si può parlare di prostituzione senza parlare di sessualità? Torno alla dignità. Ma cos’è la dignità? Esser degni e il non essere degni. Chi decide chi è degno e chi non è degno. E degno di cosa? E’ un discorso pericoloso questo. Diceva di "fare una vita" piuttosto regolare, neanche troppo travagliata, giacchè la clientela è buona e gentile. Diceva di conciliare senza molto stress la vita da meretrice con quella da mamma anche nell'ambto del rapporto con l'ambiente sociale, isituzionale e non. Quoterei tutto il post di Franco. Qualcuno può andare da queste donne, guardarle negli occhi e dire loro: “Tu non hai dignità”? E la dignità del cliente? Chi è il cliente? Alcuni degli interventi maschili in questa discussione hanno tentato di spiegare chi è il cliente. Alcuni degli intervenuti hanno dichiarato di essere stati l'esperienza diretta della prostituzione femminile. Qualcuno può andare da questi uomini, guardarli negli occhi e dire loro: “Tu non hai dignità”? Io intanto li ringrazio, prima di tutto perché avere l’occasione di discutere senza ipocrisie con degli uomini su questi temi è cosa rara. In secondo luogo perché sono stanca di sentire le solite storie moralistiche e poi sapere che Che senso ha porre la questione in questo modo? Lo ripeto, a meno che non desideriamo mettere la testa sotto la sabbia, cioè non vedere quello che è, non si può parlare di un fenomeno come quello della prostituzione senza discutere di sessualità, della prostituta, del cliente, di sessualità maschile e sessualità femminile. .... segue... |
10-03-2008, 23.29.46 | #186 |
Utente bannato
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Riferimento: Sesso in vendita
Visto che osservi - giustamente, a mio avviso - che non si possa parlare di prostituzione senza parlare di sessualità maschile e femminile, entrambe coinvolte, ti ripeto quello che ho già postato nel topic sul "potere della libido femminile", a suo tempo discusso.
A mio modo di vedere qualunque discorso sulla sessualità dei due generi deve partire da queste considerazioni, volenti o nolenti; non lo dice iulbrinner, se lo leggi con attenzione senza ignorare le argomentazioni scientifiche riportate, lo dicono gli specialisti del ramo specifico di ricerca. Rispondo a queste osservazioni evidenziando il dato biologico da cui è necessario partire per dibattere di “libido”, sia femminile che maschile; “dato di fatto” che risulta esplicativo, da un punto di vista scientifico, del diverso modo che uomini e donne hanno – in media – di approcciarsi al sesso e della diversissima pressione che il desiderio sessuale esercita sui comportamenti maschili rispetto a quelli femminili..... Si tratta del già richiamato testosterone. Il testosterone è il principale androgeno (ormone maschile), prodotto dalle cellule interstiziali del testicolo (cellule di Leydig) sotto l'influenza dell'ormone luteinizzante (LH) liberato dall'ipofisi anteriore. Nella donna, invece, è un prodotto della trasformazione di un altro ormone prodotto da surrenali e ovaie. E' l'ormone della libido. Normalmente il testosterone viene considerato un ormone esclusivamente maschile, cosi come gli estrogeni vengono ritenuti ormoni solamente femminili. In realtà sono invece le loro proporzioni relative a determinare la mascolinità o la femminilità. I maschi producono circa 5 mg di testosterone al giorno, 50 volte più delle femmine, che a loro volta producono dal doppio al triplo di estradiolo. Negli uomini la differenza dipende sia dalla maggiore produzione di testosterone, sia dalla scarsa attività dell’enzima aromatasi che converte il testosterone in estradiolo. Queste aromatasi si trovano nelle cellule adipose, per cui più un uomo è grasso e più testosterone viene convertito in estradiolo. “Nella donna è importante la componente psicologica nel rapporto di coppia ma resta fondamentale il 'motore biologico', appunto il testosterone prodotto dalle ovaie", sottolinea Rossella Nappi, ricercatrice presso l'Unità di endocrinologia ginecologica & della menopausa IRCSS- Università di Pavia. (Fonte – Repubblica, febbraio 2007) Non a caso, in relazione alla funzione svolta dal testosterone anche sul desiderio femminile, è nato il c.d. “viagra rosa”; ossia un cerotto a rilascio graduale di questo ormone nei casi di riduzione del desiderio sessuale nella donna. Come si potrà desumere da queste informazioni, liberamente verificabili con una qualunque ricerca sul web, “il desiderio sessuale dell'uomo e della donna non sono parimenti presenti” ma differiscono profondamente per intensità, ricorrenza e significato biologico; tutti fattori che determinano in larga misura il significato psicologico del sesso per gli uomini e per le donne ed i relativi, conseguenti comportamenti medi. Non solo, ma possono spiegare quanto, tale diversità di appetito sessuale tra i sessi, renda possibile, per una parte tutt’altro che irrilevante del mondo femminile, servirsi del sesso come di uno strumento (un mezzo) mentre per la parte maschile esso rimane, comunque, essenzialmente un fine. Rifacendomi ad un’analogia che ho utilizzato in un altro argomento, si tratta della medesima differenza che corre tra chi soffre la fame – ed è pertanto disposto a cibarsi in qualunque modo ammissibile (ma anche, malauguratamente, inammissibile) per non avvertirne i morsi ricorrenti – e chi, invece, risulta in misura proporzionale quasi immune da questo tipo di bisogno naturale. Con la fondamentale precisazione che il soddisfacimento della fame – avvertita in misura così diversa – pone i due sessi in un rapporto reciproco tanto necessario quanto evidentemente e pesantemente squilibrato. Per quanto detto sinora, personalmente troverei più appropriato rubricare la tematica sotto al titolo “il potere femminile sulla libido maschile”. |
11-03-2008, 00.35.50 | #187 |
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Riferimento: Sesso in vendita
Riguardo al testosterone, aggiungo dell'altro.
Negli ultimi anni si sono andate accumulando prove che il testosterone influenzi non soltanto gli ornamenti e la corporatura, ma anche i cervelli. Il testosterone è un composto chimico antico, presente in forma pressoché identica in tutti i vertebrati. La sua concentrazione determina l'aggressività in modo così preciso che, negli uccelli con scambio di ruoli sessuali come i falaropi o nei clan a dominanza femminile delle iene, è la femmina ad avere livelli ematici di testosterone più alti. Il testosterone mascolinizza l'organismo (in sua assenza il corpo resta di tipo femminile, quali che siano i geni dell'individuo) e mascolinizza anche il cervello. Tra gli uccelli, in genere canta solo il maschio. Un diamante mandarino che non ha nel sangue un livello sufficiente di testosterone non canta. In presenza dell'ormone, la parte del cervello preposta alla produzione del canto cresce e l'uccello comincia a cantare. Anche una femmina di diamante mandarino può cantare, purché sia stata esposta al testosterone in una fase precoce della vita e poi da adulta. In altre parole, il testosterone prepara il cervello del nidiaceo a reagire di nuovo, più avanti nella vita, al testosterone e quindi a sviluppare la tendenza al canto. Se si può parlare di mente per un diamante mandarino, l'ormone è una sostanza che ne altera la mente. Lo stesso vale per gli esseri umani. In questo caso le testimonianze provengono da una serie di esperimenti, in parte naturali e in parte no. La natura ha dotato alcuni soggetti maschili e femminili di dosi alterate di ormoni e negli anni Cinquanta i medici hanno fatto lo stesso iniettando certi tipi di ormoni in alcune pazienti gravide. Le donne affette dalla sindrome di Turner nascono senza ovaie e quindi hanno meno testosterone nel sangue di quelle che le hanno (le ovaie producono un po' di testosterone, sebbene non quanto i testicoli). Queste donne sono esageratamente femminili nei loro comportamenti, di solito hanno uno spiccato interesse verso i bambini, i vestiti, i lavori domestici e le storie d'amore. Gli uomini che da adulti hanno nel sangue meno testosterone rispetto alla norma, gli eunuchi per esempio, si riconoscono per l'aspetto e l'atteggiamento femminile. Gli uomini che durante lo stato embrionale sono stati esposti a un livello di testosterone inferiore alla norma, per esempio i figli di diabetiche che durante la gravidanza hanno dovuto assumere ormoni femminili, sono timidi, poco energici ed effemminati. Gli uomini con troppo testosterone sono bellicosi. Le figlie di donne che negli anni Cinquanta sono state trattate con iniezioni di progesterone (per prevenire un aborto spontaneo) dicono di essere state "maschiacci" da bambine; il progesterone non ha effetti diversi dal testosterone. Anche le femmine affette da iperplasia surrenale congenita o sindrome adrenogenitale, sono dei maschiacci: le loro ghiandole surrenali, poste vicino ai reni, anziché produrre cortisolo, come dovrebbero, producono un ormone ad azione simile a quella del testosterone. |
11-03-2008, 01.12.57 | #188 | |
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Riferimento: Sesso in vendita
Citazione:
Di più. A volte (ripeto: a volte, perciò molto raramente) può anche capitare che a una prostituta piaccia veramente fare del sesso con un certo cliente. A me, ad esempio, una decina di anni fa, una russa (oggi 44enne) chiese più volte di andare a vivere con lei. Ti dico soltanto che in quelle occasioni in cui la incontravo era solita baciarmi in bocca con la lingua - cosa che le prostitute solitamente non fanno - e praticare con me tutta una serie di giochi erotici con panna, nutella e yogurt... |
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11-03-2008, 12.42.56 | #189 |
farabutta
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Riferimento: Sesso in vendita
Tolto l'aspetto psicologico, ignorato completamente l'inconscio, annichilito qualsiasi presupposto non dico morale ma etico, si una donna guadagna di più facendo la prostituta che la segretaria.
Ripropongo il mio post iniziale: Perchè non sposarsi un uomo ricco allora, così basterebbero poche ore la settimana perchè non ci ho pensato prima. Colpa di mia madre . Franco non ritengo più sensato il nostro confronto, ti faccio notare che il primo rapporto di una prostituta vergine ha un prezzo più alto, chissa com'è. Ti faccio notare che hai definito improbabili le statistiche fatte da frigide di buona famiglia Ma al tempo stesso ritieni che molte frigide svolgono il mestiere, e che si arriva ad esso anche da buone famiglie. Oppure volevi dire che chi è di buona famiglia non diventa prostituta? E quindi le prostitute appartengono alle cattive famiglie? Ti faccio notare che considerata la tua apertura mentale, esiste anche la prostituzione maschile, quindi se guadagni meno di 20.000 al mese è una reale opportunità. |
11-03-2008, 15.18.15 | #190 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Sesso in vendita
Citazione:
ornella, non è la prima volta che mi accade nel forum di Riflessioni. Altre volte il con-fronto (con) me è terminato in gazzarra quando il mio interlocutore o la mia interlocutrice ha esaurito le sue possibilità discorsive. E' ciò che quanto quotato dimostra in pieno. Tolto l'aspetto psicologico, ignorato completamente l'inconscio, annichilito qualsiasi presupposto non dico morale ma etico, si una donna guadagna di più facendo la prostituta che la segretaria. - Non ho mai affermato che l'aspetto psicologico debba essere ignorato, così come non ho mai affermato che l'aspetto etico vada annichilito. - Se il tuo approccio a concetti come quello di psico-logia ed in-conscio è quello che dimostri qui, allora ti dico che sei anche lontana dal comprenderli. Di quale in-conscio parli? Di quale in-conscio credi di parlare? Io ritengo che la tua idea di inconscio sia il precipitato di una mistificazione concettuale che dura sin da quando la psico-logia di Sigmund Freud si fece scolastica. Ritengo che la tua possibilità di riflessione su idee come quella di in-conscio sia talmente ingenua da impedirti, almeno per quel che dimostri in questo thread, la comprensione di un'identità (si badi all'articolo in-determinativo) fondamentale: quella fra in-conscio e corporeità, fra in-conscio e membra corporee, fra in-conscio e sessualità genitale. Fraintendere il mio discorso è possibile solo a condizione del dis-conoscimento, della trascuranza di tale identità. ti faccio notare che il primo rapporto di una prostituta vergine ha un prezzo più alto, chissa com'è. Non vedo il nesso con ciò che ho detto. M'interesserebbe che tu approfondissi. Mi sembra un altro sasso lanciato nel mucchio.. Ti faccio notare che hai definito improbabili le statistiche fatte da frigide di buona famiglia Ma al tempo stesso ritieni che molte frigide svolgono il mestiere, e che si arriva ad esso anche da buone famiglie. Dovresti spiegarti meglio, giacchè non ho mai affermato l'in-probabilità di statistiche fatte da frigide. Forse intendi dire qualcos'altro ma non lo esprimi in modo concettualmente a me comprensibile. Anche donne frigide sono la bocca, il cervello, il livello d'istruzione, il possesso di strumenti scientifici per tentare e/o realizzare un'indagine di tipo statistico. Altra cosa è il problema della verità di quell'indagine. A dire quando e in che senso un con-fronto è insensato, è colui o colei cui non fanno difetto le possibilità e capacità argomentative. E le capacità argomentative in Riflessioni troneggiano. Franco |
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