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28-02-2008, 09.21.59 | #82 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-10-2007
Messaggi: 98
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Citazione:
In effetti è drammatico per un ateo non poter avere il conforto di un qualcosa di "superiore" che possa, se veramente pentito sollevarlo dai presunti peccati commessi in vita. I crimi tutti (non solo quelli perpretati per vendetta) non hanno giustificazione alcuna oggi, grazie alle leggi LAICHE che nel corso dei secoli menti illuminate ci hanno dato. Il vero eroismo dell'ateo è quello che lo spinge ad essere assolutamente ligio e rispettoso delle leggi umane, naturali e di "evoluzione", non già per un premio futuro di vita eterna et similia, ma per un futuro migliore per l'uomo, inteso come animale individuale (con tutti i suoi pregi/difetti) e sociale. Saluti |
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05-05-2008, 16.49.50 | #83 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 05-05-2008
Messaggi: 2
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Ciao cara senzanome-
anche io mi ritengo ateo, forse meglio, agnostico, nel senso che non credo in Dio, sono tendenzialmente materialista... E purtroppo questo pone allo scoperto senza quelle difese confortanti del credere in un aldilà, nel posto migliore e tanti altri oppiacei religiosi. Questo lascia l'evento della morte come un monumento scabroso spuntato in mezzo al nulla, un pugno alla bocca dello stomaco che nulla serve ad attutire. Quello in cui però credo, è il tesoro di ricordi ed esperienze che hai vissuto con la persona cara che hai perso, e la consapevolezza di esserle stata vicina con tutto il tuo amore fino all'ultimo, e questa è una cosa che devi sforzarti di trasformare in gioia guardando avanti. Perché se è vero che una persona che perde un affetto tanto profondo non può rimanere uguale a prima, io voglio pensare che questa persona diventi migliore, e che riesca a godere in modo rinnovato della vita, e che si possa stringere agli affetti che le restano ancora con più slancio e più consapevolezza, e gratitudine anche. Perché in fondo, forse, la morte è si inevitabile, ed è tremendo dover accettare la morte concreta, tangibile e sconvolgente di una persona che amavi a tal punto, ma è anche un'esperienza di un'intensità estrema, che nella sua inevitabilità, ha il lato positivo di ridestarci dal nostro torpore e di farci rigustare il sapore pieno di vivere- La morte è un'insegnamento? Forse si, la morte è una lezione amara e terribile, ma quello che vuole insegnarci è la cosa più importante, ed è nostro dovere morale fare tesoro di questo insegnamento... (e non scandalizzatevi se parlo di moralità da un pulpito ateo, non credo proprio la morale discenda da un Dio istituito che ne detta i fondamenti- piuttosto da una coscienza morale e dalla convivenza di più coscienze morali) La morte è un tema difficile, il filosofo francese Jankélévitch sosteneva fosse un paradosso voler pensare la morte... in rete ho trovato questo blog interessante e unico, tenuto da uno che con la morte ci lavora tutti i giorni... Il Nikita, secondo me vale la pena una passeggiata tra i suoi post, gli spunti di riflessione si sprecano, e qui credo siamo in tanti disposti a offrirgli le nostre riflessioni.... Il Blog è questo http://quellocheportaimorti.blogspot. com. |
05-05-2008, 21.51.17 | #84 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Citazione:
La Logica della Morte Ho visitato il blog che hai indicato, e l’ho trovato assai interessante e ben scritto (il che di questi tempi è cosa rara!) Lo avrei titolato “Riflessioni sull’industria del caro estinto da parte di un addetto ai lavori che sarebbe felice di rimanerne estraneo…” Scherzo naturalmente, ma non troppo, Quelle riflessioni sono davvero quelle del “visto dal di fuori” da uno che personalmente con la morte non vuole avere niente a che fare. Cioè uno, come tutti noi, per i quali “la morte non è niente”… per la più parte della nostra vita, per la più parte delle morti che incontriamo nel corso degli anni. Anzi, tutte le morti… meno una; la mia. E mi pare, amico, che anche tu sia nello stesso atteggiamento spirituale de “Il Nikita”. Anche tu, mi sembra accenni nel tuo ultimo topic (il resto non so, bazzico poco Riflessioni) alla morte con parecchio distacco, con la freddezza tipica del “rassegnatevi, tutti, dovrete morire!...” quasi a sottintendere “ed a me toccherà venire alla noia del vostro funerale”. Infatti solo quella “degli altri” può essere “un monumento scabroso spuntato in mezzo al nulla…”, dove poi il “nulla” o quello che sia continua imperturbato ed identico a prima dell’evento! Per la “Mia” morte, ammesso che essa esista, è cosa del tutto diversa!... occorre andare ad argomentare proprio sul cosa ci sia “dietro” quell’evento… e se davvero si tratti di un evento, nel senso che “per me” abbia un prima ed un dopo, oppure debba essere definito in dimensioni affatto differenti, ché clessidra ed orologio non sono sufficienti. Ed ancora parli di morte come insegnamento… ma ancora della morte di altri, di una persona cara, carissima… il maggior strazio della vita, la frattura più grave che si possa immaginare… Oppure “quasi” la più grave?... lasciando il primo posto ad un’altra morte… che ci tocca più da vicino… no. La “Mia” morte, ancorché logicamente prevedibile, è qualcosa di assolutamente diverso, non può essere paragonata con nulla, e per me nulla significa il dire: «la mia morte, come quella di chiunque altro, sarà un “insegnamento” per qualcuno!»… semplicemente perché nulla e nessuno hanno significato, senza la mia presenza nel mondo. Ed allora ha ragione il filosofo che hai nominato dicendo che parlare della morte è paradossale, esattamente come sarebbe paradossale darsi appuntamento a dieci minuti prima del Big Bang o duecento metri fuori dei confini dell’universo. Forse quindi per cercare di penetrare almeno un poco il mistero della morte, della “Mia Morte” intendo non quella della scenografia delle pompe funebri, dovremo ricorrere a postulati diversi, diverse teorie ed unità di misura, forse addirittura logiche diverse… sforzandoci di sforzarla il più possibile, ma senza stravolgerla, quella nostra biologica… che poi è l’unica logica che abbiamo! Cordialità Lucio Musto 5 maggio 2008 |
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07-05-2008, 13.06.10 | #85 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 05-05-2008
Messaggi: 2
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Ciao,
grazie per la tua interessante risposta! si sottoscrivo tutto quello che dici, ma in vita possiamo avere esperienza solo , appunto, della morte degli altri, della 'morte altrui', e anche qui e' sempre una morte lontana, espertita dalle sue vestigia esteriori, di cui in quel blog ce n'e' un varia selezione... la morte altrui diventa piu' vicina e ci tocca nell'intimo quando e' la morte di un correlato, ed e' allora il dolore della perdita, la lacerazione della scomparsa di un polo affettivo- LA vera Morte e' pero' appunto, la MIa morte, ma di quella non ne abbiamo esperienza che nell'evento estremo e assolutamente altro che ribalta e annulla tutto quello che abbiamo conosciuto in vita, la morte come Mia Morte e' l'assolutamente altro, di cui e' paradossale parlare perchde' ogni categoria e possibile affabulazione permutata dalle esperienze che conosciamo 'in vita' non sono applicabili a un terreno sconosciuto e del tutto altro , quale e' la mia morte. In tal senso pensare e parlare della morte diiventa paradossale, e' il pensare l'impensabile e dire l'indicibile, la somma contraddizione che sovverte tutte le logiche dell'esistente e del predicabile... ciao! |
30-05-2008, 14.03.33 | #87 | |
Ospite
Data registrazione: 27-05-2008
Messaggi: 13
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Citazione:
Solo su una cosa sono d'accordo, Lucio, ossia sul fatto che la probabilità che avvenisse tutto questo è estremamente bassa (diciamo 1 su N) Ma quello che tu spieghi con Dio, io lo spiego con la probabilità. Se ci fosse la Terra al centro dell'universo, con i 7 "pianeti" che le ruotano intorno, allora forse il tuo discorso potrebbe filare... Ma considerando che il nostro sistema solare non è altro che un angolo remoto di una sperduta galassia situata chissà dove nell'universo, e che i pianeti sono forse di più di quell'N sopra citato, allora beh, trai tu le tue conclusioni... |
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01-09-2010, 13.37.05 | #89 |
Ospite
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Riferimento: La Morte Non è Niente
Il problema è nostro e forse della nostra società. Non siamo capaci di definire la morte in nessun modo se non con una parola sola: morte appunto. Non siamo in grado di parlarne né tanto meno di accettarla. In un rapporto malato con la vita viviamo come fossimo invulnerabili finché di colpo ci si para davanti l'evidenza della finitezza della vita. E allora cambiamo e cominciamo a convivere costantemente con l'idea dell morte. Ma più ci si pensa e meno ci si prepara. L'unico modo per arrivare preparati alla morte è morire e basta. Non esiste alcun altro modo. Fortunato chi muore d'infarto o in un incidente d'auto. Lui ci arriverà preparato. Maledetto colui che ci arriverà dopo anni di dolore o cure mediche. Ci arriverà terrorizzato. E chi dice che non ha paura della morte o mente o non sa di che parla. Quando la sentirà avvicinarsi ne avrà paura eccome, che sia uomo di fede oppure no, che abbia 40 anni o 90. Non ci si può preparare a una cosa cosi
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01-09-2010, 15.37.36 | #90 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La Morte Non è Niente
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