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29-10-2005, 18.56.41 | #1 |
Ospite abituale
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Il futuro ruolo della Filosofia
Estrapolo due pezzetti dalla Lettera Online di Lucia Salvato sulla filosofia e le neuroscienze dal titolo Il futuro ruolo della filosofia. Una lettera con cui si può facilmente essere d’accordo, soprattutto laddove si invoca una maggiore presenza della Ragione, sia nella scienza, ma direi in tutti i momenti delle nostre vite.
………In questo percorso della Scienza, proiettata nel futuro in direzione dello studio della Mente, il ruolo della Filosofia è più che mai di primo piano, sia per le implicazioni etiche relative allo studio e alla manipolazione delle future conoscenze sulla mente umana, sia in quanto guida: la Filosofia cammina avanti rispetto alla Scienza, per gettare luce mediante il lume della Ragione, su ciò che dapprima appare oscuro, misterioso e incomprensibile…… Conoscere sé stessi rappresenta un momento elevato, un atto superiore ma difficoltoso rispetto alla conoscenza del mondo esterno. Ma al punto in cui è arrivata la Scienza, l’unica importante sfida è quella di conoscere, capire il cervello e i processi ad esso correlati, quali coscienza, mente, emozioni,ecc.. Per leggere tutta la lettera. Leggendo la lettera mi è venuto spontaneo fare un accostamento con alcune parole di U.G. Krishnamurti, (pensatore e filosofo, di cui si è molto parlato anche in forum). Ci ho pensato sia perché, per la prima volta, una persona, sana, normale, naturale, (da molti ritenuto un illuminato), ha rotto tutti i ponti con la tradizione religiosa, restituendo questo tipo di esperienze e di conoscenze all’uomo. Sia perché quanto dice è legato alla conoscenza del suo/nostro modo di funzionare. Sia perché da qualche parte, U.G. ha sostenuto che le religioni hanno fallito il loro ruolo di guida dell’umanità ed ora tocca alla scienza parlare. Parlando del suo stato, che egli chiama “stato naturale” dice: Questo è uno stato di non conoscenza: realmente non conosci quello che stai osservando. Posso guardare l’orologio appeso al muro per mezz’ora – eppure non leggo il tempo. Non mi rendo conto che si tratta di un orologio. Dentro di me c’è stupore: “Che cos’è questa cosa che sto guardando?” Non che la domanda così come l’ho formulata adesso si presenti in parole. Piuttosto l’intero mio essere è come un grande punto interrogativo. E’ uno stato di stupore, di meraviglia, perché non conosco quello che osservo. La conoscenza – tutto quello che ho appreso – è mantenuta nel retroscena a meno che non sia necessaria. E’ in uno stato “disinnestato”. Se mi chiedete l’ora, io vi risponderò: “Sono le tre e un quarto” o altro. La risposta viene improvvisamente come una freccia per poi ritornare subito dopo nello stato di non conoscenza, di meraviglia. Non potete immaginare la tremenda pace che è sempre qui, dentro di voi, che costituisce il vostro stato naturale. Il vostro sforzarvi nel creare uno stato mentale quieto crea in effetti un elemento di disturbo in voi. Potete soltanto parlare di pace, creare uno stato mentale e dire a voi stessi che vi trovate in una condizione molto tranquilla – ma questa non è pace; è violenza. Perciò non è di nessuna utilità creare la pace o il silenzio. Il vero silenzio è esplosivo; non è quello stato di morte mentale che i ricercatori spirituali immaginano. “Oh sono in pace con me stesso! Ho avuto l’esperienza del silenzio”. Queste parole non hanno nessun senso. La pace è vulcanica nella sua natura: ribolle in continuazione – è energia, è vita: questa è la sua qualità. Potreste chiedermi come faccio a saperlo. Io non so. La vita è consapevole di se stessa, per così dire- - E’ cosciente di se stessa. Quando parlo di “sensazioni” non intendo la stessa cosa che voi definite in questo modo. Nel mio caso, la sensazione costituisce una risposta fisica, un “tonfo” nel timo. Il timo, una delle ghiandole endocrine, è localizzato al centro del petto. I medici dicono che è attivo nell’infanzia fino all’età della pubertà, dopodiché si assopisce. Quando si perviene allo stato naturale, questa ghiandola viene riattivata. Le sensazioni vengono percepite a quel livello; non sono più “buone” o “cattive”, ma nient’altro che un tonfo. Se c’è un movimento fuori di voi – il pendolo di un orologio che batte, o un uccello che vola davanti al campo della vostra visione – anche quel movimento è percepito nel timo. L’intero vostro essere è quel movimento o vibra con quel suono; non esiste separazione. Nello stato naturale non c’è nessuna entità coordinatrice dei messaggi percepiti dai sensi. Ogni senso funziona indipendentemente a suo proprio modo. Quando dall’esterno insorge la necessità di coordinare uno o due sensi, anche allora non interviene nessun coordinatore, ma c’è solo uno stato temporaneo di coordinazione. Non c’è continuità; quando il processo è avvenuto, nuovamente i sensi riprendono la loro funzione in modo non-coordinato, disconnesso. E’ sempre così. Una volta che la continuità e stata spazzata via la sua illusorietà è finita per sempre. – (Stralciato da L’inganno dell’illuminazione edizioni Alaya) - Probabilmente è a gente come lui che bisognerebbe chiedere quell’aiuto di cui, in effetti, si sente tanto la necessità. Di mio aggiungo che, avendolo conosciuto, posso assicurare che ha tutta la credibilità per dire quello che dice e devo dire che come persona, “funziona”, (per usare i suoi termini), anche piuttosto bene nella vita di tutti i giorni, anche se ci si accorge facilmente che ha un qualche cosa di diverso dal comune uomo della strada, non fosse altro che quell’ombra di stupore, di cui egli stesso parla, e che si coglie quando il nostro sguardo incontra il suo. Da ultimo vorrei spezzare una lancia in favore della filosofia che secondo me, non è che non voglia dare il suo contributo alla scienza, perché vuole mantenere qualche tipo di predominio. Quello che capisco io è che la filosofia è in empasse, perché la ragione è costretta a lavorare sui valori dettati dalla fede e non può muoversi in altre direzioni. Forse non è qui la sede per dirlo, ma, nei sistemi complessi, applicare una forza ad un valore fittizio equivale a fare andare il sistema in “crash”. P.S. Se qualcuno volesse approfondire l’esperienza di U.G. consiglio il testo originale inglese, (ovviamente per chi conosce l’inglese), che si puo leggere clikkando qui in quanto il testo che ho citato è uno stralcio dell’originale che è un libro molto più grosso. |
06-04-2010, 18.48.53 | #5 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
In effetti non c'è contrasto fra scienza e filosofia se ognuno si attiene ai propri compiti e alle proprie possibilità....che in verità, forse, non sono ancora ben definite per tutti...
...a volte potrebbe trattarsi di avere o meno una cattedra.. Un tempo...fino al '500/600 erano tutti filosofi (event. matematici/geometri)....poi si è cominciato a distinguere a seconda della specializzazione. Ad un certo punto il filosofo ha smesso le sue elucubrazioni a tavolino ed è andato sulla scena del crimine: è così nata la scienza sperimentale. In realtà i greci gia lo facevano...e ci hanno lasciato molte informazioni e concetti di ordine astronomico e fisico che i filosofi da tavolino hanno fatto il possibile per dimenticare...fino a Copernico...magari fino a Galileo. Comunque il fatto oggi è che la scienza non ha etica o morale (ed è bene sia così...quasi sempre): compito specifico della scienza è scoprire e chiarire sempre piu' la micro-macrostruttura dell'universo (dal'inizio alla fine) come ci appare o ci potrebbe apparire pur con le nostre protesi. Vi è compreso il vivente fino a noi, fino a penetrare la nostra coscienza, ma coscienza nel senso di sentire il male o il bene fisico...di sapere di esserci...di riconoscerci nello specchio: siamo proprio noi unici e ce ne ricordiamo nel tempo: questa sera mi addormento e la mia coscienza scompare, ma riappare puntuale domattina quando mi sveglio per i cento anni a venire...se non dovesse ricomparie una sola volta sarebbero guai seri! ...che il senso morale sia trasmissibile geneticamente almeno in parte ...non saprei: i figli dei cattivi sono pure cattivi?....non saprei...dove andrebbe a finire la responsabilità??? Eppure, oltre al gene egoista...dovrebbe esistere (trasmissibile) anche il gene altruista: problema filosofico...per ora. Comunque... Ma allora cosa resta alla filosofia? ...fra l'altro, direi, dare un senso, uno scopo a tutto questo...e non è poco! soprattutto se non si cede alla tentazione di ricorrere al deus ex machina del teismo. Dire, come dice qualcuno, che la filosofia dovrebbe aiutate la scienza verso un uso piu' oculato della logica, della ragione, mi pare superfluo, per non dire sciocco e offensivo: nel suo campo (noumeno) la scienza ha una marcia in piu' rispetto alla filosofia ed è che i "trovati" devono passare al vaglio della sperimentazione, della riproduzione in laboratorio, del rilievo statistico, ecc... (metodo scientifico per la scienza di primo grado). I vari saperi diventano scienza quando superano questo vaglio...direttamente o indirettamente. La filosofia puo' intervenire nei campi della conoscenza ove la sperimentazione non è possibile: mancherebbero gli agganci concreti come accade per la coscienza morale, sociale, il senso del bene e del male, dare uno scopo e una direzione (scienze sociali), ecc... ...per quanto, i mezzi e gli strumenti (anche di ordine astratto) di cui la scienza dispone sempre più, vadano via via erodendo tali campi, ma sarà ancora lunga. |
30-01-2011, 21.26.26 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 8
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Qualunque scienziato che si presti ad una prolusione dei suoi studi e delle sue scoperte, mettera' in luce anche la sua visione di senso in cio' che ha fatto.
Nel fare questo ricorrera' ad una logica espositiva e a una logica emotiva, che fanno del suo lavoro un ottimo lavoro a disposizione della societa', oppure uno studio che ammuffira' in qualche scaffale, senza seguito. Galileo e' stato anche un buon promotore di se tesso, cosi come Freud, Russel o Einstein. Per fare questo bisogna saper maneggiare bene filosofia e arte della comunicazione, oltre che alle scienze, cioe' molti aspetti della personalita'. Se indulgiamo troppo sulla forma, diventeremo dei sofisti ciurmadori, se indugiamo troppo sulla sostanza degli ermetici inarrivabili. Tutto cio' e' filosofia pratica. Una prassi. Una filosofia pragmatica e utile. |
08-09-2011, 14.58.17 | #7 |
Utente bannato
Data registrazione: 26-08-2011
Messaggi: 48
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Il futuro ruolo della filosofia sarà quello che ha sempre avuto: cercare di rendere effettivamente spiegabile, razionalmente,"la Verità";come sia possibile conoscere ed amare l'amore che sentiamo presente in noi ed avvertiamo nella natura, però, senza riuscire a possederlo; ma ahimè, senza il gesto pratico, l'atto quotidiano resterà solo nella logica e per questo, solo e nient'altro che pura filosofia !!
DEC IN ALTUM |
19-12-2011, 23.45.43 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
La filosofia è morta , così come utopia.
Ha compiuto il ruolo storico di madre delle scienze dalla logica all'ontologia. Oggi le scienze sono specialismo autoreferenziale, a volte interdisciplinare . La filosofia ha cessato di essere la sacralità del linguaggio e di cercare di vedere oltre il velo. Ma la modernità ha proiettato la tecnologia alla superiorità alla quale l'uomo ha affidato la sua speranza di verità accantonando il pensiero. Ed ecco il declino della modernità. In attesa che il pensiero risorga e utopia rinasca dal'araba fenice, ma con nuova fondamenta e archetipi. |
06-01-2012, 19.43.11 | #9 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,363
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Citazione:
La filosofia non è morta, per quanto lo dicano, oggi, anche certi filosofi. La filosofia non può morire perchè non ha i limiti della scienza che deve agganciarsi al concreto, mentre, con la filosofia, il pensiero può andare oltre le barriere esperienziali avvalendosi semplicemente della logica, del paradosso, del silogismo, ecc... La filosofia può spaziare ovunque, nei campi del sapere o non sapere, ed esisterà finchè i filosofi ne trarranno prestigio e vantaggio. Per quanto, nell'esplicarla, una certa attenzione e buon senso è d’obbligo: la logica è una tecnica che si applica a tutto e tutto può essere dimostrato logicamente…oltre il buon senso..fino alla più folle utopia. La scienza non corre questo pericolo: ha il limite dell’esperimento!...se prima o poi non ti raffronti con l'esperienza, con l'evidenza o inevidenza dell'universo, sei finito..per quanto una ricerca puo' durare decenni...secoli...perseguendo una determinata linea teorica. Le stesse teorie scientifiche potrebbero definirsi solo filosofiche, quando ancora non siano confermate dall'empirismo sperimentale o matematizzate. Ne consegue che la speranza di verità e di salvezza che l’uomo affida sempre più alla scienza e relative ricadute tecnologiche, non costituiscono alcun accantonamento del “pensiero” nella sua più ampia accezione. Mi pare, questa del pensiero che decade con la tecnologia/scienza, una deduzione gratuita e non si capisce bene da cosa derivi. La cosiddetta modernità non collima affatto con la decadenza del “pensiero”..ma quale pensiero!?.... non vedo decadenza!...anzi c’è incentivazione al cambiamento ed effervescenza intellettuale: nonostante possibili avvallamenti, il trend di contenuto intellettivo è tuttavia crescente! Non altretttanto si puo' dire dell'etica: l'etica ci pare in decadenza...ma chi può dire? Se cambiano i saperi, le condizioni di vita, cambiano anche gli usi e costumi...l'etica in definitiva! Tuttavia, da buon pragmatico...non filosofo...deducendo dalle letture di questo forum, direi che alcuni limiti la filosofia se li potrebbe imporre...per esempio: 1)- Molte supposte verità tramandate dai filosofi passati dovrebbero essere riviste alla luce delle recenti scoperte e visioni/teorie scientifiche...in specie quando si tratta di metafisica e trascendente i maestri filosofi dovrebbero chiarire agli studenti che si tratta solo della storia di credenze teologiche...in sostanza la filosofia si salva se diventa laica...e ancor più se lo sono i filosofi. 2)- La ricerca della cosiddetta "verità": ecco… in proposito non si dovrebbero illudere i giovani studenti facendo loro credere che la “verità” la si esplicita con la semplice indagine logica condotta all'estremo o col riandare agli antichi: noto che la verità che non la si trova, o a stento la si trova, con la scienza...figuriamoci se la troviamo con la logica e i paradossi. Piuttosto la filosofia potrebbe lavorare, elucubrare, sugli idealismi, sulle utopie, sull'etica laica, sulla ipotetica "res cogitans" di Cartesio...ed, in ogni caso, lasciando alla teologia l'etica religiosa. 3)- Bisognerebbe chiarire ai giovani che oramai abbiamo varie branche della psicologia, della psichiatria e delle neuroscienze, ben sviluppate e affermate sperimentalmente e che le vecchie intuizione e visioni dei grandi filosofi in proposito, fin da quelli greci, non è che siano sbagliate in toto, ma andrebbero prese col lanternino e non citate ad ogni piè sospinto come ineludibile fonte di verità. 4)- Qualcosa del genere certo si potrebbe dire anche della cosmologia, della biologia, dell'evoluzionismo, ecc..per ogni disciplina scientifica… per quanto credo che la metodologia scientifica che tali scienze perseguono ne mantengano la congruenza coi nuovi trovati. 5)- I sostanza non mi pare che sia più, oggi, la filosofia che detta legge...nonostante si impegni nella ricerca dei fondamenti... e gli altri saperi non sono le semplici ancelle...è piuttosto il viceversa...particolarmente nei confronti della scienza fisica della natura e della biosfera...in particolare degli umani. Ma mi pare che già Bacone dicesse qualcosa del genere: il filosofo che non si attenesse ai principi della scienza era un ciarlatano!…ma è anche vero che quello di Bacone era un mondo inquinato all’estremo di superstizione e stregoneria ove il connubio stregoneria, scienza filosofia, religione era inestricabile...e la sua era un reazione. Oggi sempre più la filosofia puo' essere un sapere multidisciplinare e fra gli argomenti, detti filosofici per tradizione, pescano oramai la gran parte delle scienze, per cui anche il filosofo deve essere multidisciplinare con conoscenze scientifiche approfondite. Oggi sembrano prender piede i filosofi della scienza…me ne vengono ora alla memoria un paio di famosissimi: Popper e Giorello...e certamente ve ne sono altri di qualità eccelsa....ecc… Ma forse è questa la strada giusta per il futuro della filosofia...filosofia della scinza... o forse la filosofia stessa potrebbe continuare a trattare dei fondamenti dell’etica o della politica (come già oggi) quando già non siano intervenute le scienze sociali. Alla fine, in ogni caso, mi pare che la differenza fra le discipline fisiche e filosofiche non stia tanto negli argomenti oggetto di indagine, quanto nel metodo e nei mezzi utilizzati. Certo che a me la metodologia scientifica pare la più efficace, la meglio suscettibile di una qualche risultanza attendibile...infatti sospetto che i fondamenti e gli assoluti che la filosofia cerca..non esistano. Accade però anche che molti argomenti non abbiano un appiglio concreto per la scienza, che facciano cioè, parte della “res cogitans” cartesiana…ma niente è mai assoluto e definitivo …per cui il salto di genere è sempre possibile e infatti sempre più la scienza erode i campi di speculazione e indagine un tempo terreno fertile della filosofia. Quindi l’affermazione di Hawking non è poi così malevola e maleaugurante: i cosiddetti filosofi diventeranno sempre più scienziati! Del resto la cosa è già avvenuta in passato....avviene dai tempi di Galileo…da quando anche gli scienziati erano chiamati filosofi. Ciaociao |
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07-01-2012, 15.02.37 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Non sono entrato in questo forum per cantare il "de profundis" della filosofia, se vuoi la mia è una provocazione, ma che purtoppo ha segnali da almeno un secolo ;semmai urge la necessità di una costruzione di un nuovo pensiero che precorra i tempi e non che li rincorra.
Se il semplice pensare è filosofia, ci sono 7 milardi di persone ad adesso che si fanno, si sono fatti o si faranno le stesse domande . Personalmente dò un ruolo molto importante alla filosofia, come autentico faro delle culture, umane o scientifiche che siano. E' un dato di fatto che la tecnica è superiore alla filosofia e la dimostrazione è che i guru li trovi nelle scienze fisiche e matematiche e storicamente hanno inciso nella filosofia. La tecnica intesa come tecnologia ha immediate ricadute , è la ricerca e sviluppo del mondo e il potere se ne avvale delle applicazioni, in primis a scopi militari: è potente e dà il potere perchè è utile e pragmaticamente finalizzabile. La filosofia nelle sue varie discipline, dalla politica all'epistemologia sta rincorrendo e non ha e non dà modelli innovativi. Il vincente è chi sa innovare. |