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LettereOnLine - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica |
06-02-2012, 18.00.37 | #13 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2011
Messaggi: 8
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Scusatemi l’intromissione.
Secondo me,nel dialogare di argomenti particolarmente importanti e riuscire ad attrarre l’attenzione di molti,bisogna usare parole semplici e cognizioni proprie. Io,nel discutere del ruolo della Filosofia,uscirò un poco fuori tema introducendo il ruolo della Scienza. Io credo che il ruolo della Filosofia,da sempre,è quello di porsi e porre delle domande senza riuscire ad ottenere per forza delle risposte,mentre il ruolo della Scienza,da sempre,è quello di dare per forza delle risposte a delle domande. |
20-02-2012, 23.03.47 | #14 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Citazione:
Di fatto, gli argomenti si farebbero più completi e, a mio modo di vedere, interessanti. Come sappiamo, il pensiero religioso per accettare i suoi dogmi ha bisogno del concetto di fede; mentre alla scienza necessitano prove, documentali. In contrapposizione a queste esigenze “primarie”, la filosofia può formulare le sue teorie utilizzando il solo pensiero empirico. Un po’ quello che hanno sempre auspicato: sia Nietzsche sia Schopenhauer. Volendo vagliare in contemporanea gli atteggiamenti religiosi, scientifici e filosofici, apparentemente inconciliabili, notiamo che vi è una costante che li unisce, poiché, se fate attenzione, il filosofo somiglia molto a un religioso disincantato cui non serve la fede, mentre lo scienziato lo possiamo paragonare a un filosofo con una certa dose di pignoleria. La loro univocità risiede nell’approccio empirico, nel voler cercare metodiche che migliorino la nostra vita, tramite la ricerca di risposte tecniche, spirituali ed esistenziali. Per finire, credo che il futuro della filosofia possa terminare solo con l'estinzione umana, poiché la stessa fa parte del nostro DNA. Credo che questo valga anche per la ricerca scientifica; mentre mi immagino dei grossi cambiamenti che riguarderanno le religioni, poiché sono impostate su archetipi non più sostenibili in futuro. |
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24-02-2012, 21.21.06 | #15 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2011
Messaggi: 8
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Nel continuare con questo argomento,mi sento obbligato a confessare che sono di una cultura elementare:mi azzardo comunque ad andare avanti.
Io,sono ateo ma anche se non lo fossi,non sbaglierei se dicessi che "L'evoluzionismo" (la Scienza) e il "Creazionismo" (il credere in Dio),marciano su strade diverse,mentre la Filosofia,che non è "costretta" a documentare fenomeni ripetibili,può cimentarsi a discutere di credenze divine. |
25-02-2012, 20.36.56 | #16 | |
Ospite
Data registrazione: 25-02-2012
Messaggi: 22
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Citazione:
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27-02-2012, 19.33.44 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia
Ho riletto i post della discussione e forse si dimentica il punto essenziale per cui la filosofia occidentale è nata. Esisteva il mito, anzi i miti, che servivano a togliere la paura e il terrore del dolore e della morte e il timore di tutte le manifestazioni della natura che non avendo spiegazioni dovevano essere assoggettate a qualcosa, a qualcun, dando una prospettiva con i suoi rimedi. L’invenzione degli dei( l’antropofomorfismo della potenza ) e dei riti propiziatori nasce da questa necessità, ma ha costretto l’umanità in un “anestetico” mondo in cui c’era un’ insoddisfazione: la ragione , l’attributo più potente dell’uomo non aveva una spiegazione di senso, era mortificata.
La scuola di Mileto, nella regione ionica della Grecia, con i presocratici si pone una domanda fondamentale: cercare la verità, quel qualcosa che non può essere smentito, incontrovertibile. La volontà di cercare la verità è la filo-sofia . Ma anche qui forse abbiamo dimenticato la potenza delle parole che emersero allora. La filosofia inizia con l’archè , l’origine di tutte le cose. Talete lo pone nell’acqua, Anassimandro lo pone nell’aperion , il non determinato che quando si determina si manifesta al mondo. Il cercare le origini delle cose adottando la ragione e il metodo argomentativo apre un nuovo orizzonte culturale: la base su cui poggia l’intera cultura occidentale e con la globalizzazione direi l’intero pianeta. La rivoluzione culturale che avviene fra il sesto e quinto secolo avanti Cristo, forse lo abbiamo dimenticato, lo diamo per scontato il ragionamento e i miti. E infatti ci cadiamo continuamente. Nei primi anni del Novecento ( non vorrete mica che faccia la storia della filosofia ?) impera il positivismo di fatto come teoria che costituisce il nerbo su cui la scienza proietta la tecnologia e l’organizzazione sociale industrializzata, in cui l’uomo diventa atomo, soffocato nella moltitudine. Le arti di quel periodo rifiutano il modello standardizzato industriale e l’organizzazione sociale, alcune parti della filosofia cercano nuove metodologie del sapere; Frege apre la strada della logica moderna , seguirà B.Russell poi Wittgenstein e Godel e così via.. Nietzsche mette in discussione i paradigmi degli antichi greci aprendo la strada all’esistenzialismo di Heidegger che attaccherà “ la metafisica oggettiva” per considerare l’uomo “ come progetto gettato nel mondo” e questo porta l’essere a pensarsi storicamente e non più come una verità. L’ermeneutica procederà nel vedersi non come occhi che osservano il mondo , ma soggetti che pensano e comunicano. Le nuove vie della filosofia sono accomunate dal tentativo di mettere il discussione le basi del pensiero antico ,colpevole di aver costruito un mondo in cui , ripeto , l’uomo “ è asservito” ad un sistema. E infatti accadrà, purtroppo , che alcuni pensatori finiranno nelle file del fascismo e del nazismo, vedendole come novità in termini di “ rottura del passato”. Ne usciranno quasi subito, ma qualcosa si era “ spezzato” nel loro pensiero. Stessa cosa potremmo dire degli scienziati, ricordiamoci di Einstein che scrive al presidente statunitense per l’attuazione della bomba atomica. Poi se ne pentirà. Rimane l’uomo allora , fra la teoria e la pratica, nulla e nessuno sono neutrali, né la scienza, né la religione e le fedi, e nemmeno il pensiero: tutto ha concorso a ciò che è l’oggi che si proietta nel domani. Il futuro della filosofia? E’ un momento buio; non mi convincono i post modernisti, non mi convincono del tutto le elucubrazioni delle “ stringhe”, delle ennesime dimensioni , delle nuove spiritualità.che assomigliano ai miti antichi contemplativi, agli aforismi spirituali, alle osservazioni del cervello e della mente. Certo , li leggo per trarre spunti e riflettere, per cercare una possibilità di “illuminazione del futuro”. Ma vedo un ragionare dei particolari , una induzione che non porta a nessun universale, quando invece la filosofia era deduzione: dagli universali al particolare. Sappiamo di più di tanti particolari che le scienze ci propongono, persino ci confondono.Manca un disegno, un progetto, una prospettiva d’insieme. Quella potenza che fu nell’antichità, che aprì nuovi orizzonti: e ora? Sappiamo di più, certo, ma senza costrutto. Continuo a vedere un uomo “perso” che urla come nel quadro di Munch. |