vediamo un po' di capirci: seguendo il tuo sentiero potremmo vedere
la logica morale come una sorta di "costituzione", un testo base in qualche modo riconosciuto da tutti perchè riguardante temi, tanto per capirci, vitali;
Il relativismo etico come una sorta di federalismo individuale che permette un ambito più o meno vasto di libertà.
Potremmo essere anche su un sentiero buono: il fatto che possano coesistere entrambi i princìpi non è per niente una contraddizione, a patto però che si riesca a distinguere con una certa precisione gli ambiti sottostanti; mi spiego meglio:
quando si parla di LIBERTA' DI PENSIERO si dice una cosa a mio parere assolutamente vera, ma i fraintendimenti in merito sono molti:
siamo LIBERI di esprimere un'opinione, un'idea, ma non UN pensiero, bensì IL pensiero: il sentimento è individuale, tutto ciò che è inerente al nostro modo personale di "sentire", le nostre passioni. Ma il PENSIERO, inteso cioè come collegamento tra la nostra capacità individuale di vedere la realtà e la realtà stessa, può essere più o meno limitato, più o meno preciso: ma la realtà resta oggettiva.
Mai e poi mai la realtà può essere relativa a qualcosa d'altro da essa.
UN pensiero può essere tale perchè parte DEL PENSIERO, del LOGOS. Non è possibile avere un pensiero impreciso: quella è un'opinione, un'ipotesi, un pensiero in fieri, oppure un sentimento mascherato da pensiero (al giorno d'oggi è questa la forma più diffusa tra tanti finti pensatori...).
Se quindi il PENSIERO rappresenta, usando la tua metafora, la costituzione, i SENTIMENTI rappresentano il FEDERALISMO: ci si può attenere più o meno alla costituzione ma il testo resta quello.