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24-11-2015, 22.17.06 | #3 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
2) Non siamo lo stesso essere, ma siamo nello stesso essere, nella stessa unica realtà di cui siamo parti diverse. Io e te non siamo lo stesso, altrimenti non esisteremmo in alcun modo. L'uno universale non può esistere, anche se è. 3) Ma la percezione esiste? Nell'uno non può esistere, poiché l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere. Deve esserci una superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza affiinché una percezione sia solo immaginabile. La percezione riguarda l'esistenza e dunque il molteplice, non l'essenza e dunque l'uno. |
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25-11-2015, 07.55.37 | #4 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
2) non capisco cosa intendi: noi due che parliamo siamo pari diverse di un'unica coscienza. 3) infatti va approfondita, alcune teorie le ho, ma non si tratta di evidenze. |
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25-11-2015, 08.04.09 | #5 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
2) Siamo pari diverse dello stesso Io. Io=esperienza cosciente collettiva, universale. 3) le percezioni esistono perchè molteplici parti dell'esere, poi possono essere in relazione l'una con l'altra. |
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25-11-2015, 10.13.18 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-01-2010
Messaggi: 89
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Se non sono pensate significa che le tue tre affermazioni non sono così evidenti. Semmai ritengo che il realismo sia più evidente del tuo soggettivismo, sebbene forse entrambi non siano dimostrabili né confutabili.
Trovo contraddittorio affermare che Io e Tu siamo la stessa Coscienza Universale. C’è comunque la distinzione tra il contenuto della sensazione e la sensazione e tra la coscienza individuale e universale. Che relazione c’è tra di loro? |
25-11-2015, 10.20.36 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
"Passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili" per il significato che comunemente (per convenzione unanimemente accettata dai parlanti la lingua italiana) si da a queste parole sono (pseuo-) affermazioni autocontraddittorie, assurde, (in realtà mere sequenze di caratteri tipografici) senza alcun senso. Anche l' affermazione “io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza” non ha senso: se fossimo lo stesso essere, che percepisce non potremmo nemeno reciprocamente distinguerci, non avrebbe nemmeno senso che tu ti rivolga a me, parlare di “io” e “te” (ma casomai solo di “io”: prima persona singolare). Concordo che “esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione”. O meglio: che non necessariamente esistono (ma nemmeno necessariamente non esistono), oltre la sensazione enti ed eventi in sé (noumeno) che ne costituiscano il soggetto e l' oggetto; e che comunque ne sarebbero ben distinti: ben altre "cose"!. Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.37.34. |
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25-11-2015, 10.28.36 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
Concordo che “passato e futuro coesistono nella fenomenologia del presente come presente memoria e aspettativa, ma memoria e aspettativa non sono propriamente passato e futuro, bensì le immagini e quindi i significati che di essi ora [al presente!] ci appaiono per rappresentare (...) ciò che siamo [o meglio: che eravamo e che -presumibilmente- saremo]”. Trovo che “l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere” sia un' affermazione arbitraria. Certamente per poter pensare a ciò che esiste (e dunque anche per conoscere ciò che esiste) si devono mettere in reciproca relazione più concetti (non ne basta un' unico). Ma ciò che esiste in quanto tale (non che é pensato o conosciuto esistere -non necessariamente- né comunque ciò che esiste ed inoltre é pensato o conosciuto esistere in quanto pensato o conosciuto esistere) é indifferente a determinazioni, esiste indipendentemente da qualsiasi determinazione che lo riguardi (cosa invece inevitabile al pensarlo, eventualmente al conoscerlo): semplicemente “é ciò che é (qualsiasi cosa sia)”. Trovo perfettamente logico, coerente il concetto di “sensazione realmente esistente” senza alcun distinto soggetto ed oggetto, come puro evento fenomenico reale (teoricamente senza che alcunché d' altro, inoltre, realmente accada). In altre parole trovo perfettamente immaginabile una percezione senza alcuna superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza (anzi, anche senza alcun percipiente e/o percepito, oltre ad essa). Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.39.15. |
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25-11-2015, 10.38.51 | #9 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
"una volta ordinato, ecc." = nel futuro rispetto all' accadere di ciò che si ordina, ecc. (l' ordinare é avvenuto nel futuro rispetto a ciò di cui si parla, il tempo che é stato ordinato). Citazione:
Allora dovresti dire: "io sono un' unica coscienza, con parti diverse, mentre tu non esisti: esistono solo le diverse parti della mia coscienza"; per te il concetto di "tu" non dovrebbe nemmeno esistere come tale, come riferimento a qualcosa di reale diverso dalla tua (e solo tua, con diverse parti ma unica!) coscienza. Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.40.30. |
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25-11-2015, 11.41.37 | #10 | ||
Moderatore
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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