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02-12-2015, 21.38.17 | #82 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
I fenomeni (in generale) non sono significati; significati sono ciò che è indicato da (un certo determinato tipo di fenomeni i quali sono) segni convenzionalmente stabiliti, come le parole, i segnali stradali, le icone dei computer, ecc. L’ esistenza del noumeno secondo me spiega egregiamente l’ intersoggettività delle componenti materiali - naturali (esterne, non mentali-interiori) delle varie esperienze fenomeniche coscienti, cui è necessario credere (fideisticamente: non è dimostrabile) se si vuol credere alla conoscenza scientifica; per esempio la mia visione del monte Bianco corrisponde alla tua e a quella di chiunque altro perché ciascuna di esse accade nell’ ambito della rispettiva esperienza fenomenica cosciente, allorché ciascuna “entità nuomenica” - soggetto di esperienza cosciente si trova in rapporti analoghi a quelli di ciascun altra (di esse) con la stessa, unica per tutti, “entità noumenica” - oggetto di sensazione corrispondente per l' appunto all’ entità fenomenica “monte Bianco” in ognuna delle esperienze fenomeniche coscienti. In alternativa bisognerebbe supporre una leibniziana “armonia prestabilita fra tutte le incomunicanti (“monadiche”) esperienze fenomeniche coscienti. Citazione:
Non necessariamente tutto ciò che accade è sentito, ma tutto ciò che è sentito accade (e potrebbe anche darsi, in teoria, che non accada altro. Necessita di una differenza, e dunque di una pluralità (di concetti; non di cose) la conoscenza di una sensazione perché necessita che essa sia pensata determinatamente come tale (e non come "qualsiasi cosa sia”, e “omnis determinatio est negatio” (di altro dal determinando). Se mentre guardi o schermo del computer non senti altre cose, le sensazioni di tali cose non accadono (tautologia): puoi solo immaginare, ipotizzare, credere (e magari anche sapere effettivamente, veracemente; forse) che tali sensazioni accadrebbero se tu facessi in modo da percepirle (per esempio se ascoltassi il battito del tuo cuore, anziché pensare allo schermo del computer e non “farci caso”). Non avere dubbi per fede (cosa che accade anche a me circa il battito del mio cuore e tanti altri eventi naturali) è diverso dal sostenere che l’ accadere di tali eventi sia dimostrabile (il mio non è scetticismo "puro e duro": è una critica razionale delle credenze correnti in generale, e mie proprie in particolare). E si tratta di eventi fenomenici, non di cose in sé, che pure credo accadere realmente onde spiegare l’ intersoggettività dei fenomeni materiali naturali, “esteriori”. Per esempio non puoi veracemente credere che lo schermo davanti a te c'è anche quando, girandoti dalla parte opposta dopo averlo spento, non ne hai la visione: quello schermo é costituito da determinate sensazioni visive, che non accadono allorché non lo vedi: dire che esistono, allorchè non vedi lo schermo, le sensazioni costituenti la (tua) visione dello schermo é patentemente autocontraddittorio. Per spiegare il fatto che se e quando volgi lo sguardo dalla parte giusta vedi lo schermo (= accadono realmente le sensazioni fenomeniche che ne costituiscono la visone) sfuggendo a questa autocontraddizione, bisogna ammettere che ad essere reale anche allorché non lo vedi non sono (autocontraddittoriamente) tali sensazioni fenomeniche, bensì qualcosa che da esse é diverso (qualche altra cosa) perché é realtà in sé o noumeno: un' "entità noumenica"; la quale é sempre "li pronta" per trovarsi in qualsiasi momento in determinati rapporti con l' altra entità noumenica che sei "tu" soggetto di sensazioni, tali che nell' ambito della "tua" esperienza fenomenica cosciente accade realmente la visione dello schermo (corrispondente a tale "entità noumenica"). Citazione:
Ma che sia realmente relazione (fra un soggetto e oggetti da essa distinti e ulteriormente reali) è ciò che andrebbe dimostrato (e che non si può dimostrare; si può crederlo per fede, e personalmente lo credo, come ogni persona sana di mente). Gli unici dati reali certi (se non per fede: dimostrabili o constatabili) delle sensazioni sono i loro “contenuti fenomenici” che le costituiscono, sono esse stesse. La sensazione può benissimo essere intesa come evento fenomenico non accompagnato da soggetto né oggetto -i (sull’ assolutezza non mi pronuncerei; certamente la sua conoscenza non può che essere relativa). Citazione:
Probabilmente per il fatto di essere refrattario al misticismo e fierissimo spregiatore della psicoanalisi, mi riesce incomprensibile comprendere cosa sia uno stato albeggiante di coscienza. Peraltro perché accadano sensazioni (e non: conoscenze di sensazioni) non è affatto necessario che esse siano anche pensate e descritte correttamente, veracemente, conosciute, spiegate. |
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02-12-2015, 21.43.20 | #83 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
Quel contenuto implicito è il criterio, che noi interpretiamo come un mondo al quale siamo vincolati, a sua volta regolato da leggi. Possiamo interpretarlo come vogliamo, ma non ha essenza concreta. |
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02-12-2015, 22.27.10 | #84 | |
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Il mio punto 2) non dice che vediamo tutti in modo identico. Dice che siamo tutti parti di un'unica "anima", che non è altro che l'esperienza cosciente collettiva(o universale). L'ambiente materiale produce sensazioni, e noi siamo l'insieme delle sensazioni prodotte da esso e da tutti gli organismi coscienti. Poi ovviamente a determinate sensazioni corrispondono determinate configurazioni materiali. Infatti i daltonici hanno una configurazione diversa(seppur di poco) nel cervello. Il mondo concreto(l'insieme delle sensazioni, o Io) è colorato, odoroso, rumoroso, ecc... Il mondo astratto(quello materiale), ha solo una forma matematica e metafisica. |
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03-12-2015, 17.49.00 | #85 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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2-siamo parte dell assoluto? questo punto e in contraddizione con il primo . se tutti siamo uno stesso essere che produce coscienza che pero ora non percepita come unica(io non so cosa conosci e tu non sai cosa conosco presumo)ci deve essere per forza un futuro in cui queste coscienze si uniranno a formare il sapere universale .Cosa che pero e noiosa e gia sentita 3-non esiste la mela ma la percezione di una mela.ma cosa causa la percezione? esiste qualcosa che in noi provoca la percezione ,stimola i nostri sensi ,ma non e detto che cio che percepiamo sussista in natura come lo percepiamo |
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04-12-2015, 14.32.00 | #86 | |
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Per rispondere a tutte le tue considerazioni basta questa risposta: Io percepisco tutta la coscienza prodotta dall'ambiente in tutto il tempo, la percepisco contemporaneamente, ed essendo i ricordi sottoinsiemi di questa totalità della coscienza, ed essendo i ricordi a definire ció che percepisco insieme, percepisco questi ricordi separatamente. |
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04-12-2015, 14.49.05 | #87 | |
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2) coscienza universale non è ricordo universale: vuole semplicemente dire che io percepisco la coscienza(fatta di sensazioni) prodotta da ogni organismo in tutto il tempo, e la percepisco in un unico istante, che rimane sempre fisso e immutabile. È importante che tu non ti confonda il percepire e il conoscere(o ricordare): io percepisco tutto contemporaneamente, ma non conosco tutto contemporaneamente, in quanto le varie memorie sono dei sottoinsiemi separati di ció che percepisco. 3) la mela è un oggetto astratto che associamo ad un determinato insieme di sensazioni. Ció che chiamiamo cause, e le indichiamo con entità astratte e leggi fisiche, non è altro che l'oggettivizzazione del criterio che individuiamo in ció che percepiamo. |
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04-12-2015, 16.17.01 | #88 | ||||
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Il fatto che più soggetti possano condividere lo stesso significato dell'oggetto indica che vi sono aspetti significanti di esso culturalmente o fisiologicamente condivisi. Citazione:
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04-12-2015, 16.59.29 | #89 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Cerco di capire: se per "esistere" intendi non (come si fa comunemente) "accadere realmente" ma "essere considerato", essere oggetto di pensiero (eventualmente di conoscenza), allora concordo che necessita di una pluralità di concetti (quello dell' ente o evento pensato -eventualmente veracemente conosciuto- esistere e quelli degli altri relativamente ai quali il primo si definisce: "omnis determinatio est negatio"). Citazione:
Per me le sensazioni sono fatti, eventi. L' esistenza di loro soggetti e loro oggetti distinti dai loro "contenuti costitutivi" (enti/eventi in sé: non i contenuti fenomenici che le sensazioni costituiscono come eventi, ovviamente) non é dimostrabile essere necessaria all' esistenza reale delle sensazioni stesse (né men che meno essi sono mostrabili: sarebbe contraddittorio il pretenderlo). |
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04-12-2015, 18.54.38 | #90 | |
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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La tua tesi è che non esiste la mela (il mondo fuori dalla nostra mente). Quindi ovviamente uno si domanda perche allora vediamo le mele e distinguiamo le mele da altri presunti oggetti. La tua risposta sembra considerare allora solo ciò è la mente. Ma se si considera solo la mente ci si dovrebbe domandare perche essa legge (vede, sente ecc.) una sequenza di flash tutto sommato con un filo conduttore. Mentre dormiamo effettivamente i flash sono apparentemente disordinati, ma quando siamo svegli (cioè pienamente coscienti) abbiamo la sensazione di non vivere più nel caos ma di vivere appunto una vita ordinata e con un filo conduttore. Insomma ci sentiamo "vivi" e pensiamo di essere liberi anche nelle scelte delle esperienze che vogliamo fare. Le domande a cui bisognerebbe rispondere (se la tua tesi fosse vera) sarebbero tante. -Perche allora non viviamo sempre vigili mentre sembra che ogni tanto (guarda caso proprio quando abbiamo la sensazione di dormire) ci speniamo e nella vita da spenti sembriamo entrare nel caos dove la sequenza dei flash non sembra piu avere un filo conduttore? -In un mondo dove saremmo solo Mente, che bisogno ci sarebbe di avere delle pretuberanze (anche abbastanza complicate) che abbiano lo scopo di percepire il mondo? In un mondo di solo Mente gli occhi non servirebbero, non servirebbero neppure le orecchie e la lingua. E' mai possibile che esisterebbe un mondo di solo Mente che abbia lo scopo di farci sentire come se ci fosse un mondo esterno? Perche? Che scopo c'è? -Perche un non vedente dalla nascita non vede le mele e non sa cosa siano i colori? Non si è detto che le nostre menti sono simili (anche se non uguali) e le pretuberanze (atte alla presa delle nostre sensazioni, come occhi orecchie ecc.) non sono li per farci fare esperienze del mondo visto che il mondo ce l'abbiamo solo nella nostra mente? Perche quindi c'è differenza fra menti e menti? Pensi sia giusto ammettere che i non vedenti non vedono perche hanno qualche problema dal loro apparato della vista? Se è vero che loro non vedono perche hanno un problema all'organo della vista, non è vero anche che esso serve per vedere il mondo esterno? O invece dovremmo pensare che gli occhi sono esterni alla mente (attaccati ad un corpo esterno che non dovrebbe esistere presumendo vero la tesi iniziale) ma svolgono il compito di farci vedere all'interno senza alcun nesso però con il mondo esterno!?! Non risulta strano che la maggior parte dei non vedenti non vede perche ha qualche disfunzione di qualche organo... cioè oggetti che in realtà non dovrebbero esistere (o che esisterebbero solo nella nostra mente)? Tutte domande a cui bisognerebbe dare una risposta coerente. Ce ne sarebbero molte altre ma penso siano gia sufficienti. |
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