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01-12-2015, 14.38.39 | #72 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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01-12-2015, 14.54.20 | #73 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
3) facciamo un esempio: Sento dei suoni; penso spontaneamente che siano prodotti da un televisore in un'altra stanza. Analizziamo questo processo: i suoni, che sono sensazioni uditive, esistono indubbiamente, dal momento che ne ho diretta esperienza; tuttavia, il televisore, le stanze, la distanza spaziale, e il mondo materiale a cui ho pensato, è solo una mia astrazione. Noi percepiamo le sensazioni, e dalle loro relazioni astraiamo un mondo materiale sul quale ci poniamo tutti quanti: Il mondo materiale è la proiezione oggettiva del criterio che regola il soggettivo mondo delle sensazioni. Ad esempio, cosa è la mela? È un oggetto che ipotizzo dopo aver percepito una sensazione visiva. Dopo aver ipotizzato un mondo materiale, andrebbe comunque spiegato perché c'è criterio in esso, quindi ipotizzarlo non risolve il problema del criterio: si cambia solo l'oggetto di indagine. |
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02-12-2015, 01.02.31 | #74 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Pepe98 scrive:
L'occhio non può vedersi neanche uscendo da se stesso, l'occhio è materia, e la materia non vede.[/quote] Quando dico occhio intendo la funzione visiva. La relazione tra la mente percipiente e l'oggetto/forma percepito. Qui viene usato per formulare un paragone. Affermare che la materia non vede è un'altra supposizione. Cos'è che "vede" ? La sensazione che definisci autocosciente? Ma la sensazione non è una cosa in se'. E' sempre una relazione. La relazione permette di capire appieno proprio il significato della sensazione. In più la sensazione è un linguaggio. E' attraverso la sensazione che il bimbo impara il rapporto con il mondo e il comunicare con i suoi simili. Come si potrebbe imparare qualsiasi forma di linguaggio se non avessimo sensazioni comuni ? Proprio perchè provo le tue stesse sensazioni che capisco quando parli di sensazioni. Non ci sono anime diverse dietro queste sensazioni. Ci sono menti diverse ma simili nel percepire le sensazioni. |
02-12-2015, 07.52.00 | #75 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Ma che c' entrano le amnesie e le perdite di ricordi? Perché la mia esperienza cosciente sia tutt' altra cosa, distinta e separata dalle altre (per esempio dalla tua) non é affatto necessario che ricordi tutto di essa. Basta e avanza che non ricordi e non abbia mai ricordato (perché non ho mai esperito) nulla delle altre! (Io non ragiono affatto per "anime" che entrano ed escono dai cervelli, ma per esperienze coscienti e cervelli, "cose" completamente diverse le une dalle altre, fra le quali esistono precise corrispondenze biunivoche). Non ipotizzo esseri che dividono la coscienza prodotta in parti coscienti autonomamente, ma esperienze coscienti distinte per il fatto che per "esperienze coscienti" si intendono flussi di sensazioni fenomeniche autoevidenti (immediatamente constatabili), e come nella mia constato solo quelle che ne fanno parte le quali non comprendono quelle delle altre (se constatassi anch' esse, allora per definizione farebbero parte di "questa mia" immediatamente esperita e non delle altre postulate e immaginate), così non posso non credere acccada anche alle altre. Mi sembra che per non cadere in contraddizione dovresti definirti solipsista: esiste solo e unicamente la ("tua") esperienza cosciente immediatamente esperita; e nessun' altra, poiché se altre ne esistessero, per esempio la "mia", i loro contenuti non apparendoti, non essendo (da te immediatamente) constatati, della "tua" non potrebbero far parte per definizione. |
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02-12-2015, 13.46.14 | #76 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Quando dico occhio intendo la funzione visiva. La relazione tra la mente percipiente e l'oggetto/forma percepito. Qui viene usato per formulare un paragone. Affermare che la materia non vede è un'altra supposizione. Cos'è che "vede" ? La sensazione che definisci autocosciente? Ma la sensazione non è una cosa in se'. E' sempre una relazione. La relazione permette di capire appieno proprio il significato della sensazione. In più la sensazione è un linguaggio. E' attraverso la sensazione che il bimbo impara il rapporto con il mondo e il comunicare con i suoi simili. Come si potrebbe imparare qualsiasi forma di linguaggio se non avessimo sensazioni comuni ? Proprio perchè provo le tue stesse sensazioni che capisco quando parli di sensazioni. Non ci sono anime diverse dietro queste sensazioni. Ci sono menti diverse ma simili nel percepire le sensazioni.[/quote] A produrre la vista è tutto l'ambiente materiale, non solo gli organi di senso. Anche l'ambiente di può definire organo di senso. Comunque, io non credo che la sensazione sia una relazione, bensì una cosa in sé. Secondo me percepire non vuol dire avere coscienza dell'esistenza di qualcosa, ma semplicemente esistere. Percepire una mela, vuole dire essere una mela. Noi non percepiamo un esistente al di fuori di noi: noi siamo quell'esistente, l'esperienza cosciente collettiva. Non ci sono dei validi motivi per credere di essere qualcuno che è esterno alle cose che conosce, se non per il senso comune. Stiamo ancora cercando la "sede"dell'anima, cioè qual è il punto in cui siamo noi che osserviamo ció che ci sta intorno; ma invece siamo noi l'ambiente(ovviamente sotto forma di sensazione, l'ambiente materiale invece non esiste concretamente). Secondo me si risolvono un sacco di domande con questa teoria. |
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02-12-2015, 14.42.12 | #77 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Inoltre, il presente non è un divenire assoluto. Pensa che mentre per noi due eventi sono simultanei, per qualcuno che invece si muove a velocità diversa dalla nostra, gli stessi eventi non sono già più simultanei(relatività speciale). È un motivo in più per non credere all'esistenza di un presente diveniente, quindi alla possibile coesistenza degli istanti di tempo. Quindi all'immutabilità dell'essere e delle sensazioni, ad un unico "ora" in cui tutto è percepito contemporaneamente(ovviamente separatamente). Cosa c'è di più filosoficamente perfetto? |
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02-12-2015, 16.27.55 | #78 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Che senso ha parlare di realtà metafisica se non ne esiste una fisica? |
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02-12-2015, 17.21.49 | #79 | ||||
Moderatore
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Pur tuttavia ammetto che questo è un modo di vedere la sensazione dall'esterno, da parte dell'osservatore. Nel momento in cui la si vive, in uno stato albeggiante di coscienza, il soggetto può aderire completamente alle sensazioni che ha, che si presentano come la cosa stessa. Buona parte della ricerca artistica e tutto il misticismo vanno proprio in questa direzione. C'è anche una corrente psicanalitica (Melania Klein, Wilfred Bion) che ha affrontato il tema nello studio dei bambini molto piccoli (fino a un anno di età) riconoscendo in essi fondamentalmente questo stato. Il bambino che ha ad esempio la sensazione di avere fame, non ha fame, ma letteralmente è quella fame, aderisce totalmente a ciò che sente, senza che ci sia un oggetto e un soggetto. Ma in questo ambito non ha senso a mio avviso parlare di sensazione (solo noi, descrivendo quanto accade dall'esterno come osservatori la vediamo e la definiamo tale), il bambino la vive in assoluto, in aderenza totale, senza che vi sia alcun soggetto (bambino) o oggetto (seno della madre) separati in modo tale che tra essi si possa determinare quella che un osservatore esterno chiamerebbe una relazione sensitiva. |
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02-12-2015, 17.26.38 | #80 | |
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Non credo di aver capito l'ultimo periodo (quello sottolieato). Non abbiamo necessità al momento di ipotizzare un mondo materiale. Ci basta ipotizzare che le nostre sensazioni siano sempre diverse. Se sono diverse dovremmo spiegare perche lo sono. Poniamo innanzi ad una fila di uomini coscienti (sani) una mela. Tutti vedranno una mela. Se cambiamo la mela con un televisore, tutti vedranno un televisore. Quindi le nostre sensazioni sono dipendenti dagli "oggetti" che ci appaiono, e sono sempre diverse. La loro diversità dipende dalla molteplicità degli oggetti posti innazi ad un essere cosciente. Ci sono poi altri elementi per dimostrare che si è dipendenti da un mondo esterno e al contempo per dimostrare che non vediamo tutti in modo identico (il tuo punto 2). Se mettiamo difronte ad una fila di esseri coscienti una mela con qualità rossa, i daltonici (presenti nella fila) diranno che la mela è verde. Le sensazioni visive, uditive ecc. sono quindi causate in un certo modo dal mondo esterno e percepite diversamente a seconda del nostro apparato di percezione. Se questo ha una caratteristica differente dal gruppo (o se vogliamo possiamo chiamarlo anche difetto) la percezione che se ne avrà sarà differente. Da dire anche che udito vista ecc. non sono caratteristiche proprie del mondo che ci circonda. Come sempre ho sostenuto e che ribadisco ancora una volta qui: i suoni, i colori i sapori ecc. non esistono in natura. Sono solo un modo per percepire il mondo esterno, non sono il mondo esterno. L'universo non fa rumori non è colorato e soprattutto non ...odora (o magari non puzza! ) !!! |
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