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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 29-11-2015, 10.08.23   #51
pepe98
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Originalmente inviato da memento
1)se percepissimo gli istanti separatamente non avremmo l'impressione che il tempo scorra. Ogni istante ha una certa collocazione temporale,un prima e un dopo,che permetta di determinarlo e di dargli un senso. Esiste al di fuori del pensiero cosciente? E chi può dirlo .
2)la coscienza che guarda sé stessa per me rimane un paradosso. Perché in realtà nessuno percepisce veramente sé stesso,semmai si riconosce in alcune sue manifestazioni (come il riflesso allo specchio,o il pensiero). Su questo sarai d'accordo,visto che hai definito la coscienza "l'insieme delle percezioni". Per questo non capisco tu cosa intenda.
3)Forse ho fatto degli esempi poco chiari. Si potrebbe percepire visivamente un oggetto se si fosse ciechi? La realtà fisica che protegge il pensiero umano mi ricorda una sorta di provvidenza divina

3) protezione è un errore di battitura, volevo scrivere "proiezione".
1) infatti ho precisato che in realtà li percepiamo contemporaneamente, alcuni più e altri meno.
2) dipende da cosa intendi per "io". Se intendi l'organismo o qualcosa di materiale, stiamo parlando di cose diverse. Ho definito l'Io come insieme di percezioni. Tu percepisci le percezioni? Già la percezione è un essere cosciente.
3) l'esempio del cieco è già un esempio a favore dell'inesistenza di un mondo materiale oggettivo.
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Vecchio 29-11-2015, 14.10.45   #52
maral
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Originalmente inviato da Sariputra
Cos'è la "mente" ? C'è qualcosa al di fuori della designazione "mente"?
Se togliamo il pensiero, poi togliamo le sensazioni, poi le volizioni, poi la coscienza,e così via...rimane qualcosa che possiamo definire "mente" ? E dove puoi trovarla questa "mente" aldilà del pensiero, delle sensazioni, delle volizioni,della coscienza, ecc. ? L'"anima" ? Proviamo solo a definirla, a pensarla, a percepirla, ad esserne coscienti di questa supposta "anima"? E' forse possibile ? O è solo anch'essa una mera designazione del pensiero ?
La mente non è che un significato del pensiero che da essa è a sua volta significato, pensiero e mente rientrano nello stesso gioco dei sgnificati che velando svelano. Tolti tutti i veli nulla può apparire, nulla è concepibile. Nessuna purezza essenziale.
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Concordo con gran parte di quello che scrivi nel finale. L'unica differenza è che, per me, all'interno di questa "Realtà" che ci sovrasta non c'è alcuna essenza che ne è soggetto. Perchè questa essenza non potrebbe che essere un'ulteriore designazione mentale, una sorta di anima immortale interna, che secondo me non è che un concetto, una congettura. Il fatto poi che si sostenga che, essendo pensabile, potrebbe essere reale, non la rende più vera delle ombre scorte da un occhio affetto da cataratta.
C'è qualcosa di Vero "là fuori" ma non è soggetto , nè oggetto del pensiero, nè di qualsivoglia designazione mentale.
Non dirò nemmeno che è Il Vivente perchè sarebbe un'altra designazione. Credo sia saggio il Silenzio e l' osservare con il Cuore...
Tutto infatti appare nel gioco dei significati, anche essenza è solo un significato che solo indica ciò che è.
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Vecchio 29-11-2015, 14.55.48   #53
maral
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Originalmente inviato da sgiombo
Questa tua affermazione mi sembra in palese contraddizione con quest' altra tua precedente (con la quale obiettavi a una mia ulteriormente precedente affermazione):
“Esattamente come per i partecipanti a questo forum e me stesso. Il mondo che viviamo è quello dell'esistenza, non dell'essenza. Dunque credo che [Il Monte Bianco, N. d. R.] pre esistesse [alla comparsa degli esseri umani, e dunque quando ancora non c' era nessuno a cui potesse significare per qualcos'altro che non è il Monte Bianco; ovvero indipendentemente da questo eventuale -ulteriormente- significare]”.
Non ci vedo una contraddizione (questo non significa che non possa esserci e non me ne accorga). Dico che credo nella pre esistenza del Monte Bianco in quanto il suo significato per come esso ora mi appare e mi è dato la implica. Credo poiché partecipo dell'esistenza in cui il Monte Bianco appare come significato e non come essenza.

Citazione:
La sensazione può benissimo stare (nella realtà) senza alcun senziente né sentito.
Continuo a non capire come possa la relazione sussistere senza senziente e sentito se è la relazione che intercorre tra senziente e sentito. E' qualcos'altro forse? Un ente assoluto autoreferenziale che sente se stesso e in se stesso si vede come schermo del computer, oltre che come tutte le altre cose? Perché mai? Mi è assolutamente impossibile concepirlo così, se non come contraddizione. Anche se la sensazione fosse la sensazione di se stessa e di null'altro ci sarebbe sempre la dualità tra sensazione soggetto senziente e sensazione soggetto, e non si può in alcun modo sostenere che sono la stessa cosa in identità, alla luce del linguaggio logico.

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Ma sfido chiunque a dimostrare (non: affermare aprioristicamente) che necessariamente devo esistere anche io come soggetto di tale pensiero, da esso ovviamente distinto, ed ulteriormente reale oltre ad esso; quanto al suo oggetto, si tratta di un mero insieme di (ulteriori) sensazioni fenomeniche (l' esistenza di sensazioni le quali sono oggetto di -ulteriori sensazioni di- pensieri é ben altra cosa dell' esistenza di oggetti di sensazioni i quali non sono sensazioni bensì cose in sé, non fenomeni).
Necessariamente deve esistere il soggetto, l'osservatore, che può assumere il significato di un io, l'io non è condizione necessaria, lo è il invece il soggetto essendo uno dei poli della relazione (come non può esservi una scarica elettrica se non vi sono due poli di diversa carica tra cui accade), Lo stesso vale per l'oggetto che deve necessariamente esserci (è l'altro polo). Può essere lo schermo e altro, ma deve esserci, altrimenti la sensazione (la scarica) da sola non c'è, proprio in quanto è definita come evento relazionale e quindi implica qualcosa in relazione di differenza (di qualcosa rispetto a un altro qualcosa)

Citazione:
(Maral: Certo, capire l'essenza (nel senso di spiegarla, ossia di dispiegarla) oltre la sua tautologia perfettamente identitaria è possibile solo nel continuo dispiegarsi di ognuno dei suoi significati in nessuno dei quali l'essenza può mai trovare compimento. L'essenza è perciò spiegata proprio dall'esistenza che in essa continuamente si nega per continuare a manifestarla dispiegandola, ossia per continuare a presentarne i segni in un processo infinito.)

Per me é ostrogoto!
Sto dicendo che l'essenza in sé non si può capire, poiché non la si può spiegare, ma in essa c'è la sua spiegazione e questa spiegazione avviene a mezzo dell'esistenza che ne dispiega la tautologia, Come se hai un foglio appallottolato e lo apri per vederlo, questo aprirlo è lo spiegare che avviene nel gioco dell'esistenza (dell'apparire), ossia è un togliere le pieghe per vedere tutto il foglio, ma ogni piega che togli ne determina sempre un'altra per cui la spiegazione equivale proprio a quel processo che continuamente toglie le pieghe senza mai finire.
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Vecchio 29-11-2015, 14.56.58   #54
memento
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Originalmente inviato da pepe98
3) protezione è un errore di battitura, volevo scrivere "proiezione".
1) infatti ho precisato che in realtà li percepiamo contemporaneamente, alcuni più e altri meno.
2) dipende da cosa intendi per "io". Se intendi l'organismo o qualcosa di materiale, stiamo parlando di cose diverse. Ho definito l'Io come insieme di percezioni. Tu percepisci le percezioni? Già la percezione è un essere cosciente.
3) l'esempio del cieco è già un esempio a favore dell'inesistenza di un mondo materiale
Ah ecco,cosi ha più senso
1)non mi piace stare li a quotare,però l'hai detto tu:
Citazione:
non potendoci mettere al di fuori dal tempo osservando tutti gli istanti(in quanto percepiamo gli istanti separatamente, pur potendone percepire altri entro certi limiti grazie alla memoria)
2)no,io non "percepisco le percezioni",ma solo ciò che viene percepito. Per Io intendo qualcosa di concreto,certamente.
3)non hai risposto alla domanda
Quando parlo di realtà fisica non mi riferisco alla realtà materiale conosciuta dalla scienza,ovvero al mondo come rappresentazione (come Schopenhauer insegna ),ma a quella del corpo e delle sue sensazioni,a cui non ti puoi sottrarre.

Non so perché,ma nonostante tu dica più o meno le stesse cose,i tuoi topic riscuotono sempre molta partecipazione da parte dell'utenza. Probabilmente è per il fatto di mostrare una teoria in maniera molto vaga prima di addurre via via delle spiegazioni anch'esse molto vaghe,in questo senso sei tipicamente "hegeliano"
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Vecchio 29-11-2015, 15.57.19   #55
sgiombo
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Originalmente inviato da pepe98
Non ho detto che nel cervello ci sono ricordi, ma che c'è memoria, che diventa ricordo, quindi coscienza, in determinate configurazioni del cervello. La memoria è qualcosa di materiale, è un'informazione legata a una causa: ad esempio, dopo una vaccinazione si hanno gli anticorpi attivati per un determinato parassita; in questo caso si dice che il sistema immunitario mantiene l'informazione del parassita, ha cioè una memoria. Ovviamente non c'è alcun atto cosciente in questo processo, è interamente meccanico. Il ricordo, invece, è qualcosa che si può percepire, ed esiste solo nella coscienza. Il cervello mantiene una memoria materiale, che puó tradursi in ricordo se opportunamente stimolata. La memoria può essere potenziale ricordo.


La memoria intesa come nelle teorie dell' informazione o della computazione non sono ricordi, certo.

Ma il fatto é che ciò che conta per stabilire se la mia coscienza si identifichi o meno con la tua non é per nulla la memoria intesa in queste accezioni, bensì i (miei) ricordi (che non includono affatto le tue esperienze coscienti, ma solo -parte de- le mie): ciò che accade nel cervello (mio o tuo o di chiunque altro), compresi gli eventi fisiologici che é del tutto ragionevole e realistico pensare realizzino qualcosa di sostanzialmente simile alla memoria di un computer, é del tutto irrilevante per la questione (anche se a determinati eventi cerebrali corrispondono determinati ricordi: corrispondono, ma non si identificano: sono tutt' altra cosa!); e men che meno sono rilevanti eventi fisiologici extracerebrali, come quelli del sistema immunitario.
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Vecchio 29-11-2015, 16.50.31   #56
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Originalmente inviato da maral
Non ci vedo una contraddizione (questo non significa che non possa esserci e non me ne accorga). Dico che credo nella pre esistenza del Monte Bianco in quanto il suo significato per come esso ora mi appare e mi è dato la implica. Credo poiché partecipo dell'esistenza in cui il Monte Bianco appare come significato e non come essenza.

Allora: credi che il Monte Bianco era reale anche prima che alcun uomo lo vedesse e ci pensasse e che alcun animale lo vedesse, oppure credi che allora non era reale?
Francamente non l’ ho ancora capito; ma se ci credi, allora non puoi non credere (pena il cadere in contraddizione!) che l' esistenza del monte Bianco prima della comparsa di organismi in grado di conoscerlo é un' esemplificazione dell' essere reale in quanto tale (indipendentemente dall' eventualità dell' essere, inoltre, anche oggetto di conoscenza o meno)

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Originalmente inviato da maral
Continuo a non capire come possa la relazione sussistere senza senziente e sentito se è la relazione che intercorre tra senziente e sentito. E' qualcos'altro forse? Un ente assoluto autoreferenziale che sente se stesso e in se stesso si vede come schermo del computer, oltre che come tutte le altre cose? Perché mai? Mi è assolutamente impossibile concepirlo così, se non come contraddizione. Anche se la sensazione fosse la sensazione di se stessa e di null'altro ci sarebbe sempre la dualità tra sensazione soggetto senziente e sensazione soggetto, e non si può in alcun modo sostenere che sono la stessa cosa in identità, alla luce del linguaggio logico.

Ma la sensazione non è affatto necessariamente una relazione: necessariamente è un evento fenomenico (allorché accade); che sia (anche) una relazione fra un soggetto e un oggetto è per l’ appunto ciò che dovresti dimostrarmi.

Per esempio è “la visione dello schermo del computer” (che non vedo come possa essere intesa quale “Un ente assoluto autoreferenziale che sente se stesso e in se stesso si vede come schermo del computer, oltre che come tutte le altre cose”; che infatti concordo essere una -pretesa- locuzione autocontraddittoria, senza senso).

Infatti una sensazione, se accade realmente, è una sensazione e basta (e non la sensazione di se stessa: per esempio la sensazione -semplificando: in realtà si tratta di sensazioni al plurale- dello schermo del computer non affatto da parte dello stesso schermo del computer -?-); il che non implica affatto necessariamente (sfido chiunque a dimostrarlo) l’ esistenza di altro oltre ad essa.

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Originalmente inviato da maral
Necessariamente deve esistere il soggetto, l'osservatore, che può assumere il significato di un io, l'io non è condizione necessaria, lo è il invece il soggetto essendo uno dei poli della relazione (come non può esservi una scarica elettrica se non vi sono due poli di diversa carica tra cui accade), Lo stesso vale per l'oggetto che deve necessariamente esserci (è l'altro polo). Può essere lo schermo e altro, ma deve esserci, altrimenti la sensazione (la scarica) da sola non c'è, proprio in quanto è definita come evento relazionale e quindi implica qualcosa in relazione di differenza (di qualcosa rispetto a un altro qualcosa)

Continui a fare affermazioni aprioristiche, non a dimostrarle; che non ci può essere scarica elettrica senza due poli carichi di segno opposto non dimostra la necessità di un soggetto e un oggetto di una sensazione più di quanto dimostri la necessità dell’ esistenza di Dio, oltre che delle (sue pretese) creature.

Lo schermo in quanto sensazione (-i) non può essere il soggetto delle sensazioni (intendendosi ovviamente per soggetto di sensazioni qualcosa di diverso e ulteriore rispetto alle sensazioni stesse, ché altrimenti concorderesti con la mia affermazione che le sensazioni “e basta” potrebbero benissimo -in teoria- esaurire la realtà in toto).
Lo stesso vale per l' oggetto.

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Sto dicendo che l'essenza in sé non si può capire, poiché non la si può spiegare, ma in essa c'è la sua spiegazione e questa spiegazione avviene a mezzo dell'esistenza che ne dispiega la tautologia, Come se hai un foglio appallottolato e lo apri per vederlo, questo aprirlo è lo spiegare che avviene nel gioco dell'esistenza (dell'apparire), ossia è un togliere le pieghe per vedere tutto il foglio, ma ogni piega che togli ne determina sempre un'altra per cui la spiegazione equivale proprio a quel processo che continuamente toglie le pieghe senza mai finire.

Se qualcosa esiste, allora si spiega la sua essenza?
Che significa?

Ma allora tutto ciò che esiste si spiega; che significa? Omnis determinatio est negatio!

E poi in che senso tutto ciò che esiste sarebbe tautologico?
Una affermazione può essere una tautologia o meno, ma:
non tutte le affermazioni (che esistono in quanto tali: affermazioni) sono tautologie;
e inoltre moltissime cose esistenti non sono affermazioni (e dunque a maggior ragione non possono essere tautologie).

Come si può tradurre la metafora o l’ analogia del foglio appallottolato che viene dispiegato (letteralmente) con l’ ente reale che esiste e ciò spiegherebbe l’ essenza?
Potrebbero benissimo essere reali i soli fatti esistenti senza alcun “essenza” (concetto che continuo a non capire che significato possa avere).
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Vecchio 29-11-2015, 18.07.33   #57
pepe98
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Ah ecco,cosi ha più senso
1)non mi piace stare li a quotare,però l'hai detto tu:

2)no,io non "percepisco le percezioni",ma solo ciò che viene percepito. Per Io intendo qualcosa di concreto,certamente.
3)non hai risposto alla domanda
Quando parlo di realtà fisica non mi riferisco alla realtà materiale conosciuta dalla scienza,ovvero al mondo come rappresentazione (come Schopenhauer insegna ),ma a quella del corpo e delle sue sensazioni,a cui non ti puoi sottrarre.

Non so perché,ma nonostante tu dica più o meno le stesse cose,i tuoi topic riscuotono sempre molta partecipazione da parte dell'utenza. Probabilmente è per il fatto di mostrare una teoria in maniera molto vaga prima di addurre via via delle spiegazioni anch'esse molto vaghe,in questo senso sei tipicamente "hegeliano"
2) tu percepisci la mela, o la percezione visiva della mela? Ti faccio una domanda: cosa è per te la "mela"?
3) "realtà del corpo"? Cosa intendi per realtà del corpo? Il corpo non è una semplice parte dell'ambiente materiale? Il corpo non ha sensazioni, è materia incosciente.

Io continuo a dire le stesse cose perché credo di spiegarmi male. Mi chiedo come facciano gli altri a non vedere la realtà nel modo in cui la vedo io, che che ormai vedo queste mie teorie come evidenze.
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Vecchio 29-11-2015, 23.10.01   #58
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Originalmente inviato da sgiombo
Allora: credi che il Monte Bianco era reale anche prima che alcun uomo lo vedesse e ci pensasse e che alcun animale lo vedesse, oppure credi che allora non era reale?
Francamente non l’ ho ancora capito; ma se ci credi, allora non puoi non credere (pena il cadere in contraddizione!) che l' esistenza del monte Bianco prima della comparsa di organismi in grado di conoscerlo é un' esemplificazione dell' essere reale in quanto tale (indipendentemente dall' eventualità dell' essere, inoltre, anche oggetto di conoscenza o meno)
Come ti ho detto ci credo, ma ci credo perché la necessità della sua pre esistenza è data dal significato di Monte Bianco per come mi arriva, non da una realtà intrinseca della cosa. E' data dal modo che ha di apparire (e che non è una scelta arbitraria, il significato del Monte Bianco non è scelto dal soggetto) a quel soggetto cosciente che sono io, non dall'essere in sé del Monte Bianco.

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Ma la sensazione non è affatto necessariamente una relazione: necessariamente è un evento fenomenico (allorché accade); che sia (anche) una relazione fra un soggetto e un oggetto è per l’ appunto ciò che dovresti dimostrarmi.
Forse ho capito quello che intendi. La sensazione può essere per te come un Monte Bianco in sé e per sé, come la pioggia che piove anche là dove io non la vedo scendere. Non è una relazione, ma un'entità autosussistente. Può essere, ma anche se così la si intende in questa entità autosussistente, proprio in quanto è sensazione (a differenza del Monte Bianco e della pioggia intesi in sé), deve implicare nella sua "essenza" un oggetto e un soggetto. Una sensazione è per forza sensazione di qualcosa da parte di qualcuno che ha un organo senziente, altrimenti come fa a essere sensazione? E' forse concepibile una sensazione di nulla per nessuno? Una visione senza un soggetto che vede e qualcosa che è visto? Di cosa si tratta?
A me la necessità della senzazione di poter essere solo una forma di relazione appare di per sé indiscutibile, se non lo fosse magari potrebbe essere un Monte Bianco in sé che non significa nulla e non è visto da nessuno, ma non certo una sensazione.

Citazione:
Per esempio è “la visione dello schermo del computer” (che non vedo come possa essere intesa quale “Un ente assoluto autoreferenziale che sente se stesso e in se stesso si vede come schermo del computer, oltre che come tutte le altre cose”; che infatti concordo essere una -pretesa- locuzione autocontraddittoria, senza senso).
Esatto, la visione dello schermo è una sensazione, perché c'è qualcosa che viene visto e c'è chi lo vede, perché li implica, non è visione del nulla per il nulla. E anche se si può avere la visione di questa visione, essa è ancora la visione di qualcosa per qualcuno. Come fa a sussistere una sensazione senza che qualcosa (un altro) sia sentito? Cosa c'è di aprioristico? è semplicemente implicito nel termine sensazione quello di essere un rapporto tra senziente e sentito. Una sensazione che non è ascrivibile in termini di relazione sarebbe come dire del rosso che non è il colore rosso e chiedere poi di dimostrare a chi dice che il colore rosso è proprio il colore rosso che questo è vero.

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Se qualcosa esiste, allora si spiega la sua essenza?
Che significa?
Significa che nell'esistenza si dispiega (si apre manifestandosi) l'essenza (che è la tautologia originaria dell'identità assoluta della cosa a se stessa). Significa che l'esistente è il solo luogo in cui l'essenza può apparire, ma che questo apparire non esaurisce mai l'essere della cosa.

Citazione:
E poi in che senso tutto ciò che esiste sarebbe tautologico?
Ripeto, ciò che esiste non è tautologico, è il manifestarsi dell'essente e quello (l'essente) è tautologico (quindi l'essenza significa solo se stessa senza spiegare di per sé nulla), non ciò che esiste. Ma essendone la manifestazione, essendone il suo mostrarsi, l'esistenza appartiene all'essenza e vi appartiene proprio in quanto ne è il suo manifestarsi, in quanto continuamente la racconta, come uno scritto appallottolato su un foglio si rivela solo dispiegando il foglio.
Citazione:
Potrebbero benissimo essere reali i soli fatti esistenti senza alcun “essenza” (concetto che continuo a non capire che significato possa avere).
L'essenza dello schermo del computer è semplicemente lo schermo del computer e basta, la sua assoluta identità. Se tu mi dici lo schermo del computer è fatto da questo e da quello, da queste e altre molecole e atomi, funziona in questo modo ecc., non è il processore, non è una sedia e via dicendo, se cioè me lo spieghi, traduci la sua essenza in una serie di fenomeni esistenti che ne danno spiegazione. Ma questa spiegazione è pur sempre riferita a quell'essenza che comnque hai lì davanti e corrisponde all'originaria identità assoluta dello schermo del computer a se stesso, semplicemente la dispiega per mostrare cos'è.
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Vecchio 30-11-2015, 00.57.44   #59
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Originalmente inviato da pepe98
2) tu percepisci la mela, o la percezione visiva della mela? Ti faccio una domanda: cosa è per te la "mela"?
3) "realtà del corpo"? Cosa intendi per realtà del corpo? Il corpo non è una semplice parte dell'ambiente materiale? Il corpo non ha sensazioni, è materia incosciente.

Io continuo a dire le stesse cose perché credo di spiegarmi male. Mi chiedo come facciano gli altri a non vedere la realtà nel modo in cui la vedo io, che che ormai vedo queste mie teorie come evidenze.
2)Io percepisco una mela,ovvero fornisco un significato (la mela) ad uno stimolo sensoriale (la vista di un'immagine). Che senso ha dire che percepisco una percezione?
3)come potrebbe esistere un ambiente materiale senza un corpo che ci viva ed esperisca le sensazioni che esso (l'ambiente) produce? E come potresti averne coscienza altrimenti? Nessun suono può essere percepito dai sordi,cosi come nessuna immagine può essere vista dai ciechi,e mille di questi banali esempi.

Se ti spieghi male forse non hai capito nemmeno tu cosa voglia dire. Una teoria non può per definizione essere un'evidenza:altrimenti non sarebbe giunta la necessità di formularla.
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Vecchio 30-11-2015, 10.10.33   #60
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Originalmente inviato da pepe98
La produzione di qualcosa nel tempo altro non è che il nostro modo di interpretare le relazioni tra il mondo dei sensi(mondo che non esiste realmente, ma è solo la nostra idea più immediata del mondo) in base a ció che ricordiamo e ció che percepiamo ora.
L'ambiente, cioè il mondo materiale, è un'astrazione, un perfezionamento collettivo del soggettivo mondo dei sensi. Possiamo usarlo per comunicare più facilmente. La sensazione non è prodotta da nulla realmente, ma possiamo associare ad ogni sensazione una configurazione del mondo materiale, e definirla come causa della sensazione. È il modo migliore per comunicare, in quanto il mondo materiale(che è formulato dalla fisica) è un'approssimazione sempre più sofisticata di una realtà oggettiva. Ad esempio: io posso dire "quella mela è rossa", ma una persona, che una volta vedeva i colori in un modo, quindi si è già fatto un'idea del rosso e del verde, mettiamo che sia diventato daltonico: allora potrebbe dire "No, quella mela è verde". In questo caso, i colori si rivelano proprietà troppo soggettive per comunicare, bisogna quindi esaminare meglio il mondo, e osservare qualcos'altro di più oggettivo, che sia una causa che non dipende più solo dalle proprietà dell'oggetto colorato, ma anche da quelle dell'organismo che è associato ad una certa visione del colore.
Quindi possiamo benissimo riferirci al mondo materiale per comunicare, pur avendo chiaro che si tratta di astrazione.



Confesso che faccio molta fatica a seguirti. Ho come l'impressione che utilizzi i termini con significati diversi da come li intendo personalmente. Poi mi sembra che "bypassi" con nonchalance le contraddizioni che sorgono via via che si approfondisce il tema.
Sarà che sono tardo di comprendonio, non so...
Per es. parli di mondo materiale come semplice astrazione di un'unica coscienza , ma poi , contemporaneamente, affermi che è un perfezionamento Collettivo dell'unico soggetto.
Come fa ad essere contemporaneamente perfezionamento collettivo e percezione di un unico soggetto ?
Personalmente la trovo una contraddizione insuperabile, ma ripeto,forse sono io un po' tardo...
Sariputra is offline  

 



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