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28-11-2015, 18.29.02 | #42 | |
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
No. Nell' organismo materiale (e in particolare nel cervello) non c' é alcun ricordo: solo neuroni, sinapsi, fasci di assoni percorsi da potenziali d' azione: tutt' altre cose che le persone o gli episodi della sua vita o le nozioni da lui apprese che il "titolare di quel cervello" sta ricordando (in quanto ricordati: i loro ricordi). La comunicazione é inevitabilmente approssimativa. Ma é possibile (di solito con più che soddisfacente efficacia, magari in seguito a sforzi più o meno grandi per intendersi) alla condizione che chi la pratica (sia in qualità di parlante che di ascoltante) rispetta certe regole logiche e semantiche arbitrariamente stabilite e convenzionalmente accettate (non per esempio, nel caso della lingua italiana, se chiama "tempo" lo spazio). Ultima modifica di sgiombo : 28-11-2015 alle ore 21.49.21. |
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28-11-2015, 18.58.13 | #43 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
Questo è il gioco del significa che sempre si riavvolge su se stesso, il gioco dell'apparire, il velo di Maya di cui mente e coscienza sono ancora veli. Al di fuori di esso nulla può essere né detto né pensato, non c'è né coscienza né mente, ma qualcosa c'è che ne presenta il significato, è il soggetto assolutamente indicibile e impensabile di questo eterno significare il cui positivo è nella negazione continua di ogni significato (mente compresa) in cui viene a manifestarsi. Ossia nel gioco eternamente significante in cui l'essenza si presenta in uno dei modi in cui è, nella molteplicità di tutti gli innumerevoli modi che gli sono propri e che parimenti vengono via via a essere negati. Questo modo che si presenta è sempre come la foglia di una pianta in una foresta infinita, ma questa stessa singola foglia, qualsiasi essa sia, nella sua particolarità, partecipa di tutto lo stesso infinito della foresta.[/quote] Per me "foresta" e "pianta" e "giardino" sono solo designazioni mentali. In senso ultimo non vi è alcuna foresta, non c'è alcuna pianta, e il mio giardino è "vuoto". Quindi se estirpo una pianta (designata pianta) da una foresta ( designata foresta) e la pianto nel mio giardino "vuoto" la designazione foresta non cambia in nulla, la designazione pianta non cambia, il mio giardino non si riempie. Proprio per questa assenza di essere "foresta", la foresta rimane foresta, la "pianta" rimane pianta e il mio giardino si riempie. Cos'è la "mente" ? C'è qualcosa al di fuori della designazione "mente"? Se togliamo il pensiero, poi togliamo le sensazioni, poi le volizioni, poi la coscienza,e così via...rimane qualcosa che possiamo definire "mente" ? E dove puoi trovarla questa "mente" aldilà del pensiero, delle sensazioni, delle volizioni,della coscienza, ecc. ? L'"anima" ? Proviamo solo a definirla, a pensarla, a percepirla, ad esserne coscienti di questa supposta "anima"? E' forse possibile ? O è solo anch'essa una mera designazione del pensiero ? Concordo con gran parte di quello che scrivi nel finale. L'unica differenza è che, per me, all'interno di questa "Realtà" che ci sovrasta non c'è alcuna essenza che ne è soggetto. Perchè questa essenza non potrebbe che essere un'ulteriore designazione mentale, una sorta di anima immortale interna, che secondo me non è che un concetto, una congettura. Il fatto poi che si sostenga che, essendo pensabile, potrebbe essere reale, non la rende più vera delle ombre scorte da un occhio affetto da cataratta. C'è qualcosa di Vero "là fuori" ma non è soggetto , nè oggetto del pensiero, nè di qualsivoglia designazione mentale. Non dirò nemmeno che è Il Vivente perchè sarebbe un'altra designazione. Credo sia saggio il Silenzio e l' osservare con il Cuore... |
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28-11-2015, 19.11.06 | #44 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
Questa tua affermazione mi sembra in palese contraddizione con quest' altra tua precedente (con la quale obiettavi a una mia ulteriormente precedente affermazione): “Esattamente come per i partecipanti a questo forum e me stesso. Il mondo che viviamo è quello dell'esistenza, non dell'essenza. Dunque credo che [Il Monte Bianco, N. d. R.] pre esistesse [alla comparsa degli esseri umani, e dunque quando ancora non c' era nessuno a cui potesse significare per qualcos'altro che non è il Monte Bianco; ovvero indipendentemente da questo eventuale -ulteriormente- significare]”. Citazione:
Così: Accade la visione dello schermo del computer (realmente!). Ma sfido chiunque a dimostrare (non: affermare aprioristicamente) che necessariamente devono esistere anche io come soggetto, qualcosa che ne é oggetto (che non potrebbe essere la visione fenomenica dello schermo del computer, in quanto eccedente la stessa, come tu lo intendi) e la rispettiva superficie di separazione (la quale sarebbe comunque percezione fenomenica, e dunque non qualcosa di reale oltre la sola percezione fenomenica). La sensazione può benissimo stare (nella realtà) senza alcun senziente né sentito. (Mi sembra giusto riconoscere che non sto che ripetendo, quasi alla lettera, argomentazioni del grandissimo David Hume). Citazione:
Analogamente accade (realmente) il pensiero "si vede lo schermo del computer". Ma sfido chiunque a dimostrare (non: affermare aprioristicamente) che necessariamente devo esistere anche io come soggetto di tale pensiero, da esso ovviamente distinto, ed ulteriormente reale oltre ad esso; quanto al suo oggetto, si tratta di un mero insieme di (ulteriori) sensazioni fenomeniche (l' esistenza di sensazioni le quali sono oggetto di -ulteriori sensazioni di- pensieri é ben altra cosa dell' esistenza di oggetti di sensazioni i quali non sono sensazioni bensì cose in sé, non fenomeni). Citazione:
Per me é ostrogoto! |
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28-11-2015, 19.25.35 | #45 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
Sì...la mia non era fondamentalmente una critica alla ragione, ma alla pretesa del pensiero discorsivo di comprendere nella sua totalità la Realtà. Infatti i mattoncini rettangolari Lego ottengono una qualche forma che rappresenta qualcosa di reale ( o presunto tale) ma non c'è verosimiglianza completa per la loro impossibilità di essere altro che rettangolari. Secondo me la ragione non è fallace, non è illusoria, illusoria è solo la sua convinzione di poter (un giorno) comprendere la "Verità" e farne una formula scritta o parlata. La ragione , per essere veramente "ragionevole", deve avere la comprensione completa dei suoi limiti. Ma la comprensione è l'unico mezzo che abbiamo per ottenere una qualche forma di libertà dal dolore di vivere e passare di giorno in giorno, noi e tutto quello che ci sta attorno. Nel buddhismo si usa il termine "prajna" che è molto difficile da rendere nella nostra lingua. Viene tradotto come "Visione intuitiva" ma questo non rende appieno il significato. La prajna è il momento in cui ragione e intuito si uniscono ( uniscono le loro forze/caratteristiche) per tentare l'assalto al castello, alla Rocca inaccessibile del Reale.La ragione insieme all'intuito sono le forze fondamentali per la Comprensione e per la Libertà dal conosciuto. |
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28-11-2015, 20.46.11 | #46 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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Ma se tutto è sensazione di un'unica coscienza anche l'ambiente non può che essere una semplice sensazione di quell'unica coscienza. Quindi affermare che l'ambiente fa la sua parte per produrre sensazione mi sembra contradittorio. Come fa a produrre qualcosa che esiste già? Tu stesso affermi che tutto quanto esiste, è esistito o esisterà non è altro che una sensazione qui e ora. Non c'è alcun tempo secondo te. Ma per produrre qualcosa abbiamo necessità di tempo. Infatti una cosa, per essere prodotta, deve avere un Prima in cui non esiste e un Dopo in cui viene ad esistere. E questo passaggio, questa produzione è Tempo. E quindi la Coscienza non è più sola Coscienza ma anche qualcos'altro... Mi sembra alla fine che sia come pretendere di infilare tutta l'acqua del mare dentro una bottiglia. Come fa l'infinita molteplicità stare dentro un semplice UNO ? Non c'è ovviamente altra strada che negare la molteplicità. Ma buttata fuori dalla porta, ecco, ti rientra dalla finestra. Il dualismo soggetto-oggetto è insuperabile per la ragione.La sensazione non può essere privata di quello che la esperisce. Come farebbe la sensazione ad autoconoscersi se non uscendo da se stessa ? |
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28-11-2015, 23.30.33 | #47 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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2)la coscienza che guarda sé stessa per me rimane un paradosso. Perché in realtà nessuno percepisce veramente sé stesso,semmai si riconosce in alcune sue manifestazioni (come il riflesso allo specchio,o il pensiero). Su questo sarai d'accordo,visto che hai definito la coscienza "l'insieme delle percezioni". Per questo non capisco tu cosa intenda. 3)Forse ho fatto degli esempi poco chiari. Si potrebbe percepire visivamente un oggetto se si fosse ciechi? La realtà fisica che protegge il pensiero umano mi ricorda una sorta di provvidenza divina |
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29-11-2015, 07.30.46 | #48 | |
Moderatore
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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ok non si può descrivere,definire etc..etc.. ma Intuire si, e mi sembra non sia appunto un caso quando accenni al Silenzio e al Cuore nel Kybalion ce' una legge ermetica che dice: allo stesso modo che tutto e' nel TUTTO il TUTTO e' in tutto e in effetti come potrebbe non essere altrimenti?! e allora credo che questo che ci può fare intuire che il Vero,e' si "la fuori" ma anche "dentro" di noi…e in un certo senso vuol dire che non ce ne un fuori e ne un dentro,ma un identificazione simultanea con cio che si viene a conoscere…cioè' ad Intuire. Ultima modifica di acquario69 : 29-11-2015 alle ore 11.05.43. |
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29-11-2015, 09.25.18 | #49 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
Citazione:
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29-11-2015, 09.55.24 | #50 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato
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L'ambiente, cioè il mondo materiale, è un'astrazione, un perfezionamento collettivo del soggettivo mondo dei sensi. Possiamo usarlo per comunicare più facilmente. La sensazione non è prodotta da nulla realmente, ma possiamo associare ad ogni sensazione una configurazione del mondo materiale, e definirla come causa della sensazione. È il modo migliore per comunicare, in quanto il mondo materiale(che è formulato dalla fisica) è un'approssimazione sempre più sofisticata di una realtà oggettiva. Ad esempio: io posso dire "quella mela è rossa", ma una persona, che una volta vedeva i colori in un modo, quindi si è già fatto un'idea del rosso e del verde, mettiamo che sia diventato daltonico: allora potrebbe dire "No, quella mela è verde". In questo caso, i colori si rivelano proprietà troppo soggettive per comunicare, bisogna quindi esaminare meglio il mondo, e osservare qualcos'altro di più oggettivo, che sia una causa che non dipende più solo dalle proprietà dell'oggetto colorato, ma anche da quelle dell'organismo che è associato ad una certa visione del colore. Quindi possiamo benissimo riferirci al mondo materiale per comunicare, pur avendo chiaro che si tratta di astrazione. |
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