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13-05-2014, 13.03.28 | #103 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
Ma bisognerebbe prima provare che c' é una causa che ci ha generato. Noi e/o la nostra coscienza. Tutti sanno che ci hanno generati i nostri genitori, ma questa conoscenza presuppone l' accettazione di una serie di premesse non dimostrabili bensì credibili arbitrariamente, “per fede”: non c' é alcuna contraddizione nel pensare che tutto ciò che é reale sia limitato ai contenuti della propria coscienza, iniziati (se la memoria non ci inganna; e anche questo é dubitabile) all' età di due-tre anni (tutto potrebbe essere iniziato allora); e anche nel pensare che i discorsi che ci fanno gli altri descrivendo le loro esperienze fenomeniche (che per quanto riguarda alla loro componente matriale-esterna, la “res extensa”, corrispondono intersoggettivamente alle nostre) potrebbero uscire da un marchingegno (il loro corpo) privo di coscienza, come un registratore o magari un robot; o anche, in teoria, per quanto inverosimilmente (ma se si vuole fare una critica rigorosa fino in fondo delle nostre credenze, allora anche le più improbabili e inverosimili ipotesi vanno considerate) si potebbe trattare di sequenze fortuite di suoni e di lettere che solo casualmente simulano discorsi sensati E se non c' é contraddizione nel pensarlo significa che tutto ciò é possibile, che le cose potrebbero stare effettivamente in questo modo. E che non c' é modo di dimostrare il contrario. Evidenziando tutto questo ovviamente non affermo affatto di essere solipsista, ma semplicemente rilevo l' indimostrabilità della falsità del solipsismo alla quale comunque credo (ciononostante, ingiustificatamente, letteralmente "per fede"). |
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13-05-2014, 21.05.27 | #104 | |
Moderatore
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
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14-05-2014, 12.20.57 | #105 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-04-2014
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
Penso che dal solipsismo non se ne esce, quindi non si può nemmeno entrarne. Come dice giustamente sgiombo, è impossibile dimostrarlo. Tutto ciò che esiste, per un solipsista, è limitato alla propria coscienza, anche una causa è effetto della propria coscienza. La sola possibiltà di poter pensare che una causa può essere effetto della mia coscienza, non è un atto di fede, ma è un dato di fatto. Il reale di un solipsista è un reale già in fieri, non è un postulato, altrimenti si creerebbe la miglior realtà possibile. Non è possibile conoscere i pensieri di un'altra coscienza, perché per un solipsista è impossibile uscire dai propri; il reale è un prodotto della mente, i pensieri di un'altra coscienza, per un solipsista, semplicemente non esistono. Perciò non li può conoscere. Egli non pensa di creare, crea. Ultima modifica di Davide M. : 14-05-2014 alle ore 21.10.23. |
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15-05-2014, 02.01.59 | #106 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
si ma sgiombo non è un mentalista, infatti dice semplicemente che non si può dimostrare, ma poi quando si tratta di decidere se quello che sento lo chiamo reale o meno, punta deciso sul fatto che sì è una cosa reale. nella mia posizione hegelina taglio corto dicendo che tutto parte dai sensi. invece il mentalista si pone problemi anche a livello sensorio tipo si può interferire e modificare il mondo, il cervello nella vasca e amenità varie...insulsaggini, al massimo proficue per qualche scienza della robotica, che però di ste domande proprio ne fa meno. E' una situazione grottesca, però le passioni umane sono spesso irrazionali, ogni tanto butto un occhiata ai loro pretesi "raggiungimenti". |
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15-05-2014, 12.03.08 | #107 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-04-2014
Messaggi: 193
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
Beh, non è molto hegeliana la tua posizione; adesso non mi ricordo chi ha scritto in questa discussione, che lo scontro più aspro tra Hegel e Kant è proprio a livello gnoseologico, che per il primo equivale a quello metafisico: Kant ritiene il noumeno proprio impossibile, perché prescinde da ogni possibile intuizione sensibile; mentre per Hegel il noumeno è proprio il punto di partenza di qualsiasi conoscenza, non i sensi. Di conseguenza, il pensiero metafisico, è l'unico possibile, perché in quanto razionale è reale. La posizione di sgiombo mi sembra chiara, la mente è una tabula rasa, almeno inizialmente; mentre per maral, se non ho capito male, e forse anche per te, le potenzialità dell'intelletto di sintetizzare i dati delle intuizioni sensibili, sono già parte di un dato fenomenico. A tal riguardo, lo stesso Kant fu accusato di innatismo, ecco perché poi scrisse i 'Prolegomeni', in cui si difese scrivendo che per lui erano solo "potenzialità" trascendentali, ma io ancora non ho capito la differenza. |
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15-05-2014, 12.57.03 | #108 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
Mah.... 1) basterebbe fare osservare a cinque solipsisti scettici lo stesso fenomeno e descriverlo: prima sensorialmente, poi emotivamente e poi se si vuole spiritualmente come interpretazione (certo ad uno scettico è un pò difficile quest'ultimo). 2) il nostro cervello dal punto di vista neurobiologico, non riceve semplicemente onde elettromagnetiche che gli organi di senso percepiscono e attraverso i nervi mandano gli impulsi al cervello. Già nella fase percettiva le nostre memorie immagazzinano anche emozione (questo è il problema), ed è logico che sia così, perchè dobbiamo sopravvivere ad eventi esterni per cui dividiamo ciò che è bene fisicamente per noi e ciò che è male(una mano che si sta bruciando presso una fonte di calore è chiaro che viene recepita dal cervello sotto il segnale di pericolo ed investe la fase anche emotiva attraverso le memorie affinchè la stessa esperienza sia la prossima volta più accorta). 3) non si capirebbe come la cibernetica, l'nformatica, la robotica, siano riusciti a costruire sistemi che ormai vediamo in un computer o telefonino che funzionano ,se non avessimo ragionato di come un cervello agisce ne lsuo preocesso di input, elaborazione, output(per semplificare). 4) trovo giusto partire dai dati empirico/sensoriali in entrata, ma attenzione più noi facciamo esperienza e quindi non cìè più una tabula rasa mentale e più noi ci autocondizioniamo costruendo una idea del mondo che a sua volta influisce nei processi di input- elaborazione-output del nostro cervello. Per farla breve , il "mentalismo" influisce sul modello di relazione che noi abbiamo costruito sulle nostre credenze. 5) l'irrazionalità è la misura attraverso la logica di cosa noi crediamo, poggiata non su alte probabilità di uno studio di un evento o fenomeno. Il pensiero metafisico è possibile nel momento in cui poggia alla base su sistemi empirici altamente probabilistici, diversamente la costruzione di un pensiero metafisico non ha molto senso se poggia o solo su leggi logiche di proposizione o leggi basate solo sulla fede Ultima modifica di paul11 : 15-05-2014 alle ore 19.15.03. |
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15-05-2014, 22.52.36 | #109 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
Citazione:
Sì per me è potenziale (per tabula rasa io intendo proprio una costruzione ex novo dell'esperienza umana) in realtà non differisce molto da Sgiombo che l'ha definita in maniera diversa. Su Hegel e il fatto che parta dal noumeno, è una sciocchezza tipica di tanti manuali, basterebbe leggerlo che è esattamente il contrario. Sia Kant che Hegel partono da dati sensoriali, la differenza è che per Kant il nomuneno è irragiungibile deduttivamente, mentre per Hegel lo è induttivamente, presupponendo il LOGOS che inferiamo dialetticamente. Sul fatto dell'innatismo non saprei, provo a indovinare così: potenzialmente esiste una serie che conduce ad una esperienza.E' la lezione Peirciana che spiega Kant. Quello che non so dirti è se sia una invenzione Peirciana o un reale pensiero kantiano. Significa che quella serie potrebbe anche non esserci, che è diverso dall'innatismo dove invece ci sarà sicuramente. Citazione:
sono d'accordo che il mentalismo inteso come relazione con il cibernetico influisce sulla razionalità di apprendimento sensoriale, voglio dire nella società di oggi è sempre più evidente...se poi prendiamo città del futuro tipo Tokio la cosa balza ancora più nell'occhio. a me fa ridere solo quando pensano che non sia una relazione ma una sorta di funzione sicura, scientifica, ma questo lo ammetto è perchè sono un metafisico probabilmente. sul fatto del probabilistico come metafisico non sono d'accordo, in questo mi discosto dai modelli classici kantiani o hegeliani, diciamo che sposo l'idea di heidegger che distingue tra una metafisica (che si occuperebbe dei valori dell'umano), e una fenomenologia che oggi bene o male coincide con la relazione dell'uomo con le scienze. Oddio su questo allievo (heidegger) e maestro (husserl) discordavano parecchio. Ora siccome credo che Husserl rimanga un punto fermo della tradizione, non so nemmeno dirti se per lui fosse così: il modello statistico è però sicuramente la base della metafisica kantiano-hegeliana. il metafisico come linguaggio, secondo me deriva dalla sempre più evidente associazione della filosofia con il linguaggio (leggevo recentemente dallo spiegel che heidegger l'aveva intuito), in fin dei conti l'ermeneutica però non è la metafisica.(infatti come dici tu avrebbe poco senso...però anch'io ho sentito questa strana associazione o confusione di ruoli) Sulla confusione metafisica- religione...beh qui apri troppo da indagare.... |
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16-05-2014, 07.40.10 | #110 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Come è possibile un pensiero metafisico?
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A me non basterebbe per avere una confutazione assolutamente certa del solipsismo, in quanto non é contraddittoria (é correttamente, sensatamente pensabile, cioé possibile) l' ipotesi che delle cinque esperienze personali esistano unicamente i rispettivi resoconti verbali (senza ciò cui semanticamente sembrerebbero alludere, ciò che descrivono) nell' ambito dell' unica direttamente esperita (come "componenti" o "contenuti" di essa fra gli altri suoi componenti o contenuti), la propria, che sarebbe dunque l' unica realmente esistente; e lo stesso può dirsi anche delle (apparenti in questo caso ipotetico) "corrispondenze intersoggettive" fra di esse: che vi siano oggetti reali denotati da tali descrizioni é comunque presupposto, postulato a priori e non dimostrabile né mostrabile. E credo anche che non abbia senso invocare le "probabilità", come fanno altri in questa discussione. Per lo meno la probabilità intesa oggettivamente come frequenza (che dovrebbe essere elevata in questo caso) di casi in quanto la cosa da dimostrare (l' esistenza di altro oltre la propria esperienza fenomenica cosciente direttamente esperita, comprese altre esperienze coscienti) é sempre una, per quante siano le persone che si confrontano e concordano (ma pur sempre nell' unica esperienza cosciente direttamente esperita, la propria): si tratta comunque di un caso unico. Una concezione soggettiva della probabilità come mera "propensione a credere" (e ad agire conseguentemente correndo rischi ritenuti "ragionevoli") non credo sposterebbe i termini della questione in quanto in questione é proprio la dimostrazione della credbilità dell' esistenza dell' "altro" dall' immediatamente percepito. E comunque per superare razionalmente (in termini assolutamente rigorosi e non semplicemente "ragionevolmente", come di fatto accade a tutti noi) il solipsismo non basta l' argomento di una probabilità elevata quanto si vuole, ma ciò che servirebbe é un' impossibile certezza. D' altra parte, a meno di credere (fideisticamente quant' altro mai!) in un' altra vita ultraterrena, di fronte alla morte si é inevitabilmente "un po' solipsisti": tutto finisce lì (per noi, per quanto ci riguarda). Ultima modifica di sgiombo : 16-05-2014 alle ore 12.43.26. |
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