Riferimento: Come e Perché (E’ possibile conoscere il “come” e/o il “perché” delle cose?)
Io credo che l'uomo sia innatamente pragmatico e che non si chieda il come e il perchè delle cose per il puro gusto di saperlo. Credo che ci sia un fine dietro al sapere. Conoscere vuol dire dominare, e nell'analizzare l'essere-uomo dobbiamo sempre tener presente ciò che è attivo in lui, la sua parte irrazionale che sempre è latente nella ragione. Ed è anzi proprio questo il compito più importante della ragione: trovare un compromesso fra volontà ed istinto.
Quindi direi, un conto è la conoscenza e un altro è l'effetto della conoscenza, una è sophia l'altra è phronesis
La conoscenza, il come è il perchè delle cose, è quindi un mezzo per un fine. E il fine è mettere in pace l'animo scosso dai sommovimenti tellurici della sua natura animale, intesa come gradino inferiore della scala evolutiva. E rivendicata, secondo me spesso a vanvera, dalle pretese psicoanalitiche (o perlomeno di alcuni psicanalisti) di pensare che per rendere l'uomo felice basti liberarlo dai suoi freni inibitori.
Mi pare che oggi si stiano raccogliendo non pochi frutti insani di questa coltivazione psicanalitica e pseudoscientifica
In definitiva credo non bisogni considerare solo il come e il perchè, ma anche l'effetto che questo come e perchè produce.
Perchè, una cosa questa che penso non si debba negare, l'uomo è animale e uomo, uomo e dio, angelo e diavolo, e la serie delle dicotomie si può estendere a piacere. Non si tratta quindi di essere o animale o uomo, o uomo o dio..., ma di prendere coscienza del conflitto di cui noi siamo il campo di battaglia.
E ora mi rendo conto che volendo andare oltre al come e al perchè, ho finito per indicare io stesso un come ed un perchè.
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