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01-12-2012, 11.25.59 | #3 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 29-11-2012
Messaggi: 2
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
L'idea espressa di tecnica come protesi
"positiva" dell'uomo è davvero affascinante, ed i risultati , se applicati ad altre scienze umane come la sociologia, imprevedibili. Basti pensare al superamento del numero di Dunber, grazie alla protesi rappresentata In questo caso da un social network come Facebook. Ora il limite dei 150 individui con cui avere rapporti stabili sembra davvero troppo piccolo in un mondo resso infinito a livello di relazioni umane possibili. |
05-12-2012, 11.24.59 | #4 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
A Jodorosso
In teoria i social network metterebbero a serio rischio le nostre facoltà cognitive permettendoci l'interazione con un numero di persone superiorie alle capacità, in pratica però non interagiamo realmente con tutti i nostri contatti virtuali, anche se con alcuni di essi condividiamo realmente parti della giornata, perché amici con cui trascorriamo le serate, parenti, conoscenti stretti, colleghi di lavoro, la maggior parte delle interazioni virtuali si fermano ad uno stato molto superficiale, ad un commento ad una foto, una condivisione istantanea di battute veloci ed estemporanee che, succedendosi in maniera rapida, rimpiazzano le precedenti e passano velocemente nel dimenticatoio. Non credo quindi si possa davvero spostare più in là il numero di Dunbar. Oltretutto ho la sensazione che quando ci si mette al pc si ha a che fare con un oggetto e, che lo si voglia o no, la proprietà di cosa si trasferisce sulla persona che è al di là del monitor, senza attivare tante di quelle sollecitazioni che ci vengono dalle interazioni reali, lettura di eventuali espressioni del viso, ascolto del tono della voce, osservazione di gestualità ed altre comunicazioni non verbali. Tutte sollecitazioni del nostro apparato cognitivo che restano inattive e che ci permetterebbero una reale interazione con l'altro. A Paul Citazione:
Sempre nel suo libro Galimberti richiama il concetto secondo il quale scienza e tecnica in Psiche e Techne dice essere una deriva teologica, forse la vera deriva è il neoliberismo, ai suoi esordi individuati da Weber proprio nell'etica protestante |
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06-12-2012, 22.27.00 | #5 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 128
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
La tecnica è uno strumento, così com’è uno strumento la razionalità che l’ha generata. La razionalità è uno strumento molto utile, ma non è fonte di Verità. Ho avuto modo di confrontarmi con Galimberti, che stimo oltre a provar affetto per lui, per contestare questa sua idea dell’isola della razionalità circondata dal mare del sacro (ossia dell’irrazionalità). Ritengo infatti che il suo pensiero sia condizionato dal considerare la Ragione coincidente con la stessa Razionalità. Contrariamente al suo maestro Karl Jaspers, che distingueva tra Ragione e Intelletto (Razionalità) attribuendo all’Intelletto la funzione di strumento a disposizione della Ragione, Galimberti considera Ragione = Razionalità mentre tutto il resto lo attribuisce all’Irrazionale, istinti compresi. Anni fa, stavo per andarmene deluso alla fine di una sua conferenza, mentre rispondeva a una domanda ripetendo il mantra dell’isola circondata dal sacro tra cui v’erano gli istinti, quando il demone mi ha colto… è ho preso a contestarlo a gran voce dal fondo della sala. Mi ha chiesto di avvicinarmi, e così da sotto il palco gli ho detto ciò che da tempo dovevo dirgli. Ossia che la Ragione è molto più ampia della Razionalità, che gli istinti altro non sono che un prodotto della Razionalità stessa, un prodotto ormai consolidato al punto da essere svolto automaticamente senza il controllo della Razionalità cosciente. Che la Razionalità altro non è che uno strumento, senz’altro utile, ma solo uno strumento, non fonte di verità. Che la tecnica è anch’essa un prodotto razionale, né buona né cattiva in sé. Perché la vera minaccia non risiede nell’irrazionalità, ma, viceversa, nel considerare l’interpretazione razionale del mondo “verità assoluta”! E’ infatti il considerare Vera l’oggettività in sé e il suo divenire (architravi del pensiero razionale) la causa del Nichilismo che alligna nei nostri cuori. Tutte cose, che lui stesso ha scritto traducendo i testi del suo maestro Jaspers. E mentre glielo facevo notare ho notato in lui della perplessità. La sua risposta è stata solo formale, ma chissà, nel tempo la goccia può continuare a scavare… |
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07-12-2012, 10.01.31 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Non ho niente in contrario riguardo alla tecnologia, anzi è l'unica risorsa che ci rimane quando i bisogni del pianeta aumentano e le risorse scarseggiano. Come tutte le cose però la tecnologia ha un suo buon uso ed un suo cattivo uso, e, se i benefici del suo buon uso sono evidenti, devono esserlo altrettanto i disastri derivanti dal cattivo uso. |
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07-12-2012, 13.54.28 | #7 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
Molto interessante quello che dici, onestamente non conosco a fondo il pensiero di Galimberti, aspetto di leggere almeno un paio di suoi altri testi prima di proninciarmi con sicurezza, Psiche e Techne subito dopo questo. Grazie per l'approfondimento, dunque Bobgo. Molto interessante anche questo che dici
Citazione:
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06-01-2013, 01.42.16 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
@ La Viandante
Io invece, e mi pare a differenza degli interventi su questo post, non concordo con le tue affermazioni (più interessante, no?). La tecnica è certamente in sè neutra, ci mancherebbe. Ma affermare che il "fine", cui il mezzo della tecnica dovrebbe condurci, è in mano al potere finanziario ed economico mi pare una forzatura. E mi pare una forzatura in questo senso: non è, a mio avviso, ben individuabile come invece affermi l'"ente" che opera la scelta. Visto che, come Severino, io penso che la tecnica sia essenzialmente un rimedio contro l'angoscia suscitata dal divenire delle cose. La visione di Severino, d'altronde, ha radici molto ben salde nella filosofia, visto che da Spengler a Camus, da Husserl a Schmitt, come da Scheler ad Heidegger, molti sono stati i pensatori che hanno individuato nell' avvento della "macchina", unita alla decadenza spirituale dell'uomo, un elemento decisivo nella trasformazione dell'umanità in un corpo indistinto e senz'"anima", nel quale il culto dei valori dello spirito è stato sostituito dal culto di valori strumentali ed utilitaristici. Molto interessante, a tal proposito e giusto per fare un esempio, la riflessione di Max Weber in ambito sociologico. Secondo Weber la società moderna è l'esito di un processo di "razionalizzazione", ove con questo termine si intenda l'estensione della razionalità (che si commisura in base all'efficacia dei mezzi prescelti in vista di un determinato fine) anche al fine (celebre la sua definizione dell'etica protestante come di un qualcosa che si è trasformata al punto di non distinguere più il mezzo dal fine; tanto da diventare una "gabbia d'acciaio"). Insomma, l'argomento è davvero molto vasto (e io ho notevole difficoltà nell'approcciarlo in un senso o nell' altro...). Tanto per cominciare: che ne diresti se io affermassi che deresponsabilizzante è il dare le colpe al "solito" detentore del potere, spostando così la responsabilità su un qualcosa che ci è (o viene inconsciamente ritenuto...) sostanzialmente estraneo? Eppure, come la psicologia ci dice, certi comportamenti compulsivi attuati per far fronte a stati depressivi che sono, nella nostra società, sempre più diffusi (oltre agli psicofarmaci che "curano" il sintomo ma non la causa...) qualcosa dovrebbe suggerirci, no? un saluto (bel post; l'ho notato solo ora) mauro |
06-01-2013, 20.19.36 | #9 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
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07-01-2013, 11.31.27 | #10 | |
stella danzante
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Riferimento: L'uomo e la tecnica
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