ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
13-01-2013, 17.17.43 | #32 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-05-2009
Messaggi: 164
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
@tempo2011
il tuo discorso va bene fino ad un punto secondo me: cioè leggere il principio antropico in base ad una causalità finale dell'universo secondo la quale noi assolviamo un compito cosmico come osservatori. In realtà il principio antropico non va letto ( fin dove ne so io, almeno ) come "l'universo ci ha dato la possibilità di osservarlo, ci deve essere un motivo speciale" ma come un "siccome era possibile che l'universo creasse osservatori, dove si sono verificate le condizioni anche ciò si è verificato" cioè meccanica di variazione ovvero solo causa efficiente - la meccanica di selezione non la si trova fino ai primi organismi complessi ( la necessità in funzione di una causa finale ) |
14-01-2013, 12.50.42 | #33 | ||||
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
@ Oxdeadbeaf
Citazione:
@ Soren e Il Tempo Citazione:
Citazione:
Quella del principio antropico e del fatto che l’uomo sia stato creato dall’universo affinché lo studiasse, mi sembra solo una cosa molto arbitraria, ma se a qualcuno giova crederlo, faccia pure. E’ pur sempre questione di fedi personali. A me non convince. @Baol Citazione:
|
||||
14-01-2013, 14.49.25 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2012
Messaggi: 381
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
@ La Viandante
Quando Nietzsche afferma la volontà di potenza come ciò che è all'origine della metafisica, afferma anche che essa è all'origine del "valore" (vedi quel che appena accenno in "Nietzsche, l'ultimo metafisico" - ma la cosa meriterebbe un post a parte). E quindi sì, io penso che davvero il valore dello spirito sia stato "destrutturato", e non semplicemente messo da parte. Nietzsche, dal mio punto di vista, rappresenta davvero uno spartiacque. Tanto che quasi potremmo parlare di una filosofia "pre" ed una "post" Nietzsche; ma sempre quindi di una filosofia che pone al centro di tutto il discorso la grandissima visione del filosofo tedesco (ritengo che solo la filosofia ebraica, e quella di Levinas in particolare, abbia saputo dire qualcosa nel "post"-Nietzsche - ci farò, a proposito del "come se ne esce", un post appena ho tempo). La "tecnica" come la intende Severino (un filosofo che ammiro, tranne quando si mette a parlare di un "essere che è e di un non essere che non è"....) rimane essenzialmente uno strumento. Ma uno strumento la cui natura (di strumento) non è immediatamente percepibile (come è percepibile - ma ultimamente non tanto- nell'economia). Secondo Severino la "tecnica" è lo strumento con cui l'uomo fa fronte al "divenire". E quindi comincia già con il celebre "parricidio" platonico nei confronti di Parmenide (Platone dichiara che l'universo "diviene"; cioè si genera dal nulla e ritorna nel nulla - a differenza di Parmenide, per il quale ciò che "è" non è possibile che non sia, ovvero non è possibile che si generi dal nulla e che possa ritornare nel nulla). Anche la religione cristiana, secondo Severino, è null'altro che una "tecnica" (in quanto ammette una nascita e una morte, cioè un "divenire") per far fronte alla spaventosa idea del "Nulla cosmico". Da qui il suo abbraccio a quello che viene definito "Neoparmenideismo". Credo tuttavia, e senza spingersi fino agli "abissi" severiniani, che quell'idea possa essere, come dire, "estesa" per meglio comprendere la realtà dell'oggi (lo stesso Severino lo fa). In fondo, quando si parla di "valore dello spirito", si parla sempre di un valore che o "è" o "aspira" all'eternità (quindi che non "diviene"). Concludo rinnovandoti i miei complimenti (e ringraziandoti dei tuoi). Perchè, leggendoti, si ha l'impressione che tu sia una persona estremamente dotata di due qualità non certo comuni: il buon senso e il pragmatismo (quasi oserei parlare di "saggezza", una dote che io ritengo qualitativamente superiore alla "sapienza"). Un saluto |
14-01-2013, 22.23.19 | #35 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Citazione:
Ps. Per caso, nei millenni che sono trascorsi, qualcuno ha intravisto una qualche altra funzione al di fuori di questa? E vero che le mie sono delle forzature, ma la storia è piena di questi visionari che parlavano di cose impensabili che poi si sono realizzate. Jules Verne è andato sulla Luna centinaia di anni prima degli americani. Sigmund Freud si è inventato la psicoanalisi solo per portarsi qualche donna dentro il suo studio; però ha scoperto l'esistenza dell'inconscio. Cristoforo Colombo, sbagliando i calcoli, ha scoperto un nuovo mondo ecc. Voglio dire, Ritornando ai tre patrimoni che abbiamo dentro di noi, chi ci dice che tutto quello che è stato scoperto ed era invisibile all'occhio umano, non sia stato suggerito da quella materia con cui siamo formati? Si fa presto ad affermare: la sola idea che sia la scienza a scoprire il significato dell'uomo sulla terra mette paura. Secondo me sarebbe la cosa più logica di questo mondo; forse perché influenzato dalle parole di Albert Einstein, il quale affermò: la religione ha dichiarato che l'universo è stato costruito da un dio, lasciate a noi scienziati comprendere come ha fatto. Io ho aggiunto: scopriamo anche il perché l’abbia fatto. Ultima modifica di Tempo2011 : 15-01-2013 alle ore 19.03.59. |
||
15-01-2013, 01.56.06 | #36 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Che il "fine" sussista "necessariamente" nell'agire umano non è un assioma. Quando, infatti, tale principio è chiamato a valere come "impronta" e "massima" dell'agire individuale, esso perde il suo valore di postulato nell'agire collettivo. E viceversa. Quello di "fine" è sicuramente un pregiudizio interpretativo, una categoria ermeneutica. Possiamo "volere" assolutizzarlo, ma per poterlo fare dobbiamo rintracciare un qualche impianto metafisico su cui appoggiare tale assolutizzazione. Possiamo, più ragionevolmente, chiederci "perchè" ci sembra così importante e sostanziale preservare tale categoria e domandare alla neuropsicologia le motivazioni di questo bisogno. Ma non c'è dubbio che, in tale operare critico, abbiamo già decostruito il valore "categoriale" del principio di "fine". E le risposte della neuropsicologia ci interessano assai meno del fatto di averle potuto o voluto oppure dovuto formulare questa domanda. Anzi, in questo ambito possiamo dividerci: - tra chi ritiene semplicemente possibile (ma non necessario, nè opportuno) chiederle senso della teleologia; - chi lo ritenga necessario (ma non possibile, in quanto non si aspetta alcuna risposta convincente, e, dunque, inopportuno e inutile); - chi lo ritenga desiderabile, ma vano e, forse, rimandabile nel tempo: non cogente. Ma non riesco ad immaginare alcun intellettuale odierno che ritenga di non poter sottoporre a critica alcuna il principio teleologico. Su cosa potrebbe o dovrebbe fondarsi tale esclusione pregiudiziale? (Trascuro di ricordare, per ovvietà, che da circa un secolo stiamo sottoponendo ad una critica radicale e serrata il determinismo, in ogni sua specie, fino al punto di essere alla ricerca di un apparato teoretico che permetta di coniugare una fisica deterministica con un'altra che prescinde dal nesso di causalità). Io non nego affatto che la dinamica strumento-scopo o mezzo-fine sia adatta a descrivere in modo eccellente moltissimi comportamenti umani. Non nego neppure il fatto che molti comportamenti collettivi, di gruppi o di classi sociali o di nazioni o ancora di popoli, siano brillantemente interpretabili dentro la categoria teleologica. Persino il concetto di "Bello" kantiano è da lui espresso come "finalità senza scopo": splendida definizione che evoca assai più di quanto, apparentemente, spieghi. Eppure anch'essa si avvale di questi termini: fine e scopo, a fronte di ciò che di più gratuito è oggetto dell'interesse dell'uomo, in un crogiuolo di allusioni che trascende il senso di ogni concetto che vi è implicato. Ma viviamo un tempo in cui, davvero, riesce difficile immaginare che la storia e l'evoluzione delle società esprimano una qualche parvenza di razionalità. Le teorie del caos e le dinamiche complesse, la teoria dei giochi e la teoria delle catastrofi spiegano assai meglio di ogni hegelismo la storia che stiamo vivendo. Caro Mauro, una fede la posso ammettere e, in ogni caso, pretendo che essa sia tanto irrazionale quanto non assurda. Ma la Fede si condensa nel mito, non si realizza nella Storia se non come Mistero. |
|
15-01-2013, 13.05.01 | #37 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
@leibnicht
Citazione:
devo dire che in attesa di bobgo, caro leibnicht mi stai piacendo tantissimo, anche se sei d'altra parte della barricata (quello della scienza): poi ti risponderà mauro(che invece è dalla mia parte di barricata), comunque penso che vi sia un equivoco: penso mauro intendesse dire che la tecnica ha un fine necessario (e quindi un mezzo) e non l'uomo. Però vorrei proseguire su quello che saggiamente racconti, ebbene mi trova completamente d'accordo. D'altronde già Nietzsche criticava lo spirito hegeliano ( a mio parere strumentalmente alla spiegazione della sua filosofia della vita però) tacciandolo di teleologismo. E infatti è così, oggi la scienza o anche la storia stessa dimostrano semmai il contrario: che tutto è frutto della casualità. Casualità che però la scienza si affretta a far sua con la teoria del caos, o con quelle quantistiche. Ma così siamo da capo perché sostituendo la statistica come modello di caos, stiamo di nuovo usando la categoria di causalità, che per un salto analogico crediamo il fine e non un mezzo. Ecco che dunque che rientri nello spirito hegeliano a pieni effetti che pensavi di star criticando: una contraddizione in termini. Il punto è che la ragione usa la causa-effetto necessariamente, ma questa è discorso per chi sta dalla mia barricata. E cioè qualsiasi uomo che la neghi non può far altro che utilizzarla. @la viandante. Faccio un esempio allora: Prendiamo una industria di pc, fornisce un prodotto ottimale, ma la logica che sottostà sarà quella di trovare un miglioramento tecnologico, perché l'idea di base è quella di uno sviluppo infinito. Questa è la tesi. Cos' è che non capisci la viandante?? |
|
16-01-2013, 10.16.05 | #38 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Ultima modifica di Tempo2011 : 16-01-2013 alle ore 11.20.21. |
|
16-01-2013, 12.53.00 | #39 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-05-2009
Messaggi: 164
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Ciao... purtroppo non riesco a capire questo tuo pensiero. Il pensiero ( che per semplificarci le cose, siccome è una classe un po' vaga, immagino tu intenda cosciente astratto ) nasce già molto avanti nel tempo, dopo.... miliardi di anni di selezione naturale ? e non credo proprio che agli astrofisici possano passare sopra sul modo in cui ci si è arrivati... è l'importanza dell'evento a non avere diritto di parola sul procedimento che ha portato ad esso semmai, scientificamente parlando! |
|
16-01-2013, 20.16.33 | #40 | ||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: L'uomo e la tecnica
Citazione:
Il vantaggio della scienza su altri saperi e discipline è che si sforza di mantenere riferimenti concreti e, come dici, l'universo è un qualcosa di molto concreto...per quanto ancora molto ci resti oscuro...ma la scienza ha fede! Capire e svelare il perchè, credo, invece, che sarà difficile: una soluzione potrebbe essere che non c'è nessun perchè: l'universo insorge per esigenze fisiche della materia e si autoalimenta: è un sistema chiuso...oppure, sono tanti sistemi chiusi...i multiversi...in regioni diverse dello spazio-tempo! ...Nascono da concentrazioni di energia, consumano la propria energia (fornaci nucleari...o stelle) collassano e si espandono fino a creare un vuoto quasi privo di energia...densità tendente a zero, ecc... Citazione:
La scienza, forse, potrà spiegare la nostra presenza come fenomeno che accade (inizio ed evoluzione) nell'universo...ma non credo si ponga lo scopo di ricercarne il motivo...per lo meno non un motivo cosciente...come scopo che lo stesso universo si pone o che una mente superiore ha dato. La filosodfia sembra, invece, che cerchi esplicitamente questo motivo, ma oggettivamente la ricerca in tal senso fallisce... andrà fallita...è probabile... Citazione:
Ma non credo sia questione di prosaicità o meno: diciamo che come tanti altri fenomeni, anche quello relativo alla vita (e poi al pensiero ecc...) ha trovato nell'universo (e quindi poi su questo pianeta) le condizioni per emergere... evolutivamente: solo i primi mattoncini probiotici della vita sono caso...forse...il resto è consequenziale...non deterministico...ecc... Le condizioni sono comprese e specificate nel Pricipio Antropico che si riferisce non solo alla materia in sè (atomi/energia), ma alla sua particolare organizzazione per la vita... vita possibile solo nelle specifiche condizioni globali dell'universo nello spazio-tempo. Citazione:
Certo che anche il Principio Antropico costituisce una scoperta scintifica ed è un dato di fatto esprimente le condizioni dell'universo (costanti universali) che hanno permesso la vita. Posterò un post dedicato..in proposito Ovvio che il Principio Antropico non ha nessuno scopo...se non quello che gli diamo noi. Di per sè l'universo non ha bisogno di nessuna osservazione e studio: procede per conto suo...coi suoi fenomeni...indipendentemente da noi...oviamente. Piuttosto siamo noi che osserviamo e studiamo...ricerchiamo... sistematicamente da qualche 100 anni: osserviamo e studiamo l'universo per nostra curiosità ed esigenza! Del resto solo da un tempo infimo rispetto ai 3 o 4 miliardi di anni da che è comparsa la vita. Citazione:
L'universo funziona di per se stesso!...nessun fuochista è necessariao! Le fornaci nucleri sono autonome...finchè durano. Il Sole , ad esempio...con tutti noi... fra meno di 5 milirdi di anni esploderà in una supernova ...e...puff! E poi ci sono i campi di forza che pervadono il cosiddetto vuoto insieme con la materia/energia oscura, ecc... Citazione:
o forse è proprio fantasia! [quote]In realtà, non ne sono sicuro, sembra che la temperatura di fondo dell'universo rimanga sempre .QUOTE] In effetti è così: -273,15 °C...(0 °K) per nessuna agitazione molecolare. Al di sotto (°K negativo) non è possibile...qunto tutto è inerte ...è inerte!...freddo! ...per quanto...la quantistica, ecc... Comunque la Radiazioine Cosmica di fondo (residuo del Big-Bang) è costante nel tempo ed in ogni direzione dell'universo a 2,725 °K |
||||||