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11-09-2012, 00.04.23 | #73 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
Citazione:
Benvenuto Ecate. Toccata e fuga …di Bach? Sercher non definisce Dio, perché è al di fuori del commensurabile. Ciò che conosce in sé non ha bisogno di conoscere:né qualità né quantità .I filosofi cadono in errore nel tentativo di relazionare Dio e le cose. Il libro di Giobbe insegna qualcosa. O meglio, è il tentativo di dare un significato alla nostra esistenza che può ( non necessariamente deve, parlo per gli atei) implicare un “disegno divino”, un senso della vita . Allora sì che qui devono entrare in causa i filosofi, poiché implicano argomentazioni anche di etica . L’errore è l’uomo che parla in nome di Dio, l’uomo deve trovare il significato di Dio partendo dalla propria esperienza di vita, non “mettendo in bocca “a Dio qualità, quantità, morali che da sempre sono servite ad asservire l’uomo a qualche potere…umano e poco divino. Si è fatto “passare per Dio un padrone da temere, come il fulmine di Zeus”. Il Dio padrone che chiede sacrificio ad Abramo del proprio figlio Isacco per dirigere il popolo eletto nel vecchio testamento, diventa agnello lui stesso sacrificale per l’universalità degli uomini, senza popoli eletti.,nel nuovo testamento.Chi non ha ancora capito questo passaggio fondamentale non può capire la rivelazione di Cristo.Chi ha detto ad esempio che Dio deplori la felicità?C’è un brano dei Vangeli dove Gesù deplori la comunanza, la vicinanza, il dialogo, la fratellanza.? Non pratica l’anacoretismo vive insieme al popolo parlando e vivendo col popolo. Bisogna essere tristi qui per essere felici di là? E’ stata travisata la beatitudine…”beati gli ultimi poiché saranno i primi”, significa semplicemente che esiste lo Spirito consolatore per coloro che quì soffrono nel dolore, ma coloro che “amano il prossimo come se stessi” non sono certo nel torto, perché ai comandamenti mosaici del vecchio testamento Gesù dà solo un precetto, una regola di vita, il rispetto e l’amore per il prossimo ; questa è etica e la felicità passa per l’amore verso gli altri non nell’egoismo. Allora quale Dio abbiamo in testa, qual è il pregiudizio, quello storico della chiesa, la catechesi, gli oratori? Se si prende in mano un Vangelo e si legge forse si dirimono alcuni dubbi fondamentali, e senza mediazioni ecclesiali. Leggo i Veda per capire la mentalità, la cultura indiana senza passare dai “santoni “americani della new age, che hanno travisato i Purana e il Mahbharata Gesù ha scacciato i mercanti dal tempio. Come mai , il principio di non contraddizione ci dà solo parziali verità non estinguendo la sete del dubbio: esiste o no Dio? Forse il potente strumento della logica non ci permette di dirimere le domande sui primitivi: perché? E’ il limite della logica, perché Dio abita anche dove non c’è logica, o almeno quella che noi conosciamo. Il problema dell’uovo e della gallina è vecchio, come dire “E’ il big bang che ha creato Dio o Dio il big bang”? Dio non ha necessità di esistere, perché implica spazio e tempo e l’esperire, Lui sì che è nell’eterno parmenidiano, noi qui no. Se Dio fosse contemplabile dalla sola ragione, la logica e il principio di non contraddizione e altri strumenti logici avrebbero già permesso di sciogliere il nodo gordiano:invece no. Agli atei lascio il dubbio dell’ultimo respiro di vita quando una domanda li tormenterà:”e se ci fosse Dio? “ La teologia è il Dio che diventa logica, la ritengo una contraddizione,per quanto esposto precedentemente: Dio non è solo ragione. E allora torna la mia domanda del post precedente ….se la logica non toglie il dubbio della possibilità che Dio sia…allora Dio è. Quindi e finisco, per paradosso credo in Dio per logica, laddove la logica non toglie la possibilità che Dio sia. Ultima modifica di paul11 : 11-09-2012 alle ore 08.16.50. |
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11-09-2012, 08.41.53 | #74 |
Ospite
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
Grazie del benvenuto.
Spero che l’argomentare non sfoci in polemica…manteniamo un rispettoso confronto. 1. “Toccata e fuga” : la maggioranza delle persone ritiene sia SOLO il BWV 565 in re minore. Toccata e fuga significa anche altro… 2. Cit. Paul11 “Sercher non definisce Dio” contraddice la cit. di Searcher “Iniziamo però a dare una definizione di Dio...” . Il significato delle parole e delle frasi è importante perché è alla base di qualsiasi forma di comunicazione, altrimenti qualsiasi frase si può modificare a piacere. Dipende da quanto sei bravo con le parole ad “modificare” a tuo piacere… una mela è una mela e rimane una mela, può diventare una mela marcia, una mela cotta… ma non diventa una prugna se usando parole e frasi ricercate la descrivi diversamente ! La tua risposta non si pone la domanda Dio esiste ? La tua risposta implica che Dio già esista, giustifichi la sua esistenza e argomenti in tal senso. Per giustificare l’esistenza di Dio citi la Bibbia la quale cita Dio come origine di tutte le cose si tratta in retorica di un ragionamento circolare. Come tu citi la bibbia e i vangeli, io potrei citare i testi di “Lo hobbit” ma non per questo i troll, gli gnomi oppure agli elfi esistono oppure esiste la terra di mezzo come li descrive il racconto. Quindi partiamo da premesse assolutamente diverse. La logica è uno strumento semplice ma potente che consente di procedere in un ragionamento con proposizioni che devono ricondursi a specifici enti confrontabili. Un pensiero astratto non riconducibile a proposizioni matematiche può non trovare applicazione nella logica, ma non per questo il tuo pensiero diventa vero. Se affermo che “il brano X del compositore Y è il più bello al mondo” non lo puoi dimostrare con gli strumenti della logica Aristotelica, l’affermazione è vera per te (è quindi una verità soggettiva) ma può non esserlo per me in quanto per me “è il brano W del compositore H ad essere il più bello al mondo” (è quindi la mia verità soggettiva). Come vedi non esiste una verità oggettiva con il quale entrambi possiamo stabilire qual è il brano e compositore più bello al mondo. La verità è quello che tu credi che sia ! Nonostante i tuoi schemi mentali religiosi siano fortemente condizionati e conseguentemente rigidi, ti invito a leggere alcuni link : http://www.gianfrancobertagni.it/mat...urti/sudio.htm [Nota del webmaster: il testo è presente anche su Riflessioni.it https://www.riflessioni.it/testi/riflessioni_dio.htm ] http://www.vialattea.net/esperti/php...a.php?num=9949 Ciao |
11-09-2012, 09.10.14 | #75 | |
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
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L'interpretazione delle scritture è, secondo me, un processo che rimane sempre aperto e che non avrà mai una conclusione definitiva, e che ognuno legge in base alla propria intelligenza. Bisogna ricordare, ad esempio, che all'epoca del nuovo testamento si contavano sulla terra 180.000.000 di viventi, oggi siamo più di 7 miliardi. Una tale differenziazione avrà pur prodotto un qualcosa di diverso nella vita e nel destino dell'uomo senza parlare delle auto, degli aerei, delle fabbriche, dei computer, di internet e via dicendo. Siamo nell'epoca della tecnologia e della comunicazione, parlare ancora di gregge e di pastori non è forse un tantino anacronistico? E poi ci stupiamo se le nuove generazioni si disinteressano di Dio? |
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11-09-2012, 09.11.49 | #76 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
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Il cristianesimo, se non mi sbaglio troppo, pare parli di un Dio che soffre perchè l'uomo non crede più in Lui. Da qui dovrebbe derivare il divino atto di amore che consiste nel sacrificio del figlio. Tale sacrificio ha lo scopo di convincere l'uomo che Dio lo ama. Stando a questo Dio sofferente per le sorti dell'uomo che non crede più in Lui, al giorno d'oggi Egli dovrebbe essere al quanto addolorato e magari accompagnato da un dubbio: mandare un altro messia o distruggerli tutti quanti? La conseguenza di questo ragionamento è che noi dovremmo essere terrorizzati dalla seconda ipotesi e confidare nella prima. Almeno che crediamo che l'uomo sia fondalmentante buono anche quando trucida il prossimo o lascia impunito chi lo fa e che sotto sotto creda ancora in Dio pur vivendo nel materialismo più totale. Credo che prima di sdoganare il cristianesimo bisogna comunque riconoscerne l'importanza in quanto veicolo di valori morali (sui quali sarebbe da indagare se son tutti farina del suo sacco e non anche una sintesi di valori ripresi da altre filosofie e tradizioni), seppure è difficile guardarlo senza notarne le contraddizioni. Si potrebbe pensare che Gesù ed Epicuro indichino la stessa strada, la salvezza dell'anima, con mezzi diversi. A me colpisce il fatto che mentre Epicuro ha detto che il saggio può essere felice anche sul toro di Falaride (in pratica bruciando vivo), Gesù sulla croce ad un certo punto perde la sua fermezza, si chiede: "Dio mio, perchè mi hai abbandonato?" Il figlio di Dio non avrebbe dovuto dimostrare di essere superiore ai tormenti ed alle ingiustizie inflittegli dall'uomo? Non avrebbe dovuto, come Epicuro, professare che l'uomo può dominare il dolore fisico oltre a quello spirituale? Invece per il cristianesimo la sofferenza è inevitabile: o soffri su questa terra e ti conquisti un posto al sole nell'aldilà, oppure sarà freddo e stridore di denti per l'eternità. Questo se non è terrorismo psicologico è qualcosa che ci assomiglia. E lo stato di terrore generale, come si sà e come insegna il "buon" Machiavelli, è terreno fertile per chi deve amministrare il potere. |
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11-09-2012, 15.51.10 | #77 |
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
Cit. di Ulysse “Il nostro cervello però è un “arrangione”
E’ un aspetto importante interessante da sviluppare. Tutto quello che percepiamo di quanto definiamo "realtà" è quanto si percepisce con i sensi e come queste percezioni vengono rielaborate dal nostro cervello. Sapere come funziona il cervello e come si sviluppa il pensiero è fondamentale per conoscere e capire tutto il resto. Dalla nascita sviluppiamo schemi di pensiero condizionati da numerosi fattori : ambiente, società, contesto storico, educazione, religione, genitori, capacità individuali… per citare solo alcuni. Ciascuno elabora in modo diverso formando degli schemi di pensiero che riutilizza quando un argomento affiora; tanto più l'argomento è stato elaborato e sviluppato con coerenza tanto più lo schema diventa grande, importante, rigido e impermeabile a modifiche esterne. In caso di dissonanza cognitiva i nuovi elementi vengono aggirati, rifiutati, rielaborati dallo schema mentale più importante perchè è più importante per la propria mente che lo schema predominante sopravviva. Ora la cosa è molto più complessa di come l'ho brevemente esposta e viene studiata dalle scienze cognitive in primis e molte altre discipline. Qui parliamo di religione e lo schema di pensiero di un cattolico è fortemente condizionato dai genitori in primis, gruppo di riferimento, esperienze ad esempio parrocchia, scout.., catechismo e dal continuo ripetersi dell’argomento di questi (vd. condizionamento o formazione). Mentre lo schema di pensiero di un ebreo o di un mussulmano fondamentalisti saranno stati fortemente condizionati dai medesimi fattori per strutturare la mente con idee e pensieri diversi sullo stesso argomento. Significa che se Paul11 fosse nato a Kabul da genitori mussulmani e avesse frequentato una scuola coranica non se ne starebbe a sostenere che l’interpretazione X della bibbia o Y del vangelo è corretta o meno, sosterebbe, probabilmente che il corano dice A è l'unica verità e fine della discussione. Questo dovrebbe far riflette, poi non mi aspetto che tutti capiscano o condividano. |
11-09-2012, 20.31.14 | #78 | ||||||||
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
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Ma spero non sia solo per una toccata e fuga...anzi spero che sia per una lunga e proficua permanenza! Citazione:
Infatti…… Citazione:
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In effetti: se il principio di causa/effetto è solo un automatismo insito o caratteristico del pensiero occidentale. E' allora il caso di chiedersi il perché di un tale automatismo culturale e cerebrale caratteristico dell'occidente. A me pare dipenda dal fatto che così funziona l’universo…per lo meno il macro-universo…quello della fisica classica da noi percepibile e che su di noi influisce…quello, insomma, con cui da sempre giochiamo a ping-pong. Il principio di causa/effetto non è stato una invenzione…è stato una scoperta che, nel pensiero occidentale, ha cominciato a chiarirsi con Galileo e coetanei…piu’ o meno. La conseguenza è stata che il nostro pensiero (struttura cerebrale) che già qualcosa sospettava, lo ha fatto proprio...ci si è conformato... dando origine alla scienza. Ma, del resto, non è solo un pensiero nostro: sembra, infatti, che l'università di Pechino celebri ogni anno la giornata di Galileo! Prima di Galileo…nemmeno (persino) al tempo dei greci…la scienza non c’era…era un qualcosa di vago sconfinante nella tecnologia: allora , pur con eccelse scoperte… nessuno pensava ad una integrazione dei vari trovati in modelli e teorie e di mettere il “pensato”, “il mondo delle idee”, in correlazione con l’osservazione e la sperimentazione o con possibili sistemi matematici...per quanto qualcuno già intuisse che il mondo è numero. Anzi, era l’esistente concreto, l’osservato, il macro-evento stesso che doveva, persino per esigenze etiche, uniformarsi al pensiero!!! In fondo il modello di universo pensato da Aristotele, assolutamnte surreale, era dovuto ad una esisgenza di perfezione etico-religiosa Quindi, quando si dice che il principio di causa/effetto è tipico del “pensiero occidentale”, non si vuole alludere (spero) ad una deficienza, né che un tale principio sia di intralcio per ulteriori passi, ma si vuole alludere ad una qualità che il “pensiero occidentale” ha raggiunto proprio con lo sviluppo e l’evolvere della scienza…. oltre il percorso antico del “pensiero orientale”...ed oltre Aristotele ...ovviamente.. Citazione:
Intendo dire che l'evoluzione del vivente ha strutturato l'organo cerebrale in confomità ed emulazione al susseguirsi degli eventi naturali osservati, percepiti, influenti sul nostro modo di essere e di adattamento...ed in questo non c'è alcuna distinzione fra occidentale ed orientale. Ne consgue la risoluzione spontanea della vecchia storia dell’orologio messa in giro da un certo filosofo…e ripresa dai fautori dell’ID.....per cui se, passeggiando sulla spiaggia, trovo un orologio, non mi viene di supporre che sia lì per caso o per generazione spontanea: qualcuno l’ha perso e...prima..qualcuno l’ha costruito: così è strutturata la nostra mente succube della fisica classica…in realtà del susseguirsi naturale degli eventi da sempre osservato e percepito. Sembra tu dica, forse con un certo senso di sconforto, che un tale automatismo causa/effetto sarebbe un tipico qui, quò, qua, del cosiddetto “pensiero occidentale”…che si è cortocircuitato.. Penso anch'io qualcosa del genere, ma non come fatto negativo…piuttosto come una conquista che ha portato il pensiero occidentale (scienza) a informare di sé il modo di pensare di tutto il mondo…almeno nelle esplicazioni scintifico-tecnologiche-matematiche. Ma non finisce qui: il perseguire il principio di causa/effetto ha portato, almeno da un centinaio di anni a questa parte, a scoprire e perseguire il suo contrario nel micro-universo subatomico. Forse un esperto di quantistica potrebbe dire meglio o confermare, ma, dal principio di indeterminazione di Heisemberg sembra si possa dedurre che la consequenzialità degli eventi, e dello stesso tempo, non è assoluta nemmeno nel macro per cui non sempre, dietro ad un orologio, ci sta un orologiaio e non sempre dietro ad un universo ci sta creatore di universi. Dal libro del cosmologo Stephen Hawking (il grande disegno) sembra proprio che gli universi, i multiversi, emergano dalle loro proprietà fisiche per generazione spontanea a prescindere dal creatore. Resta solo da scoprire il “perché”! Citazione:
Quindi un “Creatore” potrebbe anche esserci, ma occuparsi d’altro...magari creare altri universi. L’universo nostro sarebbe emerso, comunque , “a prescindere”… e con esso i campi di forza che ne sono parte essenziale…in primis il campo gravitazionale. D’altra parte così come non sappiamo creare energia ex novo…così non sappiamo giustificare l’esistenza di un creatore. Ne consegue che il credere nel creatore che avrebbe creato/non creato il nostro universo non è una questione di logica imprescindibile, ma di scelta soggettiva secondo piacere, preferenza, imprinting iniziale, ecc... Giustamente, per trarsi d’impaccio, si dice di esso (Creatore) che è eterno, incommensurabile e fuori del tempo…ma non significa niente…non ha un senso...nell'immanente! Citazione:
Oggi certo non riusciamo a creare energia dal niente: il principio di entropia è contrario!...ma domani? fra cento? fra mille anni? Ecc…? Citazione:
La logica aristotelica certamente ci conforta nel macrouniverso, ma oggi anche il “Maestro di Color che Sanno” sembra non tenere il passo: nella relatività di Einstein, ove nemmeno Newton vale più...il Grande Maestro vale ancora?...e vale ancora nel micro-universo a livello di quantistica?...ove persino la consequenzialità degli eventi sembra fare acqua? Attendo delucidazioni. |
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12-09-2012, 01.10.45 | #79 | |
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
Citazione:
Conosco La teosofia della Blavantsky ,l'antroposofia di Steiner, Krishnamurti e Aurobindo, Sai Baba e tutto il newagismo spirituale, fino ai contatttisti e allle tecniche meditative. Non voglio dare giudizi, non è quì la sede. Non la penso come loro ,ci sono differenze fondamentali. |
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12-09-2012, 08.47.32 | #80 |
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Riferimento: Sull'esistenza di Dio
Ciao Ulysse,
Nel mio 4° intervento ho brevemente esposto come, a mio parere, funzioni la mente. Non dimentichiamo che l’essenza stessa della vita sono le emozioni, ci siamo evoluti con esse, ci comportiamo e reagiamo in base ad esse. Dalla notte dei tempi, il ragionamento implica un processo che impiega tempo e non sempre, nel corso dell'evoluzione, c’era il tempo sufficiente per farlo; l’azione dettata dall’istinto era più rapida. Forse da ciò il ragionamento complesso è un processo, lasciatemi dire in modo improprio, “innaturale”. Penso che lo si possa rilevare in qualsiasi gruppo di soggetti che discutono. Come in passato, la scienza che oggi conosciamo si basa su un terreno che, seppur crediamo solido, potrebbe essere modificato o perfino rivoluzionato in ogni istante. Non mi riferisco solo alla “certezza” geocentrica, alle colonne d’ercole o alla teoria della relatività che ha “rivisto” il concetto della gravità newtoniana, mi riferisco anche a quel fatto che pochi mesi or sono, buona parte dei più importanti scienziati del mondo, pensava che particelle elementari potessero aver superato la velocità della luce o l’esistenza del bosone di Higgs per alcuni, un’altra particella, diversa da questa, per altri. Il religioso crede con la fede, ma forse non c’è molta differenza nella fede di uno gnostico quando un gruppo di scienziati specializzati asserisce “scientificamente” una cosa. Quanti sono coloro che studiano e apprendono teorie scientifiche fornite da altri senza poterle verificare con assoluta certezza ? Non è forse anche questo un atto di fede ? La religione fornisce visioni, nel corso dei secoli, immutabili di eventi, rimandando la spiegazione di fatti attualmente non spiegabili, a qualcuno, tipicamente Dio (a volte non sempre immutabili nella forma : una differente interpretazione ad esempio del peccato originale evita che oggi debbano credere letteralmente alla favola di Adamo ed Eva che è stata sostenuta per millenni). Ma a differenza della scienza, la religione detta anche una “condotta” una “morale” che spesso diventa “una soluzione” da praticare nel corso della vita (sono le emozioni di cui è fatto l’uomo : paure, ansie, speranze…). Conoscere la cosmologia mi aiuta a fornire una spiegazione dell’origine dell’universo, devo accettare che è la meno peggio tra le soluzioni possibili e sono conscio che tra un milione di anni (se ci sarà ancora l’uomo) forse avranno rivisto queste teorie innumerevoli volte e forse senza mai averne la certezza definbitiva. Ho usato “certezza” perché per molti è preferibile vivere con le certezze di una religione (per alcuni sbagliate) piuttosto dell’incertezza della scienza che come detto non mi conforta con i sui limiti quando c’è qualcuno in fin di vita o non mi aiuta assolutamente a sapere se troverò un posto di lavoro, se troverò il partner, supererò l’esame … . Tempo fa si moriva per un appendicite infiammata e tutti invocavano Dio per la salvezza dell’ammalato, perché oggi la maggioranza si affida ad un buon chirurgo anziché a Dio ? Quando ci sono limiti a cui l’uomo non sa ancora rispondere con certezza si cerca una soluzione a chi te la può dare: Dio. Ultima modifica di Ecate : 12-09-2012 alle ore 17.26.08. |