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04-04-2011, 21.17.49 | #52 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Infatti fino a tutto il 1600, ben oltre Galileo, nelle università italiane si insegnava il cosmo aristotelico. Galileo stesso fu processato dal Sant’uffizio e pubblicamente umiliato: dovette abiurare dalle sue convinzioni se non voleva illuminare la notte romana come già Giordano Bruno. Lo stesso Newton non è che fosse tanto al sicuro e potè diffondere i suoi “Principia Mathematica solo a condizione che la sua versione del cosmo fosse considerata come un trucchetto matematico: la terra restava comunque al centro dell’universo. Gli scritti di Darwin furono dichiarati all’indice fino agli anni “50 del secolo scorso. Conseguenza è che ... Oggi, la seconda carica del più alto Istituto Scientifico Italiano (CNR) dichiara a Radio-Maria che la tragedia giapponese è stata una esigenza della giustizia divina (sic!) In relazione allo “scientismo” vedi ad es., uno dei tanti link relativi all’argomento: http://www.luogocomune.net/site/modu...p?storyid=3096 Col quale concordo…per quanto occorra intenderlo nel giusto senso! Citazione:
Citazione:
Il cosiddetto “scientismo” non ci ha a che fare. Personalmente, pur attribuendo valore ad una VISION filosofico/religiosa, penso che, generalmente, chi sia formato in tal senso, abbia anche tendenza a disconoscere o sminuire il valore, l'affidabilità, che la scienza e la tecnica hanno ed hanno avuto, in un crescendo esponenziale, negli ultimi secoli…diciamo da Galileo in poi. Mi pare anzi che i portatori di VISION filosofico-religiosa tendano ad attribuire proprio alla scienza, in specie alla tecnica, da cui noi umani non sappiamo staccarci, molti dei mali che affliggono l’attuale vivere sociale e civile…ma sarà, nel contempo, proprio la scienza che ci salverà non solo sul piano culturale, ma anche sul piano fisico. Cos’altro se no? Certo, per un credente, la preghiera, l’aspirazione mistica, ecc…contano molto e ancor più conteranno il giorno del Giudizio, ma adesso, con la CO2 incombente come ce la caviamo? Purtroppo, mi parre serpeggi nella cultura filosofico/religiosa una certa ritrosa sfiducia (bastoni fra le ruote) nei confronti della ricerca e del sapere tecno/scientifico quando tutti noi atei, religiosi, più o meno scienziati/ricercatori a progetto ci circondiamo ed usiamo ad ogni momento, aggeggi e sostanze che la tecnoscienza ci fornisce a sempre maggior sofisticazione e senza i quali non potremmo vivere sia sul piano umano e di impegno lavorativo che sul piano ludico. Come possiamo chiamare questo? Aspirazione di sviluppo civile verso un mondo migliore oppure trappola del demonio? Certo che non possiamo ritirarci tutti a vivere nelle caverne…che poi, oramai, non basterebbero nemmeno più…e, nel caso, dovrebbero comunque essere illuminate e riscaldate, ecc…. Come procurarci l’energia necessaria? dall’atomo o dalla filosofia?.…anche se è indubbio che, all’atomo…e anche oltre, con la filosofia ci arrivammo: infatti non intendo affatto condividere l’opinione di chi afferma che la cultura non si mangia! Ovviamente non disconosco i pericoli che l’eccesso tecnologico (specie se mal utilizzato) potrebbe portare, e già porta, sia nel micro che nel macro…come, ad es., le polveri sottili, la radioattività o la CO2….Ma non concepisco lo “scientismo”…anzi quasi mai ho usato o sentito questa parola che mi pare esprima una malintesa interpretazione della VISION della scienza o di malevoli detrattori…come mi pare si tenti di fare oggi. Citazione:
Ma almeno, gran parte delle ricadute tecnologiche della scienza bellica e spaziale costituirono poi la grande esplosione tecnologica del successivo tempo di pace…oggi in profonda crisi politico/ecomomica. Resta comunque che un conto è lo “scientismo”cui forse accennava il filosofo citato, ed altro conto è la scienza per la quale vorrei sapere cosa proponga di falso e mistificatorio…soffocante (sic!). E’ evidente che abbiamo una diversa sensibilità ai vari concetti che ci troviamo a valutare dal punto di vista delle nostre rispettive culture e VISION…e forse anche cadiamo vittime di reciproci sospetti, ma perchè senti, in questa occasione, l’esigenza di stigmatizzare lo scientismo? In effetti, senza alcuna remora, io concordo con le tue valutazioni proprio in riguardo allo “scientismo”, che forse tu confondi con “scienza”. Fra scienza e scientismo non c’è alcuna relazione e nemmeno vedo il pericolo o il rischio che la “scienza” (scienziati/ricercatori dei molti laboratori del pianeta) virino il loro pensiero verso lo “scientismo”. Ciò, nonostante si diano scienziati od operatori, che si dicono atei, agnostici, od anche, variamente, credenti…, ma mai mi giunse notizia di scienziati…”scientisti”. In riguardo alla religione, poi, la scienza è assolutamente agnostica: la scienza non nega e neppure afferma alcunchè …semplicemente “prescinde”…così come per tutto ciò che di concreto o di astratto non segue la trafila del metodo scientifico. In effetti l’esplicarsi scientifico non funziona come nella filosofia, ove ognuno che riesca a sollevare una qualche attenzione mediatica può dire o proclamare quanto la logica gli detta…persino in relazione ad un qualche Dio o energia trascendentale. Si danno effettivamente persone che si proclamano guaritori …o adepti di specifiche metodologie da perseguire per guarire lo spirito, ma niente mai risulta di positivo o affidabile se non si verifica rientrante nelle metodologie della scienza.…anzi molti di queste persone che troppo hanno promesso, hanno poi anche sperimentato il carcere. Quindi, per la scienza, tutto può essere, ma la scienza stessa niente avalla se non è garantito il perseguimento di determinati protocolli. Questo non significa che l’extrascientifico non sia veridico …semplicemente non ha le garanzie che la metodologia scientifica offre. Le discipline non tecno/scientifiche come sarebbero l’arte, la religione, la filosofia stessa, ecc… devono ricorrere ad altri parametri per validarsi…se non intendono restare in ambito strettamente soggettivo o a scanso di accuse di ciarlataneria. L’esplicarsi scientifico, infatti è dotato di più oggettivi automatismi di auto-correzione…rispetto a saperi o elucubrazioni extrascientifiche...non perché queste ultime manchino di valore in sé nelle loro espressioni più elevate, ma perche mancano di garanzie oggettivamente precostituite. La scienza non ha un dio e non dispone di deus ex machina a giustificare il proprio esplicarsi: C’è solo la struttura del micro-macro universo da esplorare e indagare in relazione a specifici sperimentati protocolli: se soddisfa è scientifico se non soddisfa non lo è. Citazione:
Certo la filosofia può intervenire a indagare e speculare intorno ad un qualunque argomento le aggradi, ma non credo che gli enunciati della scienza, necessitino della validazione filosofica/religiosa…ma nemmeno necessitano della validazione politica o economica. Piuttosto possono essere le successive applicazioni sociali a poter essere ostacolate o stigmatizzate da posizioni etico/filosofiche, religiose e politiche di parte, persino in sede legislativa, ma questo non ha nulla a che fare con la verità scintifica. Se mai può interferire con lo sviluppo tecnologico ed economico. Citazione:
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05-04-2011, 11.24.57 | #54 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Sotto il nome di scienziati e di scienza c’è una vasta gamma di sfumature che va dal cialtronismo alla serietà, inoltre la “visione” fra quelli che considero scienziati autentici non è affatto unica La scienza non è infatti la dottrina ideale, in grado di svelare la verità regolata da norme metodologiche e da principi epistemologici validi per tutti gli scienziati, bensì un in-sieme di visioni e di approcci diversi nati in tempi diversi ed in epoche diverse e contesti storico-sociali diversi. Negli ultimi decenni tale dibattito è evoluto in un vero e proprio con-fronto tra culture che leggono il mondo vivente con occhi differenti.Tratto dagli atti del seminario di scienze naturali a cura della Società Ticinese di Scienze Naturali. Citazione:
Non so cosa intendi per “affidabilità”, ti faccio solo notare che quel termine ha la sua radice significativa nel termine “fede”. A partire dall’invenzione della zappa, si fa per dire, credo che nessuno possa disconoscere ma neppure mettere in discussione il valore praticodella tecnologia cioè la ricerca pratica per la soluzione di problemi pratici. La tecnologia nulla a che fare con la verità, né la verità con la tecnologia. Citazione:
Gli effetti dell’utilizzo della scienza applicata e cioè la tecnologia (e non già l’effetto della scienza in quanto tale né della tecnologia in quanto tale ), sono talvolta disastrosi per l’umanità. La CO2 è proprio la conseguenza di un utilizzo scriteriato Giustamente sociologi, filosofi, umanisti scienziati ecc. tentano di imprimere un corso positivo a quegli utilizzi. Che la scienza ci salvi sul piano culturale è una affermazione chiaramente scientista . Si potrà dire , invece, che solo la cultura in tutte le sue articolazioni ci può salvare. Si è fatto ancora tardi. Risponderò poi al resto del tuo post. |
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06-04-2011, 12.28.23 | #55 |
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
Da motivazione e personalità di Abraham Maslow, riporto alcune osservazioni inerenti a quanto postato ultimamente in questo topic:
"Per lo psicologo la scienza è una creazione dell'uomo ed è funzionale ai suoi bisogni ed alle sue motivazioni, non è quindi una cosa autonoma. Diverse possono essere le motivazioni dello scienziato: curiosità e desiderio di capire, spiegare e sistematizzare; amore e desiderio d'aiuto verso la specie umana; bisogno di prestigio L'interesse dello scienziato può quindi essere non soltanto umanistico ma anche rivolto alla ricerca di soddisfazioni personali La personalità dello scienziato è un aspetto fondamentale dello studio della scienza La scienza è basata su valori umani Bisogna essere coscienti dei valori umani per evitare distorsioni nella percezione degli stessi Esiste la realtà umana e la realtà della natura (non umana), due realtà differenti Bisogna stabilire fino a che punto lo scienziato debba stare al di sopra della propria cultura e condizione sociale per percepire le cose in modo valido Le grandi figure di scienziati hanno avuto anche altri interessi umanistici, filosofici, sociali, estetici L'eccesso di specializzazione produce rigidità Il dilungarsi nella tecnica e nella metodologia ha come conseguenza la sottovalutazione della vitalità e della validità del problema e della creatività in generale La sopravvalutazione dei mezzi tende a: 1 dare più importanza ai tecnici invece di darla a quelli che pongono e risolvono i problemi 2 dare più importanza a come gli argomenti sono costruiti piuttosto che a ciò che essi dicono 3 adattare i problemi alle tecniche e non le tecniche ai problemi 4 creare una gerarchia delle scienze 5 costruire pareti divisorie fra le scienze relegandole in territori separati 6 creare una scissione troppo grave fra gli scienziati e gli altri uomini di cultura 7 produrre un tradizionalismo pericoloso Un grave pericolo dell'ortodossia scientifica è che tende a bloccare lo sviluppo di nuove tecniche e nega la collaborazione fra chi è ortodosso e chi non lo è La scienza non può essere completamente oggettiva e cioè indipendente dai valori umani L'immaginaria indipendenza della scienza dai valori umani svuoterebbe le discipline scientifiche del loro significato, sarebbero solo tanti insiemi di regole e procedimenti" Personalmente credo che sia l'eterno conflitto fra libertà di ricerca ed etica. E' una cosa di cui non se ne verrà mai a capo. Un esempio: lo scienziato è pronto per la clonazione, l'uomo no. |
06-04-2011, 18.57.15 | #56 |
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LA FILOSOFIA È MORTA: NON CI RESTA CHE LA FISICA
Ciascuno di noi non esiste che per un breve intervallo di tempo, e in tale intervallo esplora soltanto una piccola parte dell’intero Universo. Ma la specie umana è una specie curiosa. Ci facciamo domande, cerchiamo delle risposte. Vivendo in questo mondo sconfinato che può essere ora amichevole, ora crudele, e volgendo lo sguardo ai cieli immensi che ci sovrastano, gli uomini si sono sempre posti una moltitudine di interrogativi. Come possiamo comprendere il mondo in cui ci troviamo? Come si comporta l’Universo? Qual è la natura della realtà? Che origine ha tutto ciò? L’Universo ha avuto bisogno di un creatore? La maggior parte di noi non dedica troppo tempo a preoccuparsi di simili questioni, ma quasi tutti di tanto in tanto ci pensiamo. Per secoli questi interrogativi sono stati di pertinenza della filosofia, ma la filosofia è morta, non avendo tenuto il passo degli sviluppi più recenti della scienza, e in particolare della fisica. Così sono stati gli scienziati a raccogliere la fiaccola della nostra ricerca della conoscenza. Autori: Stephen Hawking e Leonard Mlodinow su La Repubblica, 6 aprile 2011 L’articolo, dal titolo shoccante, di cui riporto un breve incipit, è tratto dal nuovo libro degli stessi autori già edito in Inghilterra e che uscirà presto anche in Italia. Esso vorrebbe rispondere non soltanto al tradizionale “come”, caratteristico della scienza, ma, fra l’altro e in particolare, anche alle seguenti domande, prettamente filosofiche: Perché c’è qualcosa invece di nulla? Perché noi… ci siamo? Perchè secondo questo particolare insieme di leggi e non secondo altro insieme? Ecc… Gli autori sembrano sostenere che la scienza, la fisica in particolare, sia meglio attrezzata e più avanzata della filosofia, per rispondere. Che ne dicono i filosofi? Può essere che non siano d’accordo? Seguono i link, su Wikipedia, relativi agli autori: http://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking http://it.wikipedia.org/wiki/Leonard_Mlodinow |
06-04-2011, 21.28.51 | #57 | |||||
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
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07-04-2011, 19.35.31 | #58 | ||||||||
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
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Anzi si potrebbe scrivere un libro in sé congruente: “dal mondo “come numero” di Pitagora, passando per l'illuminismo, all’inseguimento della particella di Dio o bosone di Higgs…magari anche dei multi mondi delle più recenti teorie…stringhe, M, ecc… In fondo sei stato tu a provocare i miei ritriti ponzamenti con la citazione delle male influenze del cosiddetto scientismo: forse, anche tu, sempre ritritamente, pensi allo “scientismo” come fosse la VISION della scienza, ma non è così: lo scientismo non c’azzecca! Riporto da GOOGLE: SCIENTISMO: [scien-tì-ʃmo] FILOS Movimento positivista sorto in Francia verso la fine del sec. XIX, che esaltava le scienze fisiche e sperimentali come unico e valido strumento conoscitivo capace di spiegare la natura di “tutte” le cose e di soddisfare “tutti” i bisogni dell'uomo. Direi che un movimento “culturale” che persegue l’assoluto è piuttosto una forma di religione invece che scienza: anzi…”scientista” suona offensivo per chi persegue la visione scientifica odierna. All’opposto la scienza persegue il “relativo” anche se speriamo che possa salvare questo mondo, e noi con esso… non dall’inferno, ovviamente, (di cui poco sappiamo), ma dai guai e dalle catastrofi che via via provoca il cattivo uso che la politica e l’economia fanno della scienza nelle sue ricadute tecniche. Ecco… evitare questo cattivo uso è un lavoro per Superman…ops…per la filosofia, forse per la religione. Apoditticamente direi: perdersi a stigmatizzare lo scientismo per deprezzare o sminuire la scienza è come lanciarsi, lancia in resta, contro i mulini a vento. In relazione all’illuminismo …ho lamentato semplicemente il fatto che mentre nelle università italiane ancora si insegnava la cosmologia aristotelica in perfetta concordanza con la chiesa, in Europa fioriva l’illuminismo…che culminò con la Rivoluzione Francese…certo crudele nella sua massima esplicazione, ma foriera di un mondo nuovo. Ora, che i filosofi e pensatori illuministi fossero o meno, in qualche modo credenti,non saprei. La influenza e conseguenza pratica del loro pensiero fu tuttavia fondamentalmente laica e, in particolare, atea nella risultanza rivoluzionaria con elevazione a divinità della Dea Ragione.(Contraddittorio invero?) In fondo la cosa era conforme all’incitamento di Kant ad uscire dallo stato di minorità nei confronti del cielo. Citazione:
Una tale posizione tradizionale della filosofia e della religione non è certo aliena dalle influenze negative persino protraentesi sulla comune cultura odierna…sulla nostra appartenenza culturale anche piu’ elevata, ecc..… Citazione:
Riporto di seguito una esternazione indice di una visione religiosa che mi pare contrasti persino con le parole del Papa. Ecco, a me pare veramente strano e contraddittorio (ad essere buoni) che il vicepresidente del CNR, massimo ente scientifico italiano, dichiari, fra l’altro, pubblicamente, (ma solo a Radio Maria poteva farlo) che “la catastrofe giapponese è stata indotta da Dio nel piano della sua creazione per molteplici fini degni della sua bontà”…. procedendo a estendere il concetto per quasi 10 minuti. Roba da incidente diplomatico… a minimizzare, a parte l’incongruenza scientifica. Fortuna che i giapponesi non ascoltano la radio in questione! Citazione:
Citazione:
Citazione:
Ad essere seri, mi pare che la questione non consista nel credere o meno nella divinità, ma nel credere o meno in certi modi della religione di esprimersi…magari dovuti al timore di perdere il potere o l’influenza…sulle anime. Citazione:
Oppure è la tua rappresentazione che un pò pendente…su un lato? |
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07-04-2011, 21.12.36 | #59 | |
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Devo notare, (magari anche per Sirviu le cui osservazuioni pur giuste denotano la non conoscenza di chi fosse Maslow,) che Maslow, appunto, non era uno scienziato, era uno psicologo e a quei tempi (prima metà del secolo XX) la psicologia aveva poco di scientifico ...per lo meno, molto meno di ora. Maslov fu un esponente autorevole della cosiddetta "psicologia umanistica" e fu fondametalmente il padre della motivazione esposta in modo organizzato quasi scientificamente (il che costituisce un merito, ma privo di supporto sperimentale protocollato che allora non poteva esserci) nel suo libro "Motivation and Personality" edito negli States (USA) nel 1954. Ebbe forte influenza nella cultura degli psicologi comportamentisti americani (per lo più consulenti del lavoro, ma anche professori universitari come lo fu Maslow) che, per suo merito, perseguirono sui luoghi di lavoro modalità organizzative piu' umane superanti il taylorismo impositivo e parcellizzante. Per Maslow, l'operatore aziendale, anche alle linee di montaggio della Ford (ridicolizzate da Charly Chaplin), doveva essere psicologicamente incentivato e motivato, piuttosto che frustato. E non mi pare poco! Spero di riprendere. P.S.: L'ntroduzione da parter di Maslow della motivazione nella nostra cultura, nella cultura del lavoro e del comportamento umano ha informato di sè tutto il pensiero aziendale dalla metà del XX secolo in poi. Pochi ne sanno qualcosa in campo filosofico e psicologico perchè per noi l'uomo vive solo 16 ore al giorno il tempo dei bisogni ludici e primari (cantare, mangiare, dormire,) Le altre 8 ore appartengono a quell'altra vita che crediamo non ci apartenga e che sotterriamo nella parte buia della nostra mente...tanto piu' ora con l'imprversare della disoccupazione. Peccato che non ne facciamo un nuovo topic. Ultima modifica di ulysse : 08-04-2011 alle ore 14.23.55. |
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07-04-2011, 23.41.15 | #60 |
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Riferimento: Filosofia o filosofare?
Che un fisico sostenga che la fisica sia la scienza meglio attrezzata e più avanzata per rispondere alle domande esistenziali, sembra una valutazione piuttosto faziosa.
Non credo che la fisica sia in grado di spiegare in che modo dalla materia organica nasca la coscienza. Forse come metodo d'indagine per la ricerca della verità dovremmo servirci del concetto che Bateson chiamava profondità di campo. Gli uomini non sono sempre stati uguali, hanno vissuto in epoche e ambienti diversi, hanno avuto usi e concezioni diverse. Quanto più si trovano corrispondenze fra queste diversità, tanto più aumenta la profondità di campo. E' un pò come la differenza fra vedere con un occhio solo e vedere con due. Per scienza autonoma si intende indipendente dall'etica Non si può ignorare la differenza fra realtà umana e la realtà della natura. La nostra realtà, rispetto agli altri esseri viventi, è profondamente influenzata dal linguaggio e dal pensiero verbale. La scienza ha dimostrato che la clonazione umana è possibile, quindi la scienza è pronta. Lo scienziato è un uomo in quanto individuo, e l'individuo può essere favorevole o meno alla clonazione. La clonazione umana è vietata dalla legge, significa che l'uomo inteso come collettività umana non la vuole, non è pronto, se lo sarà un domani non lo sappiamo. Oggi non la vuole sebbene potrebbe averne dei benefici. E' una questione di etica. |