ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
27-03-2011, 07.19.05 | #33 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Filosofia o ... "filastrocca di opinioni"?
“Il filosofare ha voluto ritrovare la via verso la realtà svincolandosi da un puro e semplice conoscere qualche cosa, dai modi di dire convenzionali, da atteggiamenti prefissati e a ogni tipo di presupposto” (Jasper) “La filosofia addestra la mente a riflettere per concepire la vita fuori dai dogmi e dai pregiudizi del pensiero volgare ( G. Gentile) . “Il filosofare deve oltrepassare la pura disciplina storica, per evitare il vuoto di un arbitrio individualistico che procede “farfalleggiando intorno a pensamenti irreali” (Hegel). Il filosofo deve possedere la cultura del talento e la destrezza dell'uso. Illuminismo è pensare con la propria testa” “Pensare con la propria testa non va confuso con il concedere a “ognuno di mettere fuori una sciocchezza più grossa dell'altra, attraverso originalità arbitrarie e fantasticherie” . La filosofia spontanea priva di competenze fa ricadere nella “filastrocca delle opinioni” (Hegel). Quindi la filosofia non è un pensiero disorganizzato in combinazioni gratuite. E' un malinteso dire che ognuno può dire la sua perché avrebbe in sé la ragione naturale. Non è l'ora del pensiero divagante per mescolare parole libere. La logica deve discriminare ragionamenti corretti e scorretti con le tecniche dell'argomentazione e del discorso. Per abituarsi ad agire nei vari ambiti del sapere e delle esperienze. Con riflessiva critica per confrontarsi con gli altri: in tale esercizio diverremo consci dei nostri condizionamenti da ambiente, educazione, storia personale, idiosincrasie non superate, influenze dei media, ecc. senza lasciarsi andare ad asserzioni ingiustificate, contraddizioni, oscurità impossibili da valutare per decidere se si è veramente d'accordo o meno. Occorre una corretta applicazione. Non si edifica nulla ma si giustifica ciò che vale assimilare in pensieri protetti da oscure deviazioni. Per argomentare in modo logico, non tanto su visioni generali della vita o su forme di misticismi. Fuggendo dal rischio di ridurre l'attività filosofica a qualcosa di equivalente alle parole crociate, al voler risolvere oscuri enigmi, ecc. Il pensiero anarchico, l'idea balzana e arbitraria, campata in aria, il disprezzo o il travisamento dei grandi pensatori, fa parte di una barbarie culturale. arsenio |
27-03-2011, 10.53.07 | #34 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 22-08-2010
Messaggi: 107
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Ottimo intervento, con pertinenti citazioni. Resta un problema da risolvere: la filosofia non può usufruire - se non indirettamente - del metodo sperimentale. Perciò, purtroppo, c'è spazio per infinite tesi che raramente possono essere smentite o confermate. D'altra parte, già in presenza di un metodo scientifico, ci sono persone che credono nei poteri paranormali, nell'astrologia e in amenità varie. Quindi, quando si parla di ragionementi corretti/scorretti, è difficile stabilire un criterio preciso con cui discrimanare. Chi poi dovrebbe guidicare ? Il Papa ? Normalmente è una comunità, o meglio un'élite che lo fa, con gli effetti collaterali del caso. A mio avviso è quindi inevitabile che il pensiero continui ad essere anarchico e tutto sommato è anche un bene, perché l'alternativa sarebbe un pensiero "omologato" di sinistra memoria. Poi ognuno di noi dovrebbe cercare di partecipare ad una "comunità" che ritiene possa dargli garanzie di correttezza ed affidabilità. Di più credo che non si possa - o debba - pretendere. |
|
27-03-2011, 10.58.05 | #35 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Il pensiero di Hegel sulla filastrocca delle opinioni è un atto di pre-potenza e di pseudo-conoscenza dei meccanismi che regolano i pensieri. Peccato che ancora oggi questi meccanismi non si conoscano.
Se Hegel avesse avuto competenza specifica, avrebbe dovuto illustrare il meccanismo dei nostri pensieri. Non poteva farlo in quanto non era "competente". Non poteva affermare quindi che la sua era una competenza, in quanto tale conoscenza non c'era ieri e non c'è nemmeno oggi. Hegel però è perdonato, in quanto ai suoi tempi non esisteva ancora codesta discussione o era solo accennata. Non sono perdonati però coloro i quali oggi prendono spunto da Hegel per distogliere lo sguardo dal problema di fondo. Che il pensiero sia organizzato, non ci piove... ma non è ancora chiaro perchè lo sia e con quali meccanismi (se ce ne sono). Un filosofo che non sappia con quali meccanismi riesce ad organizzare il suo pensiero è un filosofo che crea un pensiero organizzato non sapendo come e perchè lo organizza. Non sapendo perchè organizza in quel modo il suo pensiero, non ha competenze sull'organizzazione dei pensieri. Si dice (o almeno ora lo dico io) che l'evidenza del pensiero è l'arma migliore per convincere qualcuno della bontà del pensiero stesso. Bene... ciò che ho scritto io lo trovo evidente, benché non conosca la natura dell'evidenza. Qualcun altro riuscirà a rendere evidente il contrario di ciò che ho scritto io... solo allora io riterrò il mio ragionamento non più evidente e quindi probabilmente errato. Continueremo però a non essere a conoscenza di come è organizzato un pensiero evidente. E questo secondo me è un problema filosofico. |
27-03-2011, 17.24.32 | #36 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Grazie. Per sua natura una scienza dello spirito come lo è la filosofia, ma anche la psicoanalisi, non fanno parte delle scienze della natura,universali e sperimentabili: ma occorre specificarlo, in un forum di riflessioni filosofiche? Tutte le scienze dello spirito non sono “falsificabili”, per questo non rientrano nella scienza verificabile, ma non per ciò si può dire che non abbiano un loro valore. Non sono attendibili nel senso precisato, come afferma Popper che è il massimo filosofo della scienza del '900. Sebbene ora anche le sue riserve sul metodo deduttivo, disconoscendo quello induttivo,siano oggetto di critiche da parte degli scienziati. Tu citi il Papa sia pure, credo scherzosamente, quale giudice di “verità”. Ebbene ci serve per fare una distinzione: al papa compete la Verità unica assoluta , dogmatica infallibile. Ma uno scienziato, più modestamente, si accontenta della verità provvisoria, ottenuta da una comunità di esperti attendibili. Si tratta di una verità sempre modificabile, perfezionabile, ben diversa da quella delle religioni. saluti arsenio |
|
27-03-2011, 17.26.57 | #37 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Il problema che qui sollevo è rigorosamente filosofico e mi sembra di essere stato frainteso. Non intendo entrare nel merito di un ambito che ora appartiene alle neuroscienze: ricerca sulla “coscienza”, meccanismi del pensiero,intelligenze artificiali, ecc. ecc. Le ricerche sono in corso e sono promettenti. Sebbene ora sempre di più la filosofia dovrà tenere conto di certe ultime scoperte neurobiologiche, rese possibili anche grazie alle nuove tecnologie ( risonanza magnetica per visualizzare pensieri e emozioni, plasticità dei circuiti cerebrali, ecc.) Chi avrebbe detto fino a poco tempo fa che l'empatia sarebbe stata oggetto della scienza? ( i “neuroni specchio”) o che il libero arbitrio sarebbe entrato nelle ricerche neuroscientifiche? A tal proposito, consiglio il saggio “Siamo davvero liberi” - Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio -di De Caro, Lavazza, Sartori . Se si vuole spostare il discorso sui meccanismi del pensiero e emozioni va letto anche l'ottimo “Mi ritorno in mente” di Boncinelli. Comunque per ora restiamo sulla filosofia. Se parlo di “organizzazione del pensiero” mi riferisco a concetti corretti, espressi in frasi lineari, logico-sequenziali, che seguano una logica non formale, che rientrino nel discorso argomentativo retorico. Oltre, beninteso,al possesso delle modalità conoscitive che caratterizzano quella particolare disciplina in oggetto, nel nostro caso la filosofia. Altrimenti, come non assecondare Hegel che avverte del rischio di scadere nella “filastrocca di opinioni”? Essendo lo stesso concetto espresso, ad esempio da Odifreddi, consapevole che di certi filosofi attuali anche noti, l'esame analitico,logico testuale di loro scritti non raggiungerebbe la sufficienza. Chi conosce alcune basi di filosofia è in grado di rilevare diversi strafalcioni anche in forum che si fregiano della denominazione “filosofia”, ovvio che un profano può non discernere tra tutto quello che compare in rete, o se vi è coinvolto, avere una resistenza ad ammettere certi errori o scarse conoscenze su alcuni capisaldi del pensiero filosofico. Ma quello che ha attirato più la mia attenzione è stato il termine “evidente” con cui definisci le tue affermazioni, equivocando forse con “correttezza”,giustezza” di un concetto. Ora. ogni cultore di filosofia sa che “evidenza” significa piena visibilità: “evidente” è ciò che si manifesta ,presentandosi così come è. Ad esempio il “cogito” di Cartesio è un'evidenza che lo illumina della sua esistenza, ma tale balenante intuizione non rientra nel ragionamento logico e nella sua convalida, tra l'altro mancano le premesse, esplicitate o sottintese, del sillogismo. Se dobbiamo argomentare non sono sufficienti intuizioni o simili spontaneità e ingenuità. A te certo che è “evidente” che stai affermando qualcosa,ma ciò non garantisce della qualità di ciò che dici. E questo è veramente un problema filosofico. saluti arsenio |
|
27-03-2011, 21.38.53 | #38 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
La questione non è soltanto di competenza delle neuroscienze. Le neuroscienze starebbe (il condizionale è d'obbligo) studiando proprio quello che vien fuori dalle filosofie ( e di tutto il pensiero umano) e non è detto che ci riescano. Mentre tu sollevi una questione filosofica le neuroscienze starebbero studiando le questioni che solleva la filosofia. Sarebbe come se tu dicessi: io intanto sollevo una questione filosofica, anche se poi saranno le neuroscienze a stabilire la validità delle questione che sto sollevando! Non credi sia antieconomico? Sollevi questioni filosofiche che potrebbero essere inutili, visto che sarà qualcun altro a stabilire l'utilità delle cose che sollevi. Citazione:
Citazione:
La qualità di ciò che dico è l'evidenza. La correttezza e la giustezza sono termini che stai usando tu. Il mio discorso non è logico è evidente. E lo ripeto: Tu filosofo usi la tua mente per "sollevare" questioni filosofiche, mentre non hai ancora sollevato una sola questione sulla mente che solleva le questioni filosofiche. E' evidente o no? Una filosofia che ha come scopo la ricerca dell'essere, si permette il lusso di sollevare questioni filosofiche campate per aria. Chi le solleva le questioni? Rispondi, è importante... stai aspettando che siano le neuroscienze a dirtelo? Non riesci a pensarci tu? Tu dici: Citazione:
Tu parli di modalità conoscitive. Di cosa parli? Del fantoccio che la mente ha creato come strumento di conoscenza, o della mente che crea i fantocci che noi crediamo di poter utilizzare come fonte conoscitiva? Io parlo della mente che crea i fantocci e dico che non è ancora chiaro il motivo per cui la mente li crea e come li crea. Tu invece salti completamente la questione e parti direttamente dal fantoccio. E' evidente (anche questo) che qui l'unico filosofo sono io, perchè se mi mantengo alla frase all'interno del forum (Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere) io mi preoccupo maggiormente di ricercare l'essenza, voi invece di manipolare il fantoccio. |
||||
28-03-2011, 00.43.02 | #39 | ||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Per quanto alcuni bagliori, all'orizzonte, qualcuno cominci a intravedere...pare! Come opinione da meditare e non come dogma hegeliano, riporto l'incipit del libretto seguente edito da Mondadori (2008) IL TUO CERVELLO: istruzioni per l'uso e la manutenzione. Autori: Sandra Aamodt/Sam Wang ] Cap.1°: PUOI FIDARTI DEL TUO CERVELLO? Il tuo cervello ti dice un sacco di bugie. Ci spiace doverti comunicare questa notizia, ma è proprio così. Persino quando sta facendo qualcosa di fondamentale e difficile, in realtà non ti rendi conto di molte delle cose che succedono. Il tuo cervello non ha alcuna intenzione di mentirti, è ovvio. In linea di massima fa un ottimo lavoro, sgobba per aiutarti a sopravvivere ed a realizzare i tuoi obiettivi in un mondo complicato. Dato che spesso devi reagire con rapidità, sia alle emergenze che alle opportunità, di solito il tuo cervello preferisce ottenere in fretta una risposta abborracciata, piuttosto che dover aspettare per avere una risposta precisa. Se a questo aggiungi la complessità del mondo, capirai che il tuo cervello deve prendere delle scorciatoie e fare ipotesi riguardo a un sacco di cose. Il più delle volte ti racconta bugie nel tuo interesse, ma le bugie, come prevedibile, possono indurre anche degli errori. Ecc…. I problemi cominciano fin dall’inizio, quando il tuo cervello assorbe informazioni dal mondo tramite i sensi. Anche mentre te ne stai seduto tranquillo in una stanza, il tuo cervello riceve assai più informazioni di quante riesca a recepirne o di quante te ne servano per decidere come agire. Magari tu sei consapevole nei minimi particolari dei motivi, e dei colori del tappeto……dei quadri appesi….dei trilli degli uccellini sull’albero fuori….ecc… All’inizio il tuo cervello percepisce molti altri aspetti della scena, ma li dimentica in fretta. Di solito non si tratta di cose davvero importanti quindi spesso non ci accorgiamo di quante informazioni perdiamo. Il cervello commette molti atti di omissione poiché scarta la maggior parte delle informazioni provenienti dal mondo non appena le giudica irrilevanti……..ecc… Il cervello, insomma, inteso come organo a sé, avulso dai miei desideri e dai miei scopi ma ad essi di per sé orientato, fa un po’ quel che ora ho fatto io: ho tagliato le parti del discorso a mio giudizio meno interessanti allo scopo! Ma chi mi dice che chi legge non le avrebbe trovate invece interessanti, magari più interessanti? Se ne deduce che non saremmo noi (nella nostra identità o volontà) a decidere, ma è la macchina sensorio/cerebrale che ci riporta alla coscienza, per intrinseco programma, solo ciò che “lei” ritiene interessante per il nostro scopo, ottimizzando statisticamente in modo che possiamo avere un prevalente meglio, ma non il tutto. Se fossimo costretti a vagliare coscientemente il tutto dei nostri sensi forse andremmo in tilt, ma ciò non toglie che una informazione in piu’ o in meno giunta alla coscienza potrebbe deviare, in meglio o in peggio, il corso dei pensieri, delle esplicazioni e decisioni. Mi pare poi che quanto esposto sia coerente con l’ipotesi evolutiva per cui la struttura del nostro cervello non sarebbe frutto di un progetto razionalmente predisposto dall’origine, ma conseguenza di crescita/decrescita e formazione di parti aggiuntive, di sinapsi, interazioni fra neuroni, ecc…formatisi in aggiunta o detrazione col mutare accrescere/decrescere delle esigenze adattative durante tutta la storia evolutiva…un qualcosa come sarebbe l’evoluzione e sviluppo della struttura del “Parco Naturale del Ticino” …. in interazione continua fra acqua, aria, sole, pioggia, neve, ghiacci, flora, fauna, ecc… in totale, spontanea, autonomia: nessuna organizzazione o scopo esplicitato, ma tutto funziona ed il parco vive. Ma si potrebbe osservare che l’ipotesi valga per i cervelli comuni dediti ad operare in continua, contingente interazione con l’ambiente..e non valga per i grandi cervelli pensanti dei filosofi che, saggiamente, si soffermano e osservano che tutto vada al posto suo o mettono essi stessi in bell’ordine secondo logica. Il chè potrebbe effettivamente essere, ma non ci credo tanto: potremmo trovarci di fronte ad un pensatore esplosivo e guizzante lanciato in una fitta congerie di elucubrazioni…come talvolta vien da pensare per certi filosofi (opinion –maker) di estrema prolificità! Che farebbe allora la sua macchina selettivo/elaborante…come si organizzerebbe prima di dare alle stampe un sistema filosofico compiuto? Citazione:
Credo che da Galileo e tanto più da Darwin in poi ci si trovi in una fase di forte evoluzione/mutazione culturale ignota per lo più ai filosofi per cui la filosofia, intesa classicamente, gioca un po’ di rimessa rispetto alle scienze fisiche e umane. Citazione:
Personalmente poi non saprei cosa s’intenda per “organizzazione del pensiero” e un maligno potrebbe persino osservare che si vede!. In realtà si può dire solo che organizziamo consciamente, logicamente e grammaticalmente (quasi), ciò che del “pensiero globale” è frutto ed esplichiamo ora, per scelte soggettive fra dubbi e contraddizioni, ma non è detto che domani non rovesciamo tutto facendo ricorso ad altre prevalenze. Citazione:
Ma chi mai avrebbe competenze in proposito? A me pare di organizzare il pensiero esplicandolo …ove, al limite, una buona parte è influenzata dalla formattazione o, nel caso specifico dalla esigenza di contenermi entro i 10,000 spazi concessi. Ma se andiamo oltre, un formidabile apporto alla organizzazione del pensiero è dato dal linguaggio che si dice abbia strutturato e costituisca una “organizzazione avanzata” del cervello stesso. E ancora un salto ulteriore è dato dallo scrivere, e, tanto piu’, dalla rappresentazione soprattutto: disegni, schemi, grafici, ecc… Ho detto organizzazione avanzata perché gli animali, pur privi di linguaggio e incapaci di rappresentazione, una qualche organizzazione di pensiero ce l’hanno pure loro. Citazione:
Infatti e comunque non è vero che “evidente” sia il contrario di “errato”…anzi….. Citazione:
Affidarsi ancora solo ai filosofi significa rimanere sempre alla patente B: mi permette di guidare, ma al minimo intoppo devo ricorrere al carro-attrezzi. |
||||||
28-03-2011, 17.13.35 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 22-08-2010
Messaggi: 107
|
Riferimento: Filosofia o filosofare?
Citazione:
Il Papa non scherza, e la sua infallibilità (anche se qualche infiltrazione ultimamente sembra fare breccia) è difficilmente messa in discussione. Ma neanche tu scherzi quando parli di rigorosa filosofia. Come può essere rigorosa quando, per tua stessa ammissione, anche la verità scientifica (che dovrebbe essere ancora più rigorosa in quando sperimentabile, dimostrabile e falsificabile) è sempre modificabile e perfezionabile ? Perciò preferisco l'approccio di Il_Dubbio anche se nudo e crudo, e seppure la stessa "evidenza" sia opinabile e non sempre circoscrivibile: non solo nella singola evidenza, ma nelle infinite relazioni - spesso contradditorie - tra distinte "evidenze". Forse quello che può meglio distinguere la filosofia dalla religione e dalla scienza, è il suo tentativo di rielaborare interrogativi e significati, di proporre strutture di interpretazione e di ricerca. Pretendere che ciò sia rigoroso a mio avviso è limitativo a priori. |
|