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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 20-03-2011, 12.48.43   #31
CVC
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
Riferimento: Filosofia o filosofare?

Non intendo certo dire che si debba negare la soggettività, solo essere in grado di distinguere l'oggettività
dalla soggettività.
Il pragmatico William James sosteneva che i dati percepiti simultaneamente formano una totalità fino
a quando non vengono dissociati dall'esperienza. L'esperienza ci porta a soggettivare, e probabilmente
non potremmo apprendere nulla senza adottare un punto di vista soggettivo.
Ma ciò non esclude che spesso ci capita di apprendere in modo errato, e che ciò che fa parte della nostra esperienza
possa essere sempre reinterpretato.
Bisogna distinguere fra intelligenza empirica e sistematica; nella prima conta l'esperienza soggettiva, nella
seconda contano la deduzione, la rappresentazione, l'invenzione.
E' nel rapporto fra soggettività ed oggettività che possiamo arricchire la nostra esperienza, ed è questo il senso del topic "filosofia o filosofare".
Il fatto che ci serviamo di concetti legittima la posizione costruttivista: il nostro cervello ha bisogno di
schemi per funzionare. Un fatto o un concetto sono tanto più intelligenti e obbiettivi quanto più vengono
elaborati dagli schemi.

Non capisco cosa intendi con il dire che "non dobbiamo mai avere la tentazione di privilegiare l'oggettività
e la logica".
CVC is offline  
Vecchio 21-03-2011, 09.29.34   #32
Il_Dubbio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Non intendo certo dire che si debba negare la soggettività, solo essere in grado di distinguere l'oggettività
dalla soggettività.
Impossibile. L'oggetto è il risultato di un ragionamento. Il ragionamento usa micro-pensieri soggettivi. Il “metodo” (che può essere un metodo logico... uno dei tanti) con cui inferiscono questi pensieri ci da un risultato e questo alle volte è indicato come l'oggetto. Potremmo cambiare il metodo e sin salam bin l'oggetto non c'è più.
In questo caso, io stesso sto usando un metodo per distruggere l'oggetto. Qual è il metodo migliore? Qui nasce il dubbio, mentre è in-dubbio (almeno per me, che sono cosciente di questo) che alla base di qualsiasi ragionamento vi siano micro-pensieri soggettivi. E' da quelli che si parte e soltanto quelli sono indubitabili. Tutto il resto è dubitabile compreso il presunto oggetto.

Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Non capisco cosa intendi con il dire che "non dobbiamo mai avere la tentazione di privilegiare l'oggettività
e la logica".

Credo di aver già risposto, e ancora meglio, con il concetto precedente.
Il rischio sarebbe quello, cioè, di rinnegare il soggetto quando è invece innegabile. Indubitabile, indiscutibile...imprescindibil e.

L'oggetto e la logica sono il risultato dell'inferenza fra i pensieri.
Se vuoi (uso questa immagine) la logica e l'oggetto sono le realtà emergenti. A fondamento di queste realtà emergenti abbiamo i pensieri.
Le realtà emergenti però sono di per se non fondamentali. La filosofia invece intende risolvere questioni fondamentali, quindi non può dimenticarsi come (e da cosa) nascono le realtà emergenti.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 27-03-2011, 07.19.05   #33
arsenio
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Riferimento: Filosofia o filosofare?

Filosofia o ... "filastrocca di opinioni"?

“Il filosofare ha voluto ritrovare la via verso la realtà svincolandosi da un puro e semplice conoscere qualche cosa, dai modi di dire convenzionali, da atteggiamenti prefissati e a ogni tipo di presupposto” (Jasper)

“La filosofia addestra la mente a riflettere per concepire la vita fuori dai dogmi e dai pregiudizi del pensiero volgare ( G. Gentile) .

“Il filosofare deve oltrepassare la pura disciplina storica, per evitare il vuoto di un arbitrio individualistico che procede “farfalleggiando intorno a pensamenti irreali” (Hegel).

Il filosofo deve possedere la cultura del talento e la destrezza dell'uso.
Illuminismo è pensare con la propria testa”
“Pensare con la propria testa non va confuso con il concedere a “ognuno di mettere fuori una sciocchezza più grossa dell'altra, attraverso originalità arbitrarie e fantasticherie” . La filosofia spontanea priva di competenze fa ricadere nella “filastrocca delle opinioni” (Hegel).



Quindi la filosofia non è un pensiero disorganizzato in combinazioni gratuite.
E' un malinteso dire che ognuno può dire la sua perché avrebbe in sé la ragione naturale. Non è l'ora del pensiero divagante per mescolare parole libere.
La logica deve discriminare ragionamenti corretti e scorretti con le tecniche dell'argomentazione e del discorso. Per abituarsi ad agire nei vari ambiti del sapere e delle esperienze.
Con riflessiva critica per confrontarsi con gli altri: in tale esercizio diverremo consci dei nostri condizionamenti da ambiente, educazione, storia personale, idiosincrasie non superate, influenze dei media, ecc. senza lasciarsi andare ad asserzioni ingiustificate, contraddizioni, oscurità impossibili da valutare per decidere se si è veramente d'accordo o meno.
Occorre una corretta applicazione. Non si edifica nulla ma si giustifica ciò che vale assimilare in pensieri protetti da oscure deviazioni. Per argomentare in modo logico, non tanto su visioni generali della vita o su forme di misticismi.
Fuggendo dal rischio di ridurre l'attività filosofica a qualcosa di equivalente alle parole crociate, al voler risolvere oscuri enigmi, ecc.
Il pensiero anarchico, l'idea balzana e arbitraria, campata in aria, il disprezzo o il travisamento dei grandi pensatori, fa parte di una barbarie culturale.

arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 27-03-2011, 10.53.07   #34
Sirviu
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Messaggi: 107
Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Quindi la filosofia non è un pensiero disorganizzato in combinazioni gratuite.
E' un malinteso dire che ognuno può dire la sua perché avrebbe in sé la ragione naturale. Non è l'ora del pensiero divagante per mescolare parole libere.
La logica deve discriminare ragionamenti corretti e scorretti con le tecniche dell'argomentazione e del discorso. Per abituarsi ad agire nei vari ambiti del sapere e delle esperienze.
Con riflessiva critica per confrontarsi con gli altri: in tale esercizio diverremo consci dei nostri condizionamenti da ambiente, educazione, storia personale, idiosincrasie non superate, influenze dei media, ecc. senza lasciarsi andare ad asserzioni ingiustificate, contraddizioni, oscurità impossibili da valutare per decidere se si è veramente d'accordo o meno.
Occorre una corretta applicazione. Non si edifica nulla ma si giustifica ciò che vale assimilare in pensieri protetti da oscure deviazioni. Per argomentare in modo logico, non tanto su visioni generali della vita o su forme di misticismi.
Fuggendo dal rischio di ridurre l'attività filosofica a qualcosa di equivalente alle parole crociate, al voler risolvere oscuri enigmi, ecc.
Il pensiero anarchico, l'idea balzana e arbitraria, campata in aria, il disprezzo o il travisamento dei grandi pensatori, fa parte di una barbarie culturale.

arsenio

Ottimo intervento, con pertinenti citazioni.
Resta un problema da risolvere: la filosofia non può usufruire - se non indirettamente - del metodo sperimentale. Perciò, purtroppo, c'è spazio per infinite tesi che raramente possono essere smentite o confermate. D'altra parte, già in presenza di un metodo scientifico, ci sono persone che credono nei poteri paranormali, nell'astrologia e in amenità varie.
Quindi, quando si parla di ragionementi corretti/scorretti, è difficile stabilire un criterio preciso con cui discrimanare. Chi poi dovrebbe guidicare ? Il Papa ?
Normalmente è una comunità, o meglio un'élite che lo fa, con gli effetti collaterali del caso.
A mio avviso è quindi inevitabile che il pensiero continui ad essere anarchico e tutto sommato è anche un bene, perché l'alternativa sarebbe un pensiero "omologato" di sinistra memoria.
Poi ognuno di noi dovrebbe cercare di partecipare ad una "comunità" che ritiene possa dargli garanzie di correttezza ed affidabilità.
Di più credo che non si possa - o debba - pretendere.
Sirviu is offline  
Vecchio 27-03-2011, 10.58.05   #35
Il_Dubbio
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Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
Riferimento: Filosofia o filosofare?

Il pensiero di Hegel sulla filastrocca delle opinioni è un atto di pre-potenza e di pseudo-conoscenza dei meccanismi che regolano i pensieri. Peccato che ancora oggi questi meccanismi non si conoscano.

Se Hegel avesse avuto competenza specifica, avrebbe dovuto illustrare il meccanismo dei nostri pensieri. Non poteva farlo in quanto non era "competente". Non poteva affermare quindi che la sua era una competenza, in quanto tale conoscenza non c'era ieri e non c'è nemmeno oggi.
Hegel però è perdonato, in quanto ai suoi tempi non esisteva ancora codesta discussione o era solo accennata. Non sono perdonati però coloro i quali oggi prendono spunto da Hegel per distogliere lo sguardo dal problema di fondo.

Che il pensiero sia organizzato, non ci piove... ma non è ancora chiaro perchè lo sia e con quali meccanismi (se ce ne sono).
Un filosofo che non sappia con quali meccanismi riesce ad organizzare il suo pensiero è un filosofo che crea un pensiero organizzato non sapendo come e perchè lo organizza. Non sapendo perchè organizza in quel modo il suo pensiero, non ha competenze sull'organizzazione dei pensieri.

Si dice (o almeno ora lo dico io) che l'evidenza del pensiero è l'arma migliore per convincere qualcuno della bontà del pensiero stesso. Bene... ciò che ho scritto io lo trovo evidente, benché non conosca la natura dell'evidenza. Qualcun altro riuscirà a rendere evidente il contrario di ciò che ho scritto io... solo allora io riterrò il mio ragionamento non più evidente e quindi probabilmente errato. Continueremo però a non essere a conoscenza di come è organizzato un pensiero evidente. E questo secondo me è un problema filosofico.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 27-03-2011, 17.24.32   #36
arsenio
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Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da Sirviu
Ottimo intervento, con pertinenti citazioni.
Resta un problema da risolvere: la filosofia non può usufruire - se non indirettamente - del metodo sperimentale. Perciò, purtroppo, c'è spazio per infinite tesi che raramente possono essere smentite o confermate. D'altra parte, già in presenza di un metodo scientifico, ci sono persone che credono nei poteri paranormali, nell'astrologia e in amenità varie.
Quindi, quando si parla di ragionementi corretti/scorretti, è difficile stabilire un criterio preciso con cui discrimanare. Chi poi dovrebbe guidicare ? Il Papa ?
Normalmente è una comunità, o meglio un'élite che lo fa, con gli effetti collaterali del caso.
A mio avviso è quindi inevitabile che il pensiero continui ad essere anarchico e tutto sommato è anche un bene, perché l'alternativa sarebbe un pensiero "omologato" di sinistra memoria.
Poi ognuno di noi dovrebbe cercare di partecipare ad una "comunità" che ritiene possa dargli garanzie di correttezza ed affidabilità.
Di più credo che non si possa - o debba - pretendere.

Grazie.
Per sua natura una scienza dello spirito come lo è la filosofia, ma anche la psicoanalisi, non fanno parte delle scienze della natura,universali e sperimentabili: ma occorre specificarlo, in un forum di riflessioni filosofiche?
Tutte le scienze dello spirito non sono “falsificabili”, per questo non rientrano nella scienza verificabile, ma non per ciò si può dire che non abbiano un loro valore. Non sono attendibili nel senso precisato, come afferma Popper che è il massimo filosofo della scienza del '900. Sebbene ora anche le sue riserve sul metodo deduttivo, disconoscendo quello induttivo,siano oggetto di critiche da parte degli scienziati.
Tu citi il Papa sia pure, credo scherzosamente, quale giudice di “verità”. Ebbene ci serve per fare una distinzione: al papa compete la Verità unica assoluta , dogmatica infallibile. Ma uno scienziato, più modestamente, si accontenta della verità provvisoria, ottenuta da una comunità di esperti attendibili. Si tratta di una verità sempre modificabile, perfezionabile, ben diversa da quella delle religioni.

saluti
arsenio
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Vecchio 27-03-2011, 17.26.57   #37
arsenio
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Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Il pensiero di Hegel sulla filastrocca delle opinioni è un atto di pre-potenza e di pseudo-conoscenza dei meccanismi che regolano i pensieri. Peccato che ancora oggi questi meccanismi non si conoscano.

Se Hegel avesse avuto competenza specifica, avrebbe dovuto illustrare il meccanismo dei nostri pensieri. Non poteva farlo in quanto non era "competente". Non poteva affermare quindi che la sua era una competenza, in quanto tale conoscenza non c'era ieri e non c'è nemmeno oggi.
Hegel però è perdonato, in quanto ai suoi tempi non esisteva ancora codesta discussione o era solo accennata. Non sono perdonati però coloro i quali oggi prendono spunto da Hegel per distogliere lo sguardo dal problema di fondo.

Che il pensiero sia organizzato, non ci piove... ma non è ancora chiaro perchè lo sia e con quali meccanismi (se ce ne sono).
Un filosofo che non sappia con quali meccanismi riesce ad organizzare il suo pensiero è un filosofo che crea un pensiero organizzato non sapendo come e perchè lo organizza. Non sapendo perchè organizza in quel modo il suo pensiero, non ha competenze sull'organizzazione dei pensieri.

Si dice (o almeno ora lo dico io) che l'evidenza del pensiero è l'arma migliore per convincere qualcuno della bontà del pensiero stesso. Bene... ciò che ho scritto io lo trovo evidente, benché non conosca la natura dell'evidenza. Qualcun altro riuscirà a rendere evidente il contrario di ciò che ho scritto io... solo allora io riterrò il mio ragionamento non più evidente e quindi probabilmente errato. Continueremo però a non essere a conoscenza di come è organizzato un pensiero evidente. E questo secondo me è un problema filosofico.

Il problema che qui sollevo è rigorosamente filosofico e mi sembra di essere stato frainteso. Non intendo entrare nel merito di un ambito che ora appartiene alle neuroscienze: ricerca sulla “coscienza”, meccanismi del pensiero,intelligenze artificiali, ecc. ecc. Le ricerche sono in corso e sono promettenti. Sebbene ora sempre di più la filosofia dovrà tenere conto di certe ultime scoperte neurobiologiche, rese possibili anche grazie alle nuove tecnologie ( risonanza magnetica per visualizzare pensieri e emozioni, plasticità dei circuiti cerebrali, ecc.) Chi avrebbe detto fino a poco tempo fa che l'empatia sarebbe stata oggetto della scienza? ( i “neuroni specchio”) o che il libero arbitrio sarebbe entrato nelle ricerche neuroscientifiche? A tal proposito, consiglio il saggio “Siamo davvero liberi” - Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio -di De Caro, Lavazza, Sartori . Se si vuole spostare il discorso sui meccanismi del pensiero e emozioni va letto anche l'ottimo “Mi ritorno in mente” di Boncinelli.
Comunque per ora restiamo sulla filosofia. Se parlo di “organizzazione del pensiero” mi riferisco a concetti corretti, espressi in frasi lineari, logico-sequenziali, che seguano una logica non formale, che rientrino nel discorso argomentativo retorico. Oltre, beninteso,al possesso delle modalità conoscitive che caratterizzano quella particolare disciplina in oggetto, nel nostro caso la filosofia. Altrimenti, come non assecondare Hegel che avverte del rischio di scadere nella “filastrocca di opinioni”? Essendo lo stesso concetto espresso, ad esempio da Odifreddi, consapevole che di certi filosofi attuali anche noti, l'esame analitico,logico testuale di loro scritti non raggiungerebbe la sufficienza. Chi conosce alcune basi di filosofia è in grado di rilevare diversi strafalcioni anche in forum che si fregiano della denominazione “filosofia”, ovvio che un profano può non discernere tra tutto quello che compare in rete, o se vi è coinvolto, avere una resistenza ad ammettere certi errori o scarse conoscenze su alcuni capisaldi del pensiero filosofico.

Ma quello che ha attirato più la mia attenzione è stato il termine “evidente” con cui definisci le tue affermazioni, equivocando forse con “correttezza”,giustezza” di un concetto. Ora. ogni cultore di filosofia sa che “evidenza” significa piena visibilità: “evidente” è ciò che si manifesta ,presentandosi così come è. Ad esempio il “cogito” di Cartesio è un'evidenza che lo illumina della sua esistenza, ma tale balenante intuizione non rientra nel ragionamento logico e nella sua convalida, tra l'altro mancano le premesse, esplicitate o sottintese, del sillogismo. Se dobbiamo argomentare non sono sufficienti intuizioni o simili spontaneità e ingenuità. A te certo che è “evidente” che stai affermando qualcosa,ma ciò non garantisce della qualità di ciò che dici. E questo è veramente un problema filosofico.

saluti
arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 27-03-2011, 21.38.53   #38
Il_Dubbio
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Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Il problema che qui sollevo è rigorosamente filosofico e mi sembra di essere stato frainteso. Non intendo entrare nel merito di un ambito che ora appartiene alle neuroscienze

La questione non è soltanto di competenza delle neuroscienze. Le neuroscienze starebbe (il condizionale è d'obbligo) studiando proprio quello che vien fuori dalle filosofie ( e di tutto il pensiero umano) e non è detto che ci riescano. Mentre tu sollevi una questione filosofica le neuroscienze starebbero studiando le questioni che solleva la filosofia. Sarebbe come se tu dicessi: io intanto sollevo una questione filosofica, anche se poi saranno le neuroscienze a stabilire la validità delle questione che sto sollevando!
Non credi sia antieconomico? Sollevi questioni filosofiche che potrebbero essere inutili, visto che sarà qualcun altro a stabilire l'utilità delle cose che sollevi.



Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Ma quello che ha attirato più la mia attenzione è stato il termine “evidente” con cui definisci le tue affermazioni, equivocando forse con “correttezza”,giustezza” di un concetto.

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
A te certo che è “evidente” che stai affermando qualcosa,ma ciò non garantisce della qualità di ciò che dici. E questo è veramente un problema filosofico.

La qualità di ciò che dico è l'evidenza. La correttezza e la giustezza sono termini che stai usando tu. Il mio discorso non è logico è evidente. E lo ripeto:

Tu filosofo usi la tua mente per "sollevare" questioni filosofiche, mentre non hai ancora sollevato una sola questione sulla mente che solleva le questioni filosofiche. E' evidente o no?

Una filosofia che ha come scopo la ricerca dell'essere, si permette il lusso di sollevare questioni filosofiche campate per aria. Chi le solleva le questioni? Rispondi, è importante... stai aspettando che siano le neuroscienze a dirtelo? Non riesci a pensarci tu?

Tu dici:
Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Se parlo di “organizzazione del pensiero” mi riferisco a concetti corretti, espressi in frasi lineari, logico-sequenziali, che seguano una logica non formale, che rientrino nel discorso argomentativo retorico. Oltre, beninteso,al possesso delle modalità conoscitive che caratterizzano quella particolare disciplina in oggetto, nel nostro caso la filosofia.

Tu parli di modalità conoscitive. Di cosa parli? Del fantoccio che la mente ha creato come strumento di conoscenza, o della mente che crea i fantocci che noi crediamo di poter utilizzare come fonte conoscitiva?
Io parlo della mente che crea i fantocci e dico che non è ancora chiaro il motivo per cui la mente li crea e come li crea. Tu invece salti completamente la questione e parti direttamente dal fantoccio. E' evidente (anche questo) che qui l'unico filosofo sono io, perchè se mi mantengo alla frase all'interno del forum (Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere) io mi preoccupo maggiormente di ricercare l'essenza, voi invece di manipolare il fantoccio.
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Vecchio 28-03-2011, 00.43.02   #39
ulysse
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Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Il pensiero di Hegel sulla filastrocca delle opinioni è un atto di pre-potenza e di pseudo-conoscenza dei meccanismi che regolano i pensieri. Peccato che ancora oggi questi meccanismi non si conoscano.
Da quanto leggo e spigolo in giro, da dilettante del pensiero, mi pare che la pretesa dei filosofi (o dei pensatori) di ogni tempo, di regolamentare il "pensiero" nella sua globalità, esplicarne i meccanismi, costituisca un fine un pò presuntuoso, un eccessivo osare...una dimostrazione che proprio niente si sapeva in quegli antichi tempi che forse si protraggono fino ad alcuni decenni addietro, e, in certa parte, anche ai giorni nostri.
Per quanto alcuni bagliori, all'orizzonte, qualcuno cominci a intravedere...pare!

Come opinione da meditare e non come dogma hegeliano, riporto l'incipit del libretto seguente edito da Mondadori (2008)

IL TUO CERVELLO: istruzioni per l'uso e la manutenzione.
Autori: Sandra Aamodt/Sam Wang ]


Cap.1°:
PUOI FIDARTI DEL TUO CERVELLO?

Il tuo cervello ti dice un sacco di bugie.
Ci spiace doverti comunicare questa notizia, ma è proprio così. Persino quando sta facendo qualcosa di fondamentale e difficile, in realtà non ti rendi conto di molte delle cose che succedono.
Il tuo cervello non ha alcuna intenzione di mentirti, è ovvio.
In linea di massima fa un ottimo lavoro, sgobba per aiutarti a sopravvivere ed a realizzare i tuoi obiettivi in un mondo complicato.

Dato che spesso devi reagire con rapidità, sia alle emergenze che alle opportunità, di solito il tuo cervello preferisce ottenere in fretta una risposta abborracciata, piuttosto che dover aspettare per avere una risposta precisa. Se a questo aggiungi la complessità del mondo, capirai che il tuo cervello deve prendere delle scorciatoie e fare ipotesi riguardo a un sacco di cose. Il più delle volte ti racconta bugie nel tuo interesse, ma le bugie, come prevedibile, possono indurre anche degli errori.
Ecc….
I problemi cominciano fin dall’inizio, quando il tuo cervello assorbe informazioni dal mondo tramite i sensi. Anche mentre te ne stai seduto tranquillo in una stanza, il tuo cervello riceve assai più informazioni di quante riesca a recepirne o di quante te ne servano per decidere come agire. Magari tu sei consapevole nei minimi particolari
dei motivi, e dei colori del tappeto……dei quadri appesi….dei trilli degli uccellini sull’albero fuori….ecc…
All’inizio il tuo cervello percepisce molti altri aspetti della scena, ma li dimentica in fretta. Di solito non si tratta di cose davvero importanti quindi spesso non ci accorgiamo di quante informazioni perdiamo. Il cervello commette molti atti di omissione poiché scarta la maggior parte delle informazioni provenienti dal mondo non appena le giudica irrilevanti……..ecc…


Il cervello, insomma, inteso come organo a sé, avulso dai miei desideri e dai miei scopi ma ad essi di per sé orientato, fa un po’ quel che ora ho fatto io: ho tagliato le parti del discorso a mio giudizio meno interessanti allo scopo! Ma chi mi dice che chi legge non le avrebbe trovate invece interessanti, magari più interessanti?

Se ne deduce che non saremmo noi (nella nostra identità o volontà) a decidere, ma è la macchina sensorio/cerebrale che ci riporta alla coscienza, per intrinseco programma, solo ciò che “lei” ritiene interessante per il nostro scopo, ottimizzando statisticamente in modo che possiamo avere un prevalente meglio, ma non il tutto.
Se fossimo costretti a vagliare coscientemente il tutto dei nostri sensi forse andremmo in tilt, ma ciò non toglie che una informazione in piu’ o in meno giunta alla coscienza potrebbe deviare, in meglio o in peggio, il corso dei pensieri, delle esplicazioni e decisioni.

Mi pare poi che quanto esposto sia coerente con l’ipotesi evolutiva per cui la struttura del nostro cervello non sarebbe frutto di un progetto razionalmente predisposto dall’origine, ma conseguenza di crescita/decrescita e formazione di parti aggiuntive, di sinapsi, interazioni fra neuroni, ecc…formatisi in aggiunta o detrazione col mutare accrescere/decrescere delle esigenze adattative durante tutta la storia evolutiva…un qualcosa come sarebbe l’evoluzione e sviluppo della struttura del “Parco Naturale del Ticino” …. in interazione continua fra acqua, aria, sole, pioggia, neve, ghiacci, flora, fauna, ecc… in totale, spontanea, autonomia: nessuna organizzazione o scopo esplicitato, ma tutto funziona ed il parco vive.

Ma si potrebbe osservare che l’ipotesi valga per i cervelli comuni dediti ad operare in continua, contingente interazione con l’ambiente..e non valga per i grandi cervelli pensanti dei filosofi che, saggiamente, si soffermano e osservano che tutto vada al posto suo o mettono essi stessi in bell’ordine secondo logica.
Il chè potrebbe effettivamente essere, ma non ci credo tanto: potremmo trovarci di fronte ad un pensatore esplosivo e guizzante lanciato in una fitta congerie di elucubrazioni…come talvolta vien da pensare per certi filosofi (opinion –maker) di estrema prolificità!
Che farebbe allora la sua macchina selettivo/elaborante…come si organizzerebbe prima di dare alle stampe un sistema filosofico compiuto?
Citazione:
Se Hegel avesse avuto competenza specifica, avrebbe dovuto illustrare il meccanismo dei nostri pensieri….. Ma non poteva…essendo incompetente….
Hegel però è perdonato, in quanto ai suoi tempi non esisteva ancora codesta discussione o era solo accennata. Non sono perdonati però coloro i quali oggi prendono spunto da Hegel per distogliere lo sguardo dal problema di fondo.
Ma non sono perdonati tutti coloro che si rivolgono ai “filosofi classici” e li citano per questioni e problematiche sulle quali la scienza ha posto oggi una qualche opzione o ha dato evidenti indirizzi.
Credo che da Galileo e tanto più da Darwin in poi ci si trovi in una fase di forte evoluzione/mutazione culturale ignota per lo più ai filosofi per cui la filosofia, intesa classicamente, gioca un po’ di rimessa rispetto alle scienze fisiche e umane.
Citazione:
Che il pensiero sia organizzato, non ci piove... ma non è ancora chiaro perchè lo sia e con quali meccanismi (se ce ne sono).
Ma direi che invece ci piove!
Personalmente poi non saprei cosa s’intenda per “organizzazione del pensiero” e un maligno potrebbe persino osservare che si vede!.
In realtà si può dire solo che organizziamo consciamente, logicamente e grammaticalmente (quasi), ciò che del “pensiero globale” è frutto ed esplichiamo ora, per scelte soggettive fra dubbi e contraddizioni, ma non è detto che domani non rovesciamo tutto facendo ricorso ad altre prevalenze.
Citazione:
Un filosofo che non sappia con quali meccanismi riesce ad organizzare il suo pensiero è un filosofo che crea un pensiero organizzato non sapendo come e perchè lo organizza. Non sapendo perchè organizza in quel modo il suo pensiero, non ha competenze sull'organizzazione dei pensieri.

Ma chi mai avrebbe competenze in proposito?
A me pare di organizzare il pensiero esplicandolo …ove, al limite, una buona parte è influenzata dalla formattazione o, nel caso specifico dalla esigenza di contenermi entro i 10,000 spazi concessi.
Ma se andiamo oltre, un formidabile apporto alla organizzazione del pensiero è dato dal linguaggio che si dice abbia strutturato e costituisca una “organizzazione avanzata” del cervello stesso. E ancora un salto ulteriore è dato dallo scrivere, e, tanto piu’, dalla rappresentazione soprattutto: disegni, schemi, grafici, ecc…
Ho detto organizzazione avanzata perché gli animali, pur privi di linguaggio e incapaci di rappresentazione, una qualche organizzazione di pensiero ce l’hanno pure loro.
Citazione:
Si dice (o almeno ora lo dico io) che l'evidenza del pensiero è l'arma migliore per convincere qualcuno della bontà del pensiero stesso. Bene... ciò che ho scritto io lo trovo evidente, benché non conosca la natura dell'evidenza. Qualcun altro riuscirà a rendere evidente il contrario di ciò che ho scritto io... solo allora io riterrò il mio ragionamento non più evidente e quindi probabilmente errato.
Appunto: siamo sotto l’influenza della formattazione, del rendere evidente il pensiero con ogni mezzo di comunicazione e rappresentazione…come l’uomo politico che viene scelto per la sua presenza ed evidenza sullo schermo TV più che per le qualità intellettuali.
Infatti e comunque non è vero che “evidente” sia il contrario di “errato”…anzi…..
Citazione:
Continueremo però a non essere a conoscenza di come è organizzato un pensiero evidente. E questo secondo me è un problema filosofico.
Ma direi che l’organizzazione del pensiero, senza escludere completamente la filosofia…in specie se consideriamo come funziona, è piuttosto un problema di neuroscienza, di psicologia, di comunicazione: occorre sapere come è fatta la macchina nel concreto e nell’astratto delle pulsioni per farla ben funzionare.
Affidarsi ancora solo ai filosofi significa rimanere sempre alla patente B: mi permette di guidare, ma al minimo intoppo devo ricorrere al carro-attrezzi.
ulysse is offline  
Vecchio 28-03-2011, 17.13.35   #40
Sirviu
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Data registrazione: 22-08-2010
Messaggi: 107
Riferimento: Filosofia o filosofare?

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Tu citi il Papa sia pure, credo scherzosamente, quale giudice di “verità”. Ebbene ci serve per fare una distinzione: al papa compete la Verità unica assoluta , dogmatica infallibile. Ma uno scienziato, più modestamente, si accontenta della verità provvisoria, ottenuta da una comunità di esperti attendibili. Si tratta di una verità sempre modificabile, perfezionabile, ben diversa da quella delle religioni.

Il Papa non scherza, e la sua infallibilità (anche se qualche infiltrazione ultimamente sembra fare breccia) è difficilmente messa in discussione.
Ma neanche tu scherzi quando parli di rigorosa filosofia. Come può essere rigorosa quando, per tua stessa ammissione, anche la verità scientifica (che dovrebbe essere ancora più rigorosa in quando sperimentabile, dimostrabile e falsificabile) è sempre modificabile e perfezionabile ?
Perciò preferisco l'approccio di Il_Dubbio anche se nudo e crudo, e seppure la stessa "evidenza" sia opinabile e non sempre circoscrivibile: non solo nella singola evidenza, ma nelle infinite relazioni - spesso contradditorie - tra distinte "evidenze".
Forse quello che può meglio distinguere la filosofia dalla religione e dalla scienza, è il suo tentativo di rielaborare interrogativi e significati, di proporre strutture di interpretazione e di ricerca. Pretendere che ciò sia rigoroso a mio avviso è limitativo a priori.
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