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31-12-2009, 16.54.23 | #132 | ||||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Una base per l'etica
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31-12-2009, 17.00.37 | #133 | ||
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
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Riferimento: Una base per l'etica
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Qui non viene detto, come invece sostenevi tu, che senza Dio e l'immortalità dell'anima la morale non ha senso. Qui il discorso di Kant è ad un punto molto avanzato, diciamo pure che sta tirando le fila del suo sistema etico. Molto semplicemente egli ci sta dicendo che, poiché non possiamo realizzare la santità in questa vita bisogna postulare l'esistenza dell'anima immortale. Se l'anima fosse immortale realizzeremmo la santità. Per quanto riguarda Dio, viene postulato, come dici, per "retribuire" il merito. Non ci vedo però scritto che la morale, senza questi 2 postulati, sarebbe priva di senso come invece era parso a te. |
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31-12-2009, 20.36.02 | #134 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
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Riferimento: Una base per l'etica
Esauriamo un argomento alla volta, comincio dalla fine del tuo post
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Dici: dato che Giorgio contraria (con le parole) Epicurus e dato che Giorgio parla come un cristiano, si conclude che Epicurus non parla come un cristiano. Dico: Giorgio è cristiano e contraria Epicurus anche i cristiani si contrariano (esempio: Paolo di Tarso e Pietro riguardo la circoncisione) si conclude che Epicurus può parlare come un cristiano. Il resto nel prossimo anno. |
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31-12-2009, 22.08.04 | #135 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
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Riferimento: Una base per l'etica
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Il concetto di Dio è dunque un concetto che per via empirica( fisica), rimane sempre un concetto della perfezione dell’essere primo, non così precisamente determinato da poterlo considerare come adeguato al concetto di una divinità ( né dalla metafisica, nella sua parte trascendentale, si può sperare di ottenere qualcosa). Cerco ora di riferire questo concetto all’oggetto della ragion pratica; e trovo che il principio morale lo consente come possibile solo nel presupposto di un autore del mondo dotato della suprema perfezione. Egli deve essere onnisciente, per conoscere il mio comportamento fin nell’intimo della mia intenzione, in tutti i casi possibili e in tutti i tempi; onnipotente, per assegnargli conseguenze commisurate; e, del pari onnipresente, eterno, etc. Pertanto, mediante il concetto del sommo bene, oggetto di una ragion pura pratica, la legge morale determina il concetto dell’essere originario dell’essere originario come essere supremo: cosa che il procedere speculativo della ragione, non poteva effettuare. Il concetto di dio è, dunque, un concetto originario, che non appartiene alla fisica, per la ragione speculativa, bensì alla morale, e lo stesso può dirsi anche degli altri concetti razionali, di cui abbiamo trattato più su, come postulati della ragione nel suo uso pratico. (Critica della ragion pratica. Parte I, libro II, capitolo III, nell’edizione di Rusconi 1993, a pag,281. Il fenomeno morale postula necessariamente ( lo consente possibile solo nel presupposto) un essere onnisciente, onnipotente, onnipresente, eterno, ecc.. Capovolgiamo il discorso: se non ci fosse un essere, così e così, la morale sarebbe inconsistente, non si reggerebbe, sarebbe senza senso, anzi il fenomeno morale non esisterebbe, postulando necessariamente un essere così e così. Se tu interpreti Kant in altro modo non so cosa dirti. A me sembra semplice ed evidente. Buon anno anche a te. |
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01-01-2010, 10.16.53 | #136 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
Certo si può essere il più aperti possibile all’etica degli altri – degli altri individui, delle altre classi sociali, degli altri popoli – anche se questo principio filosofico sembra andare contro non solo a quello della politica ma a quello delle religioni – tutte le politiche e tutte le religioni - che ammettono un solo tipo di verità e un solo tipo di etica…..Ma è proprio un principio sostenibile senza eccezioni quello sostenuto da koli e da altri frequentatori del forum, che d’altra parte su quel principio sembra fondarsi? "Lasciate che cento fiori fioriscano" – diceva Mao, e abbiamo visto come poi è andata. Sì, perché questa generosità di vedute che appare come il fiore del liberalismo e della democrazia è facile che si rivolti contro di sé, in quanto si basa su un principio che è di assoluta validità a condizione che sia accettato da tutti…..altrimenti dovremmo giudicare ineccepibile anche il fascismo e il nazismo (e quanti altri regimi di oggi), usciti dalle speranze o dalla rabbia dei popoli. E non c’è bisogno neppure di appellarsi agli esempi offertici dalla storia, perché qualunque “base etica”, una volta diventata legge, va contro la vita della storia, che non ammette verdetti contro sé stessa, cioè contro quel “tutto scorre” che è l’unica garanzia di poter arrivare – anche se non qui, non ora – a quello a cui tutti tendono dentro di sé. Forse non, come dice Hegel, perché il reale è razionale, cioè perché la storia premia attraverso la vittoria armata, ma perché è storia della libertà cioè di un relativismo che è una ricerca senza fine della verità e del bene.
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01-01-2010, 14.29.09 | #137 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2009
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Citazione:
Dimentichi che la morale kantian è autoevidente (non ha bisogno di essere "dimostrata"), autonoma, e si esprime attraverso un comando, un imperativo, di cui Kant presenta 3 formule. Per Kant, secondo me, la morale è un mezzo d'accesso per arrivare a Dio (un po' come dice emmeci), ma nè lo dimostra, e nè crolla se questo effettivamente non esistesse. Anzi, la sua stessa morale nè è indipendente: è autonoma! (e non, ancora, eteronoma) Se dipendesse da qualcos'altro, sarebbe comunque eteronoma. Qualche post fa dicevi: Citazione:
Potresti spiegarti un poco su quel "fondamentalista"? ...Lo hai ben ammesso qualche post fa che "anche se Kant non potrebbe mai essere dalla mia parte, nè io dalla sua". Allora perchè continui ad insistere? Basta ammettere che nei primi post hai ecceduto nell'interpretazione di Kant volendola far diventare una morale eteronoma basata sul comando di Dio. Non c'è bisogno di tirare per le lunghe questo discorso. |
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01-01-2010, 18.40.50 | #138 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Citazione:
Rileggi con calma i post precedenti e capirai quello che ho voluto dire ...che non è quello che hai capito o meglio non hai colto la mia intenzione. Poi, se vuoi, posso fornirti qualche spiegazione. Focalizza il discorso su un argomento per volta. Fondamentalismo. tendenza biblico-teologica sviluppatasi nel protestantesimo, soprattutto americano come reazione alla critica biblica. Espressione di chiese o gruppi teologicamente conservatori. Considero cristiani conservatori coloro che nell'esegesi biblica danno troppo rilievo alla cosidetta teologia veterotestamentaria e non riescono a cogliere la rivoluzione evangelica nella sua pienezza. L'accentuazione del dovere, della legge morale e della sua rigidità, in una parola il rigorismo etico di Kant è tipico dei fondamentalisti. Per similitudine ( è una figura letteraria con la quale anziché "descrivere" direttamente una qualità, una persona, la si presenta paragonandola ad una qualità cui somigliano) dico che Kant è un fondamentalista perchè , essendo il fenomeno del fondamentalismo risalente al secolo XIX non potrebbe propriamente essere usato per Kant che è del XVIII secolo. Inoltre, credendo troppo nella volontà, direi che è anche pelagiano Citazione:
Sul piano teoretico posso dare dei giudizi ma sul piano reale e personale non mi è possibile giudicare se tu viva senza morale. Questo è un quesito che puoi rivolgere alla tua coscienza. |
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01-01-2010, 22.15.28 | #139 | ||
Ospite abituale
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Citazione:
Questo è quello che dicevi all'inizio, che poi hai cambiato in un più aperto e prudente: Citazione:
Interessante, anche se "la sola morale possibile" deriva da Dio, anche un ateo, sul piano "reale", può vivere moralmente. Se è questa la tua posizione, allora è di certo più aperta di quella che trapelava all'inizio. Se non è questa la tua posizione, allora è stato solo un addolcimento temporaneo |
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02-01-2010, 09.20.22 | #140 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
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Chi ricerca il bene è rivolto consapevolmete o inconsapevolmente a Dio. Rahner definisce queste persone cristiani anonimi. Credono di essere atei ma in realtà non lo sono. Questo è quello che ho sempre detto, se tu avrai la pazienza di andare a leggere quello che ho sempre detto sulla coscienza e sull'impossibilità di giudicare della moralità altrui. Non posso giudicare il mio prossimo perchè non posso "leggere" la sua coscienza e non posso neanche valutare le circostanze in cui una data decisione è stata presa. Il giudizio morale spetta solo a Dio. Inoltre anche una coscienza erronea deve essere seguita. Cattiva abitudine, il processo alle intenzioni. Arcaica e ideologica almeno quanto la dietrologia: tu dici questo per mascherare quest' altro, ma io so che intendi una terza cosa, al puro scopo di fare o di dimostrare ec. ecc. Si corre anche il rischio di essere ridicoli perciò di grazia risparmiami questi non argomenti. |
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