La libertà è un concetto moderno. Nell’antichità si descrivevano i contrari, schiavitù, oppressione,ecc. e in positivo il buon governo,come se la soluzione fosse un’armonia:avevano più ragione loro a mio modesto parere.
Perché il termine libertà o è coniugato, predicato con qualcosa di pratico o diventa impossibile definirlo.Cosa vorrebbe dire appunto libertà assoluta? Cosa è assolutamente privo di vincoli? Il “nulla”? A mio parere ha ragione pepe98, se la libertà negativa è togliere vincoli a sua volta quella positiva ha bisogno di un fine e motivazione. Cosa veramente vogliamo farcene di questa benedetta libertà? Deve essere veicolato dentro un comportamento che è mezzo per un fine o un fine stesso.
Molto interessante quello che esprime Jacopus.
Io l’esprimo semplicemente come l’epoca del “disincanto”rubandola a grandi pensatori. Se il destino è affidato all’umanità stessa nei suoi saperi fallibili, non può che essere contraddittorio ciò che ne emerge. Si tratterebbe man mano di superarle queste gabbie costruite da noi stessi.Ma soprattutto di trovare la prima contraddizione dentro di noi,visto che ciò che emerge è la nostra espressione che diventa pensiero e tangibile realtà.
Quindi noi siamo prima di tutto ingabbiati in noi stessi e altre gabbie fisiche, materiali, ma anche di pensiero si manifestano.Se non sono “libero” dentro, come posso essere “libero” fuori?