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28-12-2009, 12.19.45 | #113 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
Se non si postula l'immortalità dell'anima
se non si postula il compimento della giustizia se non si postula un essere giusto capace di retribuire il comportamento giusto e di sanzionare quello ingiusto. parlare di etica non ha alcun senso...ha senso solo parlare di legalità. Chi ha il potere decide sulle leggi e le fa rispettare. E' solo una questione di forza e di utilità, forza ed utilità di chi detiene il potere. Così stanno le cose e non se ne esce. |
28-12-2009, 14.53.54 | #114 | |
Moderatore
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Riferimento: Una base per l'etica
Citazione:
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28-12-2009, 16.16.23 | #115 | |
Moderatore
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Riferimento: Una base per l'etica
Citazione:
Scusami Giorgiosan, ma anch'io, come Koli, sono un po' sorpreso della tua risposta e ti chiedo maggiori spiegazioni. Comunque, ti pongo già subito una domanda: mi stai dicendo che se venissi a sapere che non esiste l'anima (o dio, o il paradiso/infermo), tu ti comporteresti in modo totalmente amorale? In caso di risposta affermativa, dovrei dedurre che pure ora ogni tua azione non sia morale perché solo funzionale. In caso di risposta negativa, invece, allora ammetteresti che il concetto di "moralità" ha senso anche senza tali presupposti. |
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29-12-2009, 01.11.01 | #116 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
Citazione:
Tu che sei kantiano tanto da dire che non riesci ad uscire dal suo pensiero mi chiedi spiegazioni ? L'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio (oltre alla libertà ...ma è ovvio se si parla di morale) sono i postulati che Kant pone per poter appunto giustificare la stessa morale. Se non si ammettono, tutta la moralità non ha alcun senso. Secondo me il fine della moralità è la giustizia e la felicità è il frutto della giustizia. Anche agendo giustamente si può essere colpiti dall'ingiustizia, basterebbe pensare alle persecuzioni, alle calunnie, alle torture e si può, quindi, essere infelici. L'agire giustamente di per se non garantisce alcunchè se non c'è qualcuno in grado di rimunerare la giustizia con la felicità. Come potrebbe essere rimunerato chi, per un comportamento morale perde la vita, se l'anima non fosse mortale? Se l'anima fosse mortale l'esito di una esistenza immorale sarebbe lo stesso di una esistenza vissuta nella moralità, anzi l'immorale avrebbe dei vantaggi sulla persona morale ...dunque la moralità cioè la pratica della giustizia non avrebbe alcun senso. In questo sono d'accordo con Kant e con i suoi analoghi argomenti. |
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29-12-2009, 02.58.07 | #117 | |||
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
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Riferimento: Una base per l'etica
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E' comunque problematico anche se dicessi che non ha senso per te. (Vedere fine intervento). Citazione:
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O meglio, chiariamo questo punto. Kant dice che chi agisce solo in base ai suoi interessi, può anche essere più "felice" rispetto a chi osserva il rispetto della legge morale ma questo non ci porta a concludere che egli abbia dovuto per forza inserire i 2 postulati, pena la rovinosa caduta del suo sistema etico. La figura di Dio è qualcosa che egli ha aggiunto per "completare il quadro" - postulandone l'esistenza e non pretendendo di dimostrarla - ma della quale poteva fare a meno e di ciò era consapevole. I postulati non giustificano, come tu dici, la morale, ma la sviluppano. Se invece è per te che la morale non ha senso senza i 2 postulati, i problemi rimangono. Come anche Matteo ha osservato in altri interventi, non sarebbe eticamente encomiabile una persona che agisce in un certo modo spinta del desiderio di ricevere una ricompensa da Dio - o spinta da desideri di ricompensa in generale, avrebbe detto Kant. |
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29-12-2009, 21.51.40 | #118 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
Citazione:
Non riesco ad ipotizzare come mi comporterei se non esistesse Dio, nè lo spirito, nè la felicità perchè ogni credente, ha fatto in qualche misura l'esperienza di Dio, dello spirito e del paradiso. E penso come Kant che se non si postula Dio, la libertà e l'immortalità dell'anima, la morale non abbia alcun senso. Se mi domando quali fossero le regole del mio comportamento quando nella mia esistenza non avevo coscienza di Dio e della sua presenza non saprei ricondurle ad alcun principio. Le intenzioni o motivazioni del mio agire erano le più diverse...credo che tutte le azioni fossero tese alla raggiungimento di qualche felicità o piacere...e non aveva importanza come potevo raggiungerli. Si può dire che non avevo alcuna morale. Ultima modifica di Giorgiosan : 29-12-2009 alle ore 23.01.52. |
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29-12-2009, 22.07.32 | #119 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
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Il problema è che tu fondi la morale su Dio, per Kant è l'esatto contrario! E Dio nè lo si sperimenta, nè si rivela, nè potremmo mai conoscerlo finchè siamo in vita. Il punto fermo per Kant è la morale, anche se non esistesse Dio, la sua morale è lo stesso valida, ed è sempre valido il principio stoico per cui "bisogna fare il proprio dovere perchè va fatto", e punto. Senza nè se nè ma. La tua è una morale eteronoma, che Kant ha sempre criticato. E ci credo, visto che dici che se non esistesse Dio (e non lo trovo così impossibile...) non sapresti nemmeno come ti comporteresti... Kant è un filosofo importante, e capisco che tu voglia averlo dalla tua parte. Ma Kant non era in nessuna misura un teista, e questo è risaputo, seppur moralista. La morale kantiana è molto diversa da quella cattolica (infatti la sua la stimo, la seconda no), e non si fonda su nessun dogma rivelato, su nessuna coscienza divina, su nessuna Verità Assoluta, su nessun paradiso nè felice da "credente". |
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29-12-2009, 22.22.02 | #120 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una base per l'etica
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Che Kant sostenga che se non si postula Dio , la libertà e l'immortalità dell'anima la morale non abbia alcun senso è per me fuori discussione. (Sto rileggendo velocemente la Critica della ragion pratica per citarti testualmente dei passaggi che ti provino che quanto ho detto di Kant è vero ...secondo me assolutamente scontato. Se avessi la bontà di leggere La ragion pratica mi risparmieresti la noiosa ed ingiusta fatica ) Kant porta poi delle argomentazioni a sostegno di quello che afferma...personalmente ne preferisco altre che comunque, come ho detto, sono analoghe a quelle di Kant. In soldoni: se Dio non c'è non si può fare giustizia, come appare evidente dalle vicissitudini umane, quindi delle norme di comportamento che abbiano per fine la giustizia non solo sono inutili ma anche assurde. In altri termini chi aspira alla giustizia è un illuso, un povero don Chisciotte... se giustizia non può mai essere fatta. E si potrebbe anche dire che la parola giustizia non avrebbe alcun senso se non vi fosse Dio a renderla possibile e compiuta. |
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