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28-06-2003, 19.45.14 | #64 |
Ospite abituale
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ci siamo fraintesi, mi spiace
che io ricordi noi ci eravamo chiariti: c'era un punto in sospeso: che domanda mi hai fatto? sarò felicissimo di rispondere.
Immagina quanto sono deficiente; credevo che avessi cercato una cosa tipo: determinista, senso lato. Davvero, lo giuro, al copia incolla manco ci pensavo (non so usare bene il computer), ne tantomeno alle lezioni di italiano. È meno male che credevo di non aver offeso nessuno. Perché insisti con questa cosa del nozionismo, non mi ha mai interessato, davvero. Quanto si paga una battuta (cretina per giunta). Né dubitavo minimamente che il termine fosse esatto. Non volevo essere ironico, volevo proprio che me lo spiegassi. In attesa di tempi migliori... |
29-06-2003, 01.35.13 | #65 | |
Ospite abituale
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Re: ci siamo fraintesi, mi spiace
Citazione:
Guarda che non è successo nulla di nulla, stiamo sereni, la vita è bella perché è varia. Riguardo il termine sannyas, vuol dire semplicemente ricercatore spirituale, nulla di misterioso, forse esotico ma questo non dipende da me. I tempi sono già migliori almeno per me, infatti t'invito a considerarci chiariti, nel rispetto delle nostre diversità. Riguardo la famosa domanda, ti voglio aiutare, queste sono le tue parole: “…chiarirmi perché è presuntuoso affermare che non esiste qualcosa di cui non si può dare una definizione, già per ipotesi?” questa è la mia risposta: “tu chi pensi di essere, se credi di poter condizionare a buon mercato, una conversazione filosofica su Dio, lanciando in modo sibillino una domanda, nella quale si annida in essa la risposta guidata?” Con il beneficio del dubbio, ora io non so se tu sai, che questo metodo sibillino di porre una domanda, è una delle prime cose che vengono insegnate ad un corso per le vendite, tale studio fa parte della psicologia di vendita, sotto il nome professionale di “domanda chiave”. Insomma sono quelle domande-risposta in cui si celano già preconfezionate ed “ovvie” risposte, facendo sentire il cliente partecipe in diretta persona ( senso di protagonismo) al fine di farlo ritrovare incastrato dalle sua stesse risposte “pilotate”, poiché dopo aver detto “si è vero” almeno per una ventina di volte durante il colloquio, si ritrova bello che cotto, e qui il venditore lo inforca con il suo forchettone rivolgendogli la domanda di chiusura; “LEI mi ha detto: si, è vero per tutti questi motivi, ora come può negare la validità del nostro prodotto?, ed ancora incalza senza alcuna pietà, buttando con indifferenza l’ultima domanda di cottura: “la detto proprio lei, non è vero?” L’ignaro cliente, secondo te cosa potrebbe dire, per non fare la figura dello scemo? Si certo è così Ritornando a noi, perché tutta questa chiacchierata, sono pazzo? Non credo, se penso e rileggo la tua domanda, leggila attentamente e poi dimmi se non è posta come dico io. Spero che tu l’abbia fatto non consciamente, allora in questo caso ti chiedo scusa, ma sinceramente quando sto di fronte a situazioni come queste, m’infastidisco molto. Buon fine settimana |
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29-06-2003, 09.55.19 | #66 |
Ospite abituale
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oh, che bello: pace fatta!
Davvero non lo'ho fatto consciamente. Credimi.
Ti confesso che la cosa mi provoca piú fastidio che se non avessi volontariamente fatto uso di tecniche di Marketing, perché questo implica che ho fatto una domanda guidata con le migliori intenzioni, e non mi sono reso conto del mio intervento: è grave (non sono ironico). Su questo devo confessare che mi hai aperto gli occhi. E solo adesso capisco la domanda, che devo aver saltato perché non capita. Mi scuso sinceramente: continuo a non essere nessuno per fare domande del genere, ma questa volta non posso continuare a farle. Nel tentativo di giustificarmi la riformulo: mi dici perché è presuntuoso affermare che non esiste qualcosa di cui tu non hai la prova che esiste? |
29-06-2003, 20.48.16 | #67 | |
Ospite abituale
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Re: oh, che bello: pace fatta!
Citazione:
Ho sempre creduto nella tua buona fede, anche se volutamente non lo dato a pensare o faccio credere diversamente, ma è evidente che uno che difende con tanta enfasi e trasporto le proprie idee, è solo in buona fede, altrimenti ti saresti comportato in maniera molto più ragionata che emotiva, perché questa è la regola per la riuscita di un buon inganno, mai mettere le spalle al muro il cliente, bisogna sempre dargli l’illusione della sua libera scelta, mai fargli sorgere dei dubbi, in quanto il fine ultimo è quello di vendere a tutti i costi. Ora, penso che ti starai domandando sul perché della mia volontà nel farti credere diversamente. Perché credo nella maieutica di Socrate, vivere e far vivere tutto fino in fondo, solo così possiamo fare nostro il risultato ultimo. Riguardo la nuova domanda rivoltami, cercherò di risponderti,, so che sarò causa di nuove polemiche, ma comprenderai che non posso e non intendo rispondere per soddisfare o compiacere l’ altrui pensare. Domanda: “ mi dici perché è presuntuoso affermare che non esiste qualcosa di cui tu non hai la prova che esiste?” Primo: Già è affermato da coloro che si pongono questa domanda, in quanto se realmente non esistesse. Perché il doverlo negare? Secondo: significa fare una domanda che non avrebbe senso di essere fatta, come andare nel Sahara, e pretendere da un tuaregh, di descrivere il ghiaccio, basandosi sulle sue percezioni, penso che ti guarderebbe stranito, in quanto le sue percezioni non hanno mai avuta una esperienza diretta con il ghiaccio, al massimo ti potrebbe dire per sentito dire, cmq non conosce il ghiaccio, ora si può dire che l’uomo blu, non deve credere nell’esistenza del ghiaccio, basandosi sul fatto che lui non l’ha mai conosciuto? Ha senso fare questa domanda, basandosi solamente su ciò ch’è percepibile, io sono convinto di no. Ribatto sempre, che esiste una differenza sostanziale tra i termini verità e realtà, la prime sono soggettive, e possono essere tante e diverse ed ognuna di queste ha ragione e nel contempo torto, poiché il mio percepire di questo istante, e condizionato dal mio “status” psico-fisico, dallo spazio che occupo ecc., determinando una mia verità, che sarà sicuramente differente da quelle di altre mille persone che pur condividendo il fattore tempo e spazio, hanno cmq una loro verità sullo stesso avvenimento. Mentre la realtà è una ed universale, essa è costituita dalle tutte e tante verità, in quanto è al di sopra delle nostre singole e dimostrabili percezioni. Vorrei fare un esempio, in questo momento sia io che te viviamo sul medesimo pianeta Terra, solo che io vivo in Europa e tu in America, questa mattina ti telefono, e guidato o meglio dire condizionato dalla mia verità, ti dico vedo un bel Sole e visto che sono ignorante, ti chiedo se anche la da te, in quel momento, lo vedi. Tu sbalordito da tanta ignoranza, poiché forte della tua verità, anch’essa percepibile e dimostrabile, mi rispondi di non comprendere questa domanda, facendomi notare che li dove tu sei il Sole non c’è, ma mi rassicuri della presenza della Luna. Ora, come vedi abbiamo due verità percepibili e dimostrabili, quindi sia io che te abbiamo ragione e torto contemporaneamente, in quanto non consideriamo che la sola ed indiscutibile REALTA’ sta nel dire che in quel momento ci sono tutte e due, Sole e Luna. Solo che la nostra umana percezione riesce ad osservare solamente una parte della realtà, cioè la nostra verità. Mi scuso per questo pedante e contorto discorso, ma in qualche modo dovevo e volevo farmi comprendere, spero di esserci riuscito. Ciao |
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02-07-2003, 13.12.43 | #68 |
Ospite abituale
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Tu non devi mai rispondere per compiacermi. Certe che le tue risposte saranno causa di nuove polemiche, ma questo ci da l'occasione di conoscere pi´a fondo i nostri propri e rispettivi pensieri.
Perdonami, non ne faccio un fatto di lingua ma: "in quanto se non esistesse" cosa? Il tuahreg può non aver mai visto il ghiaccio, ma per lui è piú facile accettare il ghiaccio, che sa essere usato dagli altri, che non la reincarnazione, che sa essere supposta da altri. Il discorso che fai seguire non è affatto pedante e contorto, anzi. Esso dimostra proprio con quale criterio dobbiamo costruire la nostra idea (non percezione) della realtà. Cioè con il criterio della teoria piú viabile, quella che spiega piú verità. Su questo siamo d'accordo. Il punto è che una idea di realtà ne nega un'altra (abbiamo detto che è unica). Per me accettare l'esistenza di Dio implica negare l'esistenza di quasi tutto il resto. Perché è semplicemente la negazione dell'esistenza = è tutto, non ha tratti distintivi, non è un soggetto, non se ne può parlare, quindi non esiste. Dio è tutto è una tautologia. Il termine Dio è un contenitore vuoto che ha per significante "tutto" e per significato "un tutto antropomorfizzato (nel senso che ha una colontà alla quale ci possiamo appellare, e non che ha la barba bianca). Fin qui sono stato chiaro? |
03-07-2003, 13.09.00 | #69 |
Ospite abituale
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Dio è una risposta grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori; anzi, addirittura, non è altro che un grossolano* divieto contro di noi : non dovete pensare" (F.N)
la capacità di proiezione multipla mentale permette la manifestazione, semplicemente illusoria-psicologica, di un fatidico D.io... (D.ego ?) (C.T) Interpretazione mal riuscita di un interpretato mai "stato" se non in noi... (C.T) ****************************** ********************** ogni tanto (sempre) ci dimentichiamo (l'abbiamo mai ricordato ?)cosa siamo, sfuocandoci nella nostra soggettiva-emotiva-sensi.tiva percezione... attribuendo(CI) ris.contri emotivi e personali a ciò che di oggettivo ci "circonda" in ogni luogo, in ogni dove e quando... rendendo tutto non più intellegibile ma emotivizzabile... esso è grossolano* perchè evidenzia in maniera "spasmodica" la frust(r)azione "emotiva" a cui è soggetto il nostro intelletto-intuitus oggettivo... ridotti a manifestar(CI), burattinandola, la nostra parte intellettiva-esistenziale (in un D.io ?), in.capaci di oggetivarci... ridiamo ridiamo de.ridiamo(CI) |