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27-11-2007, 14.22.52 | #72 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Citazione:
Torno a tediarti, Emmeci, in quello che potrebbe essere un giocoso delirio da crisi ipoglicemica (data l'ora). Argomenti come se fossi certo che la realtà abbia una struttura piramidale di cui la Verità sia il culmine, sotto al quale sono ordinati livelli di conoscenza che permettono una più o meno probabile approssimazione al culmine (alla Verità, appunto). Solo di passaggio, e i questo caso non giocosamente, mi permetto di farti notare la strana somiglianza tra la tua struttura di Realtà (piramidale, appunto) e la struttura invariabilmente indicata da Religioni ed Esoterismi, i quali , poi, la mutuano per una perfettamente consonante loro struttura gerarchica (invariabilmente piramidale, infatti). Riprendo a giocare nel delirio ipoglicemico: pensa che fregatura se la Verità, pur esistendo, avesse tutt'altra forma. (CHI ha detto che dovrebbe aver quella?) Pensa, per esempio, se anzichè piramidale fosse sferica ... e se anzichè assolutamente rigida fosse assolutamente elastica.... Pensa se fosse l'assoluta placenta che contiene tutte le nostre povere visioni piramidali della Verità... semplicemente capacissima di nutrirle tutte! ...Ognuno avrebbe il suo posto... e l'unico che continuerebbe a camminare all'infinito... sarebbe chi lo fa ... convinto di scalare la piramide... Sarà meglio che vada a mangiare? |
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27-11-2007, 16.21.03 | #73 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
Non ho sottoscritto nulla, Emmeci, proprio in onore all'essere eretici. Ma forse il massimo dell'eresia sarà proprio dubitare della soluzione più semplice ed immediata, quella che ha colto anche l'uomo della preistoria: credere nel soprannaturale. Forse non sarà banale osservare che in particolare in occidente la religione ha di fatto bloccato il pensiero umano in una discussione viziosa sul nulla per secoli. E di sfuggita faccio altresì notare che il pensiero umano dal 600 in poi è stato più florido proprio lontano da Roma (non per caso), sia geograficamente che culturalmente. E' quindi inevitabile che ancora oggi si preferisca ricorrere a dio ogni volta che le nostre conoscenze si infrangono in qualche ostacolo.
Il dubbio, Emmeci, non significa dubitare di tutto e sempre: significa anche accettare le piccole verità parziali che costituiscono le nostre conoscenze; e il compito più difficile forse è proprio quello di riuscire a fare una sintesi da tante conoscenze parziali, almeno fino a quando non saremo in grado di produrre una spiegazione articolata e coerente che abbracci tutto l'universo. Comprendo quindi il tuo desiderio di certezze assolute e la tua voglia di ricercarle, ma non comprendo perchè l'assoluto debba in partenza essere quel che tu pensi; inoltre non è chiaro il metodo che andrebbe utilizzato in questa ricerca. Dato che scarti comunque le conoscenze parziali della scienza, è evidente che non accetti il metodo scientifico; non accetti nemmeno le verità propugnate dalle religioni (e in questo ti capisco in pieno). Ma allora quale è il metodo di indagine per arrivare alla verità ultima ? Abbiamo forse sbagliato tutto negli ultimi 300 anni ? O dovremo utilizzare quel metodo ibrido che mischia verità parziali di scienza a verità di fede, giutificando e spiegando tutto in funzione della fede stessa, come tanto piace ai cattolici ? Koan, inutile: io non riesco a comprendere un senso "non fisico" di ciò che ci circonda; ma che la scienza non sia in gradi di andare oltre lo dici tu, e non capisco sulla base di quale argomento. Anche Tolomeo probabilmente pensava di aver trovato come era fatto l'universo, eppure oggi mandiamo in giro per lo spazio oggetti. Quindi l'insegnamento che ne traggo è completamente diverso dal tuo. Io ho speranza che riusciremo a spiegare tutto (anche se io non lo saprò mai), tu invece sai già che non c'è nulla da spiegare oltre quello che è stato spiegato. Al resto ci pensa dio. |
27-11-2007, 17.44.46 | #74 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 19-09-2007
Messaggi: 522
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
Citazione:
E' fisico il Pensiero ? Dipende certamente dal cervello, ma la funzione di esso, o anche il linguaggio/la parola non sono fisiche. Che cosa esclude l'esistenza di elementi unificatori, come le Leggi Fisiche, le quali non sono visibili ? Citazione:
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27-11-2007, 20.01.55 | #75 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
Citazione:
Allora a questo punto abbiamo sbagliato tutto da Galileo in poi ? Tu non lo condividerai, però se non era per questo metodo scientifico stavamo ancora ai tempi della terra ferma al centro dell'universo. Pensa un pò, Koan, non avremmo nemmeno inventato i semiconduttori, i circuiti integrati, i PC, internet... Su questa base non possiamo andare lontano, nella discussione. Non puoi adattare il metodo scientifico alle tue convinzioni personali. Ma la tua affermazione mi fa temere qualcosa di peggio: che tu abbia paura, dentro te stesso, di ciò che la scienza potrà spiegare in disaccordo con le tue convinzioni personali. Personalmente se dovessimo scoprire che dio esiste, ha creato l'universo, ha preso la penna per scrivere le leggi della fisica, non mi cruccerò più di tanto: dirò che mi sono sbagliato. Ma non ho il terrore che questo accada. Tu invece sembra che hai paura di scoprire la verità, paura che questa verità possa essere diversa da quella che tu credi. Che dite, facciamo restituire tutti i Nobel ingiustamente assegnati a coloro che sono arrivati a qualche scoperta con un metodo errato ? |
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27-11-2007, 21.31.11 | #76 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-11-2007
Messaggi: 65
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Citazione:
Spiacente ma non sono d'accordo al riguardo. Il pensiero "è" fisico, come lo è il linguaggio e la sua funzione. Solo l'apparenza ce li mostra cm estranei alla fisicità; infatti il pensiero è comprovato dipenda del cervello, mentre il linguaggio, che pure dipende dal cervello, nella sua funzione non è altro che onde sonore emesse dalle nostre corde vocali.... Inoltre non è detto che la scienza debba rendersi conto di qualcosa di non fisico. Viste le attuali conoscenze in materia è più giusto dire che è questione di fiducia, infatti chi crede in Dio pone esso alla base di quei misteri che la scienza non ha svelato, chi crede nella scienza pensa che sia sl questione di tempo prima di scoprire le cause materiali di quei misteri... le due posizioni sono ambivalenti. |
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28-11-2007, 11.28.15 | #77 | |||||
Utente bannato
Data registrazione: 19-09-2007
Messaggi: 522
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
Citazione:
Oggi bisogna tornare a porre la Mente e l'animo umano quale soggetto per ogni ricerca scientifica e non. Non sopporto la sfrontatezza di chi non vuole comprendere quanto si muove al di là dell'apparenza e della forma materiale, riducendo tutto ai minimi termini, ovvero asservendosi ad un 'metodo' costruito da altri, quale proprio modello. Questo dà sicurezza forse, ma io cerco la verità e non necessito di sicurezze materiali o, peggio, materialistiche, a cui asservire la mia personale comprensione delle cose. Citazione:
In questo sta la profonda differenza tra noi: dietro l'apparenza io non vedo una funzione/processo meccanicistico, ma lo Spirito di Dio. Lo scorgo con estrema certezza. Citazione:
Citazione:
In questo thread si mostra il cosiddetto "contrasto" tra Fede e Ragione ( anche se io non condivido il termine di paragone, che sostituirei piuttosto con "diversità" eliminando ogni preconcetto e sorta di immaginifico "contrasto" ). Sono sicuro che non hai dubbi su quale parte io mi trovi a discutere, dunque sarebbe opportuno fare uno sforzo in più - alla pari di tutti - per cercare di comprendere un linguaggio di natura differente rispetto alla propria... Il Pensiero, la Parola, le Leggi fisiche invisibili ed "assolute" che determinano l'equilibrio dell'Universo esistente, mostrano oggettivamente una realtà che da un aspetto di tipo apparente e fisico arriva ad un altro di tipo "metafisico": chi conduce il Pensiero ? esso determina lo stato di coscienza delle cose, aprendo l'Oggettiva, meccanicistica e procedurale Funzione "fisica" ad un aspetto estremamente Soggettivo e Decisionale. Non più credo dovrebbe dirsi: "penso, dunque sono"; ma: "scelgo, dunque sono" .. Questo NON è affatto un processo fisico-meccanicistico ( ditemi, se volete, la vostra in proposito ), come quello di cercare la Conoscenza delle cose e dell'esistenza. Tale presa di coscienza sembra essere non solo il risultato apparente di quanto vediamo e "conosciamo" tramite i nostri sensi fisici e la nostra ragione fisica, ma trovo/postulo possa essere persino lo scopo di tutto quanto ( almeno sino al tempo attuale; il futuro non lo conosco, o almeno potrei intuirlo solo fino ad un certo punto ). Resto fermo sulla mia frase di sempre: conosci te stesso ( questo per me è già tutto ). Citazione:
Viste le attuali conoscenze e - più che altro, ancora meglio se viste come - 'consapevolezze' scientifiche, soprattutto riguardo a Teorie scientifiche come quella sulla Relatività, il Teorema di Bell, il Principio Antropico ultimo, la scienza dovrebbe - come sta iniziando - comprendere una realtà molto più vasta e sensata, intrinsecamente, rispetto ad un'altra più estrinseca e apparentemente "scollegata" se vista dall'esterno. L'interno è strettamente collegato a Dio, per quanto possa comprendere personalmente, ed anche il senso delle cose lo è. Ognuno resterà sempre con i propri dubbi e Dio non lo si comprenderà mai se non interiormente .. Dunque non ho bisogno della scienza per comprendere chi sia Dio e chi sia Dio per me: non lo direi se non lo conoscessi e pur se potessi non lo dimostrerei neanche per tutto l'oro del mondo o in cambio della vita eterna qui su questa terra. La mia personale comprensione della vita e dell'esistenza mi dice semplicemente che non sta tutto qui .. Quando la Scienza sarà in grado di postulare de-finitivamente questo, secondo me farà passi da gigante e tutto si schiarirà altrettanto de-finitivamente. I termini e strumenti necessari per ricercare la verità, fisica e non, dell'esistenza non sono solo - come vengono definiti - scientifici, ma tutti dipendono dalla coscienza, dalla mente e dall'animo umano. L'evoluzione e Maturazione umana non si ferma con l'uomo-postmoderno e neanche con l'homo communicans ( più contingente e ancora da definirsi ) .. |
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28-11-2007, 12.41.25 | #78 | |||||
Utente bannato
Data registrazione: 19-09-2007
Messaggi: 522
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
RISCRIVO DI SEGUITO CORREGGENDO IL DISCORSO, PERDONATE NUOVAMENTE...
Citazione:
Oggi bisogna tornare a porre la Mente e l'animo umano quale soggetto per ogni ricerca scientifica e non. Non sopporto la sfrontatezza di chi non vuole comprendere quanto si muova al di là dell'apparenza e della forma materiale, riducendo tutto ai minimi termini, ovvero asservendosi ad un 'metodo' costruito da altri, quale proprio modello. Questo dà sicurezza forse, ma io cerco la verità e non necessito di sicurezze materiali o, peggio, materialistiche, a cui asservire la mia personale comprensione delle cose. Citazione:
No, non lo temo, anzi spero di poter dare il mio contributo al servizio della verità, scientifica e non. La realtà è invece quella che non conosci le ragioni della mia Fede, la quale oltrepassa il tuo modo di "intendere" e di "volere", se reso fine a se stesso come vedo che fai, almeno secondo me, nei tuoi ragionamenti. In questo sta la profonda differenza tra noi: dietro l'apparenza io non vedo una funzione/un processo meccanicistico, ma lo Spirito della Verità di Dio. Lo scorgo/individuo con estrema chiarezza, sempre nei miei limiti personali naturalmente. Citazione:
Citazione:
In questo thread si mostra il cosiddetto "contrasto" tra Fede e Ragione ( anche se io non condivido il termine di confronto, che sostituirei piuttosto con "diversità" eliminando ogni preconcetto e sorta di immaginifico "contrasto" ). Sono sicuro che non hai dubbi da quale parte io mi trovi a discutere, dunque sarebbe opportuno fare uno sforzo in più - alla pari di tutti - per cercare di comprendere un linguaggio di natura differente rispetto alla propria... Il Pensiero, la Parola, le Leggi fisiche invisibili ed "assolute" che determinano l'equilibrio dell'Universo esistente, mostrano oggettivamente una realtà che da un aspetto di tipo apparente e fisico arriva ad un altro di tipo "metafisico": chi conduce il Pensiero ? esso determina lo stato di coscienza delle cose, aprendo l'Oggettiva, meccanicistica e procedurale Funzione "fisica" ad un aspetto estremamente più Soggettivo e Decisionale. Non più, penso, dovrebbe dirsi: "penso, dunque sono"; ma: "scelgo, dunque sono" .. Questo NON è affatto un processo fisico-meccanicistico ( ditemi, se volete, la vostra in proposito ), come trovo NON lo sia affatto quello di cercare la Conoscenza delle cose e dell'esistenza. Tale presa di coscienza sembra essere non solo il risultato apparente di quanto vediamo e "conosciamo" tramite i nostri sensi fisici e la nostra ragione fisica, ma trovo/postulo possa essere persino lo scopo di tutto quanto esista ( almeno sino ad oggi, intendendolo come processo evolutivo; il futuro non lo conosco, o diciamo che lo si potrebbe a limite intuire solo fino ad un certo punto ). Resto fermo sulla mia frase di sempre: "conosci te stesso" ( questo per me sarebbe in sostanza già un po' tutto ). Citazione:
Viste le attuali conoscenze e - più che altro, ancora meglio se viste come - 'consapevolezze' scientifiche, soprattutto riguardo a Teorie scientifiche come quella sulla Relatività, il Teorema di Bell, il Principio Antropico ultimo, la scienza dovrebbe - come sta iniziando a fare - comprendere una realtà molto più vasta e sensata, intrinsecamente, rispetto ad un'altra più estrinseca ed apparentemente "scollegata", se vista dall'esterno. L'Interno è strettamente collegato a Dio, per quanto possa comprendere personalmente, ed anche il senso ultimo delle cose e dell'esistenza trovo lo sia. Ognuno resterà sempre con i propri dubbi e Dio non lo si comprenderà mai se non interiormente .. Dunque non ho bisogno della Scienza per comprendere chi sia Dio e chi sia Dio per me: non lo direi se non lo conoscessi personalmente ( ovvero delimitatamente alla mia 'persona' ) e pur se mai potessi non lo dimostrerei neanche per tutto l'oro del mondo o in cambio della vita eterna qui su questa terra. La mia personale comprensione della vita e dell'esistenza mi dice semplicemente che non sta tutto qui ( parlando in termini "terreni" ) .. Quando la Scienza sarà in grado di postulare de-finitivamente il senso di tuttw le cose e dell'esistenza nel suo insieme, secondo me farà passi da gigante e tutto si schiarirà altrettanto de-finitivamente. I 'termini' e gli 'strumenti' necessari per ricercare la verità, fisica e non, dell'esistenza non sono solo - come vengono definiti - scientifici, ma tutti - scientifici e non - dipendono dalla coscienza, dalla mente e dall'animo umano ( oltre - io direi - che dallo Spirito ). L'evoluzione e Maturazione umana non si ferma con l'uomo-postmoderno e neanche con l'homo communicans ( più contingente e ancora da definirsi ) .. |
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28-11-2007, 15.17.03 | #79 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Sì, credo anch’io, Eretiko, che il destino dell’uomo si sia determinato in quel momento in cui (mi pare d’averlo già detto) l’ homo sapiens ha percepito il fulgore dell’assoluto, cioè che una verità poteva esistere al di là delle apparenze e di quei grugniti che i Greci chiameranno opinioni. Però quegli antichi progenitori hanno voluto dare un volto a questo assoluto, invece di lasciarlo nella sua tenebrosa e quindi feconda potenza (feconda perché poteva risvegliare la coscienza umana e spingerla a cercare – invece di pietre buone per sgozzarsi a vicenda - qual è la verità. E questo volto non poteva che diventare un volto divino, in tutte le sue varietà, dal mana e dal numinoso ai tonanti Zeus e Jahwé con le loro potenze angeliche e demoniache. E’ il vizio originale della religiosità o – se vorrai chiamarla così – della fede.
Però questo non risolve il problema una volta per sempre, appunto perché l’altra soluzione era e resta la storia, cioè la ricerca della verità attraverso un lungo o forse infinito cammino – e qui arriviamo al punto diciamo personale delle tue obiezioni, cioè il fatto che dovrei dire qual è il metodo da sostituire alle religioni. No, se io parlo di presunzione a proposito di ciò che possono credere religione scienza filosofia, non vuol dire che le spingo ad ammainare le vele, ma a non screditarsi a vicenda e a perseguire – se è possibile e dove è possibile – comprensione e alleanza. Ad esempio proprio nella cosmologia, dove si dovrebbe giungere a un chiarimento reciproco: voi scienziati dite che potete arrivare fino a 1 nanosecondo dallo scoppio del big bang – e allora perché non ammettere l’ipotesi che ci sia qualcosa al di là della logica delle scienze, simile (metaforicamente) a un fiat creatore? E dove finirebbe chi entrasse veramente in un buco nero? E per passare ai fenomeni della vita, siete sicuri, scienziati, che la materia possa dare luogo alla vita così come si credeva un tempo che le mosche nascessero dalla carne marcia? E tutte le gradazioni superiori della vita, quindi il passaggio all’arte, all’intelligenza, alla moralità….si spiegano così facilmente con l’aggregarsi o il disaggregarsi di atomi o di fotoni? Il che non vuol dire ovviamente tornare all’epoca del creazionismo burattinesco ma forse perseguire la strada di quegli scienziati che ammettono che non si può, quando si parla di chimica, parlare solo di atomi ed elettroni e bisogna cambiare il linguaggio, o quando si parla di biologia parlare solo di reazioni chimiche, e quando si parla di mente parlare di biologia o addirittura solo di fisica e chimica….. E’ evidente che tutto questo non significa tornare al Seicento ma andare oltre, lungo un cammino storico che può avere davanti a sé anche i problemi di una giusta fede e di un Dio che non abbia nulla dei fantasmi delle religioni codificate – e qui, come credo tu abbia capito, sono molto distante da koan, e più eretico di te in quanto parto dal dubbio integrale e chiamo i filosofi a partire da questo dubbio (che è cosa loro e che tocca anche “le piccole verità parziali” che ti sono care): e cercare che cosa si può tentare per andare incontro alla verità, perché è proprio questa – la verità assoluta – che ci impone di muoverci in quanto per un futuro filosofo è simile al nulla (e quindi non ti posso dire che cosa è per me, ma solo assicurarti che c’è). |