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18-11-2007, 18.32.24 | #52 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?>>
A questo punto allora voglio saperne di più.
Caro Katerpillar, ho leggiucchiato il 3d in cui si parla del principio antropico, l'ho compreso a grandi linee perché purtroppo le mie lacune non mi permettono di afferrare facilmente questi concetti, ma devo dire che l'argomento mi incuriosisce molto. Soprattutto le tue ipotesi che per me sono assolutamente nuove. Quello che dice Emmeci lo capisco un pò meglio, forse a causa di una comune formazione classica. Diciamo che se non devo escludere un Dio, arrivo a concepirlo, come suggerisce Emmeci, come qualcosa di inafferrabile che abita il silenzio più che la parola umana e che perciò, dal nostro punto di vista, potrebbe essere nulla. E perché no? Però non ho capito bene i motivi del vostro disaccordo, i principi differenti da cui partono i vostri ragionamenti. Per Emmeci: Citazione:
Procedi pure, approfondisci, sempre se non ti annoia. Anche a questo non avevo mai pensato e per me è una cosa nuovissima. Ovviamente domani mi procurerò Cioran. |
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18-11-2007, 21.57.02 | #53 | ||
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
kore
Citazione:
Carissima kore, se solo avendolo leggiucchiato sei riuscita a comprenderlo a grandi linee (beata te), sicuramente se lo avessi letto con più calma l'avresti compreso del tutto. A parte gli scherzi: ma cosa vuoi che si approfondisca? La nascita dell'universo dopo il big bang o il principio antropico? Per quanto riguarda il secondo la sua descrizione era riportata nel 3d che hai letto. In ogni caso il principio antropico è stato pronunciato dall'astrofico Martin Rees e da una schiera di astrofisici americani, i quali hanno collocato questo principio a metà strada tra la scienza e la religione, poiché esso afferma che se l'universo è fatto a dimensione d'uomo , nel senso che ha permesso la nascita della vita dalla non vita, è perché l’uomo lo possa osservare e studiare. Io affermo che il principio antropico non debba collocarsi a metà strada, tra religione e scienza, ma questo principio debba riguardare la scienza e la materia con cui siamo formati, poiché la scienza afferma che la vita dalla non vita è nata da quest’ultima. Quindi, perché degli scienziati che affermano e credono in questo debbono parlare di religione? Mi sembra veramente un controsenso. emmecì Citazione:
Ecco kore, sembra che quel vizio di fabbrica gli astrofici l’abbiano individuato(anche se non è lo stesso di quello riportato da emmecì), ma dopo anni di studio non ci hanno compreso nulla abbandonando lo studio. Si dia il caso che il difetto dell’universo è di una semplicità stupefacente, e che per caso io abbia una mente stupendamente semplice, ho fatto presto a fare due più due. A tale motivo affermo che, se la materia ci ha creato, potrebbe averlo fatto proprio perché noi possiamo intervenire per riparare quel vizio di fabbrica. In pratica noi dovremmo essere, secondo la mia teoria, le difese immunitarie dell’universo. Quando ho spiegato il difetto dell’universo ad una riunione ristretta di studiosi, sono sbiancati in volto, creando subito dopo un gruppo ristretto di lavoro per verificare la bontà della mia teoria. Per quanto riguarda i contrasti con emmecì, non credo che ve ne siano, poiché, a mio modo di vedere, le nostre opinioni possono convivere benissimo in un contesto di ricerca della verità, e per quanto mi riguarda, solo la verità sulla presenza dell’uomo in questo universo. Per quant'altro chiedi pure, quel po’ che sò sull'argomento o che sappiamo, interpretando anche il pensiero di emmecì, è a tua disposizione. Ciao. Giancarlo. |
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19-11-2007, 14.20.45 | #54 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Citazione:
Ciao Katerpillar, magari andiamo OT, ma almeno spiegati meglio su cosa intendi per "vizio di fabbrica" e per il presunto scopo "immunitario" dell'umanità nei confronti dell'universo. |
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19-11-2007, 14.49.31 | #55 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Katerpillar, in te almeno ho ragione di credere, visto che hai la capacità di scoprire da uno pseudonimo se chi lo usa è maschio o femmina. E se fosse….Bene, come vedi, anche Kore vorrebbe sapere di più, ma tu l’hai già edotta sul principio antropico e per ora dovrebbe bastare.
Finalmente trovo qualcuno (prego: qualcuna) che dice di capirmi. Si vede che sono sulla via del (filosofico) declino. Ma tu, Kore, non capisci dove sta il contrasto fra me e lui? Prova a leggere i precedenti messaggi di entrambi in questo stesso argomento e forse coglierai qualcosa delle nostre filosofie di vita, oltre che la pulce della discordia….che però potrà essere quasi invisibile poiché, dopo tutto, non siamo Eurialo e Niso ma nemmeno Eteocle e Polinice (oh, che dono l’istruzione classica!). Il guasto dell’universo messo in causa da Cioran? Quando, Kore, avrai letto Cioran capirai che il guasto è l’esistenza dell’universo stesso, compreso l'esistenza nostra e di Cioran (dico questo nel caso Katerpillar voglia risparmiare i soldi dell’acquisto). Del resto questo filosofo romeno ha pubblicato una serqua di libri, raccolte di frammenti folgoranti e fulgurei, scritti in un francese considerato perfetto (il che è tutto dire) dagli stessi francesi. Ad ogni modo sembra che anche scienziati accusino il Do creatore di aver commesso sbagli nel design del cosmo, sbagli che un neo-ingegnere di oggi non commetterebbe, e sarebbe comunque arrivato a creare i raffinati organi dell’uomo senza tante divagazioni e senza sprecare tempo a inizoare vie che poi sono risultate senza capo né coda o addirittura causa di malattie, che potrebbero spingere paralitici e ciechi a gettare il catechismo alle ortiche. Tu invece sì, Katerpiller, fai presto a fare due più due, ma c’è chi è tanto fedele a quel catechismo da credere che, se Dio avesse voluto, avrebbe potuto far sì che due più due facesse tre, e basterebbe questo a rendere dubbia una granitica fede nei parametri dell’universo. Ma dopo le ultime tue affermazioni, Katerpillar detto Giancarlo, dopo quelle tue assicurazioni che non c’è nulla che ci divida, ammetto che io mi farei mettere sul rogo per difendere la tua scienza, sperando che anche tu lo farai per difendermi da una possibile processo per eresia. |
19-11-2007, 15.47.48 | #56 | ||
Ogni tanto siate gentili.
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Eretiko
Citazione:
Citazione:
Ti ho riportato quello di Cioran (che io non ho letto), riportato da emmecì, ma come ho già avuto di affermare, per il momento, mi è impossibile divulgare la mia mezza idea sul vizio di fabbrica di questo universo, non perché sia oggetto di studio, anzi, ma perché non posso farlo prima dell'uscita del mio piccolo libro, nel quale è riportata, insieme ad altre, riguardanti il pensiero, l'intuizioni, la nascita della memoria, il perchè della nascita delle religioni ecc. Diciamo che per strade diverse il filosofo Emanuele Severino è arrivato alle stesse conclusioni cui sono arrivato io, circa dieci o dodici anni or sono, affermando che l'uomo è destinato ad essere felice e, se vogliamo, senza l'apporto di un dio, come piacerebbe a colei che ha aperto questo 3d, ma dato la complessità della materia, di cui non ero e non sono padrone, mi sono guardato bene dal parlarne in giro, e solo dopo diversi anni ho preso il coraggio a due mani, aiutato da una ricercatrice che, per acquisizione, era entrata nell'ambito famigliare, e grazie a lei ho avuto la possibilità di parlarne con chi di dovere. Ancora qualche settimana che poi te l'invio volentieri. |
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19-11-2007, 16.45.13 | #57 | ||
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
emmeccì
Citazione:
Credo che tu non abbia potuto conoscere, così intimamente, un qualcuno che pensi che Dio avesse potuto fare quel tipo di addizione, se non te medesimo. Ecco kore, se quello che ho affermato è giusto, la differenza, ma non l'attrito, sta proprio in questo: i filosofi sono dei religiosi disincantati (cosa che emmecì condivide) mentre io, come tecnico, mi schiero tra i filosofi con il rigore e la pignoleria sperimentale (tifo per la scienza). emmecì Citazione:
Avendo il buon senso di non applicare la fede su quello che asserisco, come potrei non accettare le tue idee come un qualcosa di differente, ma facente parte di uno sforzo unisono dell'umanità verso la strada della ricerca? Per quanto riguarda le tue eresie, sappi che le tue e le mie non sono meno importanti di quelle di Giordano Bruno, ma se oltre fiume faranno solo un cenno di preparare il rogo, questa volta, grazie e sopratutto alla filosofia, avremo la forza di accenderla noi la fiaccola per dar fuoco alla pira, e loro dovranno fare la conta su chi vi si dovrà accomodare sopra. |
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21-11-2007, 09.39.12 | #58 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Caro Kater, poiché mi pare che tu dubiti che qualche filosofo, oltre me, abbia pensato che 2+2 potrebbe non fare 4, ti suggerisco di guardare ciò che ho risposto a Socrate78 a proposito di un titolo nietzschiano, perché vi è un riferimento alla questione. E forse non c'è solo questo di divino.
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24-11-2007, 17.04.39 | #59 |
Ospite abituale
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Messaggi: 65
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
Perdonatemi se entro all'improvviso nella discussione e vi propino la mia opinione.
E' da poco che frequento questo forum, ma prima di scrivere ho cercato di leggere il più possibile per evitare di intervenire a sproposito in temi tanto complessi; dunque dopo un'attenta lettura di questo 3d aggiungo (o meglio ripeto con argomenti diversi) qualcosa che a mio parere è molto significativo. "Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?" Era questa la domanda da cui è scaturita la discussione e ognuno si è espresso in favore di una tesi a seconda di ciò che riteneva più importante nella domanda stessa. Chi parlava di dio che da senso all'uomo, chi dell'uomo che da senso a dio, chi della materia che giustifica lo spirito, chi di spirito giustificato dalla materia; tuttavia quello che mi ha colpito di più è che nessuno si è distaccato mai da un suo "pregiudizio" personale (pregiudizio inteso nel significato proprio della parola: giudizio preso a priori), cioè ognuno ha affermato qualcosa in base a ciò che ritiene più giusto o probabile. Detto in poche parole: "ognuno ha detto ciò che gli conveniva dire". Con questo nn voglio intendere che nessuno sia stato obiettivo, ma che in generale noi nn possiamo distaccarci dalla nostra umanità, dal nostro essere limitati ad una verità (sia anche essa l'ammettere di nn averla raggiunta). Quindi credo sia assurdo partire dal presupposto umano per affrontare tale argomento. Ma come staccarci dalla nostra umana limitatezza se il nostro stesso porci delle domande è ciò che ci rende umani (intendendo per essere umano un essere che pensa) ? Potremmo fare l'opposto del darci una risposta, ossia non darcela !!! Questo nn per dire che dovremmo smettere di porci domande, ma che dobbiamo accettare che la verità risiede nel suo opposto: la "Bugia". La "Bugia" di cui parlo nn è un ingarbugliato ragionamento per esporvi la "mia" verità, ma proprio ciò che sembra: un inganno. Immagino già una sensatissima obiezione - Ma se la risposta ad una domanda è un inganno, è un'illusione di verità che cerco ?!?!? Tutto ciò nn ha evidentemente senso... - Ma io prontamente risponderei - Perchè mai la risposta richiederebbe un senso a noi comprensibile. Prendiamo ad esempio la libertà, che cos'è ? E' il rendersi capaci di scegliere da soli del nostro destino, ma il nostro destino è incontrovvertibilmente segnato dalla materia, dal reale, quindi la sola libertà è quella di negare la materia e scegliere senza i suoi condizionamenti.- Allo stesso modo, a prescindere dalla realtà, l'unico modo per sentirci liberi è quello di negare la realtà, la materia. Il che nn toglie che noi siamo fatti di materia e che ci muoviamo in essa, ma l'unico modo per nn sentircene schiacciati è negarla. Così tornando alla domanda iniziale "Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?" la risposta sarà dettata solamente da ciò che siamo pronti ad accettare. Se accettiamo l'intrinseca libertà data dal credere in un essere superiore, parleremo di dio; se accettiamo che l'entità superiore da cui veniamo altro nn è che materia, accettiamo anche che essa riuscirà sempre ad influenzarci e a renderci "meno liberi" ( perchè la libertà nn è fare in assoluto ciò che vogliamo); se accettiamo l'incapacità dell'uomo di provare l'una e l'altra teoria giungeremmo allo scetticismo; infine possiamo accettare tutte queste cose e agire in conseguenza, cercando al contempo di convivere fra dio, materia e scetticismo optando per il cinismo (termine che probabilmente uso impropriamente, ma col quale credo meglio si esprima ciò che voglio dire). Detto in parole povere io credo che scegliere una sola risposta a domande tanto importanti sia limitativo e che possa dimostrarsi più giusto "propendere" (cioè ritenere leggermente più probabile) per una, ma accettare e comprendere al meglio tutte le possibilità. Sperò di essere stato chiaro nel mio ragionamento e spero di aver arricchito in qualche modo il discorso. Ditemi che ne pensate. |
24-11-2007, 19.05.07 | #60 | |
Ogni tanto siate gentili.
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Riferimento: <<Perché credere in qualcosa di divino quando puoi credere in te stesso?
emmecì
Citazione:
Scusa il ritardo; sarei curioso di leggerti ma non ho trovato il Nietzche giusto che hai indicato, spero che tu possa essere più preciso. |
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