Naturalmente, Emmeci, nè mi chiedevo nè chiedevo se il dizionario contemplasse il termine "assoluto". Chiedevo invece (e mi illudevo d'averlo fatto in forma piana e semplice) : quante immagini abissalmente diverse vedremmo, se fosse possibile fotografare un concetto, nelle foto CERTAMENTE DIVERSE scattate per ciascuno che pensi "assoluto" ?
La domanda non mi sembrava oziosa, giacchè quest'assoluto si dava per "carta fatta", luogo-riferimento certo, punto di partenza e punto di arrivo postulato con solo apparente giudizio di limitatezza verso chi, invece, chiedesse "ma che è?".
Il "certamente diverse", poi, è decisamente intuitivo.
Ognuno di noi ha una "casa". Da sempre la vede sia dall'interno che dall'esterno. Poi ne vede tante altre. Per ognuno si tratta di uno dei primi vocaboli che impara a pronunciare da bambino, e di uno dei primi termini che riesce a scrivere, insieme a "io", "mamma", "papà".
EPPURE.... solo dicendo “casa” (così ovvio comune e noto come concetto) avresti probabilmente : per il detenuto la foto della camera da letto in cui non può stare, per l’imprenditore edile la foto di un cantiere, per l’architetto la foto di un prospetto esterno particolarmente pregevole sul piano estetico, per la vecchietta in ospizio la foto della cucina in cui ha cresciuto figli e nipoti, per l’agente immobiliare la foto del prossimo cliente che ritiene conquistato, per il trentenne che ha acceso un mutuo la foto della rata che incombe…………….e così via per quanti siamo…..
Tutto ‘sto calvario solo per “casa”…. e poi trovi strano che uno (una) chieda “assoluto…ehm…cioè?” … all’ennesima volta che l’imprendibile assoluto (che nessuno ha in casa né ha visto da piccolo) viene direttamente nominato come Ente Certo che obbliga alla Sua Spasmodica Ricerca… perché perché perché….. (la mia foto dell’assoluto, per esempio, sarebbe nera, solo nera….)
E’ per questa via che può venir spontaneo chiedere “ma che è per te?”.
Tu mi rispondi che è sul dizionario.
Ringrazio, ma non è propriamente uno scoop. Magari potrebbe esserlo sul piano dell'introspezione: per la serie "in effetti lo penso perchè altri lo nominano da gran tempo in ambito paludato d'autorevolezza (teologia, filosofia, esoterismo, ecc.)
L’etimologia, però, è sempre utile : absolvere…. assolvere….. sciogliere… participio passato : “sciolto”. L’ironia , qui, diventerebbe pacchiana perché è troppo facile: “sciolto”… come un pensiero che va a ruota libera?
Ma torniamo al dizionario.
Sul dizionario troviamo anche “fata”, “gnomo” e “folletto”.
Il dizionario non è l’anagrafe, ovviamente, e registra anche i parti di fantasia.
Si’, mi dirai, ma il dizionario illustra che sono parti di fantasia.
Certo : per fate , gnomi e folletti, sì!
Ma ho il fortissimo dubbio che ciò accada solo perché fate,gnomi e folletti … sono stati generati da padri dotati d’ironia e che non l’hanno fatta troppo lunga : hanno inventato una favola e sono stati contenti così, di chiamarla favola e raccontarla ai bambini.
Ma pensa se si fossero presi molto sul serio o se solo avessero deciso di farsi prendere molto sul serio! Davvero possiamo credere che se (per esempio) duemila anni fa avessero cominciato a: scrivere il “messaggio delle fate”, predicarlo, erigere templi alle fate, spargere il sangue di chi le avesse avversate , seminare timore e tremore per la disobbedienza alle fate… ma davvero puoi pensare che oggi Zingarelli direbbe, alla voce fata, solo un misero : “nelle tradizioni popolari, donna bellissima e dotata di poteri soprannaturali” ???
Siamo contemporanei di Otelma, Mago di Arcella, Mago do Nascimento….. non bastano da soli e nel loro tangibilissimo Nulla a dirla tutta su cosa possa l’Arroganza (bieca e totale) totalmente sganciata dall’ironia e autoironia e attecchita sull’ignoranza e sul bisogno?
Assoluto ha alle spalle tutta Santa Romana Chiesa e tutta la Metafisica + tutto l’Esoterismo massonico e para-massonico mondiale…. E volevi non trovarlo sul dizionario come un concetto “serio”??? Hai presente quel granello di saggezza popolare che recita “ripeti mille volte una bugìa, chè diventa verità”?
C’è un esempio carino (assolutamente modestissimo al confronto) in letteratura fantasy ( si parla di contemporanei e quindi il fenomeno non solo è sotto controllo, ma è persino strano che si sia determinato) : un testo occulto (il Necronomicon, se non ricordo male)… per il solo fatto di essere richiamato , opera dopo opera, dal suo autore (comparto NARRATIVA) e collateralmente richiamato da altri autori dello stesso genere letterario….. è stato creduto realmente esistente da moltissimi nostri contemporanei, pronti a mobilitarsi per ritrovarlo! Eppure è sempre e solo stato parto di fantasia del suo autore!!!!!!!!
E dunque : “Assoluto”.
Che è sul dizionario. Di cui l’Uomo ha preso a disquisire da un certo punto della sua Storia in poi. Di cui ciascun pronunciante ha necessariamente “raffigurazione” diversa dall’altro. (E questa discussione ne è ricchissima dimostrazione).
Non mi sembra , per questo, il miglior bandolo per indagare avalutativamente il nostro oggetto, che resta : rapporto fede – ragione.
Non rapporto ragione – “una” fede.
L’oggetto era e resta il rapporto sapere-credere. Non quello sapere (alcune cose) – credere (in alcune altre).
Assoluto e Fede sono inscindibili per un Cristiano. Ma conoscete qualche Sciamano che abbia mai concepito il concetto di “assoluto”? Eppure ha la sua Fede!
E’ per questo Koan (non certo per scortesia o superbia) che non solo non ti seguo, ma categoricamente mi faccio il preciso dovere di astenermi dal farlo.
Tu non mi parli della Fede : tu mi parli della Tua Fede.
Tu mi parli di Assoluto e Ordine e Altissimo.
Io, che non amo particolarmente intrattenermi su “assoluto” credo – malgrado ciò - di averne un’ideazione (pensa te!)… che senza fregiarsi d’assolutezza …. si rivela possibilisticamente (almeno) più ampia rispetto alla tua… sia quando immagino che potrebbe assolutamente NON esistere alcun assoluto, ma anche quando – ipotizzandolo esistente – né lo limito all’Ordine né lo necessito alla vittoria dell’Ordine rispetto ad un coesistente Disordine tanto difficile (parrebbe) da includerci dentro….
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Fede-Ragione, dunque.
Ossia Credere – Sapere.
Lasciamo perdere anche “mente” (che ho tanto usato ma che pare fazioso, perché escludeREBBE “spirito”).
Eliminiamo TUTTI i termini con potenzialità (anche molto lata e sfumata) di carattere valutativo.
Converremo che siano entrambe attività Umane (e non ci interessa con quali “organi “ vissute, giacchè questo ci farebbe discutere portandoci fuori tema).
Ai fini del tema proposto, quel che semplicemente io propongo è : guardiamole in quanto tali, come concetto puro e PRIMA che si oggettivi in qualcosa di necessariamente parziale e a propria volta fuorviante . Allenati come siamo all’assoluto… non dovrebbe risultarci difficile “isolare” l’attività del credere in quanto tale, e prima che diventi credere in questo o in quest’altro; come non dovrebbe risultarci difficile “isolare” l’attività del sapere in quanto tale, e prima che diventi… sapere secondo un procedimento o secondo l’altro. Esempio : nessuna preclusione aprioristica verso la possibilità ch’io possa sapere cosa stai facendo… boh… per via telepatica e non necessariamente per l’utilizzo di una webcam. MA: se sto usando propriamente “so”… devo poi poterti dire cosa stai facendo realmente. In caso contrario DEVO usare “credo”, “immagino”, “penso”, “sento”. E NON perché abbia eletto il procedimento scientifico ad unica possibilità del sapere (altrimenti non avrei neanche accettato l’ipotesi telepatica), ma SOLO perché Credere e Saper NON sono sinonimi.
Se tu mi neghi questo, Koan, come hai puntualmente fatto in quell’utilizzo LIRICO e immaginifico in cui credere e sapere diventano sinonimi…. e di che parliamo? Dovremmo chiudere sotto la conclusione che non esiste alcun contrasto tra l’una e l’altra attività, giacchè sono due termini che esprimono lo stesso concetto.
Dopodiché non si comprenderebbe perché tu e proprio tu senta così forte, INVECE, questa contrapposizione.
Beh, no… in effetti si capisce pure : in apoteosi lirico-esoterica-d’ispirazione cristiana… tu non ambisci a dimostrare che siano sinonimi. Tu vai oltre per affermare l’assunto che – ferma la dualità – i rispettivi significati vadano ribaltati : sapere è illusione, perché credere è Vero Sapere.
Tua rispettabilissima e suggestiva ipotesi che, non volermene, trovo metodologicamente devastante.
Ribaltare i termini della convenzione definitoria è per sé stessa operazione solo distraente : obbliga soltanto alla ricerca di una nuova convenzione definitoria.
Ma farlo sulla base di processi valutativi… beh questo mi suona negatorio di qualunque ricerca che non sia quella dell’autoaffermazione personalistica….
Mi rifugio – allora – in “Credere-Sapere” come convenzionalmente intesi dal consesso Umano, e mi sembra palpabile, Semplice, come forse vorrebbe anche il Dio Cristiano, che non potrebbe esservi alcun Credere con nullo Sapere, e che non potrebbe esservi alcun Sapere con nullo Credere.
Sapere cosa?
Credere cosa?
Questo è ALTRO interrogativo, la cui risposta è variabile nello spazio e nel tempo, e da sempre dipende dalla vitalità d’interazione tra Credere e Sapere.
Questo la Storia mi fa sapere del passato.
Questo la fede nell'Evoluzione m'induce a credere circa il futuro.