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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 01-10-2015, 13.10.11   #1
CVC
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I taumaturghi del '900

Essendo del 1971, il nuovo secolo ed il nuovo millennio mi han colto nel bel mezzo del cammin di mia vita. È difficile evitare il retaggio del 900 avendolo vissuto per buona parte della vita, e questo retaggio ha tre cardini fondamentali: Marx, Nietzsche e Freud. Infatti, anche se questi sono stati uomini dell'800, la loro influenza si è manifestata come riferimento imprescindibile nel '900. Dopo di loro credo che nessuno sia riuscito a generare delle sorti di religioni pagane incentrate sul proprio pensiero. È stata talmente forte l'impressione che hanno suscitato da riuscire persino ad oscurare il mito millenario del cristianesimo. Ora il progresso scientifico ha in parte o in gran parte sdoganato questi grandi pensatori, perché il plusvalore non è considerato la causa della ricchezza dei capitalisti, la morale pare più una conseguenza dei nostri geni che una creatura dell'uomo e il metodo di Freud ha guarito pochi o nessuno. Tuttavia guardando il '900 da una certa prospettiva sembra quasi di ammirare una tela dipinta da queste menti.
Come è stata possibile un'influenza così grande e come mai pochi prima e nessuno dopo di essi ha saputo coinvolgere così fortemente le masse col proprio pensiero?
E quali saranno, se ci saranno, i taumaturghi del XXI secolo?
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Vecchio 01-10-2015, 16.53.04   #2
Sariputra
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Riferimento: I taumaturghi del '900

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Essendo del 1971, il nuovo secolo ed il nuovo millennio mi han colto nel bel mezzo del cammin di mia vita. È difficile evitare il retaggio del 900 avendolo vissuto per buona parte della vita, e questo retaggio ha tre cardini fondamentali: Marx, Nietzsche e Freud. Infatti, anche se questi sono stati uomini dell'800, la loro influenza si è manifestata come riferimento imprescindibile nel '900. Dopo di loro credo che nessuno sia riuscito a generare delle sorti di religioni pagane incentrate sul proprio pensiero. È stata talmente forte l'impressione che hanno suscitato da riuscire persino ad oscurare il mito millenario del cristianesimo. Ora il progresso scientifico ha in parte o in gran parte sdoganato questi grandi pensatori, perché il plusvalore non è considerato la causa della ricchezza dei capitalisti, la morale pare più una conseguenza dei nostri geni che una creatura dell'uomo e il metodo di Freud ha guarito pochi o nessuno. Tuttavia guardando il '900 da una certa prospettiva sembra quasi di ammirare una tela dipinta da queste menti.
Come è stata possibile un'influenza così grande e come mai pochi prima e nessuno dopo di essi ha saputo coinvolgere così fortemente le masse col proprio pensiero?
E quali saranno, se ci saranno, i taumaturghi del XXI secolo?


Il pensiero del nuovo secolo sarà quello di Steve Jobs e di Mark Zuckerberg. Sarà il dominio del pensiero virtuale e tecnologico e della società liquida . Mentre Nietzsche, Marx e Freud nascevano ed erano figli di una ricerca filosofica che, pur volendo sorpassarla, era figlia della tradizione speculativa occidentale, il nuovo pensiero non si porrà nemmeno il problema del confronto . Le masse saranno asservite senza rendersene conto al bisogno continuo di nuovi gadget tecnologici. Quando due persone si incontreranno non riusciranno nemmeno a comunicare direttamente ( e tanto meno guardarsi negli occhi ) ma saranno costrette a farlo interfacciandosi con un social ( già mi sembra stia avvenendo tra molti giovani). Il mondo "reale" perderà densità e bellezza. Le immagini scaricate, spedite, saranno molto più vere e spettacolari. La tecnologia per cercare nuovi acquirenti fornirà sempre nuovi prodotti capaci di alzare il godimento dei sensi. Colui che parlerà di Sacrificio, Ricerca Interiore, Trascendenza sarà accettato solo se le sue teorie saranno capaci di procurare piacevoli nuove sensazioni "alternative". Sarà il trionfo di becere "culture orientali" mal comprese che, tra un tweet e un beep, dovranno procurare simil-estasi pseudo-orgasmiche. Il pensiero integralista islamico verrà lentamente assorbito, divorato, e troveremo stuoli di giovani barbuti mediorientali pronti a gettare la scimitarra per l'ultimo modello di I-Phone ( che probabilmente già adesso è quello a cui aspirano e ci odiano perché noi lo abbiamo e loro no...). Il Papa promulgherà una nuova enciclica che spiegherà all'uomo moderno che sostanzialmente è libero di fare virtualmente quello che gli pare, purché poi si penta (Sarà intitolata - Aequabis pilos in album mundum-). Credendo di essere liberi alcuni tenteranno di scrivere su controllati forum di riflessioni filosofiche, ma perderanno di continuo la concentrazione necessaria, a causa dei continui peep-peep del nuovo gigantesco smartphone che hanno acquistato svendendo l'intera biblioteca di vecchi testi di decrepiti e sorpassati pensatori ( in particolare proprio di Nietzsche, Marx e Freud). Non ci sarà più alcun piacere neppure nel guidare personalmente l'auto. Andranno da sole proprio per permetterci di restare ininterrottamente connessi al mondo vero ( quello virtuale s'intende). Arriveranno stuoli di migranti ( code senza fine ) che avviseranno del loro arrivo spedendo foto dai barconi per mezzo di altri giganteschi smartphone ( alcuni persino più grossi dei nostri ).
Si inventeranno di continuo false notizie per procurare crolli giornalieri di titoli azionari che permetteranno agli speculatori di comprare al ribasso. Il giorno dopo saranno smentite, le azioni rimbalzeranno, e i pescecani si arricchiranno continuamente. In mezzo a tutta questa liquidità (morale e finanziaria ) ci sarà qualcuno ( tipo un Sariputra per es.) che fuggirà tra i monti con un vecchio libro cartaceo di Ciuang Tze, una raccolta di sutra buddhisti e alcuni aforismi di Kenko.
I parenti lo liquideranno come pazzo. Alcuni penseranno che "è sempre stato un tipo strano", i più verificheranno se c'è campo tra quelle foreste di abeti e larici per mandargli dei messaggi.
Alla fine lo daranno come "Non-esistente" in quanto se uno (pazzia) non è connesso è chiaramente e oggettivamente Non-esistente.
Il bello è che lo stesso scrive queste banalità connettendosi....
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Vecchio 02-10-2015, 01.26.05   #3
acquario69
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io sono del 69 e idem per me,e facendo un paragone mi considero quello che ha vissuto in due galassie completamente diverse,visto la distanza siderale tra i due momenti storici.

il "balzo spazio-temporale" che ci ha trasportati in questa dimensione e' avvenuto in data 11 settembre 2001

le generazioni nate e cresciute dopo questa data sono il prototipo della nuova umanità così come descritta più o meno da Sariputra

più che di filosofi taumaturgi,credo che il nuovo secolo abbia bisogno (urgente) di qualche santo in paradiso o direttamente l'intervento di un miracolo divino
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Vecchio 02-10-2015, 07.25.53   #4
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Il pensiero del nuovo secolo sarà quello di Steve Jobs e di Mark Zuckerberg. Sarà il dominio del pensiero virtuale e tecnologico e della società liquida . Mentre Nietzsche, Marx e Freud nascevano ed erano figli di una ricerca filosofica che, pur volendo sorpassarla, era figlia della tradizione speculativa occidentale, il nuovo pensiero non si porrà nemmeno il problema del confronto . Le masse saranno asservite senza rendersene conto al bisogno continuo di nuovi gadget tecnologici. Quando due persone si incontreranno non riusciranno nemmeno a comunicare direttamente ( e tanto meno guardarsi negli occhi ) ma saranno costrette a farlo interfacciandosi con un social ( già mi sembra stia avvenendo tra molti giovani). Il mondo "reale" perderà densità e bellezza. Le immagini scaricate, spedite, saranno molto più vere e spettacolari. La tecnologia per cercare nuovi acquirenti fornirà sempre nuovi prodotti capaci di alzare il godimento dei sensi. Colui che parlerà di Sacrificio, Ricerca Interiore, Trascendenza sarà accettato solo se le sue teorie saranno capaci di procurare piacevoli nuove sensazioni "alternative". Sarà il trionfo di becere "culture orientali" mal comprese che, tra un tweet e un beep, dovranno procurare simil-estasi pseudo-orgasmiche. Il pensiero integralista islamico verrà lentamente assorbito, divorato, e troveremo stuoli di giovani barbuti mediorientali pronti a gettare la scimitarra per l'ultimo modello di I-Phone ( che probabilmente già adesso è quello a cui aspirano e ci odiano perché noi lo abbiamo e loro no...). Il Papa promulgherà una nuova enciclica che spiegherà all'uomo moderno che sostanzialmente è libero di fare virtualmente quello che gli pare, purché poi si penta (Sarà intitolata - Aequabis pilos in album mundum-). Credendo di essere liberi alcuni tenteranno di scrivere su controllati forum di riflessioni filosofiche, ma perderanno di continuo la concentrazione necessaria, a causa dei continui peep-peep del nuovo gigantesco smartphone che hanno acquistato svendendo l'intera biblioteca di vecchi testi di decrepiti e sorpassati pensatori ( in particolare proprio di Nietzsche, Marx e Freud). Non ci sarà più alcun piacere neppure nel guidare personalmente l'auto. Andranno da sole proprio per permetterci di restare ininterrottamente connessi al mondo vero ( quello virtuale s'intende). Arriveranno stuoli di migranti ( code senza fine ) che avviseranno del loro arrivo spedendo foto dai barconi per mezzo di altri giganteschi smartphone ( alcuni persino più grossi dei nostri ).
Si inventeranno di continuo false notizie per procurare crolli giornalieri di titoli azionari che permetteranno agli speculatori di comprare al ribasso. Il giorno dopo saranno smentite, le azioni rimbalzeranno, e i pescecani si arricchiranno continuamente. In mezzo a tutta questa liquidità (morale e finanziaria ) ci sarà qualcuno ( tipo un Sariputra per es.) che fuggirà tra i monti con un vecchio libro cartaceo di Ciuang Tze, una raccolta di sutra buddhisti e alcuni aforismi di Kenko.
I parenti lo liquideranno come pazzo. Alcuni penseranno che "è sempre stato un tipo strano", i più verificheranno se c'è campo tra quelle foreste di abeti e larici per mandargli dei messaggi.
Alla fine lo daranno come "Non-esistente" in quanto se uno (pazzia) non è connesso è chiaramente e oggettivamente Non-esistente.
Il bello è che lo stesso scrive queste banalità connettendosi....
La tecnologia ha favorito l'espandersi della mentalità di massa, per cui l'individuo si identifica con la massa e il conformismo è diventato un'esigenza come profetizzava una vecchia canzone. Marx, Nietzsche e Freud erano dei visionari, avevano individuato nei loro tempi un qualcosa che avrebbe condotto l'uomo verso nuovi orizzonti: il comunismo, il superomismo, la scoperta dell'inconscio. E tali scoperte hanno avuto un effetto fortissimo sulle masse che stavano cambiando in seguito alla rivoluzione industriale, alla dichiarazione dei diritti inviolabili dell'essere umano, alla alienazione prodotta dall'esodo verso le città della maggior parte della popolazione. Ma al centro dell'attenzione era ancora l'uomo come individuo e questi pensatori consideravano le loro idee come risultati dell'evoluzione e quindi inevitabili.
Ora invece la cultura di massa favorita dalla tecnologia dissolve l'individuo nella moltitudine, ciò che conta è far parte del gruppo e non sviluppare la propria persona, la propria autosufficienza. Io vedo in questo un'involuzione, una sorta di ritorno alla mentalità tribale dove si esorcizzano con riti l'incontenibilità delle pulsioni che si ritengono oramai impossibili da spurgare razionalmente. Tali riti sono rappresentati dalla tv sempre più sfrontata e violenta, dalla musica degli after che somiglia al tam tam della jungla, da tatuaggi e piercing che richiamano usanze tribali, dal bisogno di apparire nei social paragonabili alle danze dei selvaggi intorno al fuoco.
Io vedo un regresso della civiltà allo stato selvaggio mascherato dagli apparati del progresso tecnologico, e in questo scenario non c'è spazio per nuovi profeti, al massimo per qualche stregone o qualche guerriero carismatico. Ma niente che abbia a che fare col pensiero.
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Vecchio 02-10-2015, 11.32.04   #5
sgiombo
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La tecnologia ha favorito l'espandersi della mentalità di massa, per cui l'individuo si identifica con la massa e il conformismo è diventato un'esigenza come profetizzava una vecchia canzone. Marx, Nietzsche e Freud erano dei visionari, avevano individuato nei loro tempi un qualcosa che avrebbe condotto l'uomo verso nuovi orizzonti: il comunismo, il superomismo, la scoperta dell'inconscio. E tali scoperte hanno avuto un effetto fortissimo sulle masse che stavano cambiando in seguito alla rivoluzione industriale, alla dichiarazione dei diritti inviolabili dell'essere umano, alla alienazione prodotta dall'esodo verso le città della maggior parte della popolazione. Ma al centro dell'attenzione era ancora l'uomo come individuo e questi pensatori consideravano le loro idee come risultati dell'evoluzione e quindi inevitabili.
Ora invece la cultura di massa favorita dalla tecnologia dissolve l'individuo nella moltitudine, ciò che conta è far parte del gruppo e non sviluppare la propria persona, la propria autosufficienza. Io vedo in questo un'involuzione, una sorta di ritorno alla mentalità tribale dove si esorcizzano con riti l'incontenibilità delle pulsioni che si ritengono oramai impossibili da spurgare razionalmente. Tali riti sono rappresentati dalla tv sempre più sfrontata e violenta, dalla musica degli after che somiglia al tam tam della jungla, da tatuaggi e piercing che richiamano usanze tribali, dal bisogno di apparire nei social paragonabili alle danze dei selvaggi intorno al fuoco.
Io vedo un regresso della civiltà allo stato selvaggio mascherato dagli apparati del progresso tecnologico, e in questo scenario non c'è spazio per nuovi profeti, al massimo per qualche stregone o qualche guerriero carismatico. Ma niente che abbia a che fare col pensiero.


Concordo in buona parte.

In particolare ritengo importante il ruolo della TV, che contrariamente ai telefonini e a internet stabilisce "connessioni generalizzate" e non fra individui che "si scelgono" criticamente in base alle loro convinzioni, favorendo oggettivamente il conformismo acritico.

Inoltre la TV é diventata (dopo la fine del monopolio pubblico; e forse anche perché ormai fatta da "autori nati in tempi televisivi" e non da scrittori o comunque intellettuali "pre-televisivi" quale era la -per me complessivamente benemerita- "vecchia RAI") un "saturatore di informazioni", un "creatore di rumore" a scpito dell' informazione (pensiamo a quelle porcherie che chiamano "gossip" o al fatto che i giornalisti fanno, non necessatiamente in malafede, di ogni scoreggia un uragano: il grado postivo degli aggettivi va scoparendo col generalizzarsi, e inevitabilmente svilirsi, perdere di significato, del superlativo ad ogni costo perché i giornalisti vivono di notizie e quando queste non ci sono devono pur invetrsele in qualche modo).

Credo che questa "saturazione di rumore antiinformativo" sia anche peggiore della pura e semplice menzogna e falsificazione dei fatti, che pure prima della TV non mancava certo (ma faceva meno danni, secondo me).
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Vecchio 02-10-2015, 15.46.38   #6
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Concordo in buona parte.

In particolare ritengo importante il ruolo della TV, che contrariamente ai telefonini e a internet stabilisce "connessioni generalizzate" e non fra individui che "si scelgono" criticamente in base alle loro convinzioni, favorendo oggettivamente il conformismo acritico.

Inoltre la TV é diventata (dopo la fine del monopolio pubblico; e forse anche perché ormai fatta da "autori nati in tempi televisivi" e non da scrittori o comunque intellettuali "pre-televisivi" quale era la -per me complessivamente benemerita- "vecchia RAI") un "saturatore di informazioni", un "creatore di rumore" a scpito dell' informazione (pensiamo a quelle porcherie che chiamano "gossip" o al fatto che i giornalisti fanno, non necessatiamente in malafede, di ogni scoreggia un uragano: il grado postivo degli aggettivi va scoparendo col generalizzarsi, e inevitabilmente svilirsi, perdere di significato, del superlativo ad ogni costo perché i giornalisti vivono di notizie e quando queste non ci sono devono pur invetrsele in qualche modo).

Credo che questa "saturazione di rumore antiinformativo" sia anche peggiore della pura e semplice menzogna e falsificazione dei fatti, che pure prima della TV non mancava certo (ma faceva meno danni, secondo me).
Prendo un esempio recente. Su un sito d'informazione ieri si leggeva che aveva vinto il canguro o qualcosa del genere. Ci ho messo un po' di tempo a fare ricerche per capire che il canguro era l'abolizione degli emendamenti proposti contro l'articolo uno della costituzione. Perché usare un linguaggio così stupido? Forse perché chi si rivolge alle masse pensa di parlare ad un branco di pecoroni che preferiscono una risatina sciocca alla comprensione di un qualcosa.
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Vecchio 02-10-2015, 15.52.04   #7
CVC
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io sono del 69 e idem per me,e facendo un paragone mi considero quello che ha vissuto in due galassie completamente diverse,visto la distanza siderale tra i due momenti storici.

il "balzo spazio-temporale" che ci ha trasportati in questa dimensione e' avvenuto in data 11 settembre 2001

le generazioni nate e cresciute dopo questa data sono il prototipo della nuova umanità così come descritta più o meno da Sariputra

più che di filosofi taumaturgi,credo che il nuovo secolo abbia bisogno (urgente) di qualche santo in paradiso o direttamente l'intervento di un miracolo divino
Io credo occorra qualcuno che sappia dare nuovamente un senso alla vita, all'umanità, alle cose. Niente è peggio del vuoto, anzi di questo vuoto ipocrita dove sembra che tutti si divertano e poi, come i bambini, se togli il giochino si mettono a piangere. Occorre nutrire l'anima e lo spirito, le cose che non si possono perdere o che al massimo perderemo quando perderemo tutto, compreso la coscienza di stare per perdere qualcosa.
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Vecchio 02-10-2015, 17.53.23   #8
memento
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Essendo del 1971, il nuovo secolo ed il nuovo millennio mi han colto nel bel mezzo del cammin di mia vita. È difficile evitare il retaggio del 900 avendolo vissuto per buona parte della vita, e questo retaggio ha tre cardini fondamentali: Marx, Nietzsche e Freud. Infatti, anche se questi sono stati uomini dell'800, la loro influenza si è manifestata come riferimento imprescindibile nel '900. Dopo di loro credo che nessuno sia riuscito a generare delle sorti di religioni pagane incentrate sul proprio pensiero. È stata talmente forte l'impressione che hanno suscitato da riuscire persino ad oscurare il mito millenario del cristianesimo. Ora il progresso scientifico ha in parte o in gran parte sdoganato questi grandi pensatori, perché il plusvalore non è considerato la causa della ricchezza dei capitalisti, la morale pare più una conseguenza dei nostri geni che una creatura dell'uomo e il metodo di Freud ha guarito pochi o nessuno. Tuttavia guardando il '900 da una certa prospettiva sembra quasi di ammirare una tela dipinta da queste menti.
Come è stata possibile un'influenza così grande e come mai pochi prima e nessuno dopo di essi ha saputo coinvolgere così fortemente le masse col proprio pensiero?
E quali saranno, se ci saranno, i taumaturghi del XXI secolo?
Invece penso che con questi tre abbiamo appena scalfito la superficie della loro rivoluzione nel campo della filosofia,e ancora oggi si fatica a comprendere la strada enorme che hanno spianato davanti. Forse è per questo che a distanza di più di 100 anni non si intravedono successori. Tutt'al più sono stati banalizzati,ridotti a emblemi del passato,come personaggi superati. E chi l'avrebbe superati,chi avrebbe proposto una migliore riflessione? Ah già,il progresso scientifico ha stabilito che avevano torto.
Questa è una cosa che non capirò mai: una prova scientifica non può in alcun modo rappresentare un'argomentazione,cosi come una riflessione filosofica non può dimostrare una teoria scientifica. Scienza e Filosofia sono due cose separate,due mondi diversi,si tenga bene a mente. Mi chiedi se ci saranno in futuro qualcuno che possa sopravanzarli? Non lo so,ma chi verrà dopo non potrà ignorare i problemi sollevati da Nietzsche,Marx e Freud.
Vi vedo troppo critici nei confronti di quest'epoca storica,sicuramente molto piatta culturalmente e poco incline al cambiamento. Ma questo periodo è figlio dei precedenti,giacché quando un figlio si comporta male ed è lasciato a sé stesso...a chi si da la colpa,al bambino o a chi l'ha cresciuto?

Ultima modifica di memento : 03-10-2015 alle ore 01.54.58.
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Vecchio 03-10-2015, 01.48.16   #9
paul11
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La tecnologia ha favorito l'espandersi della mentalità di massa, per cui l'individuo si identifica con la massa e il conformismo è diventato un'esigenza come profetizzava una vecchia canzone. Marx, Nietzsche e Freud erano dei visionari, avevano individuato nei loro tempi un qualcosa che avrebbe condotto l'uomo verso nuovi orizzonti: il comunismo, il superomismo, la scoperta dell'inconscio. E tali scoperte hanno avuto un effetto fortissimo sulle masse che stavano cambiando in seguito alla rivoluzione industriale, alla dichiarazione dei diritti inviolabili dell'essere umano, alla alienazione prodotta dall'esodo verso le città della maggior parte della popolazione. Ma al centro dell'attenzione era ancora l'uomo come individuo e questi pensatori consideravano le loro idee come risultati dell'evoluzione e quindi inevitabili.
Ora invece la cultura di massa favorita dalla tecnologia dissolve l'individuo nella moltitudine, ciò che conta è far parte del gruppo e non sviluppare la propria persona, la propria autosufficienza. Io vedo in questo un'involuzione, una sorta di ritorno alla mentalità tribale dove si esorcizzano con riti l'incontenibilità delle pulsioni che si ritengono oramai impossibili da spurgare razionalmente. Tali riti sono rappresentati dalla tv sempre più sfrontata e violenta, dalla musica degli after che somiglia al tam tam della jungla, da tatuaggi e piercing che richiamano usanze tribali, dal bisogno di apparire nei social paragonabili alle danze dei selvaggi intorno al fuoco.
Io vedo un regresso della civiltà allo stato selvaggio mascherato dagli apparati del progresso tecnologico, e in questo scenario non c'è spazio per nuovi profeti, al massimo per qualche stregone o qualche guerriero carismatico. Ma niente che abbia a che fare col pensiero.

Separerei Marx e Nietzsche come categoria da Freud, perchè i primi due sono pensatori, Freud è più scienza che pensiero, anche se ha messo in luce un concetto fondamentale quanto lo è l'inconscio.

Sono pensatori di largo respiro, per questo sono dei "grandi".
Avevano capito ,ognuno a suo modo e diversissimi fra loro, il malessere e le contraddizioni del loro tempo ,così hanno ripercorso analiticamente la storia della cultura cercandone i "determinanti", quelle costanti che rimangono seppur nei cambiamenti dei tempi epocali .E se si riesce ad azzeccarli si proiettano nel futuro.
Siamo debitori di Marx e Nietzsche perchè ci hanno aiutato a capire, a prescindere se condividiamo o meno il loro pensiero e sorattutto i loro propositi. ma avevano capito la catena di montaggi e l'alienazione; così come la bieca morale delle ipocrisie dei costumi che mortificano la vitalità umana.Temevano quella modernità come schiavizzazione umana, chi come dentro una classe sociale, chi come perdita della propria autenticità originaria,ma comunque dentro un meccanismi perverso schizofrenico dell'uomo economico e sociale nel costume dell'ipocrisia.
Freud ha aperto una porta,ha sconvolto il suo tempo .Sarà forse ritenuto obsoleta la psicanalisi, ma l'influenza che ha costituito anche solo nella pittura, poetica, narrativa, e in tutte le branche come sociologia, economia, sono ancora oggi da vedere.
Perchè in realtà non sono superati e obsoleti, semplicemente sono scomodi .Certo andrebbero rielaborati alla luce di oltre un secolo di storia ,ma i fondamenti originali di tutte e tre è impossibile ritenerli superati. Sono superate semmai le mode culturali che durano un lustro, una cultura che non è più Cultura, perchè è mercificazione, fatturato.
Oggi il problema è proprio la mediazione.Qualunque artista o pensatore deve per forza essere veicolato da potenti intermediari per essere conosciuto e sono mutate epocalmente alcune condizioni.
Quando McLhuan scrisse Galassia Gutenberg e si cominciò a discutere sul "villaggio globale" era già sancito il passaggio dalla parola (slow) all'immagine(fast).
L'immagine visiva grazie alle nuove tecnologie ,ma prima ancora con la fotografia e il cinematografo, avevano iniziato a spostare il "mediatore" del concetto .Da quì nascerà l'altro importante contenitore mediatore :i "mass media". La parola è più faticosa alla mente che l'immagine visiva.L'immagine arriva senza il filtro della riflessione e la sua velocità è quella del consumo.
Il pensatore e l'artista che nascono in questo periodo devono fare i conti con il "filtro" della potente mediazione massmediatica.
Oggi è impossibile farsi conoscere e far conoscere il proprio pensiero e arte senza un produttore,ecc. Accedere alla notorietà era già un concetto nella pop art di Warhol.
Oggi il pensiero è un'arte che non è consona alla velocità dell'immagine e del consumo ,dove il successo dura una stagione per una canzonetta, per un romanzo,ecc.
E'come se la velocità economica e della tecnica avesse posto un metronomo che scandisce i tempi delle nostre faccende giornaliere, dei ritmi industriali, dei tempi televisivi, della durata di una notorietà,ecc
Chi è fuori da questo contesto o è un genio o vive solingo in una "catacomba"(come alcuni scienziati ,pensatori e artisti che hanno rifiutato di perdere la loro autenticità in cambio di denaro e notorietà). Pochi artisti e pensatori possono permettersi di non farsi imporre i tempi delle loro opere .Pochissimi sono veramente originari. Ma soprattutto sono sotto il livello di successo di artisti che durano poco ,ma toccano alti livelli di successo mossi da enormi meccanismi di marketing che acquistano spazi nei massmedia. Quindi la brevità è accompagnata dall'intensità e la durata è accompagnata da un "sottotraccia". Il famoso folk singer Bob Dylan, acclamato dalla cultura in generale, non ha venduto (perchè il successo è oggi più che mai consumo, è fatturato economico) quanto alcuni artisti (per modo di dire) ben inferiori .Ma una volta disse che la Gioconda è costantemente visitata da migliaia di persone ogni giorno .
Allora un pensatore si misura dalla durata, dall'originalità e dall'influenza su altri pensatori e altre branche culturali.
Marz, Nietzsche e Freud (come altri che sappiamo),....tuttora sono "viventi" e ben pochi si ricordano della moda dei primi anni Ottanta.
La futilità è volatile, la riflessione sedimenta.
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Vecchio 03-10-2015, 05.28.16   #10
acquario69
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Io credo occorra qualcuno che sappia dare nuovamente un senso alla vita, all'umanità, alle cose. Niente è peggio del vuoto, anzi di questo vuoto ipocrita dove sembra che tutti si divertano e poi, come i bambini, se togli il giochino si mettono a piangere. Occorre nutrire l'anima e lo spirito, le cose che non si possono perdere o che al massimo perderemo quando perderemo tutto, compreso la coscienza di stare per perdere qualcosa.


be' io penso che non potrà esserci nessuno che possa dirci/darci il SENSO…ammesso pure che vi siano ancora persone con tali capacita,il punto e' che i primi in assoluto a volerlo e capirlo e a farlo nostro dovremmo proprio essere noi stessi..se non si capisce bene dapprima questa cosa fondamentale sarebbe di nuovo percorrere la strada sbagliata,un ricominciare da capo ma inutilmente, ed io credo che in tutte le figure veramente autorevoli e disinteressate che sono esistite,abbiano voluto dirci esattamente questo ma evidentemente e' stato per l'ennesima volta frainteso proprio per il motivo che il "messaggio" doveva essere innanzitutto rivolto al proprio essere,e in questo concordo pienamente con te quando appunto dici che bisogna nutrire l'anima e lo spirito (così come appunto queste figure ci hanno ripetuto un infinita di volte e in tutte le maniere possibili) ed e' solo da li che successivamente e' possibile cambiare le cose (esterne) in correlazione direi simbiotica al senso (interno)

la nostra "vista" e' proiettata all'esterno,anziché all'interno e questo e' esattamente lo "strumento" che il potere (occulto) adopera per sottometterci.

Ultima modifica di acquario69 : 03-10-2015 alle ore 18.17.33.
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