Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
ma come può prospettarsi un sodalizio tra scienza e filosofia quando è dimostrato che la stessa scienza, essendo costituita da convenzioni sempre passibili di modificazioni a seconda di nuove interpretazioni dell'esperienza (tengo fermo il principio nietzschiano sui fatti come interpretazioni), non riesce a scorgere il proprio fondamento, che è in ultimo un fondamento filosofico (la mia visione, per accordare ancora nietzsche è che la scienza, come la fede, sia una creazione della volontà di potenza)?
La scienza, che pur sa di essere soggetta a continue rivisitazioni (è un sapere instabile e in quanto tale sempre incerto perchè sempre smentibile da nuove interpretazioni) tende a considerarsi l'ultimo orizzonte possibile (e lo vediamo dal modo in cui oggi predomina nella mentalità sociale il tipo di razionalità strumentale tipico della scienza).
|
Le difficoltà tradizionali per fondere o, perlomeno, incollare scienza e fede senza contrasti ed incompatibilità di sorta, anche dopo e nonostante l'avvento della fisica quantistica, stanno nel fatto che è stato piuttosto sorvolata e quasi dimenticata la radicale importanza dell'
Osservatore riconosciuto, quasi a mo' di illunimazione, come attore nella scena quantistica, da alcuni dei fondatori della MQ (cfr. Heisenberg: "Fisica e filosofia" e "mutamenti nelle basi della scienza"); ma questo riconoscimento non è altro che il riconoscimento dell'
IO che è quanto di più prossimo a
DIO si possa immaginare.