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05-05-2006, 16.40.56 | #104 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Io o sempre pensato che se saprò vivere la vita con pienezza, allora saprò anche morire con pienezza e la morte sarà bella. Un pensiero forse ingenuo, che non viene da nessuna tradizione. Però è difficile vivere ogni momento della vita con pienezza. Provo ad allenarmi a non scappare, ma ogni tanto scappo.
Di cosa succederà dopo, non mi sono mai preoccupata davvero. Sento da sempre che c'è una parte di me che non può morire. Che non può solo dissolversi nel nulla. Ma in fondo credo che non si possa spiegare a parole cosa sia. Il resto sinceramente non lo so. Ho un passato di pratiche spirituali, ma è come se ad un certo punto della mia vita fossero diventate come accessori inutili. Si sono svuotate di senso. Il senso si è spostato nelle cose di tutti i giorni. Non so se è giusto. Non so se è la strada giusta. Quello che so è che non ho mai incontrato un maestro che mi trasmettesse il senso e l'amore per "la pratica". Mentre ho incontrato "maestri" che mi hanno trasmesso il senso e l'amore per la vita. E allora forse io devo passare da qui e non dalla filosofia alta. Ok, un contributo inutile ma è il solo che ho da dare adesso. Ultima modifica di Fragola : 05-05-2006 alle ore 16.43.29. |
05-05-2006, 16.51.25 | #105 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Citazione:
Questo non è un "pensiero ingenuo" è il cuore di tutta la più alta spiritualità (!) [se il termine "alta".. mi è passato!] [La consapevolezza dello "scappare" è già proseguire in quella pienezza ] Gyta |
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05-05-2006, 21.33.37 | #107 |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Niente di nuovo sotto il sole
«la morte iniziatica rende possibile la tabula rasa su cui si inscriveranno le rivelazioni successive, destinate a formare un uomo nuovo […] Nello scenario dei riti iniziatici, la “morte” corrisponde al ritorno provvisorio al Caos; è dunque l’espressione esemplare della fine di un modo di essere: quello dell’ignoranza e della irresponsabilità del bambino>> M. Eliade.
La pratica della morte non credo che consista solo nell’immedesimarsi nella luce ovvero nel ritorno al Caos, … ma anche nella pacatezza che t’invade nella vita di tutti i giorni nel considerare effimeri sia gli stati di alterazione che di eccitazione, propri e non propri. Quella morte “prosaica” la proviamo in ogni momento della vita. |
05-05-2006, 23.57.15 | #108 | |
frequentatore abituale
Data registrazione: 03-02-2006
Messaggi: 145
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Citazione:
Non ti quoto per intero perchè sarei la quarta a farlo.... grazie per questa tua testimonianza, non trovo che parlare delle proprie esperienze sia parlare di aria fritta, anzi trovo che più una esperienza è stata forte e più ci vuole coraggio per condividerla, certo leggere non è fare pratica....visto che non ho fatto certo grande pratica, ma per quel poco che mi sono applicata posso solo dire di avere 'sentito' qualcosa di bellissimo, ma era già tanto per me, certo capisco che non era che la punta dell'iceberg.... io non pratico meditazione costantemente, solo quando ne ho voglia o pratico yoga. Una domanda, qundo dici 'vegliate', che intendi come essere presenti a se stessi, sottintendi anche 'meditate', in tal caso ritieni che per giungere a dei veri risultati dovremmo necessariamente meditare quotidianamente, oppure può pure capitare la fortuna del 'principiante', magari già predisposto, che gli capiti di giungere molto 'oltre'? |
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06-05-2006, 09.56.58 | #109 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 697
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Citazione:
---------------- Ciao Fragola. Mi trovi molto vicina a te come esperienza e sensibilità. Ieri sono stata al funerale di un caro amico. E' stata una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita. Era una persona che ha vissuto con pienezza la sua vita, imparando ogni giorno, educando figli meravigliosi e circondandosi di amici veri. E' morto mentre cantava in un coro e, come sua figlia ha ricordato, fra le persone a cui era più affezionato e facendo quello che in assoluto amava di più nella vita. I suoi amici musicisti ci hanno offerto un accompagnamento alla cerimonia sublime. Il prete, che era un suo amico, era proprio come tutti i preti dovrebbero essere e ci ha parlato del dio che è in noi. Sentivi in quella cerimonia, vita, morte e divino che si fondevano insieme. E' chiaro che lui continuerà a vivere con noi. A me sembra che chi vive bene muoia anche bene. Monica |
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