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Messaggio originale inviato da mirvera
A Nicolas:
innanzitutto benvenuto,
Ho letto le tue risposte con attenzione, e non le giudico in quanto la libertà di pensiero è fondamentale per la crescita, ma c'è una cosa che vorrei chiederti.
Faccio delle premesse.
Hai dato a RICERCA delle risposte dal tono quasi scientifico riguardo a cose che sono (allo stato attuale) indimostrabili da chiunque, come la spiegazione sull'io, sull'atman etc..
Hai parlato del concetto di dualità come se fosse una cosa chiara e assolutamente veritiera.
Hai parlato degli insegnamenti del tuo maestro come se avessi appreso una dottrina segreta.
Hai chiesto a RICERCA cosa di più voleva sapere, come se avessi una risposta a qualsiasi quesito.
Non può essere che sia tu ad esserti perso dentro le tue certezze?
Anche io, e molti altri potremmo dare una risposta a qualsiasi domanda RICERCA, o chi per lei facesse, e nessuno potrebbe confutarla in quanto l'argomento trattato è astratto, ma sarebbe la risposta giusta? e anche se per me lo fosse vorrebbe dire che lo è per lei e per tutti gli altri?
Credo che ogniuno abbia la sua strada da fare, e che il compito del compagno di turno, fosse anche solo su un forum come questo, non sia dare delle risposte (soggettive e quindi non necessariamente vere) ma aiutare a cancellare le domande.
come? facendoci riflettere a vicenda su questioni che abbiamo problemi a superare da soli. io continuo a dire che i condizionamenti sono il problema, tutto quel blocco di idee,teorie, concetti bombe a mano e trick e track; il guru, il maestro, lo shamano, i segreti, i misteri (che tanto ci piacciono), gli intrighi.......basta.
Se mi dovessi perdere in quella foresta di cui RICERCA e MAXIM parlavano e fossi disperato, vorrei perdermi con qualcuno che onestamente mi dicesse : "piangi, urla, strilla, le cose non cambiano..ed io non ti posso aiutare in quanto mi sono perso come te, se vuoi possiamo camminare x trovare un uscita insieme finchè la vita vorrà"..punto.
Guai a perdermi con uno che mi dicesse : "segui me che ti porto all'uscita", sarebbe la volta buona che finisco in fondo al fosso..
basta con chi ti parla con aria austera e profunde insegnamenti "sacri" come se fosse uno dei pochi fortunati sulla terra ad aver realizzato tutto.
L'unica cosa che ricordo con un sorriso di tutte le mie discussioni con yogi, guru, preti e santi(o presunti tali) è un piccolo indiano (che ho già citato) che mi ha detto: " chi ha capito, sta in silenzio, perchè la verità non si può spiegare...tutti gli altri parlano".
senza offesa, ma mi sentivo di dirtelo.
A Ricerca vorrei dire che preferisco camminare in un bosco freddo, nevoso e buio, ma vero
piuttosto che in un paradiso di illusioni e speranze.
E son convinto che anche quel bosco ostile, se guardato a cuore e mente aperti può rivelarsi una meraviglia del creato.
Per MAXIM:
un saluto sincero ad uno che si è perso come me, e non ha paura di ammetterlo.
Alla Prossima.
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Intanto buongiorno a tutti!
Faccio riferimento a quanto dici tu Mirvera perchè mi hai interpellato...
Allora, sto comprendendo una cosa che sembra banale ma non lo è... diciamo che la sto comprendendo in modo diverso: tutti gli individui sono diversi l'uno dall'altro, almeno nella loro manifestazione fisica e psicologica (non so usare i termini giusti, spero che mi comprendiate) e a seconda della loro fase di Vita, delle esperienze che stanno vivendo o hanno vissuto, etc. hanno/abbiamo esigende, desideri, obiettivi e domande (o non domande) diverse e questa mi sembra una cosa importante quando ci ritroviamo a parlare, soprattutto di cose intangibili, che poi sono intangibili per alcuni mentre per altri sono molto tangibili.
Quindi? Quindi, a mio avviso, il punto è che c'è chi si trova bene nel bosco anche se freddo e buio, perchè ha imparato a gustarlo così, c'è chi del bosco non ne può più e vorrebbe uscirne per vedere altro, c'è chi si diverte ad entrare e ad uscire dal bosco etc etc... non credo ci sia una condizione migliore a priori, credo ci siano delle esigenze soggettive, forse animiche che ci portano a scegliere.
La cosa fondamentale, per me almeno perchè anche questo può essere soggettivo, è evitare l'illusione, non perchè l'illusione sia brutta di per sè, ma perchè l'illusione è destinata a cadere (a me è sempre successo così per lo meno) e quando cade, può essere veramente dolorosa se non distruttiva.
E anche qui potremmo tergiversare a lungo: cos'è il dolore? c'è un modo di evitarlo? o forse fa parte della vita e bisogna solo saperlo affrontare e non volerlo evitare?
Mi sembra un desiderio lecito quello di soffrire il meno possibile, giusto? Se io tendo ad arrabbiarmi e questo mi provoca sofferenza, ha senso per me superare la rabbia, anche solo comprendendola, non necessariamente superandola.
Se c'è una cosa che temo più di tutte è proprio l'illusione... è il motivo per cui mi sono allontanata dalla religione cattolica arrivando a negare tutto ciò che è immateriale perchè non volevo essere illusa... proprio come te non volevo vivere in un paradiso di illusioni, ma preferico un bosco vero.
Ma non era quella la mia strada ed è finita molto disastrosamente. Non ostante quello resistevo all'idea di prendere in considerazione l'aspetto spirituale della vita, perchè temevo che fosse una propensione dettata dalla sofferenza.
Ora percepisco cose che mai avrei pensato di percepire, ma non sono risposte, è un modo diverso di percepire le cose, più consono a me, più consono a quello che sono sempre stata e che ho cercato di negare. Questa è per me la verità, che non è mai identica a se stessa, che non è mai identica per tutti.
Non mi sento arrivata e dovendomi muovere scelgo una meta che soddisfi il mio Essere, quando sarò stanca o soddisfatta mi fermerò, forse.
Nella vita poi è giusto che ci siano dei compagni di cammino, quando siamo piccoli addirittura ci può servire qualcuno che ci tenga la mano per farci stare in piedi, poi incominciamo a desiderare semplicemente qualcuno con cui chiaccherare lungo il cammino.
Detto ciò, devo trovare un modo per stenografare i miei pensieri, sono troooooooppo prolissa!