PseudoGnosi marxista 4a parte
Della Gnosi antica si conosce, ancora oggi, poco. A più di cinquant'anni dalla scoperta di una vasta collezione di testi
nell'Alto Egitto, opera spesso incompleta di diverse scuole di pensiero, ancora non è possibile tracciare un quadro
completo, e forse non lo sarà mai. La molteplicità delle idee espresse in una forma simbolica difficilmente accessibile
lascerebbe intendere la presenza di più correnti di pensiero con origine e sviluppi diversi. Il quadro scaturito dalla scoperta archeologica presenta comunque un dato piuttosto sconvolgente. Per la prima volta testi destinati a rimanere segreti e sfuggiti alla furia devastatrice dei vincitori hanno svelato un volto decisamente inaspettato di correnti religiose in precedenza note solo attraverso le pagine dei detrattori cristiani e qualche volta ebrei. Per la prima volta, forse, i vinti hanno potuto di nuovo esprimersi, a distanza di quasi due millenni, attraverso il potente, anche se misterico, mezzo della scrittura. Tra le tante cose, è stato quindi possibile ricostruire, nei suoi termini sacrali, un
archetipo sociale e politico più volte ricorrente nella storia umana : quello delle minoranze radicali e rivoluzionarie spesso ai margini del potere politico ma non necessariamente più deboli dal punto di vista culturale. Di tutte le minoranze "sconfitte", dalle eresie medievali alle streghe dell'età moderna, dalle Amazzoni alle seguaci di Saffo solo i seguaci della Gnosi, e per puro caso, ci hanno trasmesso la loro voce. Che questa voce sia stata, nelle forme e nei contenuti, analoga o simile a quella delle altre minoranze represse senza eredità, non ci è possibile affermarlo. Non mancano studiosi che vedono nella Gnosi Antica l'archetipo di tutte le minoranze rivoluzionarie, tuttavia non ci sentiamo
di sottoscrivere un'affermazione così impegnativa, a prescindere anche dal fatto, non irrilevante, che gli gnostici dell'antichità, contrariamente ad altre minoranze rivoluzionarie dell'età moderna, non hanno mai fatto affidamento sui diseredati della società. Quel che invece ci preme rilevare è il fatto che, in alcune scuole gnostiche, non in tutte evidentemente, viene prospettato, in termini assai lucidi, quello che in termini moderni possiamo definire un metodo di analisi della realtà del tutto finalizzato al suo radicale stravolgimento. Credo di poter affermare che non esistano, nel mondo occidentale, altri testi al di fuori delle genesi gnostiche che abbiano operato un così radicale capovolgimento di
ruoli nella definizione della realtà. In talune di queste lo stesso mondo nella sua interezza appare come il risultato dell'azione menzognera e malvagia di uno o più perfidi arconti, sovente identificati nel Geova dell'antico testamento, veri e propri demiurghi che si frappongono tra l'uomo e la Verità, determinandone la caduta da un originario stato di beatitudine. Non manca addirittura una genesi ricostruita dal punto di vista del serpente, questa volta non portatore di tentazione e inganni bensì svelatore di profonde verità celate o addirittura ignorate dal geloso e presuntuoso Dio giudeo-cristiano. L'attuale condizione umana, con il suo bagaglio di mali ed ingiustizie, non è quindi il risultato di un processo di caduta causato dalla colpa umana, come nel giudaismo, bensì il risultato premeditato dell'azione malvagia di potenze sovrumane (il Dio biblico, gli arconti, il demiurgo e via discorrendo) e nascoste. L'uomo è quindi prigioniero di forze occulte che lo legano ad una condizione dolorosa e ingiusta dalla quale la parte migliore dell'umanità può
tuttavia liberarsi attraverso un processo di recupero della consapevolezza del proprio stato originario di beatitudine.
La stessa figura del Cristo assume i contorni del punto di arrivo di un processo di liberazione alla quale la parte migliore dell'umanità può aspirare attraverso un radicale cambiamento della realtà. Il regno dei cieli non è quindi una condizione ultraterrena, bensì lo stato di liberazione raggiungibile nel corso della vita umana. Il tutto alla fine di una lunga lotta contro le potenze malvagie.
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