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13-12-2005, 19.54.40 | #62 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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caspiterina!
ehi ehi ehi! Qui si litiga senza di me, non è giusto!
Possibile che un parapiglia così succulento mi capiti proprio ora che non ho tempo? Lo fate apposta, lo so Comunque leggervi è stato un vero piacere e se avrete pazienza d'aspettarmi, prima o poi ve la faccio vedere io, ve la faccio vedere! E se invece provassimo a raccontarci concretamente quali sono gli atteggiamenti che ci inducono nelle relazioni a sentirci dimenticati dall'altro come persone, a non sentirci trattati con pari dignità? Cosa di concretamente sperimentato induce gli uomini e le donne di questo 3d a dichiarare quanto dichiarano? Porc, ora devo scappare, peccato. A domani |
13-12-2005, 20.13.54 | #63 |
Utente bannato
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Io non denigro nessuno, sono perfettamente soddisfatto, solo che, da osservatore distaccato, conosco molte donne che scielgono degli uomini non belli fisicamente, arroganti, che non hanno rispetto per la figura femminile quando potrebbero sciegliere qualcuno che oltre a trattarle meglio ha anche un aspetto migliore, perchè?
Interessante! ma non credo centri con l'argomento o parliamo nello specifico o parliano delle donne in genere, a parte che delle donne non si puo' mai parlare sui generis!!! Ultima modifica di Kim : 13-12-2005 alle ore 20.25.06. |
14-12-2005, 00.37.04 | #64 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
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Errata corrigenda
Cari amici, non vorrei essere stato male interpretato.
Io non intendo stigmatizzare nessuno, nè proporre modelli culturali migliori o peggiori di quello occidentale liberal-cattolico nel quale viviamo. Quello che volevo proporre nel mio post è solo un conflitto transculturale, non una pretesa ad un modello preferibile. Certo, nel momento in cui sono stato contestato, non ho potuto fare a meno di avocare a me la difesa di valori che qui, in realtà, non sono mai stati perduti, perchè semplicemente non vi sono mai stati. Ma è lontana da me qualsiasi intenzione di denigrare o mettere alla berlina le donne italiane, le quali fanno benissimo a propugnare i loro valori, se in essi davvero credono. E bene fanno gli uomini italiani a farsene vessillieri e difensori, se a loro piace così. Il discorso ha preso una piega antipatica ed imprevista: ma un fatto, credo, possa metterci tutti d'accordo. Ossia che vi sono culture diverse, anche vicine geograficamente a noi, e che ognuno è libero di sentirsi meglio corrisposto da altri modi di sentire, culturalmente, il rapporto di coppia. "Differenza" non significa nè precedenza storica (con l'ovvio presupposto di attribuirle un portato atavico), nè superiorità morale, in nessun senso. La differenza è differenza: va accettata come tale. Interpretare la differenza è pericoloso, sebbene possibile: ogni interpretazione di ciò che ci è estraneo deve essere accompagnata da una consapevolezza critica che permetta di circostanziare l'interpretazione stessa. E riferirla ai paradigmi culturali di cui il processo di "lettura" si è avvalso. Altrimenti essa non diventa altro che una apologia del pregiudizio. A molti uomini italiani può piacere un rapporto antagonistico e conflittuale con la propria donna. Molti possono non ambire ad essere incoraggiati a migliorarsi, a lavorare meglio e di più, ad ottenere prestigio sociale ed un maggior benessere economico. Molti, moltissimi uomini, potrebbero apprezzare in questo soprattutto la responsabilità e la fatica. Molti altri possono, come vedo e constato, preferire farlo "per se stessi", senza finalizzarlo ai propri rapporti affettivi. Sono scelte che conseguono, io credo, al proprio modo di sentire. Dico solo che questo non è il mondo nella sua complessità ed interezza, che vi sono possibilità diverse. Che un uomo, italiano o di qualsiasi origine, può benissimo desiderare di ricevere dalla propria compagna apprezzamenti e stima per ciò che fa e per come lo fa, senza per questo sentirsi in debito nei suoi confronti, o essere tacciato di volerla relegare ad un ruolo subalterno. E una donna può ottenere il più straordinario successo economico e sociale, senza per questo smettere di pretendere dal suo uomo che si adoperi per il meglio per entrambi, e che si prenda cura di lei: delle sue emozioni, del suo corpo e di ciò che per lei ha senso e valore. Non vi è alcuna contraddizione intrinseca a queste dinamiche di coppia. Meglio, non vi è alcuna contraddizione "assolutamente" intrinseca a queste dinamiche di coppia: poichè ve ne sono, naturalmente, dentro questo contesto culturale. E' una considerazione relativistica, me ne rendo conto: ma essa si tempera, per non dire che si "radicalizza", nell'esercizio della propria personale autenticità progettuale. Soggettiva e, per questo, nient'affatto "relativa". |
14-12-2005, 01.46.21 | #65 | |
frequentatrice habitué
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Re: Molto in breve
Citazione:
Dovrei quotare tutti gli interventi di Weyl perché gli trovo molto profondi (chi l’avrebbe mai detto un po’ di tempo fa???) Quoto questo perché, secondo me, è una sintesi di ciò che vorrebbe trasmettere in questo 3d. Credo che soprattutto la frase in grassetto dovrebbe far riflettere. L’espressione “darla” è qualcosa che ho imparato quando ho imparato la lingua italiana. È molto diversa dal fare l’amore (sesso s’intende in questo caso) quando entrambi i partner godono in misura uguale. Il fatto di andare a letto con una persona che mi piaccia non vuol dire che è la do. Vuol dire che faccio ciò che piace anche a me. Non so. È’ la gioia di vivere. La gioia di condividere e di vivere anche l’altro. Certo non sempre sono rose e fiori. Però. Volevo ritornare un po’ sull’argomento della ragazza di Weyl. Io comprendo benissimo anche il suo desiderio di donare il suo stipendio. Qua può darsi che Weyl abbia esagerato utilizzando la parola “donare”. Mi spiego. Alla ragazza non manca niente vivendo con Weyl. No manca neanche la libertà sentendosi bene. Non credo che uno debba essere un miliardario per accontentare una donna. Dipende da com’è stata abituata la donna e dalle sue esigenze. Un vecchio proverbio dice “chi si accontenta, gode” ed è vero (secondo me) Adesso, visto che sta lavorando e ha uno stipendio, penso, che quei soldi gli considera un di più e penso che nello stesso tempo conoscendo le condizioni di vita delle persone a lei care non può fare altrimenti che cercare di alleggerirle (nel suo piccolo). Se fino adesso non poteva aiutare i suoi perché anche se non le mancava niente comunque non erano i suoi soldi, in questo momento si sente libera di farlo. È normale per chi ha vissuto con molto di meno, pensare in questo modo. Scusate se sono stata un po’ confusa nell'esprimere i miei punti di vista, ma è un po’ tardi per me. Non so se c’entra con il tema, però volevo dire che anche se vivo in Italia da 15 anni faccio ancora fatica ad abituarmi a questo tipo di democrazia e di libertà. C’è qualcosa che non posso mandare giù. È l’aggressività. Si può essere democratici (liberi) anche in una maniera meno egoista ed aggressiva. un saluti a tutti |
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14-12-2005, 07.39.01 | #66 |
Utente bannato
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
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Non so se c’entra con il tema, però volevo dire che anche se vivo in Italia da 15 anni faccio ancora fatica ad abituarmi a questo tipo di democrazia e di libertà. C’è qualcosa che non posso mandare giù. È l’aggressività. Si può essere democratici (liberi) anche in una maniera meno egoista ed aggressiva.
Può essere che tu abbia ragione e che qui siamo tutti egoisti ed aggressivi o forse hai solo fatto brutti incontri!! o protrebbe anche esse che per ogni popolo vi sia un dna diverso ... Comunque il popolo italiano non e certo un popolo di egoisti! o forse romanticamente nel considerarli io mi sono fermata alla fine della seconda guerra mondiale! Ultima modifica di Kim : 14-12-2005 alle ore 07.48.41. |
14-12-2005, 08.43.20 | #67 |
Ospite abituale
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Messaggi: 55
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Grazie weyl
Riferimento
Quello che volevo proporre nel mio post è solo un conflitto transculturale, non una pretesa ad un modello preferibile ------------------------------------------------------------------------------------ Infatti, il tuo modo di esprimerti è stato chiaro. Ti racconto una esperienza …..io ho una certa eta’ e ho girato nel mondo nel mio viaggio in Arabia Saudita o notato la cultura Araba delle donne, siamo ora quasi nel 2006,la donna sappiamo che in Arabia non era considerata basta dire che doveva camminare tre passi indietro all’uomo.attualmente una donna non puo’ guidare un veicolo,(automobile camion ecc.ecc..) proibito dalla legge ,deve camminare per le strade con mani e viso coperto,potrei continuare all’infinito….su questa cultura….ma lasciamo perdere. Nei paesi dell’est la maggior parte è in una situazione disperata (poverta’,prostituzione alcol, droga,) non come da noi in Italia ,molto peggiore . una sera (esattamente di sabato) prendono delle (sbornie,ciucche)per la fine della settimana lavorativa ,e la persona che mi doveva riaccompagnare in albergo ,era ubriaca,non ti dico come guidava …..rischiando di fare un incidente mortale se non avessi preso il volante e sterzato …poi di peso lo messo sul sedile dove ero seduto io(dormiva come un ghiro) e ho guidato io non conoscendo la strada per l’arbego con una nebbia incredibile.essendo fuori della citta’ di notte, di parecchi km,seguendo le indicazioni aeroporto con la speranza di trovare un taxi che mi faceva strada fino all’albergo,mettendoci quatro ore…. sceso un attimo dal portiere per vedere cosa fare per la persona ubriaca,uscendo non c’era piu’ se nera andata.facendosi trovare la mattina alle sette per riportarmi nella villa dove dovevo andare, fresco come una rosa, e scusandosi dell’accaduto la sera prima. Con questo vorrei dire che il modo di comportarsi è soggettivo e se mi fossi innamorato di una donna dell’est, senz’altro gli avrei fatto capire il buon senso delle cose nella maniera intelligente da me conosciuta per il nostro rapporto di coppia.(l’importante è amarsi L’uno,dell’altro) Ciao Jon P.S. Scusate per il mio fuori tema |
14-12-2005, 10.29.53 | #69 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 55
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Citazione:
scusa se ti rispondo sull'arogmento femminilita', ma a certe affermazioni nn posso restare indifferente. ho girato in 10 anni di lavoro alcuni tra i piu' grandi uffici di milano, considerata a torto o a ragione, la capitale lavorativa italiana. parliamo di grosse societa' di telecomunicazione, ecc. ho visto dei panorami umani veramente variegati in quei posti, erano uffici in alcuni casi con centinaia di persone, spesso con prevalenza di donne. e' proprio su queste esperienze quantitative che io (e penso anche qualcun altro) possono dire che la qualita' della femminilita' oggi e' vicina allo zero assoluto. vogliamo parlare poi di una classica donna manager standard? diciamo laurea in economia a pieni voti, 2 o 3 master, professionista di ristrutturazione aziendale o cose simili? io ne ho conosciute diverse, con alcune ho avuto anche delle relazioni occasionali, dettate dal momento. vuoi che ti dica realmente che livello di femminilita' esprimono?!? penso che la risposta gia' la immagini. quando si lavora 12/13 ore al giorno, qualunque essere umano perde qualita', e la donna perde femminilita' e anche bellezza. nn e' possibile poi, come per magia, dopo 12 ore di lavoro, girare il bottone e diventare 'femme fatale'. si va' a letto e si cerca di dormire, per poter mordere piu' forte che si puo' l'osso il giorno dopo. questo e' il mondo lavorativo. lo e' sempre stato. le donne occidentali adesso ne fanno parte. con tutte le sue conseguenze. |
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14-12-2005, 10.30.07 | #70 | ||
frequentatrice habitué
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Messaggi: 780
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Re: Grazie weyl
Citazione:
Jon hai ragione per ciò che riguarda le zone dell’est Europa. Solo che hai descritto il mondo dal punto di vista di un turista e di una persone che poco ha vissuto in mezzo alla gente <normale>. Quando si va per gli affari o solo per passare una o due settimane di <sfogo> si trova un certo tipo di persone. Quando si va per viverci, è un altro discorso. Ma in questo 3d (secondo quanto sono riuscita a capire) si vuole mettere l’accento sul comportamento e soprattutto sul sentire delle donne. Citazione:
Perché dovresti insegnare a qualcuno il buon senso? Quale sarebbe questo "buon senso"? |
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