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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 14-12-2005, 20.07.26   #91
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Sembra che tutti quanti si stiano dimenticando che la donna ha sempre e spesso lavorato come una bestia da soma.
Non sono tante le donne che si sono potute permettere anche in passato aiuti domestici e fare quindi la vita della "signora" che educa solo i figli e magari della cucina e poi ha il sorriso e l'energia per accogliere anche volentieri le esigenze sessuali (sempre e comunque peraltro a rischio di gravidanza) e di accudimento domestico del marito.
La maggior parte delle donne ha lavorato contemporaneamente in campagna con famiglie numerose ed allargate e le ore di duro, durissimo lavoro (tra casa e campagna) superavano abbondantemente le 13 ore giornaliere, arrivavano anche alle 15 ore giornaliere, se non oltre.
Molte donne, anche in passato, lavoravano nelle fabbriche e poi anche in casa, facevano le lavandaie e lavoravano anche in casa, facevano le domestiche e lavoravano anche in casa. Ci sono donne che hanno lavorato in miniera e poi lavoravano anche in casa. Lavoravano nei laboratori di sartoria, nelle industrie tessili e lavoravano anche in casa.
Ed anche quando lavoravano solo in casa, spesso accudivano famiglie numerose, allargate e l'orario di lavoro cominciava all'alba e terminava dopo avere sfamato tutti quanti la sera, rigovernato la cucina, rammendato e confezionato gli abiti di tutti quanti, raccontato favole, fatto i conti e magari assecondato silenziosamente il marito in un'alcova quasi mai reciprocamente piacevole.

E solo quasi esclusivamente all'interno della classe borghese la donna, quando si sposava, si permetteva di lasciare il lavoro per potersi dedicare interamente al marito ed ai figli, come del resto piaceva al marito. Se no non se ne sarebbe nemmeno parlato di lasciare quel lavoro.
Si faceva comunque solo quello che desiderava l'uomo. Quello che il pensiero unico indicava come normalità. Se no era scandalo sociale, magari botte o, se andava bene, comunque conflitto coniugale con il rischio di essere ripudiate.

La donna quindi ha lavorato sempre, dentro e fuori casa per tantissime ore giornaliere. E non c'erano le domeniche e neppure le feste, perchè c'era da preparare i pranzi importanti e poi da lavare e sistemare tutto. Lavori fuori e dentro casa molto faticosi, umili, ripetitivi.
Ed era però "femminile".

Come mai allora si dice che la donna che ora lavora molte ore fuori casa ha perso femminilità?
Mi sa che questa domanda si risponde da sola.
L'intelligenza degli uomini di questo forum non può attenuarsi solo in questo caso e non riconoscere l'evidenza.

La donna che non riconoscete più, che non si adatta più al vostro immaginario, ha solo cominciato a ragionare con la sua testa e a chiedersi se anche l'accudimento dell'uomo, se anche il compiacerne desideri e necessità, sia proprio il suo compito naturale, quello che la natura le ha affidato oppure se non fosse una trovata geniale di chi aveva creato e condotto le regole del gioco fino a quel momento.
Ha cominciato a chiedersi se il compito naturale dell'accudimento dei figli, presupponesse così naturalmente ed in seguito a quella predisposizione, pure quello del maschio adulto.
A chiedersi se il prendersi cura dell'uomo con cui si vive, (prendersi cura in termini materiali e come atteggiamento) non debba essere invece solo una scelta libera che può ad esempio fare anche il partner maschio nei confronti della donna e comunque in uno scambio ed una dialettica alla pari all'interno di una relazione d'amore.
A chiedersi se, il prendersi cura dell'altro, non debba essere un atteggiamento naturale e totalmente reciproco all'interno di una relazione affettiva.

Un tempo era la sottomissione all'uomo, era la cultura dominante, la paura di perdere un'identità universalmente accettata, di perdere chi quella identità confermava con la sua stessa presenza, di perdere la possibilità di sopravvivere, a mantenerla docile, mansueta (femminile?) e farle accettare supinamente che il suo compito "naturale" era comunque quello di accudimento sì della prole, ma anche del marito, anche quando lui lavorava 8 o 10 ore al giorno e lei invece 15.
Per la donna cosa è cambiato? Lavora ancora fuori ed in casa. Certo, ci sono gli elettrodomestici che le permettono di non abbruttirsi fisicamente, alcune posso permettersi aiuti domestici, ma anche il lavoro fuori casa non è così duro come una volta. Per le donne e pure per gli uomini il lavoro, la vita che si conduce tutti quanti è meno faticosa fisicamente, ma molto più veloce, intensa e stressante.
E' cambiato solo il tipo di fatica. Ma la facciamo tutti quanti.
E la donna continua comunque ad avere su di sè il peso dell'accudimento e della crescita dei figli. Sono ancora molto pochi gli uomini che condividono pienamente questa responsabilità una volta finiti i primi mesi dell'allattamento.
E la donna lo sa molto bene ancora prima di averne. Non s'illude.
La donna ha cambiato lo sguardo su di sè e di conseguenza sulle relazioni che intesse.
Se ci sono donne che imitano i maschi nell'uso del potere sul lavoro od in famiglia, se ce ne sono altre che invece lo subiscono da parte degli uomini, hanno semplicemente equivocato, sono donne confuse, disorientate. Come del resto siamo tutti ancora. Disorientati. Non è facile trovare dopo secoli un'equilibrio.
Una volta scoperto che "femminile" non è necessariamente il donarsi acriticamente all'uomo per ottenere identità di donna, tutti quanti noi, uomini e donne, ci siamo trovati in brache di tela.
Il discorso sarebbe ancora lungo, ma voglio però dire che non si è persa femminilità, siamo ancora donne eccome se lo siamo, si è persa fiducia in quel ruolo, in quel contenitore, che un tempo definiva erroneamente un'identità.
Ora devo andare.
Buona serata a tutti
lobelia is offline  
Vecchio 15-12-2005, 07.25.13   #92
jon
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Donne concedeteci almeno il Sabato

... secondo Aristotele (...): «Noi abbiamo bisogno di rilassarci, perché non possiamo lavorare di continuo. Il riposo, dunque, non è un fine»; esso è dato «in vista dell'attività», allo scopo di acquistare energia per nuovi sforzi. Nello spirito biblico, invece, la fatica è un mezzo per il fine, e il Sabato in quanto giorno di riposo dal lavoro non è stato creato per far recuperare le energie perdute e renderci idonei alla successiva fatica: esso è stato creato per amore della vita. L'uomo non è una bestia da soma, e il Sabato non serve ad accrescere la sua efficienza sul lavoro. (...) Il Sabato non è a servizio dei giorni feriali: sono invece i giorni feriali che esistono in funzione del Sabato. Esso non è un interludio, ma il culmine del vivere.

Dal fondo dei giorni in cui lottiamo e della cui bruttezza soffriamo, noi guardiamo al Sabato come alla nostra patria, come alla nostra sorgente e al nostro punto d'arrivo. In questo giorno lasciamo da parte le occupazioni volgari per ritrovare la nostra condizione autentica, in questo giorno possiamo essere partecipi di una benedizione che ci fa essere ciò che siamo, indipendentemente dalla nostra istruzione, dal nostro successo nella carriera: il Sabato è un giorno di indipendenza dalle condizioni sociali.


Ciao Jon
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Vecchio 15-12-2005, 10.34.31   #93
hopfrog
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forse pero' a volte certi uomini possono essere meno ignoranti di quanto non possa sembrare a prima vista.
un esempio di cio' che hai detto ce l'ho in casa, visto che la nonna di mia moglie, in sicilia, ha allevato 4 figlie e una dozzina di nipoti, e nella sua vita ha lavorato per diversi anni duramente come contadina (settore carciofi, per la precisione).
massimo rispetto per quella donna, tra l'altro persona splendida anche umanamente.
nn e' che gli uomini facessero gli impiegati ai quei tempi cmq...
dopo aver detto questo, mi sento di dire pero' che la stessa donna, con lo stesso carattere, se fosse nata 60 anni dopo in una realta' iperproduttiva e priva pressoche' di valori familiari come la nostra, trapiantata magari proprio in uno di quei megaloft con 200 impiegati di cui si parlava ieri, ambienti ricchi di valori umani e sociali (ovviamente e' ironica l'affermazione), con la testa lavata dalla nascita da concetti come 'finta indipendenza' e stronzate del genere (nn c'e' nessuno indipendente nel capitalismo, ne uomini ne donne se nn si fosse capito, siamo tutti schiavetti consumisti, non pensanti e basta), nn sarebbe stata la stessa donna. sarebbe stata completamente un'altra persona. sicuramente, dal mio punto di vista di padre e uomo, molto meno interessante e degna di rispetto.
perche' mentre mi mette 'ansia per il futuro' o 'certezza di non futuro' la ragazzina 16enne condizionata dalla nostra cultura pseudo-femminista-consumista, mi mette solo indifferenza/quasi fastidio la ultra 30enne che si vergogna con le amiche di non avere il vibratore nel cassetto del comodino. e poi regolarmente piange la sera mettendo la testa sotto il cuscino per la sua solitudine (ma va'?).
perche' si presuppone che almeno intorno ai 30 anni, sia un ometto che una femminuccia, almeno una vaga idea di cosa siano a fare su questo pianeta (oltre a lavorare ovviamente 12 ore al giorno) ce l'abbiano. ma nn e' sempre cosi'. anzi, lo e' raramente.
hopfrog is offline  
Vecchio 16-12-2005, 02.08.57   #94
lobelia
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Considerando il fatto che le tipologie umane all'interno dei generi maschile e femminile siano svariate e che di quelle donne che descrive hopfrog esiste con certezza anche il corrispettivo maschile, vorrei toccare un argomento un tantino delicato, ma credo interessante.
Vorrei chiedere agli uomini presenti in questo 3d se possono avere solo un'idea di quante volte le donne tanto femminili di cui parlano abbiano ad esempio finto un orgasmo con loro.
Forse non ce l'avete un'idea nè precisa, nè lontana di questo.
Temo di darvi una brutta notizia.
Una volta spesso non ci si chiedeva nemmeno di fingere, bastava tacere e non ribellarsi, ma fingere un orgasmo è sempre stato un ottimo ed utilizzatissimo metodoper far concludere una cosa spiacevole.
Ora che la donna nell'immaginario collettivo ha desiderato confermare se stessa nelle relazioni, l'uomo sa di doverla soddisfare per sentirsi uomo.
Un problema che prima non aveva. Non è poco.
Non vorrei essere al vostro posto anche per questo.
Ma noi donne non siamo tutte sufficientemente liberate e totalmente consapevoli, come voi uomini non siete tutti quanti attenti e consapevoli e la maggior parte delle volte, se le cose non funzionano o perchè siamo solo stanche e non funzioniamo solo noi, per farvi sentire ugualmente uomini, per compiacervi, per avere cura della vostra identità e orgoglio maschile, per stanchezza, per disabitudine a tenere conto delle nostre esigenze, per ignavia, per sfiducia, continuiamo a fingere come una volta più o meno entusiasmici orgasmi. A seconda delle preferenze del partner. Abbozziamo. A volte teneramente, a volte stancamente, altre ironicamente, se non disperatamente.
In ogni caso più spesso scegliamo di compiacervi, piuttosto che rifiutarvi o criticarvi, o esprimere le nostre esigenze o preferenze.
Sappiamo che non darvela è un problema, fin dalla preistoria, ma ora sappiamo anche che per farvi sentire uomini, ve la dobbiamo dare anche con spontaneo entusiasmo.
Questo è il nuovo obbligo sociale e culturale a cui siamo tutti indifferentemente chiamati. Uomini e donne.
Per voi uomini si è aperta l'era dello stress da performance e per noi donne quella della rappresentazione teatrale sempre più raffinata. Una volta magari era sufficiente qualche mugolio e sospiro in più.
Ho conosciuto tante donne e so che è un fatto dilagante anche in un mondo come il nostro dove si pensa erroneamente, per luoghi comuni, che ormai avvenga esattamente il contrario.
Il "mal di testa" tende spesso a voler prevenire una situazione spiacevole come questa. Non ci piace fare finta, lo facciamo per non offendervi, per non umiliarvi, o per paura di apparire sfacciate e poco femminili, meno docili, o perchè comunque un rifiuto sarebbe peggio e allora, fingiamo. Lo facciamo perchè sappiamo che compiacendovi, vi manteniamo più facilmente stretti a noi.
Il mal di testa è spesso un modo diplomatico di evitarci ogni tanto il più faticoso ed umiliante orgasmo diplomatico.
Non sto dicendo che il letto debba diventare un tavolo di contrattazione sindacale, non me lo sognerei mai, sto solo rappresentando una realtà di grandi dimensioni alla quale tutti quanti noi fatichiamo a dare il risalto che merita.
L'uomo che sperando in una partecipazione entusiasticamente spontanea alle proprie performance, continua spesso a non farsi domande e a sentirsi uomo ugualmente pur se fatto fesso, accettando questa rappresentazione senza preoccuparsene più di tanto e la donna che, in un mondo dove l'immaginario collettivo la colloca quasi "mangiauomini", continua spesso a fingere per compiacerlo e tenerlo a sè. Anche lei senza farsi domande.
Lascio gli uomini a fare una botta di conti e a riflettere un po'.
Siamo noi donne però a doverci fare le domande più pressanti. Il problema è nostro. Come sempre.
Certo, sono tante di più di un tempo le donne attente e consapevoli delle proprie esigenze (non solo sessuali) e che sanno spesso anche condividerle con il proprio uomo, anche lui più attento, creando una relazione più sincera, veramente complice e non solo legata formalmente a stereotipi sociali e culturali. Ma queste stesse donne nella vita si sono trovate e si trovano ancora a volte nella condizione di fingere per compiacere. Per non dispiacere. Perchè lo stereotipo, il luogo comune, ancora più imponente del nostro tempo è "la reciprocità".
Bellissima parola che però non è affatto facile da praticare. Difficilissimo. Allora la si proclama in teoria e si abbozza nella pratica per stare dentro al modello superficialmente, per sentirci adeguati senza alcuna sostanza o con una sostanza ancora molto informe. Come tutti i fatti culturali. C'è chi li assimila e li digerisce, c'è chi ne vive solo la formalità.
Quello che voglio dire è che si è ancora lontani anni luce dall'equilibrio. Forse non lo si raggiungerà mai.
Come al solito ho scritto uno sproloquio. Quando comincio non me l'immagino mai che finirà quasi sempre così.
Vorrei ancora dire che il tema che ho trattato, per come l'ho trattato, non voleva certo essere esaustivo. Non volevo ad esempio entrare nell'ambito della sfera sessuale e delle sue felicità e problematiche.
Il mio sguardo era puramente rivolto al suo aspetto culturale e di come, anche oggi come ieri, possiamo essere prigionieri di luoghi comuni non solo nelle alcove occasionali, ma anche all'interno delle relazioni per noi importanti.
Buona notte!

Ultima modifica di lobelia : 16-12-2005 alle ore 02.11.18.
lobelia is offline  
Vecchio 16-12-2005, 07.15.59   #95
jon
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... Ti rispondo con molta franchezza. Punto primo. Io non credo che se una donna ti ama deva FINGERE un orgasmo. Se le va di farlo con te vuol dire che è attratta da te, che ti ama e quindi non ha motivo di fingere. E poi non mi pongo nemmeno il problema di verificare se quel suo orgasmo è finto o reale. Se viene son contento, se non viene posso rammaricarmi di non essere stato bravo di portarla ad una eccitazione tale da provocarle un orgasmo. Punto secondo, non è che la partner stia "lavorando a cottimo" quindi se ha l'orgasmo ha svolto il suo ruolo sennò niente. - Come tu certamente saprai nessuna donna ha una reazione uguale ad un'altra in quel momento. C'è chi si dimena forsennatamente, chi urla , chi ha delle contrazioni, chi ha un orgasmo silenzioso.. Comunque sò che per verificarne la veridicità bisognerebbe guardare gli alluci.. Ma sfido chiunque in quel momento ad andare a pensare di verificare.
Quindi in questo caso probabilmente la cosa più giusta da fare è importante che l’uomo la consoli non mostrando pietà ma cercando di proporre delle soluzioni al problema. Il tutto deve essere fatto non con aggressività ma mostrandosi molto tranquilli come se si conoscesse la soluzione del problema. In queste cose la psicologia e l’intelligenza dell’uomo gioca un ruolo fondamentale.

Ciao Jon
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Vecchio 16-12-2005, 13.57.05   #96
hopfrog
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Messaggio originale inviato da lobelia
Considerando il fatto che le tipologie umane ...
Buona notte!

il fatto che stai cmq parlando di sesso fra un uomo e una donna, pur elencando una lunga serie di problematiche 'moderne' riguardo a questo argomento, di per se e' la prova per quanto mi riguarda che nn fai parte della categoria piu' estrema di donna moderna. quelle che rinnegano l'esistenza e l'utilita' dell'uomo.
e questa per me e' una sorpresa inaspettata e piacevole.
per l'argomento sessuale, preferisco nn commentare, temo che si riaprano altre 10 pagine di discussione...
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Vecchio 17-12-2005, 10.52.37   #97
lobelia
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... Ti rispondo con molta franchezza. Punto primo. Io non credo che se una donna ti ama deva FINGERE un orgasmo. Se le va di farlo con te vuol dire che è attratta da te, che ti ama e quindi non ha motivo di fingere. E poi non mi pongo nemmeno il problema di verificare se quel suo orgasmo è finto o reale. Se viene son contento, se non viene posso rammaricarmi di non essere stato bravo di portarla ad una eccitazione tale da provocarle un orgasmo. Punto secondo, non è che la partner stia "lavorando a cottimo" quindi se ha l'orgasmo ha svolto il suo ruolo sennò niente. - Come tu certamente saprai nessuna donna ha una reazione uguale ad un'altra in quel momento. C'è chi si dimena forsennatamente, chi urla , chi ha delle contrazioni, chi ha un orgasmo silenzioso.. Comunque sò che per verificarne la veridicità bisognerebbe guardare gli alluci.. Ma sfido chiunque in quel momento ad andare a pensare di verificare.
Quindi in questo caso probabilmente la cosa più giusta da fare è importante che l’uomo la consoli non mostrando pietà ma cercando di proporre delle soluzioni al problema. Il tutto deve essere fatto non con aggressività ma mostrandosi molto tranquilli come se si conoscesse la soluzione del problema. In queste cose la psicologia e l’intelligenza dell’uomo gioca un ruolo fondamentale.

Ciao Jon

Mi sa che non ci siamo capiti....non sto parlando di donne anorgasmiche per qualche patologia psicologica, sto parlando di donne che l'orgasmo sanno benissimo che cos'è e che non hanno alcun problema di quel tipo...
Sto dicendo che molte volte quando credete di avere quadrato il cerchio del vostro desiderio e del suo...non è così.
Sto dicendo che molte donne, proprio perchè sanno che vi sentite "uomini" di fronte a donne compiacenti, vi compiacciono anche così.
Non so però quanto questa consapevolezza possa rendere merito al monumento immaginario che avete di voi stessi.
Preferite dunque donne "femminili" che vi compiacciano comunque e quindi a volte anche in questa situazione, oppure donne che si prendono la responsabilità di sfatare quell'immaginario facilmente soddisfabile con qualche sotterfugio, e che invece vi accompagnano verso quella spontaneità reciproca ed impagabile a cui tanto ambireste anche voi?
E come mai secondo voi anche la donna che vi ama infinitamente, a volte non vi aiuta in questo e vi lascia a soddisfare solo un luogo comune?
Forse lei lo sa che farvi sentire uomini così, conferma solo uno stereotipo. Ma sa anche che per voi è sufficiente.
Per quanto riguarda le verifiche di cui parli alla situazione degli alluci (nel caso sia vera questa informazione e se ti venisse la curiosità), potresti adottarti di uno specchietto retrovisore
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Vecchio 18-12-2005, 06.19.39   #98
jon
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Ragionamento

Immaginiamo che la nostra mente sia come un grande ufficio diviso in due grandi compartimenti:
1. il compartimento che provvede al ragionamento logico e razionale,
2. il compartimento che provvede alla sopravvivenza.
Di certo il secondo comportamento è molto più importante del primo. Tutte le creature viventi hanno infatti
questo tipo di attività mentale che viene appunto chiamata "istinto di sopravvivenza".
Immaginiamo ora che in questi due grandi compartimenti vi siano degli impiegati che provvedono a tutte le
attività proprie del loro ufficio. Prendiamo in considerazione quello che accade in ogni istante nell'ufficio della
sopravvivenza.
Gli impiegati in tale ufficio sono sempre all'erta, ed al minimo segno di pericolo prendono tutti i provvedimenti
del caso. Ciò che a noi importa maggiormente è il fatto che quando avviene qualcosa di pericoloso, o presunto
tale, tale evento viene fotografato perché la fotografia risulterà molto utile per riconoscere, nel futuro, che tale
situazione è altamente pericolosa.
Proprio perché è importante che l'evento fotografato sia sempre tenuto in considerazione, il capoufficio della
sopravvivenza consegna la fotografia ad un impiegato e gli ordina di non perderla mai di vista, mentre terrà
anche sotto osservazione ciò che succede nel mondo esterno.
Tutto ciò è molto importante perché quando qualcosa del mondo esterno assomiglia a ciò che è rappresentato
nella foto in mano ad un impegnato il medesimo si affretterà a suonare l'allarme affinché vengano presi i
provvedimenti più adeguati.
E, attenzione!, accade che, passando il tempo, gli impiegati liberi dell'ufficio della sopravvivenza saranno
sempre di meno!.
Quando il numero degli impiegati liberi scende al punto che l'ufficio non potrebbe più svolgere le sue mansioni,
il capoufficio si rivolge a quello dell'ufficio del ragionamento e chiede che alcuni impiegati di tale ufficio vengano
trasferiti nel suo. E ciò avviene perché, ovviamente, la sopravvivenza è molto più importante del ragionamento.
Ed allora, pian, piano, una persona si ritrova con l'ufficio del ragionamento che ha sempre meno impiegati e la
sua capacità di "comprendere" e "ragionare in modo giusto" cala sempre di più.
Siccome il "comprendere" è un processo complesso che richiede molti impiegati, una persona che ne ha pochi
a disposizione, ovviamente, non è in grado di "comprendere" la vera essenza delle cose e delle persone. E,
purtroppo, la cosa più grave, non può neppure comprendere che lei "non è in grado di comprendere e
ragionare in modo corretto!"

P.S Questo ragionamento è riferito a me stesso (scusatemi) mi sono svegliato male.... Buona Domenica a Tutti

Ciao Jon
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Vecchio 18-12-2005, 14.23.42   #99
lobelia
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a Jon

oggi sono poetica

Quanto più moro
presenza
al mondo intermitente
e luse che se spenze, de ponente
tanto più de la vita m’inamoro.
E del sol rîe che fa fiurî l’avril
e del miel che l’ha in boca,
la prima neve che za fioca
sia pur lenta e zentil.
Melodioso l’andâ per strà
de l’anca mola nel menèo
che ondesa comò fa ‘l canèo
nel maistral disteso de l’istà.
Musica in ela
e in duta la persona
che duta quanta sona
de quela zoigia che m’insiela.
Quela musica duta la me intona
la fa de me corente d’aqua viva
che in mar se perde senza riva
e solo el perdimento la ragiona.

(Quanto più muoio
nel mondo presenza intermittente
e luce che si spegne, da ponente
tanto più nella vita m’innamoro.
E del suo ridere che fa fiorire l’aprile
e del miele che ha in bocca,
la prima neve già fiocca
sia pure lenta e gentile.
melodioso l’andare per istrada
nell’ondulare dell’anca molle
che ondeggia come fa il canneto
nel maestrale disteso dell’estate.
Musica in lei/ e in tutta la persona
che tutta quanta suona
di quella gioia che mi inciela.
Quella musica tutta mi intona
fa di me corrente d’acqua viva
che si perde in mare senza rive
e solo il perdimento suo ragiona).

Biagio Marin
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Vecchio 18-12-2005, 15.24.16   #100
lobelia
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il fatto che stai cmq parlando di sesso fra un uomo e una donna, pur elencando una lunga serie di problematiche 'moderne' riguardo a questo argomento, di per se e' la prova per quanto mi riguarda che nn fai parte della categoria piu' estrema di donna moderna. quelle che rinnegano l'esistenza e l'utilita' dell'uomo.
e questa per me e' una sorpresa inaspettata e piacevole.
per l'argomento sessuale, preferisco nn commentare, temo che si riaprano altre 10 pagine di discussione...

non ti angustiare, che i nostri due generi siano fatti l'uno per l'altro nessuno lo negherà mai.
E' il "come" per ognuno di noi, che fa la felicità e il dolore nostri e dell'altro.
lobelia is offline  

 



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