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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 01-06-2004, 15.26.26   #71
spada di fuoco
Ospite abituale
 
Data registrazione: 20-06-2003
Messaggi: 195
Colpire nel segno è… comprensione del problema? O, forse, è solo ciò che ci piace pensare, ma intimamente non ne siamo affatto convinti, vero?
Per quanto possiamo dire di essere in “disarmonia” non sappiamo cosa sia la disarmonia. Così come, forse, non sappiamo cosa sia la sofferenza… Altrimenti non staremo come stiamo… E così continuiamo a stare come stiamo…
Cosa vuol dire comprendere? È, forse, prendere dentro? Possiamo comprendere con ciò che la mente ha accumulato attraverso la nostra educazione, la cultura, le regole sociali, la morale e quanto altro ha condizionato il nostro vivere? Può quindi una mente condizionata comprendere il problema? O forse una mente così fatta si limita a trovare una risposta? Ma la risposta… è la comprensione? Forse, la risposta è solo un modo, una regola di comportamento… e come può essere il modo… la comprensione? Così il modo diventa la rispondenza ad uno schema prestabilito, e non l’agire spontaneo dell’Essere.
La spontaneità è legata alla libertà e se ci neghiamo la libertà di Essere… come potremmo agire spontaneamente e quindi in armonia con noi stessi?
Noi non temiamo la libertà in se, ma quello che crediamo la libertà comporti… Forse, nemmeno conosciamo cosa sia la libertà, ma certamente conosciamo ciò che crediamo di perdere… la perdita di qualcosa. Ecco che, forse, abbiamo paura di Essere liberi… di voler bene per il semplice fatto che ci piace…
Allora tutto è possibile?… è questa la domanda che ci spaventa?
Quello che, forse, dovremmo chiederci è se… tutto ciò che sentiamo di Essere è possibile che sia? Se così non fosse, vuol dire che non ci piace ciò che siamo e se non ci piace ciò che siamo, come possiamo pensare di piacere all’altro? Come possiamo pensare di voler bene all’altro se noi per primi non ci… vogliamo bene?
Così la libertà di Essere che neghiamo a noi stessi la neghiamo anche all’altro, chiudendo la relazione in una serie di modi, di comportamenti, per cui possiamo pensare ciò che crediamo debba essere la relazione, e cioè rispondente alla nostra idea di coppia… Ma questa non è, forse, illusione? Possiamo davvero rinchiudere ciò che è libero entro una serie di comportamenti regolati? Forse si, dal momento che ci piace vivere come stiamo vivendo…
Vorremmo allora cambiare… ma cosa? Possiamo cambiare solo ciò che conosciamo, non possiamo cambiare ciò che non vogliamo riconoscere… allora restiamo pure dove siamo perché, forse, è ciò che ci fa piacere, ma… allora perché lamentarsi?
Difficile? Forse, è solo una scusante per non dirci ancora una volta che… la vita è come noi crediamo di volere che sia …
Il problema se ha una soluzione… non esiste. Il problema se non ha soluzione… non esiste. E allora perché esiste il problema? Forse… perché pensiamo?
Ognuno vive la vita come gli piace.

Ciao

spada di fuoco
spada di fuoco is offline  
Vecchio 01-06-2004, 16.22.14   #72
Pierre
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Messaggi: 58
Libellula,

Apri questo link e guarda attentamente il fondo di questa pagina.

https://www.riflessioni.it/forum/


Ciao.
Pierre is offline  
Vecchio 02-06-2004, 10.27.21   #73
gyta
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>Rif. a Spada di fuoco

Una determinata 'comprensione' porta ad una determinata 'azione', quale si può identificarla come 'risposta'.
I 'gradi' di comprensione non sono 'misurabili' e di certo saranno sempre in rapporto al 'soggetto pensante'; ciò però -a mio avviso-non presuppone un'assoluta unilateralità della comprensione..

Se ci perdiamo in un tentativo di assoluta 'oggettivizzazione' del sentimento siamo destinati all'incomunicabilità..
Accontentiamoci di trovare un 'linguaggio' più 'universale' possibile!

Una risposta non è 'comprensione', ma ad una determinata 'comprensione' seguono determinate possibili 'risposte'..
Se vuoi, la 'risposta' è una 'regola' del tipo di comprensione..(con tutte le limitazioni di questo tuo indirizzo discorsivo).
Per me ciò che tu chiami 'agire spontaneo dell'essere' parmi più essere un'agire non ponderato quindi meno vicino al concetto di libertà che presupporrebbe visione più ampia e più possibilità di scelte.
Se però dai come presupposto l'impossibilità della mente di vedere e agire oltre i meccanismi di se stessa (cosa possibile tramite la creatività, la fantasia, la percezione ed il ragionamento logico), cioè impossibilitata a 'vedersi' quasi integralmente nelle sue dinamiche e limitazioni, allora c'è da convenirne in un'impossibilità di vera libertà, poiché la stessa 'comprensione' non sarebbe che corrispondente a pochi parametri insiti nella storia-personalità stessa dell'individuo..
-Amen!

"Noi non temiamo la libertà in se, ma quello che crediamo la libertà comporti…"
"Così la libertà di Essere che neghiamo a noi stessi la neghiamo anche all’altro"
-Spada di fuoco

Assolutamente d'accordo !!

Il tuo discorso è molto profondo e tocca molti e diversi punti, sintetizzati e cuciti assieme da una parvenza consequenziale che tale non trovo essere ..forse per problemi di spazio espositivo?!

Per esempio.. La 'disarmonia' la possiamo ben riconoscere come qualcosa che cozza contro il nostro 'fluire', il nostro 'sentire' e per ciò ben identificabile.
Una mente 'condizionata' non è 'libera' a causa del suo stesso condizionamento.. Ma non siamo 'macchine' e ci si augura che il grado di 'condizionamento' non superi la capacità di percepire 'oltre', la capacità di immaginare un poco oltre gli 'schemi'..
Ed ancora dici "..Ecco che, forse, abbiamo paura di Essere liberi… di voler bene per il semplice fatto che ci piace…"
Quì apri un'altro argomento molto importante..
..Che sia in realtà la paura del 'piacere' (e di ciò che pensiamo su di esso) a renderci così difficile l'accettazione della libertà ?!

Ecco che ad di sotto d'una singola scelta riguardo ad esempio un rapporto di coppia si scatenano le molte realtà che stanno alla base della stessa, il rapporto con noi stessi, quello con il 'concetto libertà', la domanda sul 'senso del piacere', la visione del proprio 'indirizzo' nella vita, la coscienza della propria anima/ di se stessi, il rapporto col proprio corpo,la coscienza di un proprio corpo,il significato del rapporto con gli altri, la lettura di quello sessuale..etc.. Insomma l'integrità e l'intimità con se stessi come possibilità di un fluido rapporto con l'altro, con il mondo 'fuori'..


Ciao!

Gyta
gyta is offline  
Vecchio 03-06-2004, 08.31.22   #74
spada di fuoco
Ospite abituale
 
Data registrazione: 20-06-2003
Messaggi: 195
Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
>Rif. a Spada di fuoco

Una determinata 'comprensione' porta ad una determinata 'azione', quale si può identificarla come 'risposta'.
I 'gradi' di comprensione non sono 'misurabili' e di certo saranno sempre in rapporto al 'soggetto pensante'; ciò però -a mio avviso-non presuppone un'assoluta unilateralità della comprensione..
Se ci perdiamo in un tentativo di assoluta 'oggettivizzazione' del sentimento siamo destinati all'incomunicabilità..
Accontentiamoci di trovare un 'linguaggio' più 'universale' possibile!
Si, sono d’accordo i sentimenti non possono essere oggettivizzati…
Ed infatti non stiamo oggettivizzando i sentimenti, ma cercando di comprendere…
Non stiamo discutendo di ciò che sentiamo, ma dell’interpretazione che diamo a ciò che sentiamo.
E, dunque, come interpretiamo? Il disagio, la disarmonia che sentiamo, come la giudichiamo? Così come tutto ciò che accade come lo interpretiamo? Quali sono i nostri modi con i quali valutiamo? Quali sono in processi mentali con i quali interpretiamo ciò che accade?
Forse, su questo possiamo confrontarci… e, credo, ci stiamo confrontando.
Ciò che sentiamo è certamente soggettivo, e, forse, non esprimibile a parole. Ma l’interpretazione che ne diamo, per il fatto stesso che è esprimibile può essere discusso.
Ciò che sentiamo è ciò che crediamo sia o potrebbe essere altro?


Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Una risposta non è 'comprensione', ma ad una determinata 'comprensione' seguono determinate possibili 'risposte'…
Se vuoi, la 'risposta' è una 'regola' del tipo di comprensione..(con tutte le limitazioni di questo tuo indirizzo discorsivo).
Forse… la risposta è qualcosa che cerchiamo per eliminare un problema…, ma la comprensione del problema non esige una risposta, nella comprensione del problema non c’è risposta, perché, forse, non c’è il problema…
Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Per me ciò che tu chiami 'agire spontaneo dell'essere' parmi più essere un'agire non ponderato quindi meno vicino al concetto di libertà che presupporrebbe visione più ampia e più possibilità di scelte.
Può l’agire ponderato, calcolato, valutato, essere esente dal conflitto? L’agire ponderato presuppone una scelta. Dobbiamo soppesare, valutare… giudicare i pro e i contro e quindi scegliere il modo migliore di “agire”, la soluzione che crediamo sia la migliore a discapito di altre, rinunciando ad altre… Ma la rinuncia non è, forse, privarci di qualcosa che volevamo fare ma che per convenienza abbiamo scelto di non fare? Così nella scelta c’è sempre il conflitto e nel conflitto… la sofferenza.
Il giudicare, valutare una situazione così come l’agire… è libertà? O il giudicare è vincolato dai nostri parametri di giudizio? E se esistono vincoli può esserci libertà?
Penso, ma posso anche sbagliare, che la spontaneità sia, forse, l’agire in armonia con lo stimolo, con la situazione. E nell’armonia non c’è sofferenza, altrimenti non sarebbe più tale, ma disarmonia, proprio perché ci forziamo, andiamo contro la nostra natura di Essere… giudicando la situazione e giudicandoci nell’azione.
Per cui, probabilmente, se non giudichiamo la situazione… l’agire in relazione a quella situazione risulterà spontaneo e quindi semplicemente… ciò che siamo…
Forse la Vita fluisce in maniera ponderata, valutando il da farsi? O, invece la Vita è qualcosa di semplicemente spontaneo? E noi… siamo diversi dalla Vita?

Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Se però dai come presupposto l'impossibilità della mente di vedere e agire oltre i meccanismi di se stessa (cosa possibile tramite la creatività, la fantasia, la percezione ed il ragionamento logico), cioè impossibilitata a 'vedersi' quasi integralmente nelle sue dinamiche e limitazioni, allora c'è da convenirne in un'impossibilità di vera libertà, poiché la stessa 'comprensione' non sarebbe che corrispondente a pochi parametri insiti nella storia-personalità stessa dell'individuo..
-Amen!
Forse, prima di poter dire se sia possibile o meno… dovremmo comprendere cosa sia la mente, e ciò chiamiamo Io. E quindi vedere i processi mentali con i quali noi interpretiamo ciò che accade…


Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Il tuo discorso è molto profondo e tocca molti e diversi punti, sintetizzati e cuciti assieme da una parvenza consequenziale che tale non trovo essere ..forse per problemi di spazio espositivo?!
Può darsi sia come dici, e che questo possa essere un mio limite, proprio perché, forse, non ho chiarezza in ciò che penso… quello che leggo in questi post è anche il mio vissuto, il mio vivere. Forse, proprio per questo mi interrogo su alcuni di questi aspetti con un diverso punto di vista, che poi cerco di tradurre in parole su questo forum per condividerli, come penso faccia ognuno, e se qualcuno mi fa notare che sto sbagliando, naturalmente con le dovute argomentazioni e spiegazioni, sono ben lieto di rivedere ciò che penso.


Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Una mente 'condizionata' non è 'libera' a causa del suo stesso condizionamento.. Ma non siamo 'macchine' e ci si augura che il grado di 'condizionamento' non superi la capacità di percepire 'oltre', la capacità di immaginare un poco oltre gli 'schemi'..
Per poter andare oltre, forse, dovremmo conoscere i nostri limiti,altrimenti come facciamo a percepire di andare oltre? Oltre cosa? I condizionamenti? Quali se non li conosciamo? Se li conosciamo li possiamo riconoscere e quindi, forse, saremo in grado di andare oltre.

Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Ed ancora dici "..Ecco che, forse, abbiamo paura di Essere liberi… di voler bene per il semplice fatto che ci piace…"
Quì apri un'altro argomento molto importante..
..Che sia in realtà la paura del 'piacere' (e di ciò che pensiamo su di esso) a renderci così difficile l'accettazione della libertà ?!
Se al piacere diamo una connotazione negativa, forse, faremo in modo da negarci quel piacere, condannando e reprimendo tutto ciò che è in qualche modo legato a quel piacere…


Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
Ecco che ad di sotto d'una singola scelta riguardo ad esempio un rapporto di coppia si scatenano le molte realtà che stanno alla base della stessa, il rapporto con noi stessi, quello con il 'concetto libertà', la domanda sul 'senso del piacere', la visione del proprio 'indirizzo' nella vita, la coscienza della propria anima/ di se stessi, il rapporto col proprio corpo,la coscienza di un proprio corpo,il significato del rapporto con gli altri, la lettura di quello sessuale..etc.. Insomma l'integrità e l'intimità con se stessi come possibilità di un fluido rapporto con l'altro, con il mondo 'fuori'..
Forse… se non ho capito male, quello che vuoi dire è che percepiamo il mondo fuori in relazione al nostro stato di armonia… interiore, così anche la relazione…
Allora forse dovremmo chiederci… come ci poniamo in relazione con l’altro? Con ciò che siamo o con ciò che crediamo di dover essere?


La distanza tra due opinioni dipende da quanto ognuno crede che quello che pensa sia ciò che deve essere… Forse, se ognuno dubitasse di ciò che pensa, allora non potrebbe esserci distanza, ma soltanto… incontro!

Ciao

spada di fuoco
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Vecchio 03-06-2004, 09.43.11   #75
astolfo
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.....quante parole inutili e quanta aria fritta!......
libellula mi auguro che qualcuno sia riuscito ad esserti di aiuto e soprattutto che al più presto tu riesca a fare chiarezza.....


saluti dal signor Astolfo
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Vecchio 03-06-2004, 19.32.45   #76
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Messaggio originale inviato da astolfo
.....quante parole inutili e quanta aria fritta!......
libellula mi auguro che qualcuno sia riuscito ad esserti di aiuto e soprattutto che al più presto tu riesca a fare chiarezza.....


saluti dal signor Astolfo

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Vecchio 04-06-2004, 02.30.15   #77
gyta
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Rif. a Spada di fuoco

************************
[..Il disagio, la disarmonia che sentiamo ……. Così come tutto ciò che accade come lo interpretiamo?
Quali sono i nostri modi con i quali valutiamo? Quali i processi mentali con i quali interpretiamo ciò che accade? …su questo possiamo confrontarci.…]

Ciò che sentiamo è ciò che crediamo sia o potrebbe essere altro?

Può l‘agire ponderato, calcolato, valutato, essere esente dal conflitto?

[Penso, ma posso anche sbagliare, che la spontaneità sia, forse, l’agire in armonia con lo stimolo, con la situazione.E nell’armonia non c’è sofferenza, altrimenti non sarebbe più tale, ma disarmonia, proprio perché ci forziamo, andiamo contro la nostra natura di Essere… giudicando la situazione e giudicandoci nell’azione.]

Per cui, probabilmente, se non giudichiamo la situazione… l’agire in relazione a quella situazione risulterà spontaneo e quindi semplicemente… ciò che siamo…
( -Spada di fuoco)
**********************

Sei riuscito con grande chiarezza a toccare bene ciò che io sentivo essere ma non riuscivo ad individuare : “Può l’agire ponderato, calcolato, valutato, essere esente dal conflitto?”

No, non può ! Almeno, non profondamente !
E noi invece facciamo i conti con le nostre emozioni più profonde che, messe ‘a riposo’ dalla ‘ragione’
risputano fuori in disarmonia e sofferenza.. No, non si può !

E’ certo che di sicuro ci deve essere un buon amore, una buona dose di volontà d’unione per poter essendo spontanei non farsi reciprocamente bloccare da atteggiamenti che sentiamo attraverso la NOSTRA storia come offensivi o di ‘esclusione’….!!!!

Ma allora ‘la strada’ sembra essere la mia di 6 anni fa, quando semplicemente ‘accettavo’ o ‘non accettavo’ senza cercare di forzare un vero incontro laddove sarebbe parso impossibile per storia, ‘crescita’, ricerca, impostazione diverse..

Poi mi sono chiesta ma ..tra due persone che si piacciono, che si desiderano, che provano piacere l’uno a stare accanto all’altro, ma che subodorano dei lati fondamentali non ‘ad incastro’…non è forse possibile trovare un linguaggio che permetta ad entrambi di incontrarsi su di un piano che è unico, quello dell’amore? Presupponendo, per la prima -reale- volta, che le esigenze, i sogni,il senso del ‘giusto’ e del ‘bello’, fossero traduzione di un unico verbo, di una sola ‘direzione’, quella dell’amare, dell’amore..! (*)
Le storie personali, il gusto musicale..etc..sorpassabili nell’accrescimento l’uno dell’altro…
Mi sono poi detta.. Può un grande desiderio non nascondere una reale possibilità d’intesa, di comprensione, di accettazione, d’amore…?
Ma quanto il vissuto personale può frenarci nella volontà/desiderio d’unione.. tanto da preferire la ‘fuga’ alla possibilità di spendere energie per comprendere sul serio anche il vissuto dell’altra persona ed i suoi ‘limiti’..tanto da voler combattere contro ciò che sembra voler separare, porsi come ostacolo…??!
(*) Dico ‘dell’amare, dell’amore’ poiché immaginavo che l’amore, intendo quello profondo, non poteva stare su di un piano di superficie, su di un piano dove l’interesse verso l’altro non ti porta a voler conoscere il suo mondo interiore, su di un piano che non porti a farsi domande sul senso stesso della vita, poiché tutt’uno con il cammino stesso che si desidera dividere, condividere..

Non ho esaurito qui questo discorso, avrei ancora molto da sviscerare,
ora ho problemi di tempo per cui ..

Dici: “Per poter andare oltre, forse, dovremmo conoscere i nostri limiti”!
Assolutamente!.. Assolutamente!!!

Altrettanto degno di nota è la domanda che poni:
“..come ci poniamo in relazione con l‘altro?

Con ciò che siamo o con ciò che crediamo di dover essere?“ !!!!!!!!!!!!!!



“La distanza tra due opinioni dipende da quanto ognuno crede che quello che pensa sia ciò che deve essere… Forse, se ognuno dubitasse di ciò che pensa, allora non potrebbe esserci distanza, ma soltanto… incontro!”

Già…!

A presto!
Come ho detto, c’è ancora molto da dire!!!


*******************
>PS: Al Signor Astolfo :

E QUESTA non è ‘aria fritta’
Io con ‘questa’ ci ossigeno il sangue

Ed il sangue
sta alla base
della vita.
******************


Mi sa che 6 anni fa incontrai qualcuno, che senza osare dirlo
pensava che il suddetto sangue fosse appunto ..aria fritta.

Ho comunque incontrato persone che scendendo dentro la loro profondità
scoprirono che ciò che credevano essere aria fritta, dava a loro la possibilità
di stare meglio al mondo.. !





Gyta
gyta is offline  

 



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