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19-10-2005, 11.33.50 | #46 |
I'm the lizard queen
Data registrazione: 18-10-2005
Messaggi: 29
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"Quando dico IO intendo una cosa assolutamente unica da non confondersi con nessun'altra"
A mio avviso l'IO è l'espressione della nostra unicità. In un mondo di soggetti, perchè io lo definisco tale, ognuno ha caratteristiche che lo rendono unico e riconoscibile rispetto agli altri. L'io può essere variamente interpretato, nel senso che è soggettivo, l'io non è solo l'espressione del nostro essere (ovvio, in quanto conocordo con chi ha scritto che non si può concepire il non essere) intriso delle caratteristiche che NOI vi attribuiamo, ma anche di quelle diverse e multiformi, che ci vengono attribuite dagli altri (ovviamente soggetti come noi). Il modo in cui IO percepisco il mio io non è quello in cui il mio IO medesimo viene recepito dalgi altri. L'io è un'interpretazione soggettiva delle caratteristiche di unicità che ci portano ad affermare noi stessi come SOGGETTI. |
19-10-2005, 16.52.54 | #47 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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autocoscienza non implica identità
Ripensando all’identità ho concluso che questa non è riconducibile all’autocoscienza.
L’autocoscienza, per come la intendo, è quella parte d’attenzione che l’organismo rivolge a se stesso, e che è compresa nell’attenzione più ampia che l’organismo rivolge a se stesso agente nel mondo che lo circonda. L’autocoscienza è una sorta di sistema di auto-monitoraggio dell’organismo, che gli permette di essere costantemente informato sulle possibilità e rischi che lo riguardano. Grazie a questo auto-monitoraggio può, ad esempio, essere informato di una sensazione di dolore ad un braccio e prendere conseguenti decisioni. Se poi collochiamo l’attività mentale, decisionale e comportamentale nel regno della necessità, e non della libertà, ossia in altre parole consideriamo i processi mentali come automatici, deterministici, allora è chiaro che un essere auto-cosciente potrebbe benissimo essere come un robot capace di agire a seconda degli stimoli di cui il suo sistema di automonitoraggio lo porta a conoscenza. Insomma, un’organismo autocosciente potrebbe benissimo essere un organismo senza un padrone. Noi invece ci sentiamo padroni del nostro essere. E non capisco la necessità di questo sentirsi padroni. E ancora non capisco chi sia questo padrone. |
19-10-2005, 17.22.47 | #48 |
Moderatore
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Messaggi: 2,725
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automonitoraggio non implica autocoscienza
eilà, ciao rubin
non sono convinto che l'autocoscienza sia 'semplicemente' una automonitoraggio, infatti noi possiamo dotare computer (o robot) di potenti metodi di monitoraggio di se stessi, ma non saremo disposti a chiamare tali dispositivi autocoscienti. Rubin, non voglio dire nulla riguardo alla possibilità che macchine artificiali possano diventare in futuro del tutto identiche a noi (anzi, io sostengo che ciò sia almeno in principio attualizzabile), ma non posso sostenere che basta equipaggiare un organismo di sistemi di automonitoraggio per rendere un qualisasi sistema autocosciente. Quello che indento io, sinteticamente, è che un potente sistema di automonitoraggio è condizione necessaria, ma non sofficiente, perchè un essere possa essere dichiarato autocosciente. Ultima modifica di epicurus : 19-10-2005 alle ore 17.25.43. |
19-10-2005, 20.44.46 | #49 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Re: automonitoraggio non implica autocoscienza
Citazione:
Esatto, così la penso pure io. Sono stato poco chiaro perchè avevo poco tempo a disposizione per scrivere. Quello che volevo dire è proprio che l'autocoscienza, per come la intendiamo noi, sarebbe strano che fosse un fenomeno puramente fisico: a livello fisico sono disposto ad ammettere che possa esistere un fenomeno di "automonitoraggio", ma non di "autocoscienza": l'autocoscienza mi sembra proprio che trascenda la fisicità... l'autocoscienza è quella sensazione di essere, come dicevo prima, "padroni di se stessi". Ma questa sensazione, e il soggetto misterioso ad essa collegato, non è, da un punto di vista fisico, biologico, affatto necessario, anzi, è superfluo, direi. Pensa ad un animale, come esempio di un essere vivente a cui noi non attribuiamo l'autocoscienza: di sicuro possiede un sistema di auto-monitoraggio, e agisce nell'ambiente circostante secondo le "mosse" automatiche, istintive, che il suo cervello gli ordina. Ora, la differenza tra un essere umano e l'animale in questione potrebbe benissimo non essere stata 1)l'autocoscienza associata, anche, ad 2)una maggiore capacità di elaborare informazioni e a trovare soluzioni intelligenti e creative ai problemi posti dai suoi bisogni: la differenza potrebbe essere stata benissimo esclusivamente quella al punto(2. Ossia, forse non è quell'ente che si sente padrone di se stesso cioè autocosciente, ad essere la causa o la sorgente dei suoi pensieri intelligenti: questa causa potrebbe essere semplicemente un cervello altamente complesso, indipendentemente da questo misterioso ente autocosciente: allora l'essere umano sarebbe stato nient'altro che un organismo dotato di un cervello eccezionalmente potente, capace di automonitoraggio, di monitoraggio dell'ambiente, capace di apprendere e combinare i dati a sua disposizione in modi innovativi eccetera, ma non avrebbe per così dire "al suo interno" quell'ente autocosciente che percepisce di percepire: percepirebbe e basta, e agirebbe secondo i pensieri che il cervello ha elaborato in relazione a queste percezioni. E tutto questo sarebbe, da un punto di vista biologico, più che sufficiente. Non capisco la necessità di questo padrone interno! spero di essermi spiegato Ultima modifica di r.rubin : 19-10-2005 alle ore 20.48.26. |
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19-10-2005, 21.22.49 | #50 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Re: Re: automonitoraggio non implica autocoscienza
Citazione:
Il fatto è questo: cosa ti fa discernere un bene da un male??? Con questo ragionamento, un essere fisico per perpretare il proprio bene personale potrebbe farlo a scapito di altri... senza nessun senso di colpa o di rimorso... O è solo la paura della punizione e della condanna, non di Dio, ma degli altri uomini, che regolamenta la coscienza... Ma la domanda è sempre quella: gli altri come potrebbero distinguere un bene da un male se non fosse chiaramente definito e uguale per tutti??? Felice notte. |
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