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31-08-2005, 12.31.08 | #12 |
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"Io sono Io e sono l'Altro" (F.Pessoa)
L'Io in quanto ipostasi dell'individuazione non è oggi più di un retaggio linguistico, una metafora dell'autocoscienza.
Non credo sia ulteriormente utilizzabile dalla ricerca scientifica e, di fatto, il suo concetto è stato espunto, da tempo, dalle indagini delle neuroscienze. Credo che il tentativo di darne una definizione non possa risolversi in nulla più di un "crampo mentale" alla Wittgenstein. Il fatto che il suo concetto sia stato "codificato" in ogni lingua nei termini di una "architettura della soggettività" fa sì che ogni analisi dell'Io che tenti di non essere tautologica e che sia attenta a non incorrere in petizioni di principio, sia destinata a stringere tra le dita il vuoto. La questione dell'Io va semplicemente rimossa e sostituita da quella dell'Autocoscienza. Rispetto a quest'ultima, ad esempio, si chiarifica il rapporto con la propria immagine riflessa allo specchio: il bambino inizia a riconoscervisi esattamente quando sorge in lui il primo embrione di autoconsapevolezza, ossia quando il rapporto con il proprio corpo cessa di essere "parziale" e si riunifica in una individuazione complessiva dei propri schemi motori. Perchè ciò avvenga occorre un certo grado di maturazione del sistema nervoso centrale e soprattutto il fatto che le fibre che interconnettono i neuroni corticali (fasci lunghi e brevi) siano compiutamente mielinizzate. Ciò accade verso i 24-30 mesi di vita. Il bambino si "riconosce" allorquando si fa in grado di accorgersi di poter manipolare liberamente il comportamento della propria immagine riflessa: non prima di quando gli atti motori, mimici e gestuali di quest'ultima non possano ancora essere "integrati" in uno schema corporeo completo e compiuto. Parallelamente a questo iniziano ad abbozzarsi anche le prime sintassi, ancora elementari e primitive, ma già potenzialmente articolate: viene percepita la successione degli eventi, vengono differenziati gli oggetti e le figure umane, e, nelle lingue che posseggono le declinazioni, iniziano i primi tentativi di adeguare le parole ai casi. Che l'immagine riflessa sia "altro da sè" è un'acquisizione più tardiva, impossibile prima che si organizzi in modo sufficientemente evoluto il pensiero astratto. |
31-08-2005, 14.06.24 | #13 |
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Si, ma l'autocoscienza è un processo asintottico tendente all'infinito; è uno specchio davanti ad un altro specchio, incrinato di poco; capisci che si sfiora l'infinito...è necessario un'Io, un qualcosa davanti a 'sto specchio!
Ultima modifica di sisrahtac : 31-08-2005 alle ore 14.08.10. |
13-10-2005, 10.07.27 | #15 |
Ospite
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Ciao a tutti.
Volevo scrivere il mio parere. Quello che vedo allo specchio, non sono io ma il mio guscio, quello che si vede, la mia esteriorità. Ma il vero io, il vero me stesso, non è quello che tutti possono vedere., ma è la mia essenza, la mia profondità. Una teoria filosofica, dice che l'uomo è parte umana e parte divina, ovvero esiete un corpo ed esiste una interiorità, che possiamo definire anche anima. E' la nostra parte divina quello che siamo. Noi siamo quello che crediamo, quello che pensiamo, i nostri sentimenti... Per esempio, quando vedono me, le persone tendono a fermarsi al mio aspeto fisico, vedono una persona ma, soprattutto vedono e ricordano di me, la mia inseparabile carrozzina (sedia a rotelle), ed è di solito quello che ricordano di me, infatti, quando devo descrivermi a qualcuno al telefono, di solito dico "sono quella ragazza in carrozzina" e sono subito identificata. Sono io. Ma, i miei amici, il mio compagno, mio figlio, la mia carrozzina nemmeno la vedono più. Io sono April, la loro amica, compagna, mamma. Sono quella persona che si, non cammina, ma con la mente corre. E, sono convinta che, come dice una frase del libro "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupèry, "NON SI VEDE BENE CHE COL CUORE. L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI" |
13-10-2005, 11.45.52 | #16 | |
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Re: Identità. Io. Io sono.......
Citazione:
Porsi queste domande non so se sia importante... non so...dipende dalle persone... Ultima modifica di nexus6 : 13-10-2005 alle ore 11.52.57. |
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13-10-2005, 16.14.15 | #17 |
Utente bannato
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Saranno anche artifici linguistici ma funzionano, operano attivamente e ti fanno dire "io sono". Riesci a concepire di non essere? Se tu come IO non fossi non potresti concepire l'essere.. immagina stasera, mentre sei a letto di essere morto e che dopo la morte non c'e' niente. Identificati in quella sensazione di caduta, di vertigine.. sei tu comunque o no? Che senti?
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14-10-2005, 11.25.30 | #18 |
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beh che funzionino non v'è dubbio... anzi come dici tu non possiamo proprio farne a meno..., ma qui si sta ragionando sul significato profondo di essi, non della loro utilità.
Non ho compreso comunque l'ultima domanda... mi dovrei idetificare nella sensazione di essere morto...? L'essere non muore... |
14-10-2005, 19.24.52 | #19 | |
può anche essere...
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Re: Re: Identità. Io. Io sono.......
Citazione:
Secondo me hai sollevato due questioni distinte: 1) il sentirsi soggetti distinti dal mondo-oggetto, e 2) il concepire la propria identità come un'entità distinta dal resto di se stessi, soprattutto dalla parte fisica dell'organismo. Rispetto alla prima questione. Sembra una constatazione affermare che il mio essere è un essere distinto dal resto dell'ambiente: posso muovermi a mia discrezione nell'ambiente immobile circostante, posso utilizzare gli oggetti che mi circondamo come strumenti senza che oppongano resistenza attiva, ma al massimo inerzia. Al contrario non posso disporre a mio piacimento delle persone, simili a me, che mi circondano e che percepisco come mosse da una loro propria forza attiva. Quindi anche per quest'ultimo motivo, di rispecchiamento, mi sento soggetto in un mondo di soggetti. Ma in fondo in fondo non mi è dato sapere se l'attività che chiamo "mia" perchè la percepisco scaturente da un origine che identifico con "me stesso", sia veramente libera e indpendente dal mondo esterno, o sia collegata al tutto e dipendente dal tutto, determinata, con solo l'illusione di indipendenza d'azione. Ma non mi è dato sapere nemmeno il contrario: magari sono veramente libero, senza esserne consapevole? Di una libertà dovuta al principio metafisico che io sono, ovvero anima individuale. Come puoi dimostrare l'inesistenza di qualcosa di irrazionale, tenendo presente che irrazionale non è sinonimo di irreale? L'io potrebbe non essere un artificio linguistico. Il secondo punto invece credo che esprima una credenza veramente diffusa. Che l'identità sia qualcosa di separato, avulso dal resto dell'organismo, fisico soprattutto, ma anche mentale cioè del pensiero, se si crede che il pensiero non sia altro che uno strumento al servizio dell'identità così come il corpo. Anche qui non è possibile disquisire sulla possibilità dell'anima. Ma è laicamente interessante la questione della percezione dell'identità come distinta dall'organismo. Io personalmente, ora come ora, credo che sia sbagliata (a meno di amene anime), e tendo a considerare la persona come essere integrato, corpo mente come tutt'uno. E l'identità non sarebbe altro che questa unità. Non magari l'identità personale che ci rappresentiamo quando ci chiediamo "chi sono" e rispondiamo con questa e quell'altra caratteristica eccetera. Perchè forse queste caratteristiche che ci attribuiamo come caratterizzanti la nostra identità, che riteniamo abbastanza fissa e immutabile, potrebbero essere null'altro che un'insieme di idee che siamo soliti, costantemente e immutabilmente, ad attribuirci. Ma magari potremmo attribuirci altre idee per costruire un'altra identità personale, e probabilmente anche il nostro punto di vista sul mondo, assieme a quello su noi stessi, cambierebbe. Ma quello che rimarrebbe più o meno uguale a se stesso ("più o meno" per tributo al divenire) sarebbe la nostra parte fisica. Anche quella invecchia, cambiano le connessioni neurali, ma c'è una nucleo fisso, una massa di materia che resta sostanzialmente la stessa, al variare di parti secondarie. Quindi l'io non sarebbe un artificio linguistico, cioè privo di referente, ma sarebbe l'organismo stesso, in quanto parte fisica, che riconosce se stesso attraverso il pensiero che emerge dal cervello fisico, che è sede del sistema nervoso da cui scaturisce come causa l'azione che è movimento dell'organismo stesso. |
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14-10-2005, 20.17.25 | #20 | ||||
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Re: Re: Re: Identità. Io. Io sono.......
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