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31-10-2012, 14.00.49 | #102 | |
Moderatore
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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Ultima modifica di and1972rea : 31-10-2012 alle ore 21.34.18. |
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31-10-2012, 19.16.06 | #103 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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La permanenza temporale dell’apparire del fenomeno ci fa credere all’esistenza della cosa in sé. Ma se approfondiamo l’analisi, scopriamo che in realtà nulla permane. Se ci mettiamo a cercare seriamente cosa permane… non la troviamo. Perché nulla resta identico a se stesso in un intervallo di tempo anche infinitesimo. Ciò vale pure per lo spazio. Perché a prima vista l’entità fenomenica sembra occupare uno spazio che altrimenti sarebbe vuoto. Ed è quest’impressione, insieme alla permanenza, che ci fa credere alla cosa in sé. In realtà non vi è una netta distinzione tra vuoto e pieno. Perché laddove cerco il pieno trovo vuoto e dove invece voglio verificare il vuoto trovo sempre qualcosa che vuoto non è… |
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01-11-2012, 09.11.49 | #104 | |||
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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Questo tuo post mi chiarisce di molto il tuo pensiero e non trovo proprio sostanziali differenze col mio intendere.. come sembrava da un primo tempo. Citazione:
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Sarebbe fantastico se la cosa si estendesse ad ogni vivente e non! Un mondo di persone felici, profondamente felici. Le arti e le scienze diverrebbero primario diletto di ognuno. Nessun gioco di potere. Sarebbe la cristianità che non abbiamo mai avuto. Sarebbe.. l'uomo. E non ci preoccuperemmo di sviscerare i fondamenti della coscienza di sé e dell'identità.. Nessuna piccola guerra; nessuna grande guerra. Nessun sessismo; nessun razzismo; nessuna materia; nessun spirito. Ogni cosa apparirebbe per ciò che essenzialmente è, pura. Sarebbe l'amore. Perché l'identità sarebbe Compiuta.. |
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01-11-2012, 11.59.15 | #105 | |
Moderatore
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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E se dunque l'uomo fa uno scatto evolutivo o anche un normalissimo passaggio evolutivo voluto dal cosiddetto spirito è chiaro che questo si manifesterà con una dinamica genetica e avrà una ragionevolissima spiegazione scientifica. Ma non potrai mai sapere se ciò è avvenuto in forza di un volere........diciamo superiore. In ultima analisi: la spiegazione scientifica di un fenomeno o di un' attitudine umana non ne sterilizza la sua potenziale derivazione.......diciamo spirituale. E dunque l'amore per i figli che scaturisce dalla necessità naturale di conservazione della specie ed è verosimilmente parte del nostro corredo genetico non può avere anche valenza di esperienza spirituale voluta da un'entità superiore che vuole farci sperimentare, in questa realtà, l'amore per gli altri superiore a quello per noi stessi? |
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01-11-2012, 20.37.23 | #106 | ||||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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Potrebbe essere, questo, evento da segnalare ai posteri!. Citazione:
Il caso generale è che la speranza e fiducia in se stessi e l’ottimismo emergono da serie di esperienze positive...magari fin dall’infanzia…fino all’autostima del’io. Comunque l’avere fiducia che le cose andranno bene, fà sì che vadano in prevalenza bene…non sempre però: in genere per avere successo occorre anche prepararsi... per lo più…magari procurarsi anche amici potenti. Citazione:
Noto che parliamo, invece, di “evoluzione per selezione naturale del vivente” ove può anche, improvvisamente, apparire il mostro... (noto che lo stesso Einstein fu un mostro…ed altri uomini geniali furono mostri…ma non superarono la soglia critica della diffusione universale del loro gene e non divenimmo tutti geni).Oppure la mutazione è si evidenzia nel superamento di disastri ambientali...magari per evoluzione delle stessa specie. Per lo più, tuttavia, i caratteri mutogeni si manifestano in tempi epocali come risultanza di piccole continue mutazioni in un senso o nell’altro… le mutazioni avvengono, cioè, per piccoli passi: è difficile valutarne la risultanza nel corso di qualche anno e nemmeno di una qualche generazione. Nel breve termine, piuttosto, se qualcosa interviene a definire il nostro umore del momento è, probabilisticamente, per acquisizione culturale: una bella ragazza ci ha sorriso con simpatia, uno spettacolo interessante o un buon affare hanno corroborato il nostro umore…oppure, se credenti, usciamo dalla chiesa rinfrancati da una preghiera, da una predica o da un colloquio col parroco, ecc… Ora, “mala tempora currunt” e ce ne vuole assai per rinfrancarsi ed essere di nuovo ottimisti…non una bella ragazza…non una preghiera…ci possono risollevare,ecc…soprattutto se siamo continuamente dediti al “deprecabile lamento" che noi siamo fatti così, o al satireggiare i presunti colpevoli e intrallazzatori. Ma sappiamo anche che solo facendo appello al nostro carattere identitario che reclama per se la propria peculiare autostima, ritroveremo…magari al fondo della disperazione…il modo di predisporre mezzi e modalità efficaci per ricreare in noi, l’ottimismo e la fiducia per l’intrapresa. Che se la cosa (sfiducia, depressione, mancanza di intraprendenza e inventiva) persiste, essa diventa genetica ed è finita! Citazione:
Ancor oggi, in india, le vacche sacre passeggiano indisturbate per le città: chi poi ripulisca le vie di Calcutta non ho ben capito!... Ma che non capiti mai uno sciopero dei netturbini!? ….E noi che ci preoccupiamo per le cacche dei cagnetti!!! T’immagini raccogliere con sacchetto e paletta una cacca di mucca? Citazione:
Magari le scienze e le arti divenissero primario diletto di ognuno, ma non vedo relazione con l' adorare le capre! Neppure vedo come l'uomo potrebbe essere altro uomo diverso da sè: l’uomo autentico non può essere che lui stesso autentico...non può essere che la risultanza dei suoi percorsi evolutivi (genetica) e delle sue acquisizioni culturali ed esperienziali. Solo con diversi processi (altro universo) ed altre acquisizioni emergerebbe un altro uomo autentico..un altro io…meglio o peggio non saprei. Non possiamo pensare che dietro di noi o dentro di noi esista anche una diversa autenticità o identità inespressa e nascosta: al momento io sono solo io così come sono ..ed ancora io sarò domani...il DNA lo garantisce. Da un diverso percorso genetico/culturale sarebbe emerso un altro io …meglio o peggio che fosse non sarebbe né più autentico né meno autentico…sarebbe sempre omininino, ominide, uomo, HS, HSS, HSSS, ecc…. ma sempre un unico definito io. Ad esempio: Se sono sempre vissuto a Roma sono autentico romano...così se sono sempre vissuto a Venezia sono autentico veneziano..non è che vivendo a Roma ho dietro di me un autentivo veneziano cui aspiro...o viceversa! Srebbe assurdità! Citazione:
Non esiste una fine o un limite al voler “capire”! Citazione:
Per quanto, anche solo “amore”, sarebbe una bella e lagna! …ma oggi, le cose, non sono quello che essenzialmente sono?...come potrebbero essere diverse?...Certo che potrebbero essere essenzialmente meglio…ma anche peggio! Citazione:
Veramente di "compiuto e definitivo" non c’è mai niente: sarebbe finita l’evoluzione…cioè il progresso, il tempo, la fisica, il miglioramento….il poter essere, comunque, meglio. |
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01-11-2012, 22.07.09 | #107 | |
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03-11-2012, 01.20.15 | #108 |
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
Un altro approccio sul concetto di identità nasce dal dibattito negli anni Sessanta del Novecento da parte di letterati, storici e filosofi come Paul Ricouer che viene dalla fenomenlogia e dall’ermeneutica.
Nel dibattito contemporaneo dove vengono messi in discussione i concetti di “coscienza”, “soggetto”, “io”, Ricoeur pone l’identità nella pratica: “colui che è autore di un’azione”. Dal momento in cui la sequenza temporale di una esistenza umana che muta nel corpo, nella mente, nella psicologia , per Ricoeur la soluzione è narrativa, in quanto è la storia di quell’individuo che racconta, la storia ci dice il “chi” di quell’azione.. Quindi il “chi sono” si rivela nel “ciò che faccio. Il dilemma del soggetto identico del sostanzialismo scompare se all’identità compresa nel senso di un medesimo (“idem”) si sostituisce l’identità compresa nel senso di se stesso (“ipse”). La differenza fra idem e ipse è quella fra identità sostanziale o formale e l’identità narrativa. L’ipseità sta nell’identità della strutturale temporale conforme al modello d’identità dinamica frutto della composizione poetica di un testo narrativo.Il progetto di Ricoeur non è formulare un nuovo criterio per l’identità personale, ma mostrare i modi complessi in cui ci rappresentiamo come esseri che agiscono nel mondo. Si sposta l’attenzione sull’esigenza di un’indagine nella semantica del concetto di persona. L’identità narrativa si fa e si disfa senza soluzione di continuità. Essere una persona e ottenere la propria identità- nel senso di ipseità- significa essere un ente che non possiede un’identità stabile, chiusa,definitiva, ma che si costituisce nel continuo processo d’interpretazione e integrazione del contenuto dell’ambiente culturale. Il soggetto non è reificato ma la cui esistenza non è nemmeno negata e in cui i racconti letterari svolgono un fondamentale ruolo di mediazione per la comprensione di sé. Narrazione e azione si sono mostrate in stretto rapporto tra loro, perché la narrazione è prefigurata nell’azione mediante tratti specifici e perché permette una raffigurazione dell’esperienza temporale. E’chiaro che questa visone dell’identità sfugge al formalismo della logica e non lo esaurisce. La sua originalità sta nel legarlo alla pratica, all’azione, raccontata dalla storia dell’individuo e quindi come nella narrazione il pensiero ha punti chiave di lettura, episodi all’interno della propria storia che hanno avuto momenti decisivi, così come il proiettare nel futuro le aspettative di ciò che il passato della propria storia ha costruito. Un’identità nel cammino dell’ esistenza dichiarata dal racconto della propria storia. |
03-11-2012, 16.27.56 | #109 | |
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L’esserci è tutto quello che c’è. E con esso dobbiamo necessariamente avere a che fare. La persistenza spazio temporale del fenomeno è indispensabile: in caso contrario l’esserci sarebbe impossibile. Occorre perciò muoverci come se la cosa in sé esistesse veramente, solo in questo modo possiamo orientarci nel mondo. La “presenza reale di entita' reali nel nostro mondo” è da trattare come “vera” perché è il necessario supporto per comprendere. Tuttavia, è parimenti importante riuscire a tenere questa “verità” in sospensione, considerandola per quello che è: un’opinione. Un’opinione della quale occorrerebbe comunque diffidare. Perché se essa è utile, e persino indispensabile, per la nostra vita, d’altro canto, se corrispondesse effettivamente a Verità assoluta, quella stessa Verità annullerebbe inesorabilmente la nostra Esistenza. |
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03-11-2012, 23.49.45 | #110 | ||||||
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Riferimento: Identità. Io. Io sono.......
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Cioè: 1)- Un tale comportamento (rivolgeri a Dio) svolto in continuo con passione entra (è entrato ai primordi) a far parte del codice genetico ed è diventato trasmissibile alla progenie…saremmo, cioè, ciò che viviamo! Ma forse indulgo alla eresia epigenetica di Lipton. 2)- Il gene delle richieste di aiuto al trascendente, è comunque presente, anche se silente, nel DNA della specie: sarebbe semplice corollario al gene della paura. Emergerà quando ne sia sollecitato da tragici eventi ad hoc…o, in continuo, per influenza culturale. 3)- E’ decisamente e solo il clima ambientale, cioè l’influenza culturale, che ci spinge alla ricerca di un superiore aiuto o della cosiddetta verità dei teologi..senza alcun efetto sulla trasmissibilità gnetica. Il gene relativo al senso dell’io invece è indispensabilmente comparso proprio con l’emergere della vita…a segnare e mantenere il punto nel progredire della relativa costruzione e riproduzione nel centrifugo divergere delle varie specie emergenti. Per quanto, è pur vero che, con l’evoluzione delle specie superiori prossime a quella umana, il senso primordiale dell’io si ammanta di sovrastrutture culturali ed esperienziali che fanno emergere, oltre il senso, la coscienza dell’io…magari la coscienza di essere coscienti... che saremmo proprio noi. Infatti gli umani elaborano da millenni sistemi filosofici in proposito o localizzano la coscienza dell’io nella memoria di rivisitazioni personali e mnemoniche del presente-passato o nei propri progetti per il futuro. Il tutto contribuisce sinergicamente a formare e incrementare la coscienza di sé, della propria autostima….ecc... Ma tale coscienza inevitabilmente s'innesta, influenza, trasmette e riproduce col gene del senso del “io sono io diverso da te e da ogni altro” codificato nel DNA. Citazione:
La ammissione iniziale che chiedi (eventi miracolosi reali) toglie libertà alla soluzione finale: ammettere che gli eventi miracolosi sono reali implica la risposta già nella domanda. In realtà, comunque, i miracoli possono essere solo in deroga alle leggi dell’universo…se no non sarebbero miracoli....e sarebbe sempre questione di fede...definirli come miracoli...come volontà divina. Che poi esistano leggi particolari sui cui binari corrono i miracoli, non saprei...non c'è alcuna dimostrazione scientifica...anche qui è questione di credere...o non credere! C'è chi dice che le dimostrazioni favorevoli al credere sono parecchie...in relatà ne basterebbe una. Per contro ho proprio quì davanti il libro di Richard Dawkins: L'Illusione di Dio! Credo, comunque che la “scienza riconosciuta” prescinda da tali ipotesi e dimostrazioni: lo spirituale trascendente non è scintificamente nè negato nè affermato...solo non è contemplato: non esistono agganci oggettivamente concreti per fare diversamente. Citazione:
L’affermazione di una mutazione e di una nuova specie emergente per intervento divino non è, comunque, contemplata: se, per miracolo, accadesse con evidenza palese, sarebbe, appunto, un miracolo!? …e tutti crederemmo al divino!!! Non credo sia mai accaduto! Ma credo, comunque, che i genetisti abbiano gli strumenti per svelare il mistero in ambito immanente senza scomodare l'intervento del trascendente. Citazione:
Nell'ID tutto funziona come al naturale solo che lo fa Dio...è Dio che vede e provvede anche a ricostruire l'evoluzione delle specie a partire dal primo mattone cui insuffla la vita e coi reperti sepolti per gli archeologi: sarebbe, insomma, come una specie di turlupinatura! Ma chi può dire che non sia così?...o che sia così? La scienza se ne lava le mani facendo come sè: la ricerca e la sperimentzioni deve comunque proseguire. Ma in effetti un credente può sempre, è libero di, vedere in Dio ogni origine...l'origine di ogni legge scintifica ...anche della evoluzione delle specie per selezione naturale. Infatti, in teoria, non è sterilizzata alcuna potenziale derivazione divina, ma la scienza ne prescinde: lo scopo che la scienza si pone è quello di perseguire la conoscenza dell’universo senza ricorrere al divino...semplicemente ne prescinde! Per il divino, infatti, sopperiscono le religioni con loro teologie. Non è un capriccio, è solo che, nella scienza, non è accettabile, allo scopo di mantenere affidabilità e congruenza, ciò che non è perseguito con metodo scientifico congruente alle leggi e teorie riconosciute dell’universo. Che poi sia Dio che mantiene questa congruenza o che si verifichi "motu proprio" è, per la scienza, ininfluente. In realtà sempre più, a partire da Laplace, gli scienziati tendono a pensare che l'universo emerga per proprie leggi fisiche..."motu proprio". La scienziato, infatti, non puo' che comportarsi come se....sà benissimo che se fermasse le sue ricerche dedicandosi misticamente a pregare...non ne uscirebbe alcun risultato scientifico: è già accaduto, piu' o meno, nei 1500 anni intercorsi fra Tolomeo e Galileo. Anche ciò che è tutt’ora ignoto è perseguito, comunque, con metodo scientifico…diversamente non sarebbe scienza…sarebbe opinione, credenza, fede, superstizione, paranormale, arte, astrologia, ecc.. ma non scienza. Che poi, sotto sotto, un Dio burattinaio diriga il tutto non è di nostra competenza: non c'è alcuna dimostrazione in tal senso. Consiglierei di consultare in proposito un testo di filosofia della scienza. Citazione:
Personalmente, comunque, non capisco e non vedo la ragione per cui una entità spirituale trascendente dovrebbe preoccuparsi di farci sperimentare, nell'immanente, qualcosa oltre il naturale svolgersi delle leggi dell’universo, cui anche noi viventi, e umani, siamo vincolati. Forse che il Dio ha bisogno di una casa delle bambole?...O forse è che ipotizziamo un dio baby-sitter? In ogni caso abbiamo la spiegazione scientifica...fin quì elaborata. Oltre è compito teologico... per chi crede. Nostro compito, inoltre, è approfondire e scavare scientificamente perseguendo la scoperta di nuovi eventuali busillis…come del resto è sempre accaduto: il sapere scientifico non è statico …è in continua evoluzione, ma non può indulgere ad ipotesi fideistiche...verrebbe a mancare l'oggettività dell'eventule trovato. Amico freedom, in questa seconda parte del post ho cercato di esprimere la mia opinione circa i tuoi interrogativi, ma siamo finiti in OT! Spero che il post sia egualmente pubblicato. In seguito occorre comunque mantenersi ento i limiti dell'argomento...per quanto...ho svolto, comunque, l'argomento dell'io-identità come emanazione del DNA. Ultima modifica di ulysse : 04-11-2012 alle ore 18.54.24. |
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