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24-08-2005, 13.08.06 | #52 |
Ospite abituale
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Messaggi: 125
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tu dici:impossibilità di un'autocomprensione da parte dell'uomo=impossibiltà di avere una rappresentazione perfetta di ciò che pensiamo
aggiungo.indipendentemente dal contenuto del pensiero(o della rappresentazione),sia esso l'uomo,la natura,la realtà o il pensiero stesso(impossibilità di passare dall'evidenza del cogito alla sua esistenza) ma questa a me sembra diretta conseguenza dell'enunciato "impossibiltà di trascendere la determinatezza empirica" perché esso sta a significare che l'uomo non é assoluto(sciolto da,autonomo)ovvero che l'uomo non é in grado di porre la verità del suo giudizio intorno agli oggetti che la volontà porge all'intelletto(oggetto uomo compreso). Questa operazione é in linea di principio possibile per una soggettività infinita(approssimazione concettuale di tipo metaforico-religioso che sta a significare un'ipotetica entità assoluta che pone la verità delle sue rappresentazioni a partire da se')la quale non patisce la distinzione volontà-intelletto:ciò che vuole,é |
24-08-2005, 14.22.23 | #54 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2003
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quella relativa ad una soggettività finita é definibile come il cieco e irrazionale "appetitus",la tensione verso l'altro da se'(é da notare come nella riflessione novecentesca non si pensa più ad essa come ad una facoltà separabile dalla rappresentazione,più o meno a partire da Brentano e Husserl che parlano quindi di intenzionalità della coscienza)
in una ipotetica soggettività infinita(ripeto,concetto approssimativo) i due aspetti,intelletto e volontà,non sono più pensabili come tali.L'unico attributo che possiamo determinare più o meno a ragione ,riflettendo a partire da un regime di finitezza,é l'assolutezza intesa prima di tutto come autocausazione(il che in fondo é dire una banalità,ovvero che Dio,qualora esistesse,non sarebbe situato in nessuna determinazione empirica,fattuale come invece lo é l'uomo) |
24-08-2005, 20.00.57 | #55 |
Utente bannato
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Ma dimmi, tale volontà infinita se presente in ogni essere umano e sottoposta alle limitazioni dell'intelletto è dunque possibile? Cioé, se è interna all'essere umano per quale motivo non si dirige in un'unica direzione essendo comune a tutti gli uomini? Ciascun uomo ha volontà illimitata? E in che modo queste volontà illimitate interagiscono sul piano empirico?
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25-08-2005, 13.37.41 | #56 |
Ospite abituale
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"tale volontà infinita se presente in ogni essere umano e sottoposta alle limitazioni dell'intelletto è dunque possibile? Cioé, se è interna all'essere umano per quale motivo non si dirige in un'unica direzione essendo comune a tutti gli uomini?"
l'aspetto paradossale é proprio questo:se pensiamo la volontà non come facoltà al fianco dell'intelletto ma come atto volitivo esso è slegato dal proprio oggetto:io voglio,indipendentemente da cosa voglio.Nell'interazione con le rappresentazioni dell'intelletto si perdono questa semplicità e questa assolutezza.Già per Cartesio(che ancora GIUDICAVA l'essere)la sproporzione fra intelletto e volontà era causa dell'errore.La maturitàdel pensiero contemporaneo parla invece più modestamente di eterogeneità dei fini |
28-08-2005, 19.39.44 | #57 |
Utente bannato
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Il volere invece è profondamente legato al fine poiché non c'é volontà di agire senza fine.. fai un ragionamento estremamente arbitrario. Noi vogliamo solamente fino a quando c'é un fine da realizzare (è un'esperienza che viviamo tutti.. la depressione diventa mancanza di volontà-fini e porta al suicidio infatti) anche se la volontà può essere proiettata su più fini.. che i fini siano eterogenei non vuol dire che la volontà sia slegata da essi.. ma i fini sono legatia cosa? Alla natura intrinseca dell'essere umano? E che ruolo ha l'essere umano? Da lì possiamo cominciare a capire i fini.
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28-08-2005, 20.53.07 | #58 | |||
Ospite abituale
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Re: Esistenza
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Ciao Ultima modifica di Rolando : 28-08-2005 alle ore 20.54.16. |
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29-08-2005, 12.48.31 | #60 |
Moderatore
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Re: Re: Esistenza
Viandante:
come si puo' definire l'esistenza? cosa contraddistingue l'esistere dal non esistere? Rolando: Forse il fatto che il "non esistere" non esiste? Un può vuotina come risposta rolando, non trovi? |