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02-08-2005, 16.38.04 | #12 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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per la verita' nonim non lo so che ho detto, ci vorrebbe zanzi a spiegarmelo, ho temporaneamente sospeso l'attivita' neurale, quando rientrano dalle ferie le mie connessioni sinaptiche vedo di aggiungere qlk tassello.. cmq intendevo dire grossomodo che il tempo e' una dimensione esattamente come le atre tre e dunque non puo' avere distinzione tra ieri ed oggi, e' sempre stato ora.. uff che fatica , ma non si tratta di elaborare modelli, è cosi'
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03-08-2005, 08.42.14 | #13 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Concordo con te sulla fissità del tempo ma se fosse una dimensione spaziale non sarebbe una temporale o sbaglio? E comunque la Scienza oggi conferma l'esistenza dello scorrere del tempo mentre appartiene a culti secondari il presupporne la fissità. Io condivido l'idea di fissità temporale considerando l'eternità un istante all'interno del quale si verificano semplici iterazioni di natura fisica ed energetica che possono dare l'impressione dello scorrere del tempo per un succedersi logico delle loro reazioni. Correggimi se sbaglio in questa riflessione.
ps. forse hai fatto confusione fra dawn (emozioni amplificate, bisogno di affetto esagerato etc.) con autistico (quasi sterilità emotiva, identificazione delle persone come oggetti, interesse smodato per le funzioni meccaniche degli oggetti, nulla interazione sociale, sguardo vacuo e incapace di fissarsi su oggetti emotivi). |
04-08-2005, 12.57.53 | #14 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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seb, se abbandonassi anche l'ultimo frammento provocatorio che trascini sempre sarebbe piu' gradevole il confronto, il fatto e' che ti sei abbarbicato su questo concetto di dogma e ne hai fatto un dogma tu stesso
ora vorresti toglierli anche dove non ci sono affatto di fisica me ne interesso solo da pochi mesi, e dunque gia' nella conoscenza ufficiale ne so un bel nulla, ti pare il caso di andare a sindacare la' dove ancora non si e' nemmeno formulata una idea chiara? io credo sia il caso di conoscere approfonditamente prima le versioni ufficiali, e in secondo luogo apporre le critiche ma fino ad allora non trovo utile seguire i tuoi percorsi, magari lo puo' fare uno che e' gia' piu' avanti di me di anni nello studio ma ora come ora non sei una valida lettura per i miei interessi che sono volti solo a colmare gli aspetti lacunosi della mia cultura (sarebbe gradito anche che a fronte delle critiche, apponessi un link dove approfondire. Nel caso degli autistici lessi qualcosa a proposito della loro eccessiva emotivita' che li porta a staccare il contatto e sembrare cosi' non partecipare emozionalmente fonte:rivista di neuroscienze Mente & Cervello... pero' e' probabile parlasse di una delle varianti dell'autismo, mi pare si chiami Asperger) |
04-08-2005, 15.18.15 | #15 | |
Moderatore
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Citazione:
prendo spunto dal suggerimento di Lord Kellian di intendere l'esistenza come interazione fra oggetti e dall'intervento di nonimp quotato qui sopra, per esprimere delle mie osservazioni a riguardo. l'interazione è solo tra un oggetto e noi, o tra oggetti diversi? Cioè esiste qualcosa perchè interagisce con noi, o anche un sasso che interagisce con un albero, un ruscello, un cerbiatto, etc (ma non con noi), esiste? e se ci fossero 2 individui coscienti isoltati dall'universo? in rapporto solo tra loro 2? Questi esisterebbero? Se sì allora possiamo anche postulare l'esistenza di un unico essere del quale le sue parti del corpo interagiscono tra loro. ma qui il problema è ritornato...inoltre se si eguaglia l'esistenza all'interazione si risolve il problema sono in apparenza. infatti come faccio a sapere se esiste o meno interazione fra dei determinati oggetti? quella dell'interazione sembrava una strada promettente, però in realtà non ci fa muovere di molto, anzi cambia solo il nome del problema. epicurus |
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04-08-2005, 17.51.09 | #16 |
Utente bannato
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Messaggi: 639
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Viandante, mente bellissima e provocante. Se abbandonassi quel frammento provocatorio, quell'amaro che ti lascio sempre in bocca, sarebbe più difficile ricordare quant'é dolce il miele del sapere conquistato.. e io non avrei molto piacere nel confrontarmi con chi mi circonda. Provocare non porta solamente te ad interrogarti o gli altri. Provocare gli altri, portarli al limite, mi permette anche di mettere pesantemente in dubbio le mie teorie, scoprirne le falle, rielaborarle..
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04-08-2005, 18.22.43 | #17 |
Utente bannato
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Messaggi: 1,010
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se si eguaglia l'esistenza all'interazione si risolve il problema sono in apparenza. infatti come faccio a sapere se esiste o meno interazione fra dei determinati oggetti?
Sig epicurus, sono lieto di vederla intevenire con queste domande stuzzicanti, ma sarò abile nel sottrarmi alla domanda facendole notare che: il mio "l’interazione è l’unica cosa con cui abbiamo a che fare" intende cancellare "l'esistenza" come concetto proprio della realtà. Non mi preoccupo più di definire cosa sia l'esistenza, ben sapendo la differenza concettuale tra "interazione" ed "esistenza", riscontro inevitabilmente che: "senza interazione l’esistenza non sarebbe constatabile", pertanto assumo che l'esistenza è lungi dall'essere dimostrata, dimostrabile o riscontrabile se non per il tramite dell'interazione. Non è una questione di rassegnazione al fatto di non poter sapere se qualcosa esista o meno, è una presa d'atto del fatto che l'esistenza potrebbe essere come la sensazione di solidità che abbiamo nel percepire la materia (e sappiamo che niente nell'universo è dotato di quella solidità che noi abbiamo in testa). E' funzionale al nostro punto di vista percepire gli oggetti come solidi poihè ci interagiamo come se lo fossero (ma non lo sono). Altrettanto assumo per l'esistenza, risulta funzionale e trattabile dalla nostra mente raggruppare le interazioni sotto insiemi che percepiamo come omogenei e continui, ma mi spiego meglio..... Un sasso immerso nell'acqua, non esiste in se, il sasso immerso nell'acqua è la lettura funzionale al nostro modo di confrontarsi con quella realtà. Dico sasso perchè lo percepisco omogeneo continuo nel tempo e la percezione del sasso è ben distinta da quella dell'acqua, anch'essa omogena e continua, risulta per me funzionale trattarli come entità separate. E' ovvio che a livello di microparticelle questa distinzione,pur sempre fattibile, diventa l'ultimo dettaglio di una caos inimmaginabile, dove omogeneità e continuità mi farebbero suddividere il tutto in modo ben distinto da sasso e acqua. Se devo arredare casa, distinguo il salotto dalla cucina, se devo rifare l'impiantito distinguo il suolo dal muro.... Ma esistono distinzioni oggettive, reali e proprie degli oggetti in se? oppure queste distinzioni, queste definizioni di insiemi sono pure convenzioni basate sulla trattabilità di ciò che abbiamo davanti in un determinato contesto? opto decisamente per la seconda ed in quest'ottica la tua domanda quotata perde di significato. Non mi chiedo più "se esiste o meno interazione tra determinati oggetti" poichè non sono gli oggetti ad interagire, ma sono io che in base all'interazione che percepisco, al contesto e all'uso, assumo una convenzione secondo cui divido questa in determinati oggetti. Così quando dico che il sasso esiste, ho semplicemente scelto di isolare qualcosa dal resto poichè la sua omogeneità e continuità, rispetto al mio punto di vista, mi consentono di renderla trattabile in questi termini di "sasso esistente". |
05-08-2005, 01.08.26 | #18 |
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ciao nonimportachi il piacere è tutto mio ,
per come intendo io quello che scrivi, mi trovo concorde con te. il tuo intervento sembra finalizzato principamente a rispondere al dubbio dello scettico radicale ("io dubito dell'esistenza del mondo"). la tua linea d'azione - se ti ho capito - dovrebbe essere così: non stiamo qui a parlare tanto di esistenza in senso astratto perchè ciò è poco interessante, noi abbiamo un mondo di fronte a noi e questo è il mondo che diciamo che ci interessa (o del decidiamo decidiamo di predicare l'esistenza). però vorrei capire meglio quello che pensi perchè forse su un punto fondamentale non ci troviamo concordi. quindi la domanda preliminare che vorrei farti - prima di continuare con le mie osservazioni - è: secondo il tuo modello mi sembra che, in qualche modo, gli oggetti che non interagiscono con noi (cioè che noi percepiamo tramite i nostri senti) non esistono? oppure (dato che tu elimini il concetto di 'esistenza') che tali oggetti non percepiti non siano interessanti da prendere in considerazione? epicurus Ultima modifica di epicurus : 05-08-2005 alle ore 01.11.52. |
05-08-2005, 08.31.16 | #19 |
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Esistere …dal latino ex sistere…sistere =”stare saldo”…,quindi … il concetto primigenio di esistenza e’ imperniato sul concetto di stabilita’ , fermezza e immutabilita’…ma presto ci si accorse che tutto cambia, e la solida, assoluta stabilita’ dell’essere si circoscrisse al “hic et nunc” ; oggi ci rimane una kantiana “certezza morale” dell’esistenza nostra e del nostro mondo, domani ci restera’ solo la fede, o l’irragionevole pazza certezza di esistere.
Saluti a tutti |
05-08-2005, 09.27.15 | #20 |
Utente bannato
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gli oggetti che non interagiscono con noi (cioè che noi percepiamo tramite i nostri senti) non esistono? oppure (dato che tu elimini il concetto di 'esistenza') che tali oggetti non percepiti non siano interessanti da prendere in considerazione?
epicurusu, immagino che tra le prime parentesi tu intendessi "...che NON percepiamo..." e non "...che NOI percepiamo...", altrementi ravviserei una contraddizione (la percezione è interazione). Quindi, degli oggetti che non interagiscono, che non risultano percepibili non so e non posso sapere niente, non sono interessanti da prendere in considerazione. |