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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 09-08-2005, 22.03.10   #41
SebastianoTV83
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la distinzione che tu poni fra uomo e natura é in un certo senso arbitraria.o meglio:non esisterebbe distinzione senza il distinguente,ovvero l'uomo.E comunque questa determinazione logica,che tu ammetti,é esattamente dello stesso tipo delle "paranoie" o "circoli viziosi del pensiero" che invece ,chissa perché,respingi.Ciò di cui parli,oggetti,esistenza,corso degli eventi ecc.,fa tutto parte dei frutti dell'attività riflessiva del pensiero umano,la cui condizione paradossale consiste nell'essere contemporaneamente soggetto ed oggetto, attività e passività
non sono ammesse soluzioni(o esclusioni)di comodo solo perchè i risultati della riflessione sono assurdi o contrari al famigerato senso comune.il pensiero da' a se stesso le proprie regole

Ci sono molte distinzioni che sono arbitrarie e sulle quali fondiamo la nostra esistenza. L'arbitraria distinzione che faccio tra Uomo e Natura non differisce molto dalla tua ma mi è necessaria e ti spiego perché. L'uomo ha facoltà di distinguere, scegliere, attribuire etc. ma se così fosse in senso assoluto dovrebbe essere capace di compiere continuamente miracoli. Vuol dire che soggiace alle regole di una forza opposta e perlomeno pari che funziona su princìpi completamente differenti che ne limitano l'azione sul mondo. Postulo così l'esistenza della Natura intesa come Sostanza Prima che l'uomo plasma in base alla sue regole ma comunque dotata di leggi proprie indipendenti dall'uomo. Spero che la spiegazione ti abbia illuminato sul mio punto di vista. Se fossimo veramente soggetto e oggetto assoluti non avremmo limiti nell'agire poiché saremmo semplicemente noi il tutto. Che poi ci limitiamo a vicenda posso concordare ma ci sono leggi che vanno oltre il nostro comune percepire (costanti cosmologiche).
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 09-08-2005, 23.40.06   #42
Gest O
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Tralasciando il fatto che le costanti cosmologiche non sarebbero tali se andassero al di là della nostra percezione(o intellezione) resta la constatazione quasi ovvia che la natura non può,ripeto,intendersi come tale,proprio perché non può intendere in senso assoluto,se non in quella sua manifestazione specifica che é l'uomo.Ora ciò significa che l'uomo é il punto in cui la natura pensa se stessa e quindi la domanda legittima é:l'uomo é natura o oltre-natura?
La paradossalità della situazione riflette quindi la condizione scissa dell'uomo,soggetto ed oggetto ad un tempo.L'aspetto di limitazione risiede nel residuo di passività "naturale" che rende l'uomo incapace di operare miracoli,ovvero di infrangere le leggi della natura.Solo che queste leggi ,come le varie rivoluzioni scientifiche stanno a dimostrare,non sono iscritte nella natura!L'uomo é al contempo legislatore autonomo e coartato.Ma basta confrontare storicamente le varie nozioni di soprannaturale che si sono succedute nei secoli..
Comunque stiano le cose resta da sottolineare che la scissione si consuma su di un ulteriore livello,ovvero su quello della sproporzione fra intelletto finito e volontà infinita.Qui risiede l'effettiva causa dell'impossibiltà da parte dell'uomo di operare a livello "divino".Ma rischio di dilungarmi troppo uscendo dall'argomento principale.Mi preme solo rilevare come i problemi in gioco siano lontani dal trovare soluzioni soddisfacenti,ma che nonostante gli sforzi fatti dall'umanità nella direzione di un esercizio radicale ed emancipativo della razionalità non si é riusciti ad eliminare definitivamente la problematica dimensione del trascendente (o,in termini religiosi,del sacro)nè l'ipotetico ruolo di essa nella costituzione della soggettività finita.Da agnostico non so se ciò sia un bene o un male,ma continuo ad osteggiare gli opposti,ingenui,estremismi(riv elazionismo e ateismo)
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Vecchio 23-08-2005, 14.39.59   #43
SebastianoTV83
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Una volontà infinita non si concede ogni perfezione? E' un'affermazione forte
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Vecchio 23-08-2005, 15.01.31   #44
Gest O
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"una volontà infinita non si concede ogni perfezione?"

spiegati meglio
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Vecchio 23-08-2005, 18.47.26   #45
SebastianoTV83
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Una volontà illimitata non limita sé stessa all'interno di un'intelletto limitato, altrimenti non sarebbe più libera di volere pienamente. Se poi è olontà creatrice ancor meno..
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Vecchio 23-08-2005, 19.24.40   #46
sisrahtac
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Una cosa è l'essenza, ciò che esiste, la realtà; ed una cosa sono le proiezioni che ci appiccichiamo sopra, la fantasia.

In linea di massima esistono esistenze buie ed esistenze luminose e rari casi di esistenze e basta.

E cmq un essere si rende conto di esistere quando si accorge di non essere finto ...sempre se non lo è, finto; sempre se la sua non è veramente una falsa esistenza... perciò...

Ultima modifica di sisrahtac : 23-08-2005 alle ore 19.27.37.
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Vecchio 23-08-2005, 19.27.42   #47
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ma infatti io segnalavo la "misteriosa" compresenza di aspetto attivo-infinito(volontà) e passivo-limitato(intelletto) nell'uomo come segno(o causa..) dell'impossibilità di trascendere la determinatezza empirica.Da ciò deriva anche l'impossibilità di un'autocomprensione dell'uomo,ovvero di una trasparenza dell'ente razionale finito nei confronti di ciò che lo connota come tale,cioè la razionalità stessa.Il cane che si morde la coda..
Non capisco quale sarebbe la mia affermazione forte con cui presumo non saresti d'accordo
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Vecchio 24-08-2005, 12.02.50   #48
Gest O
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ciao catharsis,mi sembra che il tuo intervento sia equivoco:a parte la confusione fra essenza ed esistenza che molti illustri pensatori ti contesterebbero(ma non é mia intenzione in questo momento farlo direttamente) tu parli di una realtà indipendente dalla conoscenza umana distinguendola dalle fantasie che non avrebbero referenti empirici.Ma cosa significa allora parlare di esistenze buie e luminose?mi sembra una determinazione qualitativa soggettiva e quindi arbitraria..
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Vecchio 24-08-2005, 12.15.22   #49
SebastianoTV83
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Ma una volontà infinita non può essere contenuta all'interno di un intelletto limitato o questo dovrebbe adeguarsi a contenerla diventando illimitato.. questo si intende quando dicendo: una volontà illimitata si darebbe tutte le perfezioni.. per esservi contenuta dev'essere illimitata. E illimitata dovrebbe essere la nostra autocoscienza per contenere una volontà tanto grande.
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 24-08-2005, 12.22.25   #50
epicurus
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Messaggio originale inviato da Catharsis
Una cosa è l'essenza, ciò che esiste, la realtà; ed una cosa sono le proiezioni che ci appiccichiamo sopra, la fantasia.

In linea di massima esistono esistenze buie ed esistenze luminose e rari casi di esistenze e basta.

E cmq un essere si rende conto di esistere quando si accorge di non essere finto ...sempre se non lo è, finto; sempre se la sua non è veramente una falsa esistenza... perciò...

Ciao Catharsis, prima di tutto mi affianco ad un'osservazione fatta da Gest 0 - però non vorrei sbagliarmi, magari Gest 0 non voleva sostenere ciò - nei tuoi confronti. Parlando di cose che esistono e basta (senza interpretazioni di sorta) mi sembra che tu stia tirando in ballo il noumeno kantiano, ma questo concetto è altamente problematico e - io credo - in ultima analisi contraddittorio o confuso.

La mia seconda osservazione è una critica a quello che dici quando scrivi: "un essere si rende conto di esistere quando si accorge di non essere finto ...sempre se non lo è, finto; sempre se la sua non è veramente una falsa esistenza"

Mi sembra che quello che scrivi sia una gran confusione. Cosa vorrebbe dire che un essere finto si rende conto di non esistere quando ... ?
Inoltre:
Cosa significa 'essere finto'? E' semplicemente sinonimo di 'essere non esistente'? Ma se è così a che pro introdurre questa nuova espressione? E soprattutto se alla domanda "come si fa a capire se si esiste?" (che già non ha senso) si risponde - come tu fai - "Basta guardare se si è falsi o meno", se le due espressioni sono sinonimi, non hai assolutamente risposto alla domanda.


epicurus
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