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24-01-2015, 11.46.45 | #4 |
Ospite abituale
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@elsire
Smith ha detto anche che il valore di un bene può essere dato dalla sua scarsità. Però è secondo me fondamentale la distinzione che fa fra valore d'uso e valore di scambio (il prezzo), distinzione che oggi si è purtroppo persa. E' celebre l'esempio dell'acqua e dei diamanti: l'acqua ha un elevato valore d'uso e un basso valore di scambio, per i diamanti vale il contrario. @paul 11 Il marginalismo a me pare un chiaro esempio di riduzionismo, con tutti gli annessi e connessi del riduzionismo In definitiva, l'ossessione della ricerca dell'efficienza pretende che tutto ciò che fa parte del mondo economico sia quantificabile. Ma l'economia è data anche da fattori che non sono quantificabili. Come si può, ad esempio, quantificare l'abilità che occorre per ottenere una data cosa? Come misurare il valore soggettivo che una persona da a questo o a quello? Come apprezzare la determinazione, la costanza, la previdenza? Si può ridurre tutto a un calcolo? Non si possono ridurre l'ispirazione e la creatività a meri effetti di un calcolo. L'animo ha bisogno di essere riempito, non da numeri, ma da sentimenti umani. L'economia dev'essere un'arte che ci permette di collegare le risorse ai nostri bisogni. Ma mentre le risorse possono essere quantificabili, i bisogni non lo sono. I sentimenti non lo sono, e la ricchezza dev'essere un sentimento piuttosto che una misura delle risorse. Ci vuole un'economia dal volto umano. |
26-01-2015, 00.12.00 | #5 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Tutto ha un prezzo
Citazione:
Ciao CVC, adesso ho capito meglio dove vuoi arrivare. Non posso che essere d'accordo con te sul valore morale e sulla perdita di valori di questa società, ma farei alcune precisazioni che ritengo importanti che sono il mio punto di vista dal balcone che ho sul mondo. C'è l'economia ,c'è la morale e aggiungerei la politica in quanto è il tentativo di gestirle a livello sociale. Ritengo l'economia intrinseca alla natura. Perchè l'ottimizzazione dell'energia, lo scambio cellulare attraverso la membrana, la stessa evoluzione, l'ecosistema è innanzitutto un concetto economico di esseri viventi che per sopravvivere competono e devono cercare efficienza(perdere meno energia rispetto a quella che si acquisisce o almeno arrivare al pareggio). La morale non è intrinseca alla natura, lo ha solo l'uomo e probabilmente è relazionata agli istinti, ma la nostra mente superiore a quella animale la astrae, la trascende. Il risultato è che l'economia è molto più potente della morale tanto più l'uomo è "animale" non trascendentale.quel trascendentale, a scanso di equivoci, non significa necessariamente credente. Un laico che crede nel valore della libertà tanto da essere martirizzato, lo ha trasceso sulla materialità. La politica è una invenzione umana, sinteticamente e superficialmente, è la gestione dei valori morali che costituiscono la struttura su cui si forma una condivisione morale di una società di persone, dei principi che dovrebbero costituire il paradigma di riferimento di cui tutte le azioni sociali dovrebbero attenersi. Se l'economia è intrinseca nella natura significa che il principio edonistico non è stato limitato finendo nell'egoismo. La morale non riesce a contenerla e la politica fallisce nel tentativo di regolarla. E' talmente più forte l'economia che riesce a plasmarsi benissimo in ogni forma organizzativa, perchè è innata. La morale invece per esplicarsi ha necessità di una volontà più forte di quella innatezza naturale. La storia dell'umanità ci insegna che ha limitato il potere sovrano dividendolo e cioè limitandolo. l'economia non vuole nessuno limitarlo, piuttosto si perde la sovranità. Allora figuriamoci se il valore economico, il valore morale, il valore politico siano confrontabili sullo stesso piano. La corruzione pone un prezzo anche alla morale, appunto corrompendo andando oltre la liceità e legalità. Ma così come esiste il valore ora ponilo sul piano della volontà. Esiste una volontà politica che salvaguardando i paradigmi dei valori morali che costituiscono il patto della carta costituzionale, garantisca e controlli ,limitando le ricchezze? L'economia beffardamente ha preso il valore morale della libertà salvaguardando se stessa e dichiarando i libero mercato che è solo teorico, mai pratico. La libertà è il concetto morale usurpato dalla cittadinanza nelle pratiche sociali degli scambi. E adesso dopo valore e volontà mettici il concetto di potere: potere economico, potere morale, potere politico: chi vince? Il problema è l'uomo. |
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26-01-2015, 09.59.08 | #6 |
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@paul11
Ciao paul11, Adam Smith è riconosciuto unanimemente come padre fondatore della scienza economica, questo mi pare indubbio. Però ci si dimentica di una cosa che fa riflettere: Adam Smith, ancor priva di fondare la scienza economica con il suo trattato "sulle cause della ricchezza delle nazioni", era un filosofo morale. Almeno, a me la cosa fa riflettere. Ho sempre associato il famoso paradigma della "mano invisibile" di Adam Smith ad un ipocrita tentativo di giustificazione del capitalismo. Come dire "lasciateci pure arricchire per bene, che tanto poi vi lasceremo le briciole". Questa constatazione mi appare ora assai banale, se considero le tesi più famose di Smith viste alla luce di un filosofo della morale, di un uomo che si è interrogato, avendolo a cuore, sul bene per l'uomo. C'è da dire che io mi sono sempre considerato un moralista razionale, ossia ho sempre visto la morale come fondata sulla ragione. Smith fondava invece la morale sul sentimento. Ed è in vista del sentimento di vicinanza dell'uomo con i suoi simili che si pensa che sia un bene, che sia più efficiente, che chi ha più risorse si dia da fare per aumentarle, perchè questo suo conseguimento del proprio benessere provvederà, indirettamente, a migliorare anche le condizioni di chi è maggiormente povero di risorse. Infatti, si parla ai tempi di Smith, "c'è molta meno differenza fra un re ed un suddito di un paese civilizzato che fra un re ed un suddito di un paese non civilizzato; ed un suddito di un paese civilizzato possiede spesso più risorse di quelle di un re di un paese non civilizzato". Infatti in un paese civilizzato, oggi diremmo sviluppato economicamente, anche chi non ha niente può disporre di strutture, strade, trasporti, ospedali, che magari mancano del tutto in paesi non sviluppati. Ma sul punto della mano invisibile, l'accento non va posto sul tentativo di giustificare le aspirazioni capitalistiche, ma sul "principio delle cause non intenzionali". Quindi, effettuata la riabilitazione morale di Smith, resta da capire dove sta, dove è iniziato il male dell'economia, quasi unanimemente definita come "la scienza triste". Nel post precedente parlavo di marginalismo come di riduzionismo. Con tale termine intendo il tentativo di ridurre l'ambito di una scienza ad un'altro, ignorando le differenze che rendono inapplicabili i modelli della scienza che si vuole applicare ad un'altra scienza. Un pò come il tentativo di ridurre la biologia alla fisica ed alla chimica. Tale adattamento potrà offrire dei vantaggi, ad esempio maggiore sistematicità nell'utilizzo di modelli matematici, ma finisce col trascurare la complessità del mondo biologico, con i suoi grandi interrogativi che non trovano risposte nella matematica, gli interrogativi morali appunto. Allo stesso modo, questa è la mia opinione, la matematizzazione dell'economia la priva di alcuni aspetti umani. Nei grafici che studiano gli economisti, mica si descrive la dignità che per una famiglia o per un individuo derivano dal poter lavorare; perchè il lavoro non è solo salario per poter spendere, è anche ciò che ci rende partecipi della società in cui viviamo. "Libertà è partecipazione", diceva Gaber. Bei tempi quelli in cui erano i filosofi morali ad occuparsi di economia.... |
27-01-2015, 12.49.59 | #7 | |
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Ciao CVC. Ho imparato ad essere realista con il trascorrere degli anni. Adam Smith è uno scozzese come la scuola filosofica empirista.E' una morale che giustifica la divisione sociale, e sarà il pensiero socialista a mettere in discussione la "mano invisibile". Fu Smith per primo che analizzò il passaggio da un lavoro artigianale a quello della divisone del lavoro per aumentare la produttività, così ben studiato da Taylor applicato nelle catene di montaggio del fordismo. La divisione del lavoro divide la conoscenza.Ma le cose cambiano, oggi si parla d interdisciplinarietà e di integrazione perchè i contesti mutano. Ho imparato già dalla filosofia politica che ogni filosofo ha una sua gerarchia morale, cioè i valori non sono tutti sullo stesso piano. Comunque quella "mano invisibile" di Smith sarà il portabandiera del liberismo come ad esempio in Nozick sulle cause non intenzionali ,contrari alla regolazione da parte dello Stato. Quindi i principi morali vanno a farsi benedire, la regola dell'economia è quella negoziale e della "jungla". La mano invisibile e le cause non intenzionali non possono essere riconducibili ad una ragione, sono preesistenti, sono innate sono più che un sentimento, sono istinto.Penso che anche la morale attinga dell' istinto gregario tipico degli animali con differenziazione sessuale. Ma il pensiero morale non ha una forte dimostrazione della sua esistenza, se non una empatia una gregarialità che porta ad uno spirito caritatevole, solidaristico. Proprio per questo c'è la suddivisione sancita fra economia e Stato. L'economia dello scambio non deve essere governata da agenti esterni allo scambio, lo Stato interviene dopo sulle ingiustizie sociali dell'economia con le leve del prelievo fiscale, con l'assistenza e la previdenza. E' la dimostrazione che l'iniquità intrinseca nella crudeltà della regola economica non vuole da parte degli agenti un intervento esterno ,un arbitro, che cambi le regole del gioco. E'l'economia da sempre (e oggi è evidentissimo)che pone lo Stato sotto scacco. Lo vidi dal vivo lo spettacolo "Libertà obbligatoria". La libertà è partecipazione ,si diceva, poi si disse protagonismo. Nuovi protagonisti sul palcoscenico dell'economia e della politica, nuovi commensali ai banchetti delle spartizioni dei poteri economici e politici::....e nulla cambiò...anzi. Forse credo nella morale più di te. Ma deve cambiare l'uomo,deve lavorare prima sulla propria coscienza....ma molti dicono che non esiste, altri dicono che la morale è un'opinione, e altri ancora una convenzione: allora ci meritiamo questi tempi. |
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27-01-2015, 14.56.18 | #8 | |
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Sul fatto che l'economia debba essere lasciata fare, la questione è aperta. Interventi statali come il new deal, il piano Marshall e gli accordi di Bretton Woods sono stati artefici del boom economico degli anni '60 e della crescita economica che ha accompagnato l'occidente fino agli anni 90. Sarebbe, inoltre, proprio l'aver tolto alcune limitazioni economiche, quali i rapporti fissi di cambio fra le monete e la divisione fra attività creditizia e speculativa delle banche, ad aver portato alla crisi. Io credo che la morale derivi fondamentalmente dall'uomo, che è sia istinto che ragione. Tutto ciò che deriva dall'uomo è una commistione fra istinto e ragione, quindi anche l'economia. Ma non si può ridurre tutto all'utilità marginale, dare un prezzo ad ogni cosa per poter risolvere ogni problema con l'incontro fra curva di domanda e offerta. Questo utilitarismo presuppone ciò che non sa determinare con precisione: cosa sia realmente utile. E che rilega, spesso, la morale fra le cose inutili. |
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27-01-2015, 19.39.50 | #9 |
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AL DI LA DEL BENE E DEL MALE (direbbe Nietzsche)..
a dir la verità i Marginalisti x calcolare l'Equilibrio del Consumatore (e parallelamente quello del Produttore con la Produttività Marginale Decrescente) non usano l' Utilità Marginale Semplice bensì l' Utilità Marginale Ponderata ovvero la UM / Prezzo di Mercato.. ovvero il Rapporto tra la Utilità x Me vs la Utilità per la Collettività (il Mercato).. attraverso il Mercato poi si può banalmente dare Valore anche al Fattore Produttivo Lavoro (la Cosificazione dell'Uomo).. ed anche qui banalmente: se il signor Y è bravissimo ma ci son miliardi di Y come lui a spasso guadagna poco.. inoltre: se il signor Y è bravissimo ma fa cose che agli altri non interessano guadagna poco (salvo sussidi statali: es la Musica Classica con i Teatri Vuoti ed i Costi Alti).. se un Pirla tira Calci al Pallone ma milioni di persone pagano x vederlo allora quel pirla è milionario.. circa la differenza tra Valore e Costo del Lavoro è semplice : il costo è quello che ti danno di salario, il Valore è quello a cui l'impresa lo Rivende sul Mercato (incorporato nei prodotti).. ovviamente è impossibile calcolare il Vero Contributo di Ogni Fattore al valore.. la Contabilità Analitica (detta anche Industriale o Gestionale x distinguerla da quella Generale o Amministrativa/Civilistica) ci Prova ma, detto fra noi senò gli Aziendalisti si offendono, è molto ma molto Arbitraria (e spesso distorta ad usum del fini).. secondo me: la Monetarizzazione degli Umani è DESTINATA INEVITABILMENTE ad Ampliarsi a Quasi Tutti gli Ambiti della Vita e su Scala Planetaria.. mi piace ? NO .. ma questo è quel che credo (anzi son sicuro) che accadrà.. e non credo che dipenda SOLO da 10.000 SuperManagerCapitalistiBanchie ri Cinici, che sicuramente esistono è son dei meschinetti senza saperlo, ma che ANCHE LORO FAN PARTE DELL'INCONSCIO COLLETTIVO DELLA SPECIE UMANA CHE CI STA PORTANDO DOVE VUOLE LUI.. secondo me.. e se interpreto bene il tuo motto sul Volere in calce ai tuoi post anche tu forse la pensi così.. . |
28-01-2015, 20.41.43 | #10 | |
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Anch'io penso che ciò che non si può evitare debba essere accettato con rassegnazione, come il cane legato al carro: se segue il carro non subisce alcun danno, se si oppone al carro ne esce maciullato. Ma la monetarizzazione del mondo non la vedo come una cosa ineluttabile, anzi credo che sia un tentativo di elevare l'economia a scienza perfetta destinato a fallire miseramente. |
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