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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-01-2015, 15.55.47 | #5 |
Ospite
Data registrazione: 31-07-2013
Messaggi: 22
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
La tecnologia progredisce più velocemente della cultura. Penso che tutti i problemi fin'ora discussi possano essere ricondotti a questa banalissima assunzione. Siamo come i nazisti che, dopo aver vinto la guerra ed aver gettato uno sguardo alle tecnologie future, si dicono: come faremo a capire chi è ebreo e chi non lo è sul web? In realtà alla fine il problema non si è proprio presentato, perché culturalmente ci sono stati, seppur non granché significativi rispetto all'avanzamento tecnologico, dei "progressi".
Tendiamo a fare previsioni basandoci su un contesto tecnologico avanti di decine di anni, ma senza uscire dal nostro punto di vista di uomini di inizio ventunesimo secolo. Che senso ha? Chi dice che fra cento anni le persone si sposeranno ancora, o che ci saranno ancora dei giudici? Bisogna contestualizzare. Un altro errore che viene fatto è quello di vedere il progresso tecnologico come qualcosa di lineare: primo progresso fra venti anni, poi fra cinquanta, poi fra cento, poi fra altri cinquant'anni, e via così finché non si arriva all'assurda cifra di mille anni "solo" per essere in grado di replicare alla perfezione il cervello umano. Il progresso scientifico e tecnologico è invece cumulativo ed esponenziale. Che cosa sono i progressi che sono stati fatti dall'antichità fino all'età moderna, rispetto a quello che abbiamo ottenuto soltanto negli ultimi cinquant'anni? E' a dir poco impensabile, a mio modo di vedere, che ce ne vorranno anche solo altri cento per ottenere la tecnologia di cui si parla. Dire come sarà il mondo fra cent'anni sarebbe come chiedere a Dante di immaginare il 2015. Fatte queste due premesse a mio parere fondamentali, ritorno alla prima cosa che ho scritto: la tecnologia progredisce più velocemente della cultura. La nostra concezione di identità è anacronistica se paragonata al progresso tecnologico. Ed è sempre stato così, è come se la tecnologia avesse vita propria, evolvendosi senza neanche accorgersi del fatto che i fenomeni culturali e sociali, pur essendo indissolubilmente interconnessi ad essa, sono terribilmente in ritardo. Tutto ciò che ai nostri occhi sembra essere fantascientifico, contro-intuitivo e destabilizzante, sarà la normalità per un bambino che è già nato in quel mondo. Molto probabilmente quel bambino non avrà bisogno di una cultura filosofica per capire che il Sé è un concetto antiquato e poco funzionale alla società in cui vive. Probabilmente non vedrà mai se stesso come un individuo, e saprà affrontare discussioni del genere in modo intuitivo e spontaneo. Cosa che noi non possiamo fare. Penso che la cultura cercherà, pur sempre con i suoi ritmi, di adattarsi funzionalmente alle nuove tecnologie. Se ad esempio le stampanti 3D delle prossime generazioni potranno replicare sotto istruzione informatica pressoché qualsiasi oggetto di uso quotidiano e non (non che sia una visione granché futuristica, questa), il capitalismo e tutti i fenomeni culturali e sociali ad esso collegati (competizione, lavoro, classi sociali) dovranno in qualche modo adattarsi per sopravvivere. Potrebbero addirittura crollare per essere sostituite da una cultura completamente diversa, che è quello che mi auguro. Ma ovviamente si rimarrà sempre indietro, in qualche modo. Il metodo scientifico ha avuto difficoltà a diffondersi, prima che Napoleone laicizzasse l'Europa. Ed oggi è solo grazie alla flebile speranza (fin troppo flebile, direi) che riponiamo nella meccanica quantistica se concetti come volontà, libero arbitrio, responsabilità, bene e male sussistono e ricoprono ruoli fondamentali nelle istituzioni. Ed è con questi concetti anacronistici già oggi che giudichiamo il futuro. |
25-01-2015, 18.42.33 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
Citazione:
Decisamente queste estrapolazioni fantascientifiche a cosa (forse) si potrebbe realizzare fra mille anni quando abbiamo "buone" (si fa per dire...) probabilità di avere già innescato processi irreversibili tali da comportate ineluttabilmente e ben prima la nostra estinzione come umanità "prematura e di nostra propria mano" mi infastidiscono un po' (oltre a sembrarmi un po' "fuori tempo massimo": non siamo più all' epoca di Jules Verne). Comunque due identici CD suonati su due identici riproduttori in condizioni di umidità, pressione, temperatura, composizione del pulviscolo atmosferico, ecc. -?-) il più possibile identiche uno in Nuova Zelanda e uno in Italia determinano il risuonare di due melodie senza reciproche differenze di fatto avvertibili e dunque considerabili "con ottima approssimazione" identiche, ma che non costituiscono un unico evento, bensì due eventi reciprocamente distinti per quanto identici (non perfettamente ma solo "con ottima approssimazione": di fatto nessuno riuscirebbe a trovare differenze fra di essi). E del tutto analoga dovrebbe essere la situazione delle due esperienze coscienti corrispondenti all' "originale" umano ed alla sua "copia (con ottima approssimazione) identica" al momento iniziale dell' esistenza di quest' ultima, prima che le diverse esperienze di vita le facciano differire sempre più. Due fotocopie ottimamente realizzate di un solo foglio stampato originale con una banale fotocopiatrice odierna non si distinguono in alcun particolare, ma non sono un' unica cosa, bensì due cose, per quanto identiche. |
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25-01-2015, 23.41.10 | #7 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
Citazione:
Certamente però qui si potrebbe notare che il problema della copia è un problema strettamente connesso alla produttività standardizzata industriale che di per sé mira a eliminare ogni differenza negli oggetti prodotti in serie per farne prodotti di consumo massivo, mentre l'originale vero e proprio resta solo nell'idea, in una sorta di assurda potenza a priori dell'atto per dirla secondo Aristotele. Ma l'idea dell'uomo riprodotto in tante copie simili da una tecnologia del futuro dove è? Sta davvero nei suoi atomi? o non nelle sue esperienze? E i segni che gli atomi (quali atomi? solo del suo corpo? o dell'universo intero con cui interagiscono?) registrano in un infinitesimo istante (l'istante della fotocopia) equivalgono davvero alle esperienze stesse nel momento in cui quell'uomo le ha vissute o non implicano un'enorme differenza proprio perché il segno della memoria non equivale proprio per nulla al segnare del vissuto ("l'esperienza d cui la copia non ha esperienza", come dice Vanina)? Cosa giustifica l'assunto che i "lego" di base sono uguali per tutti se non un certo pregiudizio assai riduttivo e molto di comodo tanto per farla corta? Pertanto il dubbio sul fatto che "il prodotto neuronale del loro cervello, quanto a memoria, volontà, sentimento e pensiero sarebbe pressoché lo stesso" mi pare abbia comunque tutto il diritto di sussistere forte. E ha certo diritto di sussistere anche il dubbio di essere la stessa persona di venti anni fa, anzi sicuramente non lo sono, o meglio lo sono nel riassunto di identità che ora e solo ora riferisco a me stesso come attuale memoria e aspettativa. Io sono quella identità solo nella rappresentazione soggettiva di questo momento presente che mi si presenta adesso come una sommaria e ambigua narrazione che ha per titolo "me stesso e medesimo". Ma se l'identità riguarda solo il sentimento attuale del soggetto non sarà una illusione assurda intenderla come un puro oggetto-cosa del tutto riproducibile all'infinito, basta avere una tecnologia abbastanza avanzata nel farne fotocopie sia pure in 3D? (E poi chi ha detto che 3D bastino?) |
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26-01-2015, 07.32.42 | #8 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 27-08-2014
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
Live scrive: "La nostra concezione di identità è anacronistica se paragonata al progresso tecnologico. Ed è sempre stato così, è come se la tecnologia avesse vita propria, evolvendosi senza neanche accorgersi del fatto che i fenomeni culturali e sociali, pur essendo indissolubilmente interconnessi ad essa, sono terribilmente in ritardo."
Condivido sicuramente l'assunto che la cultura sia sempre in ritardo rispetto al progresso...ma, la nostra coscienza di esistere come singola identità individuale, non ha niente a vedere...nè con l'una, nè con l'altro. La nostra concezione di identità non è un prodotto culturale, ma una componente filogenetica innata; il che, come sembra, forse accade anche in altri animali superiori. Live confonde filogenesi e cultura. Fare V in segno di vittoria con le dita, è un portato culturale, che, come è sorto nei secoli, nei secoli sarà soppiantato da altre formule espressive. Piangere, ridere e sorridere, sono comportamenti filogeneticamente acquisiti (cioè, supportati dal DNA), i quali, sono sempre stati comuni a tutte le culture umane; a prescindere dallo spazio, dal tempo...e dalla cultura. Tali comportamenti, evolutisi in milioni di anni, solo dopo molti milioni di anni verranno -forse- soppiantati da altre formule espressive. E il senso di identità è molto più antico del pianto, del riso e del siorriso...per il cui il "progresso tecnologico" gli farà un emerito baffo. Non ci sarà mai nessun bambino a vedere il Sé, come un concetto antiquato e poco funzionale alla società in cui vive. Almeno nessun bambino "sapiens"...fidatevi! Live, poi, scrive che, quell'ipotetico bambino (al passo con i tempi tecnologici): "...probabilmente non vedrà mai se stesso come un individuo, e saprà affrontare discussioni del genere in modo intuitivo e spontaneo. " Se non vedrà se stesso come un "individuo", come si vedrà...come una "folla"? E come farà a discutere con altri, visto che le discussioni avvengono solo tra "individui" (come quella che io e Live stiamo avendo adesso)? Non capisco, peraltro, cosa Live intenda per discussioni "intuitive e spontanee"; "intuitive e spontanee" sono alcune scoperte e le risate, ma le discussioni devono essere razionali e fondate sulla logica...o non sono tali. Però su una cosa Live ha ragione, ed io torto: il progresso tecnologico avanza in modo esponenziale...per cui le mie previsioni (anche se desunte da ciò che ho letto), sono probabilmente troppo a lungo termine. Come sostiene lui, forse, cose "prodigiose" come la duplicazione, avverranno molto prima di quanto si possa immaginare. |
26-01-2015, 08.03.42 | #9 | |
Ospite abituale
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
Citazione:
(Senza potere argomentare adeguatamente per motivi di spazio) Ritengo, in accordo con una fetta consistente di tradizioni filosofiche e di filosofi odierni, che la responsabilità morale sia compatibilissima anche con il più ferreo dei determinismi, senza doversi aggrappare alla flebile speranza costituita dalla M Q per "salvarla" (credo anzi che richieda come conditio sine qua non per lo meno una qualche forma "debole" di determinismo, e sia invece incompatibile proprio con il "libero arbitrio" se inteso come indeterminismo intrinseco dei comportamenti; che sia compatibile con esso e ne necessiti solo se lo si intende come indipendenza da corcizioni esterne). |
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26-01-2015, 09.58.27 | #10 |
Nuovo ospite
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Riferimento: In Futuro, Potremo "salvare" Il Nostro Io (come In Un Videogame) E Divenire Immortali
Sgiombo scrive che le mie: "estrapolazioni fantascientifiche lo infastidiscono un po' , oltre a sembrargli un po' "fuori tempo massimo", in quanto non siamo più all' epoca di Jules Verne".
Gli ricordo che Verne scrisse "Dalla Terra alla Luna" nel 1865, quando si riteneva impossibile che potessero volare oggetti più pesanti dell'aria, e quando tutti ritenevano che, un viaggio sul nostro satellite, fosse molto più di una estrapolazione fantascientifica, bensì una vera e propria fantasia che non si sarebbe mai realizzata. Ed invece si è realizzata appena un secolo dopo, nel 1969...e adesso è storia...e pure un po' noiosa e vecchiotta. Condivido, peraltro, il resto del suo discorso; e, soprattutto, la conclusione: "Due fotocopie ottimamente realizzate di un solo foglio stampato originale con una banale fotocopiatrice odierna non si distinguono in alcun particolare, ma non sono un' unica cosa, bensì due cose, per quanto identiche." Ed infatti, il futuribile "duplicatore", non ci donerebbe di sicuro l'immortalità, ma solo di morire più di una volta, autonomamente; perchè ogni singolo individuo, comunque, morirebbe per conto suo...con una singola memoria massima di circa 90/100 anni. Però, occorre anche tenere presente -appunto- l'aspetto della memoria. Ed infatti, nel mio primo intervento (per non complicare troppo il discorso), non avevo accennato al futuribile progetto del "teletrasportatore". Si tratta, in buona sostanza, dello stesso congegno del "duplicatore", ma finalizzato precipuamente al "teletrasporto"; quello, cioè, che, comodissimamente, già viene utilizzato in Second Life (lì definito TP). Tale apparecchio, in pratica, dissolverebbe l'esemplare che si trova nel luogo di partenza del TP, per ricostruirlo "tel quel" nel luogo di arrivo. Per cui resterebbe un unico esemplare, arrivato (rectius "creato") a destinazione con la memoria di quello distrutto. Ci sarebbe continuità di identità, coscienza e memoria, nell'esemplare rimasto? Sicuramente sì. Quest'ultimo, infatti, ricorderebbe di essere entrato pochi secondi prima nell'apparecchio teletrasportatore della Terra, ed essere riapparso pochi secondi dopo in quello di Marte; e rammenterebbe tutta la sua storia precedente, da quando è nato alla sua attuale età. Avrebbe la stessa cotta per la stessa moglie, avrebbe gli stessi gusti, lo stesso carattere ecc.. Ora, sotto un profilo, per così dire, "ontologico" ha ragione Sgiombo nel dire che, comunque, sono due cose identiche, ma diverse. Però, due cose distinte, ma con una identica coscienza ed un'unica memoria...sarebbe un caso davvero molto particolare. A livello coscienziale, in effetti, sarebbe sempre lo stesso individuo; o, quantomeno, questo sarebbe quello che penserebbe lui. Il che, poi, è l'unica cosa che conta. Così come io penso di essere lo stesso che ero a tre anni...pur essendo da tale "antico" esemplare, molto più diverso, di quanto non lo sarebbe una mia copia fatta cinque minuti fa. Ed infatti, il corpo umano è dotato di un sistema che porta ad un "suicidio" programmato delle cellule, con l'eliminazione di quelle più vecchie e malate, e il rimpiazzo con unità sane : l'apoptosi. Un po' come la nave di Teseo! Per cui, ragionare sulla mia ipotesi (fantascientifica fino a un certo punto) se non altro, potrebbe servire come spunto euristico per riflettere sul senso dell'"io"...e su "dove", "come" e "quando" si trova. |