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22-02-2014, 10.16.42 | #53 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
** scritto da sgiombo:
Citazione:
Forse non hai ben letto o considerato il mio precedente commento, non esistono "diversi casi" ( a meno che non si questioni con megalomania). Ad un certo punto delle discussioni su eventi trascendenti, così come l'esistenza dell'Anima o la scintilla del Big-bang o ecc. ecc., avvolti ancora nel Mistero (ribadisco), senza una prova di laboratorio che accerti la loro sicura provenienza o realtà, la logica deve cedere il passo ad una ragione di e per fede, obbligatoriamente, poiché nessuno, fino ad oggi, può affermare con verificata ed indubbia evidenza l'esistenza o meno dell'Anima o che il Caso sia il volto anonimo di Dio. Quindi siamo innanzi a "differenti credenze" motivate in ragione di una fiducia acquisita, provata e sperimentata, nell'esperienza quotidiana personale, e non per merito di logica. Citazione:
Sempre seguendo l'argomentazione sovraesposta, dovresti prima spiegare a quali decreti, per fede, attribuisci la scissione del bene e del male, e poi forse potresti anche accusare Hitler di aver avuto una vita malvissuta (anche se lui potrebbe sempre rispondere dopo la vita c'è il Nulla e tutto il lasciato è perso!), poiché per tantissimi altri è la vita di Allende da biasimare. Tu conosci bene la mia fede, e secondo i decreti del mio "credo" Hitler e Allende, Castro e Mussolini sono nello stesso girone dantesco, non c'è differenza nell'essere prepotente od invidioso, altro che enorme. Ma può darsi anche che sono in errore e che Dio e la dannazione dell'Anima siano una bufala, ed allora da quale pulpito posso criticare la vita di chicchessia?!?!?! |
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22-02-2014, 12.37.18 | #54 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 12-02-2014
Messaggi: 36
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Citazione:
Epicuro può farti passare la paura della morte: « Il male, dunque, che più ci spaventa, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c'è lei, e quando c'è lei non ci siamo più noi. », ma il NONSENSE (secondo i parametri nichilisti materialisti) di essa rimane. E anche con questa frase tutte le persone che conosco "atee" hanno il terrore di sparire nel nulla, e fanno di tutto per distrarsi e non pensarci (escluse eccezioni ). |
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22-02-2014, 17.22.18 | #55 | ||
Moderatore
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Messaggi: 1,314
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
@Sgiombo: al di là dell'elenco che ho tentato di dare per costruire un abbozzo fenomenologico della volontà di potenza e i cui elementi presi separatamente possono anche offrire considerazioni positive, penso che in queste tue parole stia ciò che permette di dare il senso generale della volontà di potenza:
Citazione:
A questo si può certamente obiettare che noi non conosciamo l'essente integralmente per come è in quanto di esso diamo solo limitate rappresentazioni che offrono degli essenti sempre e solo raffigurazioni parziali e quindi finte e pertanto falsificabili, dunque non possiamo uscire dai giochi della volontà di potenza ove le rappresentazioni contrapposte tentano costantemente di annientarsi reciprocamente mostrando la loro maggiore potenza. Questa obiezione può venire superata includendo nella rappresentazione il limite di se stessa, ossia il limite di ciò che essa, per come è non può mostrare o può mostrare solo come altro da sé. Per meglio chiarire questo significa che per uscire dal gioco falsificante e nichilista della volontà di potenza occorre dire delle cose ciò che esse mostrano, ma in cui il ciò che esse mostrano include pure ciò che di esse non sappiamo (include il nostro non sapere in merito ad esse) e quindi non può apparirci in ragione dei nostri limiti rappresentativi che demarcano comunque il nostro processo cognitivo su qualsiasi base metodologica lo si voglia fissare. In tal modo lo stesso gioco della volontà di potenza (che dopotutto non è altro che il gioco del divenire) che si conclude nel porre il niente come unico reale essente, diventa il gioco di un continuo infinito apparire sempre più aperto che intravvede senza afferrarla in ogni essente l'infinità che gli è propria. In questo senso il pensiero filosofico aiuta. Citazione:
Il concetto di volontà di potenza che ho espresso si riferisce in particolar modo alla lettura che ne dà Severino certo con riferimento fondamentale a Nietzsche, il quale a sua volta è ispirato da Schopenhauer e influenzato più o meno consapevolmente da Stirner ("L'unico e la sua proprietà"), filosofo a mio avviso indebitamente spesso marginalmente considerato, per quanto ritengo riguardi l'elaborazione dell'idea del super uomo. Ma ovviamente di questo se ne può discutere a parte coinvolgendo chi ha una competenza filosofica maggiore della mia e che certo potrebbe trovare del tutto arbitrario quanto sostengo. |
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22-02-2014, 19.10.05 | #56 | |
Moderatore
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Messaggi: 335
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Questo breve approfondimento del concetto di volontà di potenza è molto interessante.
Finora anche a me, come a sgiombo, questo concetto risultava essere piuttosto fumoso. Citazione:
Solo una domanda: In che modo il gioco della volontà di potenza (che abbiamo visto essere il voler credere il falso di ciò che è vero) si conclude nel porre il niente come unico reale essente? |
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22-02-2014, 19.19.16 | #57 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,234
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Duc in altum!:
Forse non hai ben letto o considerato il mio precedente commento, non esistono "diversi casi" ( a meno che non si questioni con megalomania). Ad un certo punto delle discussioni su eventi trascendenti, così come l'esistenza dell'Anima o la scintilla del Big-bang o ecc. ecc., avvolti ancora nel Mistero (ribadisco), senza una prova di laboratorio che accerti la loro sicura provenienza o realtà, la logica deve cedere il passo ad una ragione di e per fede, obbligatoriamente, poiché nessuno, fino ad oggi, può affermare con verificata ed indubbia evidenza l'esistenza o meno dell'Anima o che il Caso sia il volto anonimo di Dio. Quindi siamo innanzi a "differenti credenze" motivate in ragione di una fiducia acquisita, provata e sperimentata, nell'esperienza quotidiana personale, e non per merito di logica. Sgiombo: Il fatto che anche il credere in ciò che ci dice la scienza implica l’ assunzione di taluni assunti indimostrabili non la pone affatto sullo stesso piano del credere nelle più svariate fedi irrazionali (superstizioni e religioni) che sono di gran lunga più infondate e arbitrarie richiedendo molte più assunzioni indimostrabili se non anche (come nel caso della religione cristiana, per lo meno nella sua versione cattolica romana che conosco assai bene, affermazioni autocontraddittorie dai loro sostenitori dette “misteri”), e non ricevendo, al contrario delle conoscenze scientifiche, alcuna conferma empirica (nemmeno alla ineliminabile condizione di talune affermazioni indimostrabili). Sui problemi di conoscenza che la scienza non ha risolto non è affatto necessario credere “obbligatoriamente” una qualche “verità” indimostrata purchessia; si può benissimo sospendere il giudizio! Duc in altum!: Sempre seguendo l'argomentazione sovraesposta, dovresti prima spiegare a quali decreti, per fede, attribuisci la scissione del bene e del male, e poi forse potresti anche accusare Hitler di aver avuto una vita malvissuta (anche se lui potrebbe sempre rispondere dopo la vita c'è il Nulla e tutto il lasciato è perso!), poiché per tantissimi altri è la vita di Allende da biasimare. Sgiombo: Non credo proprio ci sia bisogno di argomentare circa la malvagità di Hitler; (e ammesso e non concesso: sinceramente ho qualche dubbio in proposito, ma non me ne frega niente!) che credesse che dopo la vita ci sia il nulla, ciò non ha alcuna attinenza con la malvagità del suo operare. Non dubito che per dei fascisti (ma non credo poi siano così tanti) la vita di Salvador Allende sia da biasimare: meno male per la sua onorata memoria (sarebbe infamante il contrario)! Duc in altum!: Tu conosci bene la mia fede, e secondo i decreti del mio "credo" Hitler e Allende, Castro e Mussolini sono nello stesso girone dantesco, non c'è differenza nell'essere prepotente od invidioso, altro che enorme. Ma può darsi anche che sono in errore e che Dio e la dannazione dell'Anima siano una bufala, ed allora da quale pulpito posso criticare la vita di chicchessia?!?!?! Sgiombo: Ne prendo atto, con sincero rammarico. La vita propria e degli altri può e deve essere criticata dal "pulpito" (per niente solenne e arrogantemente presuntuoso: per questo uso le virgolette) della propria coscienza. |
22-02-2014, 19.26.01 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Citazione:
Rilevo la tua persistente presunzione nell’ uso delle virgolette per parlare degli atei: se si definiscono tali -per correttezza verso di loro- devi accattare che lo siano e smetterla di pretendere che in fondo al loro animo debbano avere per forza un qualche barlume inconsapevole di fede. Non é vietato o comunque impossibile essere atei: fattene una ragione! E la mia esperienza personale, che mi dice esattamente il contrario, mi induce a dubitare che anche il presunto terrore di sparire nel nulla di tutti gli atei (senza virgolette, per favore!) da te conosciuti (salvo eccezioni) non esista realmente (in loro) e te lo immagini tu (visto che hai la spiccata tendenza a credere di conoscere gli intimi convincimenti degli altri meglio dei diretti interessati…). Diverso é il discorso circa la paura di soffrire (morendo ma anche lontano dalla morte); personalmente conosco ben poche persone, d'animo molto forte, che non l' abbiano (e io personalmente non sono fra costoro). |
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22-02-2014, 20.05.02 | #59 | |
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Citazione:
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22-02-2014, 20.30.58 | #60 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?
Citazione:
A essere franchi “il voler credere il falso di ciò che è vero" (che affermi essere ciò che intendi per “volontà di potenza”) a me fa decisamente l' impessione di una manifestazione di pazzia (letteralmente: qualcosa di patologico; che effettivamente é forse ciò che tu pensi della volontà di potenza). Un conto è coltivare illusioni e fantasie irrealistiche, che se non si esagera può dare qualche momento di felicità, un po’ come il cioccolato assunto in non eccessive, ragionevoli dosi, un altro ostinarsi a pretendere che la realtà sia diversa da come è; fra l’ altro se così fosse non ne deriverebbe alcun pericolo per l’ umanità poiché sarebbe inesorabilmente condannata all’ impotenza. Quanto poi alle tue parole che seguono questa perentoria (e almeno comprensibile) affermazione, devo dire che non riesco proprio a comprenderne il senso (le trovo, in effetti, molto severinane). |
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