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Vecchio 16-02-2014, 13.50.22   #21
Duc in altum!
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

** scritto da Angelo Cannata:

Citazione:
Ragionando col metodo di Zichichi, bisognerebbe concludere che, siccome un bambino non riesce a capacitarsi di come suo papà possa riuscire a far sparire e riapparire un giocattolo, allora vuol dire che suo papà è un Dio.


Penso che sia più giusto ed obiettivo (visto che siamo ancora avvolti nel Mistero) sostenere, che il bambino ancora non sa se, quella persona che gli fa sparire e riapparire il giocattolo, sia il suo papà o Gesù.
Per adesso può affidarsi solo alla sua innocente fiducia.
Così come fa Zichichi.

Ultima modifica di Duc in altum! : 16-02-2014 alle ore 22.33.32.
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Vecchio 16-02-2014, 19.44.15   #22
sgiombo
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Sgiombo:
Poi non posso negare che in tutto quello che non é assolutamente impossibile, come non lo é ad esempio (oltre alla sopravvivenza delle nostre esperienze coscienti; e credo altrettanto) il vincere a una lotteria comprando qualcuno dei dieci o venti milioni di biglietti venduti (cosa che personalmente non farò mai) non é vietato (ma a mio avviso é irragionevole) sperare...

Acquario 69:
non credo si tratti di speranza, almeno per "l'idea" che me ne sono fatto..magari può esserlo per quelle persone che cercano un appiglio che poggia pero sulla sua stessa illusione e che trasfigura se stesso in un ipotetica prosecuzione di una vita ultraterrena pressapoco nella stessa identica maniera a cui e' abituato a concepirla in questa,con gli stessi parametri del suo stesso ego.(dunque una perfetta illusione)

Sgiombo:
Ma se non è speranza cos’ è?
Sicuramente non certezza di sopravvivenza alla morte del proprio corpo.
Allora l’ unica alternativa che riesco a considerare è la certezza della fine della propria esistenza allorché morirà il proprio corpo.




Acquario 69:
siamo troppo abituati a pensare in maniera dicotomica,a fare distinzioni,delineare confini e a separare (la vita da una a parte,la morte da un altra/io da una parte (ego) tutto il resto dall'altra,lo stesso vale per il tempo,passato da una parte,futuro dall'altra..)

Sgiombo:
Non vedo che altro modo ci sia di pensare (sensatamente): o esisto come coscienza in divenire oppure non esisto (o sento o non sento, o accadono sensazioni o non accadono).
Un fatto che non sta accadendo al presente o è già accaduto o dovrà ancora accadere (se ho compiuto sessant’ anni non è che li dovrò ancora compiere: dirlo sarebbe una pretesa affermazione senza senso; casomai ne compirò settanta, se avrò la fortuna di non morire prima).




Acquario 69:
basta pensare,come già qualcuno ha fatto notare che per qualsiasi interpretazione sia solo la scienza a fornire tutte le risposte,quando poi basta vedere come infine proprio grazie al suo riduzionismo ci siamo "atomizzati" e miseramente accartocciati su noi stessi..

in realta non può esserci separazione.

Sgiombo:
Interpretazione di cosa?
La scienza spiega ottimamente alcune cose, risolve ottimamente determinati problemi (teorici e pratici) ma ovviamente non è onniscienza: ci sono questioni che non possono trovare una spiegazione scientifica.
Non vedo che cosa c’ entri il riduzionismo scientifico con i (colossali, pazzeschi) guai attuali dell’ umanità; casomai questi dipendono da uno squilibrio fra conoscenze scientifiche e capacità di utilizzarle proficuamente e prudentemente: gli attuali assetti sociali fanno sì che l’ umanità usi della scienza come un bambino potrebbe usare un’ arma da fuoco lasciatagli imprudentemente a portata di mano; non è certo colpa dell’ arma stessa, né di chi l’ ha progettata o costruita se il bambino usandola si fa del male!

Non capisco fra che cosa e che cos' altro non possa esserci separazione in realtà.

Ho provato a leggere l’ articolo da te consigliato ma purtroppo non ho avuto la pazienza di superarne la metà circa (mi sembrano elucubrazioni prive di interesse; ovviamente per me personalmente: se l’ hanno pubblicato, evidentemente altri, oltre a te, lo trovano interessante).
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Vecchio 16-02-2014, 19.53.09   #23
sgiombo
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

animaB.:
MA come può essere che questa materia inanimata senza intelligenza crei vita e esserei pensanti con un DNA ORDINATO? Poi talmente pensanti che iniziano a studiare la materia che li circonda e a chiedersi che cosa loro siano?
A STO PUNTO LA SCIENZA DEVE DIRE CHE IL CAOS E' COSCIENTE DI SE !
(ripeto come sempre che è una domanda neutra nè religiosa nè atea

Duc in altum!:
Od anche: come, quando e perché dal Caso "inanimato" siamo giunti allo scopo dell'esistenza, al fine della vita, al senso dell'Anima?!?!

Inoltre da sempre esistono uomini e donne della scienza (più che attendibili) che sostengono che una supermente, una superanima, dirige l'apparente "caos", è quella scettica o atea che non condivide questa teoria, il perché è semplice, nel secondo caso ognuno da il senso che desidera, che preferisce, che conviene, alla vita.

Sgiombo:
La scienza, anche se non pochi scienziati poco ferrati filosoficamente pensano il contrario, non è compatibile con il divenire caotico o casuale della natura ma necessita come una conditio sine qua non (indimostrabile: Hume!) che la natura divenga ordinatamente, secondo modalità o leggi universali e costanti (siano esse più o meno meccanicistiche o statistiche).
E spiega egregiamente come sia comparso naturalissimamente (senza interventi di “esseri superiori” alla naura) il genere umano, il quale si pone (fra l’ altro, oltre a “campare” come fanno tutte le altre specie animali e vegetali) scopi non immediatamente legati alla propria sopravvivenza e problemi filosofici.

Da sempre esistono sia scienziati più meno validi che sono credenti in qualche religione, sia che sono atei.
Ma affermare che i secondi non sono credenti perché così “ognuno da il senso che desidera, che preferisce, che conviene, alla vita” mi sembra decisamente presuntuoso, sciocco e offensivo (dell’ intelligenza dei non cedenti, scienziati e non); sarebbe come dire che i credenti lo sono perché dalla loro professione di fede ricavano privilegi o perché così si consolano illusoriamente del fatto di dover morire.
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Vecchio 16-02-2014, 23.08.08   #24
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

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Originalmente inviato da sgiombo
Sgiombo:
Poi non posso negare che in tutto quello che non é assolutamente impossibile, come non lo é ad esempio (oltre alla sopravvivenza delle nostre esperienze coscienti; e credo altrettanto) il vincere a una lotteria comprando qualcuno dei dieci o venti milioni di biglietti venduti (cosa che personalmente non farò mai) non é vietato (ma a mio avviso é irragionevole) sperare...

Acquario 69:
non credo si tratti di speranza, almeno per "l'idea" che me ne sono fatto..magari può esserlo per quelle persone che cercano un appiglio che poggia pero sulla sua stessa illusione e che trasfigura se stesso in un ipotetica prosecuzione di una vita ultraterrena pressapoco nella stessa identica maniera a cui e' abituato a concepirla in questa,con gli stessi parametri del suo stesso ego.(dunque una perfetta illusione)

Sgiombo:
Ma se non è speranza cos’ è?
Sicuramente non certezza di sopravvivenza alla morte del proprio corpo.
Allora l’ unica alternativa che riesco a considerare è la certezza della fine della propria esistenza allorché morirà il proprio corpo.




Acquario 69:
siamo troppo abituati a pensare in maniera dicotomica,a fare distinzioni,delineare confini e a separare (la vita da una a parte,la morte da un altra/io da una parte (ego) tutto il resto dall'altra,lo stesso vale per il tempo,passato da una parte,futuro dall'altra..)

Sgiombo:
Non vedo che altro modo ci sia di pensare (sensatamente): o esisto come coscienza in divenire oppure non esisto (o sento o non sento, o accadono sensazioni o non accadono).
Un fatto che non sta accadendo al presente o è già accaduto o dovrà ancora accadere (se ho compiuto sessant’ anni non è che li dovrò ancora compiere: dirlo sarebbe una pretesa affermazione senza senso; casomai ne compirò settanta, se avrò la fortuna di non morire prima).




Acquario 69:
basta pensare,come già qualcuno ha fatto notare che per qualsiasi interpretazione sia solo la scienza a fornire tutte le risposte,quando poi basta vedere come infine proprio grazie al suo riduzionismo ci siamo "atomizzati" e miseramente accartocciati su noi stessi..

in realta non può esserci separazione.

Sgiombo:
Interpretazione di cosa?
La scienza spiega ottimamente alcune cose, risolve ottimamente determinati problemi (teorici e pratici) ma ovviamente non è onniscienza: ci sono questioni che non possono trovare una spiegazione scientifica.
Non vedo che cosa c’ entri il riduzionismo scientifico con i (colossali, pazzeschi) guai attuali dell’ umanità; casomai questi dipendono da uno squilibrio fra conoscenze scientifiche e capacità di utilizzarle proficuamente e prudentemente: gli attuali assetti sociali fanno sì che l’ umanità usi della scienza come un bambino potrebbe usare un’ arma da fuoco lasciatagli imprudentemente a portata di mano; non è certo colpa dell’ arma stessa, né di chi l’ ha progettata o costruita se il bambino usandola si fa del male!

Non capisco fra che cosa e che cos' altro non possa esserci separazione in realtà.

Ho provato a leggere l’ articolo da te consigliato ma purtroppo non ho avuto la pazienza di superarne la metà circa (mi sembrano elucubrazioni prive di interesse; ovviamente per me personalmente: se l’ hanno pubblicato, evidentemente altri, oltre a te, lo trovano interessante).

non sto dicendo che la scienza di per se debba venire demonizzata e che si debba tornare ai tempi dell'inquisizione,ma che andrebbe collocata su una prospettiva completamente diversa...il punto e' che a partire dal XVII secolo,con la rivoluzione scientifica si e' iniziato a concepire l'universo (naturalmente uomo compreso) come un meccanismo,con tanto di rotelle e a spiegarne il suo funzionamento come se fosse solo un ingranaggio,creando le premesse per una scissione dell'uomo con la natura,(le implicazioni di tutto questo sono gigantesche!) di cui egli stesso ne fa parte.
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Vecchio 17-02-2014, 08.25.08   #25
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non sto dicendo che la scienza di per se debba venire demonizzata e che si debba tornare ai tempi dell'inquisizione,ma che andrebbe collocata su una prospettiva completamente diversa...il punto e' che a partire dal XVII secolo,con la rivoluzione scientifica si e' iniziato a concepire l'universo (naturalmente uomo compreso) come un meccanismo,con tanto di rotelle e a spiegarne il suo funzionamento come se fosse solo un ingranaggio,creando le premesse per una scissione dell'uomo con la natura,(le implicazioni di tutto questo sono gigantesche!) di cui egli stesso ne fa parte.

La scissione fra uomo e natura, o meglio secondo me l' irresponsabile intervento dell' uomo sulla natura (e dunque anche su se stesso che ne é parte integrante) non consegue necessariamente dalla concezione meccanicistica dell' universo materiale naturale né dal riduzionismo scientifico, ma dall' ignorare il fatto che l' uomo non é solo materia ma anche pensiero cosciente; e per me soprattutto dall' imporsi e dal persistere di rapporti di produzione che tendono oggettivamente ad imporre un atteggiamento irrazionalistico di fronte alla natura stessa, a ignorare i limiti da una parte delle risorse che la natura può offrire all' umanità e dall' altra della capacità umana di conoscerla e dominarla (adeguandosi alle sue leggi obiettive, come ammoniva Engels già alla fine dell' '8oo in pieno predominio del positivismo): una sorta di delirio di onnipotenza che non é propriamente della scienza ma delle forze produttive umane organizzate capitalisticamente che la scienza -malamente, irrazionalisticamente- utilizzano.
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Vecchio 17-02-2014, 10.37.53   #26
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Citazione:
non sto dicendo che la scienza di per se debba venire demonizzata e che si debba tornare ai tempi dell'inquisizione,ma che andrebbe collocata su una prospettiva completamente diversa...il punto e' che a partire dal XVII secolo,con la rivoluzione scientifica si e' iniziato a concepire l'universo (naturalmente uomo compreso) come un meccanismo,con tanto di rotelle e a spiegarne il suo funzionamento come se fosse solo un ingranaggio,creando le premesse per una scissione dell'uomo con la natura,(le implicazioni di tutto questo sono gigantesche!) di cui egli stesso ne fa parte.

Esatto, idem per me, la superstizione è nociva e sopratutto lo sono le religioni dogmatiche (tutti conosciamo le inquisizioni), io per esempio mi sento molto panteista ma quando parlo di questi temi tutti mi confondono per un cattolico o religioso, e quindi tutti associano spiritualità = regressione al medioevo, ma ripeto come lo ripeto sempre : spiritualità è l'opposto di religione, già l'assenza di dogma dovrebbe far capire l'enorme differenza.
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Vecchio 17-02-2014, 11.56.56   #27
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La scissione fra uomo e natura, o meglio secondo me l' irresponsabile intervento dell' uomo sulla natura (e dunque anche su se stesso che ne é parte integrante) non consegue necessariamente dalla concezione meccanicistica dell' universo materiale naturale né dal riduzionismo scientifico, ma dall' ignorare il fatto che l' uomo non é solo materia ma anche pensiero cosciente; e per me soprattutto dall' imporsi e dal persistere di rapporti di produzione che tendono oggettivamente ad imporre un atteggiamento irrazionalistico di fronte alla natura stessa, a ignorare i limiti da una parte delle risorse che la natura può offrire all' umanità e dall' altra della capacità umana di conoscerla e dominarla (adeguandosi alle sue leggi obiettive, come ammoniva Engels già alla fine dell' '8oo in pieno predominio del positivismo): una sorta di delirio di onnipotenza che non é propriamente della scienza ma delle forze produttive umane organizzate capitalisticamente che la scienza -malamente, irrazionalisticamente- utilizzano.

..e appunto; i semi e poi le radici che hanno prodotto questa mentalità,che mi pare tu stesso descrivi qui sopra,da dove (e come) pensi abbiano avuto origine e modo di svilupparsi secondo te?
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Vecchio 17-02-2014, 18.56.38   #28
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Citazione:
Originalmente inviato da acquario69
..e appunto; i semi e poi le radici che hanno prodotto questa mentalità,che mi pare tu stesso descrivi qui sopra,da dove (e come) pensi abbiano avuto origine e modo di svilupparsi secondo te?

Copio-incollo quello che ho appena scritto in risposta a questa tua domanda:

La scissione fra uomo e natura, o meglio secondo me l' irresponsabile intervento dell' uomo sulla natura (e dunque anche su se stesso che ne é parte integrante) non consegue necessariamente dalla concezione meccanicistica dell' universo materiale naturale né dal riduzionismo scientifico, ma dall' ignorare il fatto che l' uomo non é solo materia ma anche pensiero cosciente; e per me soprattutto dall' imporsi e dal persistere di rapporti di produzione che tendono oggettivamente ad imporre un atteggiamento irrazionalistico di fronte alla natura stessa, a ignorare i limiti da una parte delle risorse che la natura può offrire all' umanità e dall' altra della capacità umana di conoscerla e dominarla (adeguandosi alle sue leggi obiettive, come ammoniva Engels già alla fine dell' '8oo in pieno predominio del positivismo): una sorta di delirio di onnipotenza che non é propriamente della scienza ma delle forze produttive umane organizzate capitalisticamente che la scienza -malamente, irrazionalisticamente- utilizzano.
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Vecchio 17-02-2014, 19.05.00   #29
Duc in altum!
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** scritto da AnimaB.:

Citazione:
spiritualità è l'opposto di religione, già l'assenza di dogma dovrebbe far capire l'enorme differenza.

** La religione è per quelli che hanno paura dell'inferno, la spiritualità è per chi ci è passato dall'inferno. - (Vine Victor Deloria, Sioux)

In realtà, queste due dimensioni, non sono opposte, hanno solo una maniera differente d'affrontare, di sperimentare, il dogma (altro che assente) della dannazione dell'Anima (l'Inferno).

Altrimenti che senso avrebbe vivere quando, qualsiasi etica/morale si seguisse, tutte le anime (o esistenze) avrebbero lo stesso esito??!!!
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Vecchio 17-02-2014, 23.54.37   #30
AnimaB.
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da AnimaB.:



** La religione è per quelli che hanno paura dell'inferno, la spiritualità è per chi ci è passato dall'inferno. - (Vine Victor Deloria, Sioux)

In realtà, queste due dimensioni, non sono opposte, hanno solo una maniera differente d'affrontare, di sperimentare, il dogma (altro che assente) della dannazione dell'Anima (l'Inferno).

Altrimenti che senso avrebbe vivere quando, qualsiasi etica/morale si seguisse, tutte le anime (o esistenze) avrebbero lo stesso esito??!!!


Bella la frase, infatti io credo che l'inferno è questa dimensione, per quanto riguarda il dogma, il dogma può esistere ma siamo noi che lo troviamo nel nostro interno, mentre la religione vuole imporlo , spiritualità è un percorso personale interiore, quindi dentro di noi troviamo le risposte (la nostra libertà finisce dove inizia la libertà altrui).
AnimaB. is offline  

 



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