ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
02-02-2010, 20.37.00 | #73 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Presumo che tu voglia dire: per me è evidente ciò di cui sono cosciente a prescindere dalla verità o falsità di quello di cui sono cosciente. E’ così? |
|
02-02-2010, 23.51.04 | #74 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Voglio ricordare il motivo per cui sono entrato qui (qualche anno fa) e cosa mi ha spinto ad iscrivermi. In quel tempo avevo alcuni punti di riferimento: meccanica quantistica a livello amatoriale (ma non per questo del tutto “banale”) e coscienza. Sulle mie conoscenze di questi due oggetti ne ho discusso, prima di entrare qui, sia con altri filosofi (o pensatori sopraffini) sia con altri fisici, oltre alle, chiaramente,tante personali letture. Ritengo di aver superato già parecchie prove. Questo non significa che ciò che io penso su queste due “discipline” sia ad un punto di arrivo, altrimenti non mi sarei iscritto e non avrei cercato un contatto. Per esempio non ho mai compreso nulla, o quasi, sul tema che vede come protagonista il “tempo”. La ritengo una grossa incognita (per taluni casi penso che, in definitiva, non esista o sia un'illusione). Dopo questa premessa veniamo alla domanda. Secondo me la coscienza si identifica molto bene con il principio di identità. Non solo posso essere cosciente delle cose (o meglio delle rappresentazioni che presumo siano cose), ma anche delle rappresentazioni di proposizioni. Cioè io sono cosciente anche del principio di non-contraddizione. Per me è evidente il principio di non-contraddizione, ma solo nel senso che ne ho preso coscienza in quanto discussione. Il punto è un altro e siccome leggo anche altri argomenti in cui però non partecipo in modo attivo, tenterò di rispondere con le parole di Sesbassar in “Dio non esiste” <<Il mio problema non sono le conclusioni a cui giungete ragazzi: quelle le rispetto, fanno parte del vostro percorso da intellettuali. La mia domanda è: da che premesse partite?>> Condividendo le parole di Sesbassar, confermo che le premesse sono alla base di ciò che diciamo. Sono gli assiomi di cui anche tu parlavi. Un assioma, in questo caso specifico, è: io sono io. La proposizione effettivamente non vuol dire molto di più della “nozione” IO (come Leporello insegnava e da cui traggo il termine) .Essa, nel mio modo di pensare, è il singolo bit di informazione. Bada bene però, non è ancora un'informazione tale che possa veicolarsi dentro un macchina che non abbia la capacità di comprenderla (girerebbe a vuoto). Sola quando diventa “io sono io” è possibile che la macchina (coscienza) la comprenda. Questo è un elemento importante, è una premessa. Ogni bit di informazione non ha alcun valore in una macchina che non sappia riconoscerla come informazione. L'evidenza quindi è la presa di coscienza di un'informazione. La presa di coscienza dell'IO (io sono io) o la presa di coscienza della proposizione “io non sono non-io” (contraddizione) sono due informazioni. La differenza tra le due informazioni è che la prima è un assioma indiscutibile (indubitabile) da cui partono le altre discussioni, la seconda invece è evidente solo in quanto è posta come discussione, cioè è soltanto una discussione evidente. Come la discussione sul sesso degli angeli: è evidente che se ne discute, ma le premesse sono dubitabili (ovvero il sesso degli angeli). Nel caso specifico del principio di non- contraddizione l'informazione su cui si discute è sulla evidenza del non-io. Essa, si comprende bene, non è evidente, non veicolerebbe dentro alcuna macchina; quindi non è informazione assiomatica, è un'informazione su cui si può però discutere. Il principio di non- contraddizione quindi è uno pseudo principio che non ha alcuna possibilità di essere discusso all'interno di un modello che preveda come assioma: l'evidenza. Una domanda che mi ha sempre fatto pensare fatta da Penrose nel libro “La mente nuova dell'imperatore”faceva così: se la coscienza non sembra avere alcuna importanza al fine della conoscenza che l'uomo ha del mondo, perchè l'evoluzione non l'ha eliminata? Questa è una domanda che si fa un evoluzionista (Penrose non rinnega certo la teoria evoluzionista anche se la mette sotto altre “superbe” teorie fisiche) e a cui bisogna dare una risposta. Io non sono un evoluzionista nel senso che non credo nell'evidenza della teoria (ma qui dilungherei a dismisura dall'argomento) però almeno bisognerebbe comprendere se la coscienza abbia o meno importanza al fine della nostra conoscenza del mondo. Secondo me il principio di identità è la dimostrazione che la coscienza ha un potere sulla conoscenza del mondo. E' un assioma a cui non è possibile rinunciare, altrimenti i singoli bit girerebbero a vuoto, dentro noi stessi, senza mai essere riconosciuti come informazioni. Questa risulta essere la prima e fondamentale premessa su cui si fonda ogni tipo di conoscenza umana. |
|
03-02-2010, 11.10.12 | #75 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Hai detto molte cose, mi limito per ora a rilevarne alcune poi commenterò anche le altre: -se per te è evidente ciò di cui sei cosciente a prescindere dalla verità o falsità di quello di cui sei cosciente allora tutto è evidente. -evidenza non può essere un assioma, un termine "solitario" è inadeguato ad essere un assioma, ... deve essere predicato qualcosa di evidenza. L'assioma è la proposizione prima da cui parte una scienza. Se il tuo assioma è : che è evidente ciò di cui sei cosciente a prescindere dalla verità o falsità di quello di cui sei cosciente allora, come sopra, tutto è evidente. Il significato attribuito dagli stoici ad assioma è: ciò che è vero o che è falso e quindi non è il tuo significato, se l'assioma è ciò che è evidente....a prescindere dal vero o dal falso Ultima modifica di Giorgiosan : 03-02-2010 alle ore 18.51.18. |
|
03-02-2010, 19.11.02 | #76 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Per assioma, in questo contesto, ho voluto intendere "premessa" (come era la richiesta di Sesbassar nella sua domanda). Possiamo scegliere un altro termine se quel significato ti porta a ricordare cose diverse da quelle che qui si vogliono intendere. Poi la cosa più importante che rilevo da quello che hai detto: secondo me non è vero che tutto è evidente. Già nei post precedenti ho scritto che il non-io non è evidente. Pensa al fatto di dover pensare a te stesso mentre non pensi. Ciò è privo di significato, quindi il non-io, e quasi tutte le negazioni, sono prive di evidenza. Io non sono cosciente quando sono non-io (ammesso che abbia senso) quindi il non-io non può mai essere evidente. Ho ricordato, sempre nei post precedenti, l'esempio della morte: noi non sappiamo cosa essa sia... per noi non è evidente cosa sia la morte. Noi discutiamo (ragioniamo) sulla morte ma non ne siamo coscienti. |
|
03-02-2010, 20.01.52 | #77 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Quando stavo per postare ho visto la tua risposta. La voglio leggere attentamente ... intanto posto:
Vorrei farti la storia del principio di contraddizione, del principio d’identità, di evidenza, di tautologia perché il conoscere è sempre un conoscere storicizzato. Nessuno può collocarsi fuori della tradizione perché questa tradizione la si mangia e la si beve fin dalla nascita volenti o nolenti. Quando hai imparato a scrivere ed a leggere hai cominciato ad imbibirti di storia della letteratura , di storia della filosofia, storia delle scienza ecc. ecc. ..ed ancor prima di imparare a leggere ed a scrivere. Il nostro essere è un essere storico e mi riferisco non solo alla cultura ma anche alla natura: neanche la natura umana rimane invariata. Noi siamo la nostra storia fino ad oggi…questo è il tempo. Così per ogni termine filosofico, per la logica, per la metafisica conoscendo la sua storia cioè il suo sviluppo ne puoi afferrare il significato, sapendo da dove viene e dove va. Perché la vita, ogni cosa e tutto sono in divenire. |
03-02-2010, 22.58.14 | #78 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-05-2008
Messaggi: 53
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Il principio di non-contraddizione sostiene che in ogni asserto/proposizione/affermazione/giudizio/etc (chiamiamolo come più ci piace, l'importante è che ci intendiamo), cioè nella formula "A=B", il predicato "B" non può affermarsi e negarsi contemporaneamente e sotto il medesimo riguardo. Ecco perchè dicevo, nel brano che hai quotato, che esso "esprime l’esigenza implicita in ogni proposizione", in quanto, in ogni proposizione, non può affermarsi e negarsi contemporaneamente e sotto lo stesso aspetto un/il predicato. Il principio di identità o determinazione (che si riferisce, invece, al concetto, come dire, "nudo e crudo", senza affermare o negare nulla di esso; concetto che potremmo indicare come l'eventuale soggetto della proposizione/affermazione/giudizio/etc.) afferma che quando penso qualcosa (quando, cioè, ho in testa una nozione, un concetto, un'idea), penso sempre qualcosa di determinato. Citazione:
Infatti, la questione inerente al principio di non-contraddizione non sta nel fatto che io ponga o non ponga A, quanto piuttosto nel fatto che, posto A (infatti, se non lo pongo non posso affermare nulla di lui, e quindi non posso neppure applicare il principio stesso... in quanto -ripeto- il principio di non contraddizione è quello che regola ogni affermazione/proposizione/giudizio/asserzione...), mi chiedo: "di A posso affermare e negare contemporaneamente e sotto il medesimo aspetto B?". Spero di essere stato più chiaro, adesso. Gaetano T. |
|||||
04-02-2010, 11.29.07 | #79 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Il problema sta nella negazione. Citazione:
E fin qui il concetto è evidente: io pongo A Citazione:
Io semplifico. Io pongo A e dico che A=A Io posso solo affermare A. Non posso, in ogni caso, negare A. Il principio di non-contraddizione, come tu dici, sembra chiederci: possiamo negare ed affermare contemporaneamente? La mia risposta è stata NO, in quanto la negazione non si pone su un piano di evidenza. Probabile che anche così non risulti chiaro: Ammettiamo per ipotesi che io ponga A e tu ponga B. Ognuno di noi afferma o A o B. L'identità fra A e B è solo supposta. Io posso continuare in eterno ad affermare A e tu in eterno ad affermare B. Io non posso negare A e tu non puoi negare B. Ma ragioniamo in maniera differente facendo altri casi. Io dico: quella cosa è quella cosa e la chiamo A. Posso negare quella cosa e affermarla contemporaneamente? Non mi sembra, in quanto se io la negassi non potrei nemmeno indicare quella cosa. Cioè io non starei indicando nulla, ed anche se indicassi il nulla e lo chiamassi A non potrei negare quest'unica evidenza. E' la negazione che non si pone su lo stesso piano di evidenza di una affermazione. L'unica affermazione evidente poi è soltanto quella che indica quella cosa; non posso negare, con la stessa evidenza, qualcosa che non ho ancora indicato. |
|||
04-02-2010, 14.37.00 | #80 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
|
Riferimento: Principio d’identità e sue possibili applicazioni (mente-cervello)
Citazione:
Se chiami gli assiomi, premesse, ipotesi, postulati cambia poco quello che conta è la funzione che hanno. Se dici che: L'evidente per me significa cosciente di quella cosa, a prescindere che sia vera o falsa. allora tutto quello che entra nella tua coscienza è evidente....e poi a prescindere che sia vera o falsa E' insostenibile. |
|